Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il ministro all’Agricoltura dello Stato Usa, Karen Ross, firma nella Napa Valley col presidente Bonaccini il documento per un diritto al cibo con l’utilizzo sostenibile delle risorse del Pianeta. In rilievo l’impegno della Regione sul fronte della sicurezza alimentare. Presentata Fico

Il ministro all’Agricoltura della California, Karen Ross, è il primo rappresentante di un governo statale degli Usa a firmare la Carta di Milano, eredità culturale dell’Expo 2015 che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo grazie a un utilizzo sostenibile delle risorse del Pianeta. La firma è stata apposta ieri a St. Helena (Ca), a margine del convegno “re-Think Food” presso la Napa Valley, nel corso di un incontro con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che in questi giorni guida in California una delegazione di cui fanno parte anche Simona Caselli (assessore all’Agricoltura) e Palma Costi (assessore alle Attività Produttive), oltre a imprenditori e ricercatori del territorio.
Presentando la Carta di Milano, su mandato del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, già siglata da personaggi italiani e stranieri quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Nobel per l’Economia Amartya Sen, Stefano Bonaccini ha sottolineato che tra gli obiettivi della missione c’è innanzitutto “la volontà di dare seguito ai risultati e agli obiettivi di Expo, di cui la Carta di Milano è il documento di sintesi e di programmi futuri”.
Il presidente della Regione ha poi ricordato i dati principali dell’agroalimentare in Emilia-Romagna, tra cui l’export “che vale quasi 6 miliardi di euro e il mercato Usa è uno di quelli in cui i prodotti del nostro territorio hanno maggiore riscontro, in particolare grazie alla qualità che garantiscono. L’auspicio è che grazie al Ttip (accordo commerciale per gli investimenti tra Europa e Usa) questa quota possa ulteriormente incrementare”.
Nel corso dell’incontro, il presidente dell’Emilia-Romagna ha ancora messo in rilievo “l’impegno della Regione sul fronte della sicurezza alimentare”, ricordando la recente esperienza del World Food Forum presentato ad Expo. “E’ stato un incontro molto importante – ha commentato il presidente Bonaccini -, non solo perché abbiamo illustrato al ministro Ross la piattaforma del World Food Research & Innovation Forum e perché è stata l’occasione per presentare il progetto di FicoEatalyWorld, che ha l’ambizione di attrarre verso Bologna visitatori da tutto il mondo, ma anche perché è stato affrontato il tema del Climate Change, in vista della nostra firma nella prossime ore, col governatore della California Jerry Brown, del protocollo Under2MoU. Infine è stato impostato un focus sulle opportunità di business nel mercato statunitense, il primo extraeuropeo per l’export emiliano-romagnolo della filiera agroalimentare”.
Bonaccini ha quindi invitato ufficialmente il ministro Karen Ross a partecipare alla seconda edizione del World Food Forum che si terrà nell’ambito di Cibus, nel maggio 2016 a Parma, e ha auspicato “un rapporto di robusta collaborazione con la California su questi temi anche dal punto di vista del know-how”.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it