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Da: Prefettura Ferrara

Il Prefetto Michele Campanaro ha presieduto stamane, a palazzo don Giulio d’Este, in videoconferenza, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per tracciare, nel contesto delle misure di contrasto poste in essere per contenere il contagio da COVID 19, un quadro sull’attività di monitoraggio del disagio sociale ed economico e di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminosi e di ogni forma di illegalità.
Presenti alla riunione il Questore Cesare Capocasa, il Comandante provinciale dei Carabinieri Gabriele Stifanelli, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Cosimo D’Elia. il Presidente della Provincia Barbara Paron e, in rappresentanza del Comune di Ferrara, il Comandante della Polizia Locale Claudio Rimondi; come componenti aggiunti, hanno partecipato all’importante Consesso anche il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Andrea Garau, il Capo della Sezione Operativa Regionale della Direzione Investigativa Antimafia Aniello Mautone e il Presidente della Camera di Commercio Paolo Govoni.
“Nel quadro evolutivo dell’emergenza sanitaria ed in prospettiva dell’auspicata ripresa del sistema economico – ha affermato introduttivamente il Prefetto – risulta di fondamentale importanza un coinvolgimento sinergico di tutti gli attori preposti al “sistema sicurezza”, indispensabile per assicurare il pieno presidio della legalità in chiave preventiva e per intercettare ogni possibile criticità nel tessuto sociale ed economico”.
Nel corso della riunione, è stata delineata una strategia complessiva volta ad intercettare, attraverso un’attenta attività di intelligence territoriale, la possibile diffusione di fenomeni illegali che, approfittando della situazione emergenziale, potrebbero trovare un fertile humus nel disagio sociale e nelle difficoltà economiche, segnali premonitori per l’insorgenza di fenomeni illeciti e criminali. E’ stata, in particolare, evidenziata la necessità di porre particolare attenzione alle dinamiche societarie delle filiere potenzialmente più esposte e, cioè, quelle agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico, del comparto turistico alberghiero e della ristorazione, nonché dei settori della distribuzione al dettaglio della piccola e della media impresa.
In siffatto contesto, il Prefetto ha rimarcato l’importanza della collaborazione delle associazioni di categoria e del settore creditizio e finanziario, quali “recettori sensibili” di possibili situazioni di criticità, chiamati quindi a darne immediata comunicazione alle Autorità competenti.
E’ necessario effettuare un’attenta attività di analisi e approfondimento info-investigativa sul territorio, volta a cogliere tempestivamente ogni elemento sintomatico di possibili tentativi di infiltrazioni mafiose, rilevabili in particolare attraverso un’attenta valutazione degli indicatori di rischio connessi ai processi decisionali pubblici funzionali all’assegnazione di appalti, assicurando la massima circolarità informativa, che veda coinvolte tutte le Forze di Polizia e le altre istituzioni interessate, su tutte le Amministrazioni locali nella veste di stazioni appaltanti – ha sottolineato il Rappresentante del Governo – L’avvio della cd. “fase 2” dovrà avvenire assicurando la ripresa delle attività economiche in un contesto di massima sicurezza per imprenditori e lavoratori, anche rispetto al potenziale pericolo di permeabilità con il panorama criminale”.
In questa direzione, il Prefetto ha assicurato particolare impulso al lavoro del Gruppo Interforze Antimafia della Prefettura, incaricato dell’attività istruttoria preordinata a prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata in sede di richiesta di iscrizioni del sistema delle imprese alle White List.
Infine, in un’ottica di leale collaborazione interistituzionale, un preciso invito è stato rivolto dal Prefetto alle Amministrazioni locali, affinché provvedano ad attuare tempestivamente tutte le necessarie misure di sostegno in favore delle famiglie più esposte a condizioni di vulnerabilità sociale, intercettando, attraverso i propri servizi sociali, quali centri di ascolto deputati sul territorio, ogni condizione di disagio, con un’attenzione particolare a quello abitativo.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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