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Da: Lucia Felletti, Comune di Comacchio

PRECISAZIONI SUL BANDO IMPRESE

Le notizie mistificatorie, per usare un eufemismo, che la lista Per fare , sta per l’ennesima volta,
deliberatamente diffondendo sul recente bando di sostegno alle imprese, impongono fondamentali
precisazioni.
L’amministrazione Comunale, nell’individuare la platea delle imprese potenzialmente destinatarie degli aiuti
economici ha riconosciuto priorità a quelle che, a causa delle chiusure imposte dal Governo, hanno subito i
danni maggiori. La selezione è stata quindi effettuata sulla base del possesso dei codici ATECO riferibili a tali
categorie, senza alcuna discrezionalità di giudizio.
Il bando, preventivamente illustrato alle associazioni di categoria, è stato ampiamente pubblicizzato ed è
rimasto aperto per un tempo adeguato.
Le aziende che hanno presentato domanda hanno percepito un contributo medio di 1.490,50 euro.
“Se avessimo seguito le logiche sostenute dalla lista di Fabbri”, afferma l’assessore Bergonzi, “avremmo
spalmato le risorse stanziate dalla Giunta Negri, pari ad €. 319.693,20, su una platea di 2800 imprese. Il
contributo medio sarebbe quindi ammontato ad €. 114,17, somma ridicola che evidenzia l’inconsistente
spessore delle considerazioni che da settimane la lista Per fare, evidentemente a corto di idee, sta
cavalcando.
Le somme non assegnate in questa fase non andranno perdute, ma verranno integralmente ridistribuite alle
imprese che non hanno beneficiato del recente bando, sulla base di parametri di priorità che saranno
concordati con le associazioni di categoria.
Nell’evidenziare che la precedente amministrazione, così sensibile alle istanze delle attività produttive, non
ha mai stanziato a loro sostegno alcuna somma, sebbene sia rimasta in carica fino al settembre scorso,
ricordo all’ex Sindaco Fabbri oggi consigliere di minoranza, che il bando, dalla sua lista tanto criticato, ha lo
stesso contenuto e gli stessi parametri adottati dal Comune di Ravenna, governato da quelle forze politiche
nel cui ambito il consigliere Fabbri si è da ultimo riconosciuto.
Queste sterili, inutili e pretestuose polemiche non ci distoglieranno comunque dal nostro concreto e costante
impegno a sostegno del tessuto produttivo locale, che rappresenta per noi la vera priorità assoluta”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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