Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Le risorse dal Por Fesr 2007 – 2013. Oggi la consegna ufficiale dei mezzi ai 15 Comuni aderenti all’Accordo di Qualità dell’Aria 2012-2015 con il ministro Galletti, il presidente Bonaccini, gli assessori Costi e Donini

Una Regione a zero emissioni di CO2, che incentiva la diffusione dei veicoli elettrici sul proprio territorio, a partire dalla pubblica amministrazione. Con uno stanziamento complessivo di 2,4 milioni di euro circa (risorse Por Fesr 2007-2013) la Regione Emilia-Romagna ha finanziato al 100% l’acquisto di 103 veicoli tra auto, autocarri van, autocarri combi e quadricicli da parte dei 15 Comuni aderenti all’Accordo di Qualità dell’Aria 2012 – 2015 (Bertinoro, Bologna, Carpi, Cesena, Faenza, Ferrara, Forlì, Forlimpopoli, Imola, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini). Un’operazione che punta alla massima sostenibilità ambientale e a forme di mobilità alternative. La consegna ufficiale dei veicoli è avvenuta oggi in Regione, alla presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del presidente Stefano Bonaccini, degli assessori Palma Costi (Attività produttive) e Raffaele Donini (Infrastrutture e Trasporti).

“La Regione Emilia-Romagna dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia – ha commentato il ministro Galletti – , anche sui temi della mobilità sostenibile. Abbiamo bisogno di puntare sempre più su mezzi che non inquinano: quest’iniziativa è senza dubbio un bel segnale”.

Gli oltre 100 veicoli elettrici “si sommano ad altri provvedimenti di questa Regione per la mobilità sostenibile, come la costruzione di nuove ciclabili, i contributi per l’acquisto di autobus ecologici, l’impegno a favore dell’uso di auto elettriche o ibride, come le agevolazioni fiscali previste dalla legge di bilancio per gli autoveicoli con alimentazione ibrida benzina-elettrica e benzina-idrogeno” ha sottolineato Bonaccini, che ha annunciato l’inaugurazione, prevista a fine gennaio con il ministro Delrio, di 15 nuovi treni per i pendolari. Treni “che si andranno a sommare ai 7 già presentati recentemente, diventando così 22 in pochi mesi, per superare poi quota 100 in pochi anni. Garantiremo così – ha ricordato Bonaccini – , come previsto dalla ‘gara del ferro’, un servizio di altissima qualità a chi si sposta quotidianamente per lavoro e studio: treni completamente nuovi per i pendolari dell’Emilia-Romagna”.

“L’acquisto di queste auto elettriche è un provvedimento che si inserisce perfettamente nelle nostre politiche in tema di sostenibilità ambientale – ha commentato l’assessore Costi – . I fondi europei sono stati programmati proprio per rispondere concretamente ad alcune criticità che riguardano anche il nostro territorio. Anche il nuovo Programma della Regione per quanto riguarda i fondi europei prevede altri 27 milioni di euro per la mobilità sostenibile. L’obiettivo è avere un’economia sempre più pulita, quindi ad emissioni sempre più tendenti allo zero”.
“Oggi la mobilità sostenibile, in particolare quella elettrica, fa un passo decisivo in Emilia-Romagna – ha sottolineato l’assessore Donini – . Consegniamo ai Comuni 103 veicoli elettrici; al tempo stesso possiamo contare su una rete regionale di colonnine interoperabili per la ricarica, grazie a convenzioni con Enel, Hera, Iren. Abbiamo siglato accordi con i Comuni per il libero accesso delle auto elettriche alle Ztl e la possibilità di parcheggiare gratuitamente. Con la legge di stabilità 2016 abbiamo stanziato 500mila euro per l’esenzione dal pagamento del bollo per 3 anni per coloro che acquistano un’auto ibrida. Senza dimenticare – ha concluso Donini – che tutto il tema della mobilità sostenibile passa per la legge sulla ciclopedonalità, che faremo nel 2016, e l’anticipazione dell’acquisto del nuovo materiale rotabile”.

L’accordo con i Comuni e la gara per l’acquisto dei veicoli elettrici
Dopo l’approvazione del Protocollo d’intesa tra la Regione e i 15 Comuni per l’acquisto dei veicoli elettrici all’interno del progetto pilota “Mi muovo elettrico – Free carbon city”, a maggio 2015 è stata aggiudicata la gara svolta da Intercenter per la fornitura, in quattro lotti, dei mezzi. Renault Italia Spa si è aggiudicata tre lotti (e precisamente quello per le auto elettriche a quattro posti, per autocarri van a due posti, per autocarri combi a cinque posti), mentre l’azienda I’moving si è aggiudicata il quarto lotto (quadricicli pesanti a due posti). Con il contributo della Regione, oltre all’acquisto dei veicoli, i Comuni hanno pagato l’allestimento su strada.

L’Emilia-Romagna punta sull’elettrico
Il progetto “Free carbon city” è un tassello all’interno del più ampio piano della Regione per lo sviluppo della mobilità elettrica, con un obiettivo preciso: ridurre l’impatto esercitato dal settore dei trasporti sull’inquinamento atmosferico e sull’aumento delle emissioni di gas serra. Con il progetto “Mi Muovo elettrico”, basato sul principio dell’interoperabilità su scala regionale e dell’integrazione di tutti i servizi di mobilità offerti al cittadino, in collaborazione con Enel, Hera e Iren sono state installate oltre 100 colonnine per la ricarica di energia elettrica. Sono stati stipulati inoltre accordi con i Comuni per l’“armonizzazione delle regole di accesso al centro storico”: in questo modo i veicoli elettrici oggi possono circolare nelle Zone a traffico limitato (h 24) e parcheggiare gratuitamente.

Agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici e con alimentazione ibrida
Già oggi i veicoli elettrici, in base alla normativa nazionale, non pagano il bollo auto per i primi cinque anni dalla prima immatricolazione. Per l’anno 2016, in Emilia-Romagna i proprietari di autoveicoli con alimentazione ibrida benzina-elettrica, inclusiva di alimentazione termica, o con alimentazione benzina-idrogeno, immatricolati per la prima volta, vengono esentati dal pagamento dal bollo per tre anni. E’ quanto prevede la legge regionale 23 del 2015 (disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016-2018).

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it