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Da Unife

IP3R3, un canale per il calcio contro le cellule tumorali

Arrivano dall’Università di Ferrara due importanti scoperte nella cura contro il cancro. Le ricerche, entrambe coordinate dal professor Paolo Pinton, sono pubblicate sull’ultimo numero di Nature.
È un evento più unico che raro che un ricercatore italiano firmi due articoli come “corresponding author” sullo stesso numero della prestigiosissima rivista.
Da questi studi giungono nuove indicazioni su come uccidere le cellule tumorali. La chiave di volta è stata identificata nell’IP3R3, un recettore che coordina la trasmissione dello ione calcio tra due importanti strutture intracellulari: il reticolo endoplasmatico, lariserva dello ione calcio, e i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.
Da sempre nel laboratorio del professor Pinton, grazie anche al sostegno di diversi finanziamenti AIRC, si studia il ruolo di questo secondo messaggero in svariati processi cellulari.
Il corretto flusso di calcio è indispensabile per uccidere cellule pericolose per l’organismo. In varie forme tumorali questo meccanismo è stato dimostrato essere alterato, ed è uno dei motivi che causano il fallimento di alcune terapie chemioterapiche.
Queste ricerche, frutto di importanti collaborazioni internazionali con il professor Michele Pagano (New York University) e il professor Michele Carbone (University of Hawaii, Cancer Center), hanno permesso di mettere in luce i meccanismi molecolari che governano la degradazione e la stabilizzazione dell’IP3R3.
Nel primo lavoro, sviluppato in collaborazione con il team statunitense del professor Pagano, il gruppo di ricerca del professor Pinton ed il gruppo guidato dalla giovane ricercatrice Carlotta Giorgi (anch’essa titolare di finanziamenti AIRC), coadiuvata dalla dottoressa Sonia Missiroli, hanno identificato in FBXL2 la proteina ligasi che favorisce la degradazione dell’IP3R3 e gioca un ruolo di primo piano in alcune forme tumorali, come ad esempio il tumore alla prostata.
Nel secondo lavoro, il professor Pinton insieme alla professoressa Giorgi, affiancata dal dottor Simone Patergnani e dal dottor Alberto Danese, e in collaborazione con il laboratorio diretto dal professor Carbone, hanno chiarito il meccanismo d’azione della proteina deubiquitinasi BAP1 nella progressione del mesotelioma pleurico maligno, patologia tumorale che colpisce le membrane di rivestimento dei polmoni.
Quando questa proteina è alterata o mancante, l’IP3R3 non viene stabilizzato e si favorisce così una crescente vulnerabilità nei confronti delle fibre di amianto e una maggiore predisposizione allo sviluppo del tumore.
“Questi studi continueranno grazie ai finanziamenti AIRC”, spiega il professor Pinton, “ed è già in fase di elaborazione una possibile sperimentazione clinica, in collaborazione con i colleghi statunitensi, che sfrutti i risultati ottenuti. Saranno sviluppati nuovi approcci molecolari per la sintesi di farmaci per patologie che al momento risultano essere incurabili” continua Pinton, “e sono un’ulteriore conferma di come anche in Italia, grazie ad AIRC, si possa condurre ricerca ad alti livelli, con importanti ricadute cliniche, oltre a garantire la formazione di brillanti giovani ricercatori”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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