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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Elena Marescotti, docente di Educazione degli adulti del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife, si aggiudica il Premio Nazionale CIRSE (Centro Italiano per la Ricerca Storico-Educativa) Edizione 2015 – Sezione Monografie, con il libro “Il significato dell’educazione degli adulti di Eduard C. Lindeman. Un classico dalle molteplici sfaccettature” (Roma, Anicia, 2013). Presentazione di John R. Rachal, Emeritus Professor of Adult Education, University of Southern Mississippi (USA).

La cerimonia di conferimento, svoltasi lo scorso ​ 26 febbraio presso la Sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, è avvenuta in occasione del Convegno Nazionale CIRSE intitolato “Sguardi della storia. Luoghi, figure, immaginario e teorie dell’educazione”.

La motivazione della Commissione giudicatrice parla chiaro: “ Il volume di Elena Marescotti, Il significato dell’educazione degli adulti di Eduard C. Lindeman, si fa molto apprezzare non solo per l’intreccio tra teoria e storia dell’educazione, ma anche perché apre la pista d’indagine, da decenni trascurata, di una storia dell’educazione degli adulti, sia attraverso la ricostruzione degli aspetti topici sia attraverso il recupero dei suoi padri fondatori​”.

Ecco alcune tracce dell’autrice, dalla IV di copertina: “Il volume presenta la prima edizione italiana di Eduard C. Lindeman, The Meaning of Adult Education, New York, New Republic Inc., 1926. Si tratta di un’opera di grande spessore, teorico e storico, nel settore dell’educazione degli adulti, per le idee e per le argomentazioni che offre relativamente al senso dell’educazione, alle sue finalità, alle sue implicazioni per l’individuo (per tutti gli individui) preso tanto nella sua soggettività quanto nella dimensione politico-sociale; non ultimo, è un’opera che avanza lucide riflessioni e indicazioni per la prassi, affinché l’ideale educativo possa incisivamente rapportarsi con la realtà e con i suoi problemi. Al testo originale, è qui affiancata la traduzione in lingua italiana, corredata da un puntuale commento esplicativo e da un saggio critico che contestualizzano le questioni affrontate, approfondiscono la figura di Eduard C. Lindeman e mirano a fare emergere gli elementi costitutivi dell’educazione degli adulti, nella loro pregnanza e attualità. Primi fra tutti la democraticità, la gratuità, la libertà e la razionalità, che nella loro sinergia attestano come l’educazione è per la vita, nella vita e, soprattutto, la vita. Ciò che, in definitiva, rende questo autore e questa sua opera dei veri e propri classici, da conoscere e da porre in una posizione rilevante del nostro bagaglio di saperi sull’educazione e sulla condizione adulta”.

Il CIRSE si propone di promuovere, valorizzare e sviluppare la ricerca storico-educativa, di diffonderne la conoscenza e di favorire lo sviluppo dei rapporti tra gli studiosi e i cultori di questo settore scientifico disciplinare per mezzo di una rete di interscambio nazionale ed internazionale. Dal 1980, anno della sua fondazione, tiene vivo il dibattito metodologico ed interpretativo realizzando convegni, seminari e incontri di studio. La sua semestrale ​”Rivista di Storia dell’Educazione​”raccoglie i contributi dell’attività culturale dei soci per sintetizzarne i risultati e divulgare le tematiche della ricerca storico pedagogica.

Elena Marescotti è docente di Educazione degli adulti all’Università di Ferrara. Fa parte del Consiglio Direttivo ​della SPECIES (Society of Politics, Education and Comparative Inquiry in European States), della SPES (Società di Politica, ducazione e Storia) ​e della redazione ​scientifica ​della rivista “Ricerche Pedagogiche”. È Responsabile della rivista “Annali online della Didattica e della Formazione Docente”. ​I suoi principali ambiti di indagine (educazione degli adulti, educazione/politica, scuola, educazione ambientale, lessico pedagogico), in prospettiva teorica e storica, sono accomunati dalla fondazione di una Scienza dell’educazione che garantisca la permanenza e l’unitarietà del suo oggetto, indicandone altresì gli orientamenti di attuazione politica e culturale. Tra le sue pubblicazioni più recenti: E. Marescotti (a cura di), Ai confini dell’educazione degli adulti. I limiti, le possibilità, le sfide, Milano, Mimesis, 2015​; E. Marescotti (a cura di), Educazione come… Metafore e concetti educativi, Milano, Prometheus, 2014; E. Marescotti, Il significato dell’educazione degli adulti di Eduard C. Lindeman. Un classico dalle molteplici sfaccettature, Roma, Anicia, 2013;E. Marescotti, Educazione degli adulti. Identità e sfide, Milano, Unicopli, 2012.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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