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Mese: Aprile 2018

Arriva nelle sale dell’Emilia Romagna MANON, dal palcoscenico della Royal Opera House in diretta via satellite | Al cinema giovedì 3 maggio

Da Ufficio Stampa Nexo Digital

Nexo Digital è lieta di presentare

“MANON”

Dal palcoscenico della Royal Opera House in diretta via satellite nei cinema italiani

Giovedì 3 maggio alle ore 20.15

L’intenso racconto di Kenneth MacMillan sul tragico amore fra Manon e Des Grieux è un capolavoro del balletto moderno
su musica di Jules Massenet

Trailer qui: https://www.youtube.com/watch?v=DS_Zi4t6g08&feature=youtu.be

Kit fotografico: https://we.tl/RobSHozLc4

In Emilia Romagna aderiscono i seguenti cinema

EMILIA ROMAGNA

Bologna

The Space

Carpi

Space City

Casalecchio di Reno

Uci

Ferrara

Apollo

Forli’

Astoria

Parma

The Space Barilla

Parma

The Space Cinecity Campus

Piacenza

Uci

Ravenna

Cinemacity

Reggio Emilia

Uci

Riccione

Cinepalace

Rimini

Tiberio

Continua su oltre 1500 schermi cinematografici di tutto il mondo la stagione 2017-2018 del cartellone della Royal Opera House di Londra al cinema, che include gli incantevoli capolavori prodotti da The Royal Ballet.

Il prossimo appuntamento, previsto per giovedì 3 maggio in diretta via satellite alle ore 20.15 sugli schermi di tutto il mondo (elenco delle sale italiane a breve su www.nexodigital.it), è con Manon.

La trama ci mostra come Lescaut stia offrendo la sorella Manon al migliore offerente. Però, quando incontra Des Grieux, la donna se ne innamora e fugge con lui a Parigi. Monsieur G.M. chiede quindi a Manon di diventare la sua amante in cambio di una vita lussuosa e la donna non riesce a resistere… Incoraggiato da Lescaut, Des Grieux bara al gioco nel tentativo di sottrarre denaro a G.M., ma i tre vengono smascherati. Manon viene arrestata come prostituta e deportata a New Orleans; Des Grieux la segue. Mentre fuggono, Manon morirà esausta.

Il balletto di Kenneth MacMillan è tratto dallo stesso romanzo settecentesco che aveva già ispirato le opere di Massenet e Puccini. La prima del balletto si svolse il 7 marzo 1974, quando i ruoli dei protagonisti vennero affidati a Antoinette Sibley e Anthony Dowell. Ben presto il balletto diventò un pilastro del repertorio del Royal Ballet e un punto di riferimento della danza drammatica. MacMillan esprime solidarietà verso la capricciosa Manon e la sua lotta per sfuggire alla povertà. Lo dimostrano le scene di Nicholas Georgiadis, collaboratore abituale di MacMillan, che riproducono un mondo di lusso sfarzoso inquinato da misera indigenza. Le spettacolari scene corali di MacMillan creano ritratti vividi e complessi delle diverse società di Parigi e New Orleans. Ma sono gli appassionati del pas de deux di Manon e Des Grieux (che ricordano l’intensità dell’antecedente Romeo e Giulietta) a caratterizzare la tragica storia e a rendere Manon uno dei drammi più coinvolgenti di MacMillan.

CAST E DETTAGLI

https://www.roh.org.uk/showings/manon-live-2018

ECCO IL CALENDARIO DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI DELLA STAGIONE 2017/2018

DELLA ROYAL OPERA HOUSE IN DIRETTA VIA SATELLITE AL CINEMA

MANON

BALLETTO IN TRE ATTI

In diretta via satellite giovedì, 3 maggio 2018 ore 20.15

Il potente racconto di Kennet MacMillan sul tragico amore tra Manon e Des Grieux è un capolavoro del balletto moderno, con musiche di Massenet

COREOGRAFIE KENNETH MACMILLAN

MUSICHE JULES MASSENET

Durata approssimativa: 2 ore 35 minuti compresi due intervalli

IL LAGO DEI CIGNI

BALLETTO IN QUATTRO ATTI

NUOVA PRODUZIONE

In diretta via satellite martedì, 12 giugno 2016 ore 20.15

La Royal Ballet presenta una nuova produzione del magnifico classico di Čajkovskij, con coreografie aggiuntive di Liam Scarlett e scenografie di John MacFarlane

COREOGRAFIE MARIUS PETIPA E LEV IVANOV

COREOGRAFIE AGGIUNTIVE LIAM SCARLETT E FREDERICK ASHTON

MUSICHE PYOTR IL’YICH ČAJKOVSKIJ

Durata approssimativa: 3 ore compresi due intervalli

La stagione 2017-2018 della Royal Opera House è distribuita nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con Classica HD, MYmovies.it, Sky Arte HD, Amadeus, Danza&Danza e Danzadove, Sipario-La Rivista dello Spettacolo, British Council.

Noi credevamo, le speranze tradite del Risorgimento da Cristina Trivulzio di Belgiojoso a Anna Banti

Da organizzatori

Biblioteca del Centro Documentazione Donna
via Terranuova 12/b – Ferrara

venerdì 27 aprile 2018 ore 18

Adriana Lorenzi e Luciana Tufani parlano di

“Noi credevamo, le speranze tradite del Risorgimento
da Cristina Trivulzio di Belgiojoso a Anna Banti”

Le speranze tradite del Risorgimento è stato lo spunto dello spettacolo del Teatro delle Albe “Va pensiero” che è stato rappresentato al Teatro Comunale di Ferrara dal 23 al 25 marzo scorsi.
Il CDD, che da anni collabora col Teatro Comunale organizzando incontri che richiamino i temi degli spettacoli, ha proposto per “Va pensiero” due attività: il convegno nazionale dei centri culturali femministi “Ieri, oggi e domani”, che si è svolto anch’esso dal 23 al 25 marzo, nel quale è stato messo in evidenza che le “speranze” del femminismo sono state tutt’altro che tradite ma anzi che il femminismo, oltre ad essere stata l’unica rivoluzione pacifica che ha avuto successo, è ben vivo e lo dimostrano i molti Centri di documentazione e gruppi femministi che continuano ad operare e ai quali se ne sono aggiunti molti altri. Il convegno ha inoltre dimostrato che, in questi tempi di crisi politica generale, le femministe di antica e recente data mantengono il loro impegno politico e non si arrendono al qualunquismo imperante.
Il secondo avvenimento proposto è stato posposto per ragioni organizzative e si terrà venerdì 27 maggio alle ore 18 presso la biblioteca del CDD e consisterà in una conferenza di Adriana Lorenzi sul romanzo di Anna Banti “Noi credevamo” che tratta appunto delle speranze tradite del Risorgimento; seguirà una conversazione di Luciana Tufani sul pensiero politico di Cristina Trivulzio di Belgiojoso- scrittrice, saggista, riformista e altro ancora – che avrebbe voluto un coinvolgimento del popolo ai moti risorgimentali ma che ha visto fallire i suoi tentativi di imprimere una svolta agli avvenimenti che hanno portato invece a risultati che hanno condizionato negativamente tutti i successivi sviluppi della storia del nostro paese.

Adriana Lorenzi, bergamasca, insegna scrittura creativa e d è formatrice in diversi contesti: università della terza età, carceri, scuole medie e superiori, università, centri culturali. A Ferrara ha condotto spesso i suoi corsi per il Centro Documentazione Donna e per diverse istituzioni cittadine. Ha scritto numerosi saggi e romanzi, è redattrice di «Ristretti orizzonti», periodico scritto da carcerati, e collabora regolarmente con la rivista «Leggere Donna ».

Welfare. Servizi sociali e sociosanitari: oltre 40 milioni, di cui 21 dalla Regione, per i Comuni dell’Emilia-Romagna. Approvata l’assegnazione delle risorse del Fondo sociale regionale. La vicepresidente Gualmini: “Infanzia, adolescenza e famiglie al centro delle nostre politiche di welfare”

Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Contributi anche per il trasporto pubblico agevolato e i Centri per le famiglie. Oggi in Commissione assembleare il via libera alla proposta di riparto presentata dalla Giunta regionale

Bologna- Oltre 40 milioni di euro, di cui 21 dalla Regione, ai Comuni e Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna per finanziare i servizi sociali e sociosanitari, a partire da quelli per l’infanzia e le famiglie.
Via libera, oggi in Commissione assembleare, alla proposta di ripartizione – presentata dalla Giunta – del Fondo regionale per le politiche sociali, che mette in campo per il 2018 un consistente pacchetto di risorse, per la metà di provenienza regionale e per la metà statali.
Dei 40 milioni complessivi, 38 sono destinati a finanziare i servizi per le famiglie e i minori e a contrastare la povertà. Gli altri 2 milioni del Fondo sono in parte riservati ai soggetti pubblici coinvolti nel progetto regionale “Oltre la Strada”, da anni impegnato a realizzare interventi di assistenza e integrazione sociale delle vittime di tratta; in parte andranno ai Comuni sedi di carcere, per programmi volti al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e al miglioramento delle loro condizioni di vita.
Infine, le risorse serviranno a sostenere la rete dei Centri regionali per le famiglie – strutture che offrono servizi informativi e di orientamento e interventi di supporto alla genitorialità – e le agevolazioni per il trasporto pubblico locale riservate a persone con difficoltà economiche o fragili e a famiglie numerose.

“Prosegue l’impegno di questa Giunta per rafforzare l’impianto complessivo delle politiche sociali- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Infanzia, adolescenza, sostegno alla genitorialità e alle famiglie sono al centro delle nostre politiche di welfare. Ambiti di intervento ai quali si aggiungono la riduzione delle forme di disuguaglianza, il disagio abitativo e l’indigenza in tutti i suoi aspetti. Stiamo andando nella direzione giusta- aggiunge la vicepresidente- e in un momento politico in cui gli strumenti di contrasto alla povertà sono al centro del dibattito, in Emilia-Romagna siamo già partiti da tempo anticipando, assieme a tutta la maggioranza che governa la Regione, politiche e misure poi accolte a livello nazionale. Oggi- prosegue Gualmini- tutti i partiti politici, centro destra compreso, parlano di reddito di dignità, di reddito di inclusione e di reddito di cittadinanza; noi ci siamo mossi presto, perché la marginalità sociale va gestita e non evitata. Gli strumenti di contrasto alla povertà- chiude la vicepresidente- sono fondamentali per ottenere una democrazia stabile, che non esclude, bensì previene le tensioni sociali, invece di alimentarle”.

La ripartizione dei fondi, per provincia
A livello territoriale, i 38 milioni destinati alla gestione dei servizi sociali e sociosanitari saranno così suddivisi tra le province dell’Emilia-Romagna: Bologna 8,7 milioni di euro; Modena 6,1; Reggio Emilia 4,5; Parma 3,8; Forlì-Cesena 3,3; Ravenna 3,2; Ferrara 2,9; Rimini 2,8; Piacenza 2,4. Per l’assegnazione delle risorse dovrà essere completato l’iter, con un ulteriore passaggio del testo in Giunta, la prossima settimana.

L’adolescenza sospesa dei giovani d’oggi. L’Ordine degli Psicologi ER sulla condizione di precariato lavorativo ed esistenziale

Da Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna

Sui giovani delle ultime generazioni è stato detto di tutto: sono stati definiti bamboccioni e indolenti, sono stati accusati di essere incapaci di giungere all’indipendenza, economica e di vita, cominciando dallo staccarsi dalla famiglia d’origine. L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, però, vuole evidenziare un aspetto spesso sottovalutato: non si è tenuto conto della reale prospettiva esistenziale che queste ragazze e questi ragazzi si trovano ad affrontare. Gli effetti, soprattutto psicologici, che si determinano quando un individuo non intravede un futuro per sé e per la propria giovane famiglia.
Vengono a cavallo della rivoluzione digitale, sono la generazione dei nati tra l’80 e il 2000, quelli che vengono chiamati Millennial: la loro epoca doveva essere quella del consolidamento economico e del benessere diffuso, e invece è stata quella della peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione, il cui leitmotiv sembra essere la mancanza di certezze.

“Il mondo del lavoro attualmente offre poco, ma esige comunque molto in cambio. Quel che bisogna chiarire è che una condizione di precariato lavorativo non rende instabile solo la situazione economica, ma mina anche lo stato psicologico delle persone. Perché non possono emanciparsi dalla famiglia di origine e costruire una propria realtà, ma si ritrovano a vivere forzatamente in una sorta di ‘adolescenza sospesa’. I giovani si trovano a volte in condizioni comparabili all’indigenza, con conseguenti frustrazione e perdita dell’identità sociale; quasi sempre, quando hanno un lavoro, sono comunque sottopagati. Tutto ciò crea incertezza anche a livello delle proprie capacità e competenze, abbassando la stima di sé”, commenta Anna Ancona, Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna.
“La difficoltà di realizzarsi nel lavoro può causare un senso di impotenza e disorientare, bloccare, determinando significative ricadute in ambito affettivo-relazionale. La persona può rimanere immobilizzata nel presente e in continua negoziazione con le emergenze quotidiane, incapace di proiettarsi in un futuro esistenziale soddisfacente. Dover cercare e cambiare spesso lavoro, inoltre, può significare anche trasferirsi in luoghi diversi e abituarsi a nuovi contesti, con la necessità di ricostruire continuamente non solo le proprie abitudini, i punti di riferimento che per molte persone hanno un ruolo importante nel dare solidità, ma anche i propri legami”, aggiunge Elisabetta Manfredini, Vicepresidente dell’Ordine.

Una sensazione diffusa tra i giovani precari è la costante preoccupazione per il domani, una preoccupazione che a lungo andare può avere anche conseguenze fisiche, associata a un quadro di sofferenza psicologica. Disagio e demotivazione procurati dalla precarietà di lavoro possono comportare vissuti di inadeguatezza, depressione e stati d’ansia o panico accompagnati da una sintomatologia psicosomatica.
Nonostante questo contesto di instabilità, molte persone possono comunque reagire all’incertezza cercando di gestire autonomamente la situazione di crisi, utilizzando al meglio le proprie competenze, conoscenze, abilità relazionali, cercando anche appoggio quando necessario. La capacità di far fronte in maniera positiva alla precarietà, di riorganizzarsi quando ci si trova in difficoltà, riporta al concetto psicologico di resilienza. La resilienza è una risorsa che permette di reagire alle sfide esistenziali, anche mantenendo un’apertura nei confronti delle possibili opportunità che si incontrano, andando avanti nonostante le frustrazioni. È una risorsa che tutte le persone possono acquisire e incrementare, anche con interventi di sostegno psicologico mirati.

Ruggero Ricci Cantautore Showcase alla Feltrinelli di Ferrara

Da organizzatori

Prosegue il suo Live Tour In Store con un ulteriore appuntamento live di promozione de “La Forma Delle Nuvole”, nuovo album del cantautore romagnolo dal 2 dicembre 2017 su tutti i migliori digital store, che sta riscuotendo un diffusissimo consenso di pubblico nonché forte attenzione e apprezzamento dalla stampa e network radio-tv nazionali. Ciò che forse può colpire in primis è la scelta di un titolo così singolare…L’ideale di libertà posto prima di tutto, libertà di scegliere ma soprattutto di interpretare la realtà che ci circonda, la scelta di una prospettiva arbitraria che rende ogni cosa mutevole. E’ forse questo il senso di questo disco composto da 16 inediti scritti dall’artista: nelle nuvole ognuno di noi può elevarsi e vederci ciò che desidera, si torna bambini, si galleggia nella semplicità e si fantastica in una dimensione onirica, quasi fiabesca. Il denominatore comune è il genere pop – melodico, spesso e volentieri annacquato da un taglio elettronico che si amalgama perfettamente con le tendenze musicali del momento. Un album che non ha età ed è per tutti i gusti . Ideale per viaggiare con la mente, come un libro che si lascia sfogliare con facilità, regalando una canzone per ogni stagione.

Italiani per caso

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Venerdì 27 aprile alle 17.00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Ciclo ITALIANI PER CASO

Biografia alternativa di una nazione

1. FRANCO BASAGLIA

Dialogo tra Maria Grazia Giannichedda, Daniele Piccione, Andrea Pugiotto

Letture sceniche a cura del Centro Teatro Universitario

Promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara

Partnership: UniFE, Comune di Ferrara, Fondazione Forense, ARCI, UCCA, RAIEmiliaRomagna

Prende avvio venerdì 27 aprile il ciclo di incontri Italiani per caso. Biografia alternativa di una nazione, promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo estense. L’appuntamento è alle 17.00, nella Libreria cittadina IBS+Libraccio, e sarà dedicato alla figura e all’azione riformatrice di un grande italiano troppo presto dimenticato: Franco Basaglia.

Psichiatra veneziano espulso dal mondo accademico e relegato nel piccolo manicomio di Gorizia, lo trasforma nella prima comunità terapeutica in Italia. Si trasferisce poi a Trieste, dove realizza la chiusura del locale istituto psichiatrico. Sarà grazie alla diaspora dell’equipe di Basaglia – che coinvolgerà anche Ferrara, con l’azione di Antonio Slavich – che si approderà alla chiusura di tutti i manicomi della Penisola, sancita in Parlamento con la legge n. 180 del 1978.

Ne discuteranno Maria Grazia Giannichedda (Presidente della Fondazione Basaglia), Daniele Piccione (giurista studioso dei diritti del malato mentale) e Andrea Pugiotto (costituzionalista ferrarese). Letture sceniche a cura del Centro Teatro Universitario.

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

Tavola rotonda con Andrea Poltronieri e Alessandro De Rosa

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Giovedì 26 aprile alle 17.30

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Aspettando il Music Film Festival: 3° Festival delle colonne sonore

Tavola rotonda con Andrea Poltronieri e Alessandro De Rosa

Modera l’incontro Edoardo Boselli

“Che cos’è una colonna sonora? Come nasce? Come si sviluppa?

È semplicemente un’opera fondamentale composta da immagini e suoni che collega le varie scene, imposta un tono o uno stato d’animo, svolge un ruolo di commento, costruisce una tensione drammatica, attirando l’attenzione dello spettatore e dandogli così una base per l’immedesimazione.

Una “tavola rotonda” informale per capire le evoluzioni delle colonne sonore italiane e del loro rapporto con la settima arte. Visioni e testimonianze diverse di compositori e musicisti che attraverso la realizzazione di libri diventano autori di questo tema importante legato al mondo del cinema.

Alessandro De Rosa presenta “Ennio Morricone – Inseguendo quel suono” Riflessioni, aneddoti, approfondimenti e curiosità in cui viene raccontata la vita e la musica del Premio Oscar Ennio Morricone.

Andrea Poltronieri invece presenta “Note Appuntate” un libro in cui si racconta con il suo rapporto con la musica e la sua vena comica e dissacrante”

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

OPEN DAY CPA di recitazione alla Delizia del Verginese con Marco Belocchi, docente della Scuola Nazionale di Cinema di Roma

Da organizzatori

Il Centro Preformazione Attoriale apre le porte a tutti gli adolescenti e ai ragazzi appassionati di recitazione, teatro e cinema, per un grande evento formativo con protagonista, tra gli altri, Marco Belocchi, docente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, scuola diretta da Giancarlo Giannini.

Domenica 29 aprile, presso la Delizia del Verginese (Comune di Portomaggiore), il Centro Preformazione Attoriale, la prima scuola in Italia di recitazione per gli adolescenti, in collaborazione con il Comune di Portomaggiore, offre 3 workshop di alta qualità: uno tenuto da Marco Belocchi (docente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, un’ora e mezzo), uno tenuto da Massimo Malucelli (responsabile artistico CPA, un’ora e mezzo) e un terzo tenuto da Marco Alì.

L’Open Day è aperto a tutti i ragazzi, tra i 14 e i 24 anni, appassionati di recitazione, di teatro e di cinema.

Chi è interessato potrà scrivere a segreteria@centropreformazioneattoriale.it, inviando foto e nome e cognome.
I partecipanti verranno suddivisi in tre gruppi che, a turnazione, potranno partecipare a tutti e 3 i workshop. I partecipanti dovranno venire vestiti in maniera comoda e portate con sé un panino/pizzetta e da bere (una bottiglia d’acqua, coca cola, fanta) per pranzo, mentre la merenda è offerta dal CPA.
L’intera giornata formativa è gratuita, interamente offerta dal CPA.

La giornata sarà così suddivisa:
ore 10.00: arrivo in Delizia;
ore 11.00: inizio primo workshop;
ore 12.30: pausa pranzo;
ore 14: inizio secondo workshop,
ore 15.30: merenda;
ore 16.00: inizio terso workshop;
ore 17.30: saluti.

Sarà un modo bello e nuovo non solo per scoprire il magico mondo dell’arte della recitazione, ma anche per conoscere meglio il proprio territorio, partendo da una delle Delizie più belle del ferrarese.

Lavoro e Turismo: opportunità contrattuali e proposte operative – 27/04 ore 15.30 Logonovo Hotel – Lido degli Estensi

Da ufficio stampa ascomfe

Lavoro e Turismo: quali opportunità contrattuali in vista dell’imminente stagione balneare con particolare riferimenti ai lavori tipicamente stagionali? Ascom Confcommercio Ferrara organizza per venerdì prossimo (27 aprile) a partire dalle ore 15.30 al Logonovo Hotel (Lido degli Estensi in v.le delle Querce, 109) un appuntamento informativo e tecnico per le imprese che lavorano nel comune di Comacchio.
Dopo i saluti introduttivi del direttore generale di Ascom Ferrara Davide Urban, ad illustrare le diverse possibilità contrattuali sarà il personale dell’ Ufficio Lavoro e Paghe di Ascom: interverranno la responsabile Roberta Mori coadiuvata da Rossana Astorri.

Sarà l’occasione per proporre i vantaggi legati ai nuovi servizi digitali in tema di gestione completa del personale in particolare su orari di lavoro, costi oltre alla consegna della documentazione relativa al dipendente, illustrando così i risparmi concreti e misurabili a favore delle imprese. Tra le soluzioni poi proposte in tema di assunzioni stagionali verranno forniti tutti gli aggiornamenti in tema di contratti part time e di lavoro a chiamata. L’istituto dell’apprendistato professionalizzante sarà presentato infine da Barbara Gumieri direttrice da Iscom Ferrara (ente formazione di Ascom).
Nel corso dell’appuntamento verranno ricordati alcuni nuovi adempimenti come ad esempio la disposizione inserita nella Finanziaria che impone dal prossimo 1° luglio la tracciabilità bancaria nei pagamenti degli stipendi.
In definitiva un pomeriggio di aggiornamento e confronto importante se si considera la caratteristica tipicamente turistica del territorio che si snoda su oltre venti chilometri di costa con un’ alta concentrazione di imprese del balneare, ricettivo, ristorazione, servizi…

Il Montalcini in viaggio d’istruzione a Torino: tra magia, cinema, cultura e motori…

Da organizzatori

Un viaggio tra cinema, cultura e motori con un tocco di magia tra gli angoli più affascinanti della prima capitale d’ Italia.

Questo e tanto altro ha caratterizzato l’esperienza a Torino, dal 18 al 20 aprile, di una delegazione, accompagnata dagli insegnanti Alessandra Bertoldo e Manuel Masiero, delle classi del triennio dell’ IPSIA degli indirizzi socio-sanitario e meccanico di Argenta.

Ricca di emozioni nella suggestiva cornice della Mole Antonelliana la visita al Museo del Cinema: un tuffo nella storia della “pellicola”, dai fratelli Lumière al giorno d’oggi, alla scoperta dei segreti che hanno permesso la realizzazione dei grandi capolavori cinematografici. Un percorso che ha rapito i ragazzi come la salita in cima alla Mole, dove la magnificenza di Torino si è concessa in tutto il suo splendore. Nel contesto dell’ Università sabauda l’originale Museo di Antropologia Criminale dedicato alla figura di Cesare Lombroso: la brillante guida ha condotto il gruppo all’ interno delle teorie e degli esperimenti che lo studioso ha effettuato sui criminali di tutto il mondo per potere cogliere dal punto di vista scientifico-positivista il legame tra uomo e crimine.

Non poteva mancare la tappa al Lingotto per visitare il Museo dell’ Automobile: in uno scenario avveniristico la scoperta e la riscoperta dei più eterogenei veicoli-bolidi a quattro ruote che hanno percorso le strade di tutto il mondo.

A coronamento di una tre giorni, sempre accompagnata da un sole che ha scaldato positivamente l’ambiente, la “comparsata” in uno spot pubblicitario.

Tu chiamale se vuoi….emozioni “ipsiane”….

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Tra scuola e impresa non mettere la Crusca

La questione è controversa perché è come le ricette per fare le torte, dove le dosi sono importanti. Così in una circolare del ministero dell’istruzione quant’è la dose di italiano e quant’è la dose di inglese che ci deve essere?
Diciamo la verità, se c’è una stonatura con le competenze e la lingua inglese è l’uso della parola “Sillabo”, che sa di altri tempi e che avrebbe dovuto far piacere all’Accademia della Crusca, che invece ha protestato per l’abuso di termini inglesi proprio nel Sillabo con cui il Miur ha dettato le linee sull’educazione all’imprenditorialità nelle scuole secondarie di secondo grado del nostro paese.
Paese davvero strano, mentre la Crusca denuncia la colonizzazione ad opera della lingua inglese delle circolari del ministero dell’istruzione, nessuno intorno si rende conto che quel Sillabo, con il retro gusto alla Pio IX, giunge con un ritardo di almeno dodici anni.
Qualcuno si deve essere distratto nel frattempo e aver scordato le otto competenze chiave necessarie ad ogni cittadino per inserirsi con successo nell’ambito sociale e lavorativo, dettate nel 2006 dal Parlamento Europeo. Tra queste competenze c’era e c’è: “spirito d’iniziativa e imprenditorialità”.
Richiamo, per rinfrescare il ricordo, le altre competenze: comunicazione nella madre lingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematica e competenze di base in scienze e tecnologia; competenza digitale; imparare ad imparare; competenza sociale e civica; consapevolezza ed espressione culturale.
Sono le competenze europee per l’apprendimento permanente, che i nostri studenti al termine del biennio delle superiori, e quindi dell’obbligo scolastico, devono aver acquisito. In tutti questi anni gli studenti sedicenni sono usciti dalle nostre scuole con la certificazione che queste competenze sono state raggiunte.
Evidentemente, almeno per una competenza come “spirito di iniziativa e imprenditorialità”, visto che il Sillabo è uscito solo ora, non può che essersi trattato di una finzione all’italiana.
Ma noi siamo così aperti al mondo e così consapevoli dei ritardi del nostro paese che ci preoccupiamo solo dell’eccesso d’inglese nelle linee di indirizzo stilate, con ragguardevole ritardo, dal ministero.
Così in una sola giornata non c’è quotidiano nazionale che non abbia il suo titolo e il suo articolo sullo scontro tra Crusca e Miur. E la risposta del ministro è peggio della polemica, quando rivendica la difesa della lingua nazionale attraverso le olimpiadi di italiano, come le olimpiadi della matematica o del latino. La lingua ridotta ad uno sport che non tutti praticano.
Qualche dubbio sullo stato di salute del paese a questo punto è legittimo nutrirlo.
Credo che la Crusca, a cui evidentemente non piace la “Taxonomy of Entrepreneurship Education”, dovrà arrendersi alla dura realtà che il mondo dell’impresa, in un mondo globalizzato, si esprime in inglese, come la rete, la ricerca e tante altre cose, che nulla tolgono all’italiano forbito e neppure ne costituiscono un attentato.
Andrebbe invece sottolineato, in un paese che ha bisogno di impresa e che ha da recuperare anni di divorzio tra scuola e mondo del lavoro, l’importanza del documento ministeriale.
Perché le linee guida di educazione all’imprenditorialità sono il risultato dell’incontro tra scuola e società civile, imprese, associazioni professionali, istituzioni, mondo accademico e altre organizzazioni coinvolte, a vario titolo, nelle tematiche in questione. Un metodo di dialogo e di collaborazione con il territorio che dovrebbe essere la cifra corrente delle nostre istituzioni scolastiche, al di là del fatto che sarebbe davvero difficile concepire un’educazione all’imprenditorialità che non nascesse da un legame forte con la prassi quotidiana e con chi è pienamente coinvolto nella creazione di impresa. Oltre all’idea di responsabilizzare la società, tutta, nei confronti della scuola come hub di coltivazione delle risorse umane per il suo futuro.
Pensare che tra i banchi di scuola si possa apprendere anche a trasformare le idee in azioni, a praticare creatività e innovazione, apre davvero il cuore.
D’altra parte se non si vuole combattere solo a parole la dispersione scolastica, la disoccupazione giovanile e il fenomeno dei giovani neet, sviluppare l’educazione all’imprenditorialità sembra una delle strade giuste da intraprendere, con buona pace della Crusca e degli eccessi d’inglese.
Può darsi che un po’ di italiano ci rimetta, ma ci guadagneranno senz’altro i nostri giovani, il paese e la nostra collocazione in Europa.

L’Ospedale Sant’Anna di Cona-Ferrara e i suoi bachi strutturali

da Roby Guerra

Sanità In Italia? Le eccellenze sono tali o è anche propaganda politica?
Nei giorni scorsi sui media non solo locali si è parlato di una speciale eccellenza psico-oncologica relativa al mega-ospedale di Cona (Ferrara). Nello specifico riguardo a pazienti donne con problematiche neoplastiche al seno: non solo di carattere psicologico tale potenziamento terapeutico ma anche di natura estetica. Indubbiamente in sé è una ottima notizia, tuttavia, vista la storia pluriventennale dell’Ospedale in questione, oggettivamente piena anche di dubbi ( a suo tempo si parlò anche di scandalo nazionale e a Ferrara con un referendum si dichiararono contrari) ci pare opportuno ricordarlo. Forse, globalmente, non tutto è oro quel che sembra luccicare.
Medicina e Politica?
Tutt’oggi i media anche locali esaltano questo Ospedale Sant ’Anna come struttura all’avanguardia: ma si segnalano spesso diversi bachi. A parte il tempo per costruirlo (oltre 20 anni e inaugurato solo nel 2012), l’ ospedale appare infatti datato proprio sul piano logistico: sembra in tal senso quasi un carcere con corridoi tipo quasi autostrade, una specie di labirinto di memoria mitologica, segnaletiche poco intuitive e nessuna area verde tra un reparto e l’altro. Inoltre è ubicato in area prossima alla città praticamente desertica , una ex palude, con costi aggiuntivi tutt’oggi pare gravosi rispetto al budget programmato, per impedire allagamenti e in generale pare rispetto alle strutture sanitarie della Regione stessa (si veda la Nuova Ferrara di questo fine gennaio 2018: “Lite sui costi del polo di Cona Fondi-rebus per 100 milioni”. E con trasporti da Ferrara penalizzanti, mai realizzato un metrò di superficie sempre annunciato.
Nello specifico di terapie o sbandierate “umanizzazioni” e attenzioni psico-oncologiche o semplicemente sanitarie, a volte sembra discutibile anche in reparti delicati come oncologia, contrariamente a quanto riferiscono certe cronache attuali: come semplice esempio pare che in generale per risorse strutturali quantitativamente inadeguate si permettano in questo Ospedale di ricoverare nelle stesse stanze pazienti femminili con pazienti maschili per assenza di stanze disponibili, violando ogni privacy genderistica e delle donne in particolare. E stranamente silenti femministe e associazioni delle donne. Insomma, secondo almeno certa opposizione, pur di gonfiare i numeri dei pazienti che si rivolgono al Sant’Anna di Ferrara- per questioni quindi più d’immagine, politica business che scientifico-terapeutiche, si penalizzerebbero per forza i pazienti e anche medici e corpo infermieristico, solo in alcuni reparti anche ottimi (Noti i tempi a volte biblici anche nel semplice Pronto Soccorso).
Ombre strutturali?
In effetti basta un minimo di indagine giornalistica, a nostro avviso: proprio certo reparto di oncologia e il suo attinente day hospital ha nei suoi vertici ad esempio Primari o Medici magari ottimi sul piano pubblico sanitario ma nulla più in quanto vantano a livello internazionale referenze francamente anonime…. Altro che figure di fama mondiale, ricercatori medici d’avanguardia quali ad esempio Aubrey de Grey o Martine Rothblatt e altri (in Italia lo stesso compianto e celebre Umberto Veronesi).
Insomma e riassumendo naturalmente, ci sono evidenti cause politiche, almeno secondo le opposizioni: nella città di Ferrara dalla fine della seconda guerra mondiale il potere politico è sempre stato lo stesso, dei comunisti e poi dei suoi eredi postcomunisti. Tale immobilismo politico spiega ulteriormente questo Ospedale nei fatti probabilmente sopravvalutato, rispetto a certa eccellenza europea propagandata. Non a caso, in generale, come riferiscono anche altre cronache contemporanee, molti ferraresi si rivolgono altrove, altri ospedali fuori provincia o persino d’altre regioni e dopo appena pochi anni molti dei migliori medici si sono già trasferiti altrove.
Oltre, sempre dalle cronache costanti segnalazioni (anche dalla CGL) di ulteriori problematiche e ancora dinamiche processuali in corso.

BORDO PAGINA
Recensione: Credo in te. Come e perché valorizzare i bambini

di Isabelle De Lisle, Karine Le Goaziou, Maria Basque, Ostiane Mathon
(Armando editore, 2018, Roma)

“Credo in te è il frutto di un lavoro collettivo, un progetto che ha visto coinvolte quattro esperte dell’educazione, ognuna con il proprio bagaglio di esperienze e competenze, accomunate da un’immensa passione per il loro lavoro. Queste donne si rivolgono con ottimismo e speranza agli educatori e ai genitori che desiderano valorizzare e accompagnare i bambini verso la piena espressione delle loro potenzialità. Riflettendo sulla possibilità di proporre un’educazione che sia nel contempo esigente e indulgente, danno consigli ed esempi concreti da mettere in pratica nel rapporto quotidiano con i più piccoli, a scuola e a casa.
Maria Basque, professoressa da oltre quindici anni, si è dedicata alla formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici attraverso percorsi professionali pensati per il benessere e il buon funzionamento della scuola.
Isabelle De Lisle, lavora a Nantes come coach di bambini e adulti, con l’intento di valorizzare l’intelligenza emotiva.
Karine Le Goaziou, ha creato e animato circoli sul linguaggio genitoriale, laboratori e incontri formativi, focalizzandosi sull’accompagnamento terapeutico dei bambini, adolescenti e adulti con disturbi dell’apprendimento, iperattività e sindrome da deficit di attenzione.
Ostiane Mathon, dopo ventiquattro anni di esperienza come insegnante e formatrice in Francia e all’estero, ha fondato il @LabLearn Conseil&Formation, un laboratorio mobile specializzato nel design learning e nel processo del cambiamento”

Dalla parte dei bambini, nel nostro tempo contemporaneo, complesso e iperattivo (non solo il bambino elettronico…), questo il succo centrale di questo quasi manifesto “neopedagogico”: scritto a 4 mani da insegnanti esperte francesi, influenzate vuoi da noti classici moderni postpsicanalisi quali J. Bowlby e A. Miller o lo spesso A. Maslow, potenziati e riletti dalle nuove scoperte neuroscientifiche e della psicologia cognitivista.
Il libro, infatti, pur rigoroso e pragmatico è anche essenzialmente biografico, scritto con linguaggio colmo di “intelligenza emotiva”, come spesso evidenziano le autrici: vite e lavori conoscitivi dedicati alla valorizzazione dei fanciulli umani: opere d’arte viventi i bambini, esperimenti in sé di vita per educatori, genitori e insegnanti, secondo tradizione il “mestiere” più difficile del mondo, eppure, gira e rigira, una sorta di DNA sociale.
Ogni bambino è anticipazione del futuro sociale, come adulti del domani e ogni realistico cambiamento desiderabile e sociale stesso, più che da riforme anche strutturali politiche e giuridiche, dipende strutturalmente dall’infanzia e dal suo divenire: una generazione creativa nel suo sempre arduo “rinascimento” semina società future altrettanto creative o meno.
Le autrici descrivono diverse strategie (il gioco sempre in primo piano come artificio e simulazione ) come prassi per accompagnare i bambini verso l’armonioso sviluppo del proprio Sé, all’insegna della non violenza (soprattutto linguistica e psicologica): senza per fortuna certa retorica dei decenni scorsi basata su certa illusione pedagogica e psicosociale di sbarazzarsi di alcuni archetipi cosiddetti autorevoli con confusione dei ruoli Padre Madre Figli: da cui certo trend ultrapermissivo che ha poi generato sia certa indubbia crisi delle Istituzioni scolastiche primarie o adolescenziali stesse, sia fenomeni cosiddetti bullisti o di baby gang tristemente note alle cronache.
In questo testo il ruolo educativo e psicopedagogico dell’autorità razionale ed emotiva è nuovamente abc fondamentale, simultaneo alla necessità di feedbak naturalmente liberi verso i bambini e le loro peculiarità talentuose (la normalità come talento senza complessi della prodezza), focus – come spesso basilare in psicologia e scienze dell’educazione e della comunicazione, la parola e il linguaggio ma anche la parola paradossalmente (e la mente) non verbali, “incarnate” nel linguaggio del corpo, nel nostro tempo quasi come un wireless.
Una visione educativa delle autrici destinata, come poi dalla loro esperienza concreta, attraverso anche costanti e programmatici laboratori, non soltanto ai bambini di buona “scolasticità”, anche a quelli spesso apparentemente più o meno “difficili”: problematicità che spesso celano semplicemente talenti non riconosciuti o l’eterno ritardo paradigmatico delle istituzioni scolastiche, ancora prigioniere di presentismo a breve termine e del vecchio conformismo sociale, senza antenne futuribili, ché poi l’avvenire e l’orizzonte “più reale del reale” dei bambini – adulti del domani – in un mondo che cambia più veloce del lentismo storico “burocratico”.
Tra i diverse “nodi” globali, spiccano, oltre – come accennato – al ruolo decisivo empatico della comunicazione non verbale, il ruolo sottovalutato ancora in generale, dell’Intelligenza ritmico musicale come metafora di “assimilazione” del mondo e del Reale cosiddetto stesso e di quella temporale: ogni bambino, come futuro “direttore d’orchestra” o “compositore” ha un suo spartito o una sua bacchetta “magica” non uniforme.
Riassumendo, il libro appare sulla scia sia della contemporanea conoscenza, come accennato, esistenziale cognitivista e dopo le neuroscienze, all’insegna di certa cosiddetta Psicologia positiva, laddove il Bello -potenziato- genera auto-organizzato il Bello, il Buono il Buono, la Meraviglia persino la Meraviglia, senza velleità di perfezione; laddove il bambino ascoltato nei suoi talenti e quasi bioritmi personali senza schematismi non plastici e relativi, viene “facilitato” verso l’autostima.

Info
http://www.armandoeditore.it/catalogo/credo-in-te/

Il 29º Simposio di Primavera dedicato alle lingue dialettali del Trentino e d’Italia

Da Maria Cristina Nascosi

A Vattaro, a pochi chilometri da Trento, si terrà, domenica prossima 22 aprile, la 29ª edizione del Simposio di Primavera del Cenacolo Trentino di cultura dialettale, Giornata di studio organizzata, ab ovo, dallo stesso Cenacolo con il patrocinio della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige. Numerose le adesioni di gruppi da tutto il Nord, compresa l’Emilia-Romagna con Ferrara rappresentata dalla ricercatrice e storica linguistico – dialettale Maria Cristina Nascosi Sandri, past president dell’ associazione di cultura dialettale ferrarese Al Tréb dal Tridèl e socia-collaboratrice dell’A.N.Po.S.Di. (Ass. Naz. Poeti e Scrittori Dialettali d’Italia).
Elemento trainante per eccellenza il prof. Elio Fox, splendido ultraottantenne, studioso, commediografo, saggista e Presidente da sempre del sodalizio vernacolare, che così racconta le origini del prezioso ed imprescindibile appuntamento per la cultura e la civiltà dialettali italiane:
E sono 29.
Da 29 anni il Cenacolo trentino di Cultura dialettale organizza quello che è sempre stato chiamato il «Simposio di Primavera», perché, fin dalle origini, si è sempre tenuto in aprile. (…)
Fin dalle sue origini il Cenacolo ha cercato e ottenuto amicizia e fraternità con gli altri gruppi storici di molte parti d’Italia: Il Gruppo poesia 83, il Cenacolo poesia Valsugana, El Ròcol del Primiero, Iudicaria, Voci d’Anaunia, il gruppo Barbarani di Verona, i Poeti del Luni di Negrar, Gruppo poeti di Belluno Veronese, La Panòcia di Schio, El Graspo di Thiene, gli Amissi de’a Poesia di Bassano, l’Academia Aque Slosse di Bassano, Poetesse e Poeti afferenti, ab ovo, ad AR.PA.DIA. l’Archivio dei Dialetti del Comune di Ferrara, ideato e coordinato da M. Cristina Nascosi Sandri di Ferrara, Poeti di Bologna, Al Fogolèr di Mantova, El Zach di Cremona, l’Acarya di Como, poeti di Bergamo (…).
Ed il risultato è, ogni anno, sempre più lusinghiero e di successo, per partecipazione, amicizia ed umanità, quelle più autentiche (…).
Anche quest’anno le ‘presenze’ saran circa 120… una ‘sinfonia dei linguaggi’, un vero ‘palmares’ più che unico ed imprescindibile, ormai.
Anche questo è un modo di fare cultura a tutto tondo: dialettale, naturalmente.

Sanità. Taglio del nastro per il nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale SS. Annunziata di Cento (Fe). Bonaccini: “Una struttura moderna, bella, tecnologicamente avanzata, che sarà in grado di elevare ulteriormente l’asticella della qualità del servizio”

Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Operativo dall’11 aprile, è stato realizzato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che ha investito 2 milioni e 200 mila euro, e al contributo di 365 mila euro dell’Azienda sanitaria di Ferrara. Fondamentale il lavoro di squadra con l’Amministrazione comunale

Bologna – Una struttura di oltre 1.000 metri quadrati, con un’area esterna altrettanto grande, dotata di nuovi spazi e nuove tecnologie che permetteranno di potenziare la qualità dei servizi e di accrescere il comfort per i pazienti: circa 20mila all’anno, in aumento nel 2017 (oltre 22mila).

Taglio del nastro questa mattina a Cento (Fe), per il Pronto Soccorso dell’ospedale “SS. Annunziata”, costruito ex novo dove prima sorgeva la palazzina adibita ad ambulatori del Servizio Materno-Infantile, in via Cremonino. Una struttura realizzata grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che ha investito 2 milioni e 200 mila euro, e alle risorse dell’Azienda sanitaria di Ferrara, che ha contribuito con oltre 365 mila euro.

Operativo dall’11 aprile, è stato inaugurato oggi con una presentazione, nel vicino ‘Piccolo teatro Borselli’, che ha permesso ai cittadini di conoscere l’intero percorso dei lavori eseguiti, dall’apertura dei cantieri alla consegna delle chiavi e degli arredi.

“Una prova di quali risultati possa produrre la collaborazione tra pubblico e privato, a vantaggio del territorio e della comunità locale- ha commentato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. La partnership tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che su questo progetto ha investito risorse straordinarie, l’Azienda Usl e l’Amministrazione comunale ha portato a quello che oggi vediamo: una struttura moderna, bella, tecnologicamente avanzata, che sarà in grado di elevare ulteriormente l’asticella della qualità e dell’efficienza del servizio offerto. E questo- ha aggiunto il presidente- è l’obiettivo su cui, come Regione, continueremo a lavorare e ad investire come abbiamo fatto da inizio legislatura, mettendo in campo oltre 670 milioni per ammodernare o costruire nuovi ospedali, e un piano di rafforzamento del personale che ci ha permesso di assumere, solo negli ultimi due anni, oltre 5.000 persone”.

Con il presidente della Regione, al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Cento, Fabrizio Toselli, il direttore generale dell’Azienda Usl di Ferrara, Claudio Vagnini, e la presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cento, Cristiana Fantozzi.

La nuova struttura
L’esigenza di una nuova sede per il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cento è sorta a causa dei limiti strutturali della precedente collocazione, in cui non si potevano realizzare gli ampliamenti e risultavano difficoltosi i necessari adeguamenti funzionali ed impiantistici.
Per realizzare il nuovo fabbricato nel complesso storico dell’ospedale è stato necessario demolire la palazzina precedentemente adibita ad ambulatori del Servizio Materno Infantile, situata su via Cremonino. É stato così possibile mantenere attivo il Pronto soccorso nella sede esistente per tutta la durata dei lavori, riducendo sensibilmente le interferenze con l’attività sanitaria dell’intero ospedale.
Ora il nuovo Pronto soccorso è immediatamente individuabile e riconoscibile, e ha il vantaggio della prossimità fisica con la Radiologia, direttamente raggiungibile senza interferenze con altri percorsi sanitari.
L’ingresso è al piano terra e consente l’accesso immediato al Triage e all’area di attesa dedicata ad utenti e accompagnatori, con una continuità spaziale e visiva particolarmente favorevole al controllo da parte del personale sanitario. La postazione Triage è inoltre collegata funzionalmente alle aree di attesa utenti già visitati e barellati. La camera calda può ospitare due ambulanze contemporaneamente, e all’esterno sono previsti spazi di sosta attrezzati per la ricarica degli automezzi di soccorso. L’area scoperta all’interno del parco ospedaliero è stata riorganizzata, realizzando la viabilità a servizio della camera calda.
È stato previsto anche un piccolo parcheggio, per la sosta temporanea di auto private che accompagnano utenti in condizioni di emergenza o con limitazioni alla mobilità.

L’ospedale di Cento
L’Ospedale di Cento è uno dei 3 stabilimenti ospedalieri che costituiscono il Presidio Ospedaliero Unico dell’Azienda Usl di Ferrara ed è funzionalmente correlato nella rete provinciale dell’assistenza ospedaliera del modello Hub & Spoke con l’Azienda Ospedaliero- Universitaria di Ferrara collocata a Cona.
È l’ospedale di riferimento per il distretto Ovest di Ferrara, con un potenziale bacino d’utenza di circa 70.000 abitanti (5 comuni: Cento, Bondeno, Terre del Reno, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda). È dotato di 155 posti letto (145 ordinari e 10 Day Hospital) suddivisi in varie branche specialistiche: cardiologia, chirurgia generale, medicina generale, ortopedia, ostetricia e ginecologia, urologia, terapia intensiva, unità coronarica, recupero e riabilitazione, lungodegenza post-acuti; inoltre è presente il reparto di oncologia, senza posti letto dedicati.

Fiera dell’Asparago Mesola – apertura 25 aprile

Da organizzatori

Dal 25 aprile al 1° maggio la 28a Fiera dell’Asparago di Mesola
Tante idee per il ponte, tra buon cibo e iniziative alla scoperta del territorio

MESOLA (FE). Al via a Mesola, la 28a Fiera dell’Asparago (25 aprile – 1° maggio). Organizzata da Pro Loco Mesola e Comune Di Mesola in collaborazione con C.A.S.A Mesola ed inserita all’interno del programma della manifestazione Primavera Slow (www.primaveraslow.it), la Fiera dell’Asparago coinvolgerà tutte le strade del borgo. La Fiera si sviluppa attorno al Castello Estense che domina Mesola rendendo la cittadina una tappa imperdibile per tutti gli amanti della buona cucina ma anche per quelle persone che vogliono immergersi nella natura e nella storia del territorio.
“Una manifestazione matura, in quanto arrivata alla sua 28° edizione – spiega Stefano Casellato, presidente della Pro Loco locale – ma che cerchiamo di rinnovare con idee sempre nuove e un coinvolgimento sempre più ampio del territorio e delle realtà locali dal punto di vista turistico”
La prima giornata, 25 aprile, si aprirà con il 24° Motoraduno dell’Asparago, organizzato dal Motoclub Adriatico. Seguirà alle ore 10 l’apertura degli stand gastronomici, che proporranno gustose pietanze a base di asparagi. Gli stand saranno gestiti rispettivamente da Mesola F.C. G.A.M.M. insieme a Pro Loco Mesola e da Associazione Culturale Valeria di Goro. Alle ore 16 la grande inaugurazione ufficiale della Fiera con l’esibizione della Banda G. Verdi di Mesola e del Palio di Ariano Ferrarese, un momento di spettacolo seguito da un rinfresco per dare il via alla manifestazione che porterà con sé, oltre al buon cibo, molte iniziative dedicate a tutta la famiglia. In Piazza Vittoria spazio al Luna Park per la gioia di bambini ed adolescenti, mentre nelle vie del centro ci saranno esposizioni di prodotti enogastronomici, commerciali, fiori, giardinaggio e degustazioni gratuite dell’asparago e di altri prodotti locali. All’interno del Castello Estense una mostra di pittura. Tantissime anche le escursioni come quella imperdibile alla Riserva Naturale del Gran Bosco della Mesola, uno degli ultimi e meglio conservati residui di bosco di pianura, in cui vive protetto il Cervo delle Dune.
La Fiera proseguirà dal 28 Aprile al 1° Maggio con stand gastronomici ma anche con mercatini, spettacoli e tante altre iniziative e escursioni. Programma completo, informazioni, prenotazioni telefonando a Ufficio I.A.T. 0533-993358 su www.prolocomesolaeventi.it

Festa della mamma:fondazione TELETHON e UILDM nelle piazze di tutta Italia con i Cuori di Biscotto

Da organizzatori

Il 5 e 6 maggio, in più di 1.600 piazze in tutta Italia, saranno distribuiti i Cuori di biscotto dai volontari di Fondazione Telethon e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM), e di AVIS, Anffas e UNPLI.

In Emilia-Romagna saranno allestiti banchetti in molti comuni nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara, Modena, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini.

Dolci biscotti distribuiti come ringraziamento con una donazione minima di 12 euro per sostenere la campagna “Io per lei” a favore della ricerca scientifica
sulle malattie genetiche rare.

Milano, 23 aprile 2018 – Al centro le “mamme rare” e il loro impegno verso le sfide quotidiane che la vita impone: il 5 e il 6 maggio al via “Io per lei”, la campagna di primavera di Fondazione Telethon e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM) per supportare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare e l’assistenza alle persone che vivono con una malattia neuromuscolare.
Le protagoniste della campagna sono quattro mamme: una volontaria, una donatrice, una ricercatrice e una donna con una patologia neuromuscolare, che, insieme, si fanno portavoce dell’impegno di tutte le mamme che affrontano ogni giorno le difficoltà delle malattie genetiche rare dei loro bambini.

Per le “mamme rare”, Fondazione Telethon e UILDM hanno deciso di mettere in campo una rete di solidarietà: i prossimi 5 e 6 maggio, in oltre 1.600 piazze in tutta Italia, con una donazione minima di 12 euro, saranno distribuiti i Cuori di biscotto attraverso cui sarà possibile partecipare alla raccolta fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. In Emilia-Romagna saranno allestiti banchetti in molti comuni nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara, Modena, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini.

“Fondazione Telethon è al fianco delle persone che vivono con una malattia genetica rara attraverso una ricerca scientifica di eccellenza, che ha però bisogno di un continuo supporto. Il nostro obiettivo è da un lato quello di trovare cure e terapie e dall’altro quello di provare a dare risposte concrete anche nel caso di alcune malattie genetiche rare che a oggi non hanno neanche un nome – dichiara Francesca Pasinelli, direttore generale di Fondazione Telethon – Negli ultimi 28 anni la nostra Fondazione ha raggiunto notevoli risultati grazie a chi, attraverso le donazioni, sostiene i nostri ricercatori contribuendo in maniera importante al progresso della ricerca scientifica, non solo nell’ambito malattie genetiche rare, ma anche alla scoperta di meccanismi biologici alla base di patologie più diffuse”.
“Uno dei principali obiettivi di UILDM è da sempre promuovere e favorire la ricerca, che ha avuto un grande impulso nel 1990, quando è stata portata in Italia la prima maratona televisiva Telethon.” – dichiara Marco Rasconi, presidente nazionale di Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM) – In quasi 30 anni di collaborazione abbiamo raggiunto importanti traguardi per aiutare le persone con malattie neuromuscolari ad affrontare le difficoltà imposte dalla malattia e per dare loro una speranza di cura grazie alla ricerca scientifica”.

Nelle piazze saranno allestiti banchetti dove i Cuori di biscotto verranno consegnati dai volontari di Fondazione Telethon e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM), e di AVIS, Anffas e UNPLI. Per conoscere il punto di raccolta più vicino basta visitare il sito www.telethon.it. È possibile inoltre partecipare attivamente alla campagna come volontario e aiutare a distribuire i Cuori di biscotto chiamando il numero 06.44015758 oppure scrivendo all’indirizzo volontari@telethon.it.

I Cuori di biscotto sono prodotti dalla storica pasticceria genovese Grondona, un’azienda familiare che da più di cento anni propone specialità di pasticceria e biscotti della tradizione ligure. Un dolce biscotto a forma di cuore, per un tè con gli amici o per la prima colazione, in tre gustose varianti: di pasta frolla al burro, con farina integrale o di pasta frolla con gocce di cioccolato.

Un regalo perfetto per festeggiare la mamma: la campagna sarà on air infatti in prossimità di una ricorrenza importante come quella della Festa della Mamma. I dolcetti sono contenuti in scatole di latta eleganti e curate nel dettaglio, in tre differenti colori dal sapore primaverile: rosa, verde e giallo. Ogni scatola, personalizzata con la cloud «cuore» tradotta in 11 lingue, segue il codice estetico degli altri prodotti solidali di Fondazione Telethon ed è inserita in uno shop coordinato. Il claim, ormai simbolico, rimane “Io sostengo la ricerca con tutto il cuore”. All’interno del pack è inoltre contenuta la brochure informativa che racconta i risultati e i successi della Fondazione, con un comodo segnalibro da staccare e conservare. Compilando poi il form online con i propri dati, il donatore che ha scelto i Cuori di biscotto potrà ricevere per un anno il Telethon Notizie, la rivista di Fondazione Telethon, come omaggio di ringraziamento.

A questa rete di solidarietà per le “mamme rare” ha deciso di partecipare anche BNL Gruppo BNP Paribas, storico partner di Fondazione Telethon, mettendo a disposizione già da marzo tutte le agenzie sul territorio per distribuire ai propri clienti i Cuori di biscotto e sostenere la ricerca sulle malattie genetiche rare.
Grazie alla partnership con Auchan Retail Italia, dal 9 aprile al 13 maggio, i clienti dei punti vendita Auchan, Simply e Lillapois potranno sostenere la ricerca scientifica con una donazione di 1€ alle casse e ricevere una confezione di Cuoricini di biscotto da 20 gr. I Cuoricini di biscotto da 20 grammi saranno inoltre disponibili a partire da aprile per i passeggeri dei voli Neos e sui treni delle principali tratte di NTV.

Sarà infine possibile richiedere i Cuori di biscotto direttamente sul sito www.telethon.it nella sezione dello shop solidale.

Fondazione Telethon
Fondazione Telethon è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare.
La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale.
Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti.
Dalla sua fondazione ha investito in ricerca quasi 500 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.620 progetti con oltre 1.600 ricercatori coinvolti e più di 570 malattie studiate.
Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con GlaxoSmithKline e Ospedale San Raffaele. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. La terapia genica è in fase avanzata di sperimentazione anche per la leucodistrofia metacromatica (una grave malattia neurodegenerativa), la sindrome di Wiskott-Aldrich (un’immunodeficienza) e per la beta talassemia, mentre è appena stata avviata o è prossima all’avvio per due malattie metaboliche dell’infanzia (rispettivamente, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1). Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM)
UILDM nasce nel 1961 con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità, attraverso l’abbattimento di ogni tipo di barriera, e sostenere la ricerca scientifica e l’informazione sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari. Ha una presenza capillare sul territorio grazie alle 66 sezioni locali, i 3.000 volontari e i 10.000 soci, che sono punto di riferimento per circa 30.000 persone. UILDM svolge un importante lavoro in ambito sociale e di assistenza medico-riabilitativa ad ampio raggio, gestendo anche centri ambulatoriali di riabilitazione, prevenzione e ricerca, in stretta collaborazione con le strutture universitarie e socio-sanitarie.
All’interno di UILDM opera anche il Gruppo Donne, nato nel 1998, che si occupa di analizzare e argomentare, con proprie riflessioni e con la produzione di specifici documenti, l’ampio panorama della disabilità al femminile.
Uno dei principali obiettivi di UILDM è da sempre promuovere e favorire la ricerca, che ha avuto un grande impulso nel 1990, quando è stata portata in Italia la Fondazione Telethon.
Nell’ambito del bando clinico Telethon – UILDM, grazie all’impegno delle sezioni e dei volontari, sono stati investiti oltre 10 milioni di euro per migliorare la qualità di vita delle persone con malattie neuromuscolari, pubblicati oltre 200 articoli scientifici e coinvolte negli studi più di 6.000 persone.

Per maggiori informazioni:
Ufficio stampa Fondazione Telethon – HAVAS PR Milan
Sara Bernabovi – sara.bernabovi@havaspr.com – tel. 02 85457032, 3427579993
Thomas Balanzoni – thomas.balanzoni@havaspr.com – tel. 02 85457047, 3463204520

Ufficio Stampa Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM) – SEC S.p.a.
Laura Arghittu – 02 6249991 – cell. 335 485106 – arghittu@secrp.com
Alessandra Irace – 02 62499991 – cell. 349 2875176 – irace@secrp.com

Le Arti nei Mestieri, i corsi 2018

Da Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Sono aperte le iscrizioni per i laboratori di “Le Arti nei Mestieri – I Mestieri nelle Arti”, terza edizione; corsi gratuiti riservati ai ragazzi di età compresa tra i 14 e i 29 anni, promossi dall’Unione Terre e Fiumi e realizzati con contributo regionale volto al finanziamento di attività creative e proworking. L’edizione 2018 è dedicata all’artigianato, all’utilizzo di materiale riciclato e al riuso creativo e i docenti coinvolti sono tutti giovani artigiani della provincia di Ferrara che, per passione, hanno intrapreso un’attività autonoma, assecondando con professionalità, talenti ed interessi. I laboratori prevedono attività manuali che mirano alla creazione di manufatti, pertanto i posti sono limitati ed è possibile iscriversi fino ad un numero massimo di n.10 persone per laboratorio; la priorità verrà garantita ai residenti dei comuni dell’Unione Terre e Fiumi (Copparo, Berra, Tresigallo, Formignana, Ro).
Nel mese di maggio saranno avviati i seguenti due corsi:
La Cucina Etica, a cura di Giacomo Marletta, gastronomo; quattro incontri teorici si svolgeranno presso la Biblioteca Comunale di Tresigallo e uno pratico presso il Centro di formazione professionale di Cesta; sarà uno studio sul cibo, quale viaggio compie ogni giorno prima di arrivare sulle nostre tavole, i prodotti Km 0, frodi alimentari, IGP, DOP, e l’attività pratica sarò incentrata sull’utilizzo dei prodotti “poveri” in cucina.
Delta Blues e Cigar Box Guitar, a cura di Francesco Benini, liutaio; quattro incontri pratici per costruire il proprio personale strumento musicale a corde con materiali di recupero; gli incontri si terranno presso la Biblioteca Comunale di Formignana.
Altri due laboratori si svolgeranno dopo l’estate, ma è già possibile iscriversi: “Animali con la C – laboratorio di falegnameria creativa” e “Laboratorio sartoriale creativo”.
Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere alla Biblioteca Comunale Copparo, 0532 864633, biblioteca@comune.copparo.fe.it

Commemorazione “25 Aprile”

Da Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Nel 73° anniversario della Liberazione, il Comune di Copparo, le Associazioni copparesi e la frazione di Ambrogio S. Apollinare invitano i cittadini alla cerimonia commemorativa del “25 Aprile”. Di seguito il programma.

A Copparo: alle ore 9 la Messa presso la Parrocchia SS. Pietro e Paolo, officiante Don Daniele Panzeri; seguirà la deposizione della Corona d’Alloro alSacrario del Campanile, con esecuzione del “Silenzio”, tromba Piergiorgio Vanzini. Il Corteo d’Onore proseguirà poi alla Casa della Salute per la deposizione delle Corone alla Lapide Alda Costa, alle Lapidi dell’Atrio Comunale e alla Fontana Monumento ai Caduti. Contestualmente la Corale Oreste Marchesi si esibirà nei Canti della Resistenza in piazza della Libertà, dove, alle ore 11.30 si terrà il discorso di Commemorazione a cura del Sindaco Nicola Rossi e di Jacopo Mari, delegato ANPI.

Ad Ambrogio: dalle ore 9, aprirà e sarà inaugurata presso il Centro Multiculturale G. Rodari (ex Scuole Elementari), la mostra “Quella Primavera del ‘45”, alla sua sesta edizione; inaugurazione anche della sede Associazione AdA Archeologi dell’Aria APS, con esposizione permanente di reperti aeronautici e cimeli della Seconda Guerra Mondiale, e di “Gli Orti di Guerra”, cartoline dei territori italiani durante il conflitto per una storia raccontata (Archivio Storico del Comune di Copparo), mostra aperta al pubblico fino alle ore 18. Il programma pomeridiano prevede come consuetudine la formazione e partenza del Corteo d’Onore, alle ore 15.30, dalla Cà Rossa, con sosta presso l’abitazione del bersagliere Dorato, il Saluto alle Lapidi dei Caduti e la Messa alle ex Scuole Elementari, officiante Don Piergiorgio Mancin. Seguiranno i discorsi celebrativi delle Autorità presenti e il lancio di palloncini colorati; è previsto inoltre, alle ore 17.30 circa, il sorvolo degli ultraleggeri A.S.A. Aquilae, Campo Volo Icaro Village di Vigarano Mainarda.

Al termine il ringraziamento e saluto agli Ospiti, con rinfresco offerto da Pro Loco Ambrogio.

TEATRO
Avvocati e manager in scena per una commedia esilarante

Nella vita sono impiegati, manager, avvocati. Poi salgono sul palco e sono comici, istrionici, sorprendentemente coinvolgenti. Sono gli attori della compagnia Teatro21 di Ferrara che sabato sera (21 aprile 2018) hanno portato in scena in sala Estense la loro versione della commedia francese “La cena dei cretini”.

Paolo Garbini nei panni del protagonista con la moglie (Daniela Patroncini) e il medico (Alessandro De Luigi) – foto Valerio Pazzi

La commedia è basata su un’opera teatrale portata in scena per tre anni a Parigi dal regista francese Francis Veber e poi approdata al cinema nel 1998, con il film scritto e diretto dallo stesso Veber che diventa un successo internazionale. Un’ironia basata su una serie di equivoci e di gaffe che si succedono con un ritmo incalzante portato avanti con dialoghi brillanti.

Paolo Garbini nei pani dell’editore protagonista con Alessandro De Luigi nei pani del medico (foto Valerio Pazzi)

Protagonista è l’editore di successo Pierre Brochard, interpretato dal bravo e poliedrico Paolo Garbini. Ogni mercoledì sera il professionista della borghesia parigina organizza una cena con un gruppo di amici, dove ognuno degli invitati deve presentarsi accompagnato da una persona che può essere definita “un perfetto cretino”. E qui entra in scena l’attore Francesco Cositore,  applauditissimo nel ruolo davvero esilarante di ‘cretino’, che via via trascina nel disastro tutte le situazioni e le relazioni che vengono a intrecciarsi nel salotto del fascinoso e sicuro di sè padrone di casa.

Francesco Cositore nei pani del ‘cretino’ con Daniela Patroncini (foto Valerio Pazzi)

La comicità sta proprio in questa inversione sottile dei ruoli, che va espandendosi fino alla nemesi finale, dove il burlato finisce per far piazza pulita di tutte le burle, trascinando in difficoltà ognuno dei personaggi più scaltri e sgamati con una sorta di candore catastrofico.

“Cena dei cretini”: Paolo Garbini con Francesco Cositore e Nicola Ferro (foto Valerio Pazzi)

Pierre ha infatti individuato la sua vittima in François Pignon, interpretato da Cositore, nel ruolo di contabile del ministero delle Finanze con la passione di realizzare modellini di monumenti famosi con i fiammiferi. Un inconveniente blocca in casa Pierre proprio la sera della cena e da lì inizia la sequela di incontri tra amici e familiari di passaggio nel suo salotto, che in una notte rivoluzionano tutti gli equilibri presenti, passati e futuri. Teatro stracolmo in sala Estense, con il pubblico che ha partecipato con grande coinvolgimento e applausi a tutto lo spettacolo. La messa in scena è documentata dalle belle fotografie di Valerio Pazzi. La regia è di Catia Gianisella, aiuto regia Alessandra Alberti, audio Alessandro De Luigi, scenografia di Valentino Guzzinati. (gio.m)

Alessandra Alberti a cui è affidato il commento canoro della “Cena dei cretini” ala sala Estense di Ferrara (foto Valerio Pazzi)
La scena del vino da offrire all’ispettore del fisco col padrone di casa Pierre-Paolo Garbini e l’amico Juste-Nicola Ferro (foto Valerio Pazzi)
L’ispettore del fisco (Giovanni Ricci) accolto dal contabile (Francesco Cositore), Pierre-Paolo Garbini e Juste-Nicola Ferro (foto Valerio Pazzi)
Cena dei cretini – sala Estense, Ferrara: Paolo Garbini, Francesco Cositore e Nicola Ferro (foto Valerio Pazzi)
Sabrina Bordin irrompe nella scena nel ruolo dell’amante scatenata. Alle spalle Francesco Cositore, Nicola Ferro, Paolo Garbini e Giovanni Ricci (foto Valerio Pazzi)
Il cast applauditissimo della “Cena dei cretini” messa in scena dalla compagnia del Teatro21 a Ferrara (foto Valerio Pazzi)

Martedì 24/4 BILL FRISELL e THOMAS MORGAN presentano ‘Small Town’ al Torrione. In collaborazione con Ferrara Musica

Da Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Martedì 24 aprile, ore 21.30
In collaborazione con Ferrara Musica
Bill Frisell & Thomas Morgan ‘Small Town’
Bill Frisell, chitarra
Thomas Morgan, contrabbasso

Martedì 24 aprile, con due concerti di circa 60 minuti, il Jazz Club Ferrara, grazie alla preziosa collaborazione con Ferrara Musica, ospita lo straordinario duo formato dal chitarrista Bill Frisell e dal contrabbassista Thomas Morgan che presenterà l’ultimo ‘Small Town’ edito da ECM.

Martedì 24 aprile, con due concerti di circa 60 minuti – il primo alle 21.30, il secondo alle 23.00 – il Jazz Club Ferrara, grazie alla preziosa collaborazione con Ferrara Musica, ospita lo straordinario duo formato dal chitarrista Bill Frisell e dal contrabbassista Thomas Morgan.
A certi artisti non si può far altro che arrendersi. C’è poco da raccontare, da spiegare. Li si ascolta e li si ama: punto. Senza porre condizioni o veti, senza affannarsi a cercare giustificazioni. Quello che c’è da sapere è tutto lì. E arriva dritto e preciso alla testa e al cuore. Ce lo dimostra il live al mitico Village Vanguard di New York da cui è tratto il recente cd Small Town (ECM Record), capolavoro che ci racconta l’incontro tra due dei più ispirati musicisti della nostra epoca, Bill Frisell e Thomas Morgan.
Bill Frisell (Baltimora, 1951) si è formato alla University of Northern Colorado e alla Berklee School of Music di Boston sotto l’egida del grande Jim Hall. Inizia la carriera da professionista nel 1979 quando Pat Metheny, impossibilitato a partecipare ad una session, lo raccomanda a Manfred Eicher, patron dell’etichetta ECM: il gioco è fatto, Frisell entra a pieno titolo nella scuderia della casa discografica. In Line è il suo primo lavoro in solo.
È in questo periodo che si trasferisce a New York, dove si creano collaborazioni durature, e successivamente a Seattle: il leggendario trio di Paul Motian, Joey Baron, Hank Roberts, John Zorn, Bobby Previte, Tim Berne, Elvis Costello, Suzanne Vega, Ryūichi Sakamoto, Marianne Faithfull, David Sylvian, Dave Holland, Elvin Jones…
Con Unspeakable, Frisell vince nel 2005 il Grammy Award come Best Contemporary Jazz Album. Nel 2016 pubblica When You Wish Upon A Star che contiene brani tratti da celebri colonne sonore, con omaggi a Ennio Morricone e Nino Rota.
Thomas Morgan (Hayward – California, 1981) inizia come violoncellista e all’età di quattordici anni la sua attenzione si rivolge allo studio del contrabbasso. Dopo essersi diplomato alla Manhattan School of Music, dove il suo talento musicale è stato coltivato da Harvie Shwartz e Garry Diall, Morgan ha intrapreso un percorso dal notevole passato e da un futuro ancor più splendente. Ha collaborato con artisti del calibro di David Binney, Steve Coleman, Joey Baron, Paul Motian, Craig Taborn, Mark Feldman, Kenny Werner…
La cena alla carta anticipa il concerto delle 21.30. Per questa serata la biglietteria aprirà eccezionalmente alle 19.00. Info su www.jazzclubferrara.com

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Per informazioni e prenotazione cena 0532 1716739 dalle ore 12:30 alle ore 19:30.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con dispositivi GPS è preferibile impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero: 25 euro
Ridotto: 20 euro (la riduzione è valida prenotando la cena al Wine Bar, accedendo al solo secondo set, fino ai 30 anni di età, per i possessori della Bologna Jazz Card, per i possessori di MyFe Card, per i possessori della tessera AccademiKa, per i possessori di un abbonamento annuale Tper, per i possessori di biglietti Italo Treno da/per Ferrara, per i possessori di Jazzit Card e Bologna Jazz Card, per gli alunni e docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, per gli iscritti ad Unife).

Intero + Tessera Endas: 30 euro
Ridotto + Tessera Endas: 25 euro

NB Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.00
Cena a partire dalle ore 19.30
Primo spettacolo: 21.30
Secondo secondo spettacolo: 23.00

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

UFFICIO STAMPA
Eleonora Sole Travagli
e-mail: solejazzclubferrara@gmail.com ; press@jazzclubferrara.com
cell. + 39 339 6116217

Marcello Garbato – Ufficio Stampa Ferrara Musica
e-mail: ufficiostampa.teatro@comune.fe.it

Un lungo ponte di primavera ricco di eventi.

Da ufficio stampa Comune di Comacchio

L’inaugurazione della mostra fotografica “Profili di Paese”, curata dal FotoClub Comacchio, ha acceso i riflettori venerdì sera sul primo lungo ponte di primavera, che offre, per coloro che soggiornano sul territorio, un ventaglio ampio e variegato di iniziative ed eventi.

La mostra fotografica, ad ingresso gratuito, è visitabile, sino al 13 maggio prossimo, tanto nelle sale espositive al piano terra di Palazzo Bellini (Via Agatopisto 5), quanto nella suggestiva cornice della pescheria seicentesca (Piazzetta Trepponti).

Sino al 25 aprile prossimo la Manifattura dei Marinati ospiterà la Festa dei Pesci Marinati, con apertura ad orario continuato dalle ore 9.30 alle ore 21.30. Articolato in eventi gastronomici e degustazioni, visite guidate, escursioni, laboratori didattici per bambini, animazione, ricostruzioni storiche, laboratori musicali, iniziative culturali, il ricchissimo programma della festa è consultabile sul sito www.imarinatidicomacchio.it, ma anche sulla pagina Facebook dedicata e sul profilo Facebook comunale. Per tutta la durata della Festa dei Pesci Marinati, l’ingresso alla Manifattura dei Marinati è gratuito.

Il Museo Delta Antico è una tappa d’obbligo per chi trascorre anche solo una giornata nel Delta del Po. La struttura museale dedicata alla storia antica del territorio, attraverso i suoi oltre 2mila reperti esposti, guida il visitatore in un affascinante viaggio dalla preistoria al Medioevo. Il Museo resta aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 9.30 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18.30. In occasione della Festa di Liberazione, mercoledì 25 aprile 2018, il museo resterà aperto al pubblico. Durante la Fiera Internazionale del Birdwatching, che porterà lungo l’argine Fattibello di Comacchio oltre 200 espositori da tutto il mondo, il Museo Delta Antico riserverà alcune iniziative speciali ai visitatori. Il 29 ed il 30 aprile prossimi, alle ore 21, sono previste due visite serali guidate. E’ richiesta la prenotazione obbligatoria ai numeri 0533-311316 o 0533-81302.

Al Lido di Spina, Villa Brindisi “Remo Brindisi”, museo di arte contemporanea tra i più importanti al mondo, si appresta a festeggiare, il 25 aprile prossimo, i 100 anni del Maestro con “100 candeline per Remo”, una giornata di arte e di cultura, con visite guidate incluse nel prezzo di ingresso (alle ore 11 e alle ore 16.30), ridotto per tutti a 3 euro. Un’occasione imperdibile per scoprire o riscoprire il museo ed il Maestro Brindisi atraverso la sua arte e le opere firmate dai più grandi esponenti dell’Arte del Novecento. Alle ore 17.45 nel giardino della casa-museo, progettata da Nanda Vigo ed inaugurata nel 1973, si svolgerà un aperitivo, aperto gratuitamente a tutti. La prenotazione è obbligatoria al numero: 0533-314154.

In centro storico il 25 aprile sarà attraversato dal corteo delle Autorità, accompagnato dalla Banda di Cona, per celebrare la Festa di Liberazione con alcuni momenti istituzionali, a partire dall’alzabandiera, alle ore 9.30 davanti alla Torre dell’Orologio. Saranno presenti anche coloro che daranno vita alla XXXI edizione della Ciclodelta della Libertà, pedalata non competitiva, alla scoperta dei luoghi simbolo della Resistenza comacchiese. Quest’anno l’itinerario si snoderà lungo l’argine di valle, che da Stazione Foce permette di raggiungere l’antico Casone di Donnabona. In centro storico invece, dopo la deposizione di corone ai martiri della Resistenza, il corteo si soffermerà in Piazza Folegatti (ore 11) per i discorsi celebrativi.

Il 25 aprile sarà allietato, al Lido degli Estensi, dalla manifestazione “I mitici anni ’50”, promossa dall’associazione Noi che ci crediamo ancora ed organizzata da Paola Abile. Una rassegna di 500 del “Car Club 500 Occhiobello”, del Gruppo Fiat la Ciliegia Modena, delle Vespe Club Occhiobello, faranno calare l’atmosfera di un’epoca intramontabile, evocata anche dai costumi e dalla musica. Si ballerà, in viale Carducci, a passo di Boogie, Rock ‘n’ Roll e Swing.

Il primo lungo ponte di primavera, poi cederà il passo a quello del 1° maggio, con il ritorno della Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo naturalistico (dal 28 aprile al 1° maggio) e con un ospite d’eccezione, Antonello Venditti, nella sua qualità di Ambasciatore della riserva della biosfera Mab Unesco Delta del Po. Il celebre cantautore romano parteciperà al convegno dal tema “Quando la storia diventa MAB. Il fascino sostenibile della Natura”, in programma il 30 aprile, alle ore 15, in Piazzetta Trepponti.

Dal 4 al 6 maggio prossimi la seconda edizione della rassegna letteraria NERO LAGUNA, trasformerà il centro storico di Comacchio nella roccaforte della narrativa gialla e noir con i più grandi interpreti del mistero, con la fiera dell’editoria di settore, nonchè con mille iniziative collaterali.

Informazioni ed aggiornamenti sul portale turistico www.ferrarainfo.com, su quello del Comune di Comacchio, www.comune.comune.comacchio.fe.it e sul sito www.primaveraslow.it, nonchè sui profili Facebook dedicati ai singoli eventi.

DIARIO IN PUBBLICO
Il ciuco e il poeta

Una settimana strepitosa divisa, o meglio dilaniata, tra esperienze socio-politiche indegne e straordinari momenti culturali.
Tra le prime il tentativo di formare un governo attraverso inciuci che diventano ‘inciucci’ cioè banali e quasi disgustosi tentativi di inciuciarsi che sono condotti da in-ciucci. Tutti sanno nel linguaggio popolare chi sono i ciucci cioè i ciuchi. Quindi un significato da applicarsi al termine è: ‘sostantivo maschile Asino (anche come simbolo dell’ignoranza). Voce imitativa, vedi ciuco. metà sec. XVIII’.
Così i ciuchi per inciuciarsi e lappare in questo modo il latte democratico ottengono una vittoria strepitosa quando esce la sentenza del complotto mafia-stato e viene ribadita la condanna a Dell’Utri, vale a dire allo stesso B. Figurarsi il buon Salvini che fino allora difendeva la verità dei ciuchi e che ora si trova con le mani libere, ma in completa balìa del M5stelle. Così ridendo e scherzando passano sotto gli occhi le nefandezze provocate dalla ‘inciuccità’ a cui ormai tutti sono fatalmente asserviti come un basto addosso ai ciuchi.

Insegnanti dileggiati e asserviti da una violenza giovanile così profondamente radicata da avere solo una spiegazione: l’ignoranza non solo loro, ma dei genitori e anche delle deboli difese che la scuola, un altro e fondamentale basto dei ciuchi, non sa più opporre in maniera decente alla schifezza in cui razzola e s’imputridisce l’universo giovanile. Perfino il buon Michele Serra, stimato compagno di idee, si lascia sfuggire strafalcioni tra scuole per classi sociali alte e scuole da poveri in una sua ‘Amaca’ tutta da dimenticare.
E in città il bullismo colpisce la così detta scuola bene. Una bambina deve trasferirsi per le offese subite, si gettano nei cessi i giubbotti dei compagni tra il colpevolissimo stupore dei genitori.

Sui giornali si legge che a Monfalcone retto da una amministrazione leghista gli operai del cantiere che permette alla città un alto tenore di vita invadono il centro con le tute e siccome tra loro ci sono molti ‘negri’ costoro puzzano. Perché non si fanno la doccia in cantiere? Ci si domanda. Perché la doccia costa, a farla in cantiere, un euro, per cui si va a raggiungere la famiglia in centro con ancora addosso la tuta da lavoro sporca. Per contrapasso si toglie la pedonalizzazione alla via ‘elegante’, si tolgono le panchine per evitare soste indesiderate, non si fa più il parco in centro in cui – non sia mai! – potrebbero giocare i figli di un troppo indesiderato melting people.
Traggo le informazioni da ‘La repubblica’, che non sembra sia stata finora querelata dall’amministrazione della città.

Eppure in questo mondo ignorante la nostra città sforna eventi di altissima qualità che, come al solito, s’infoltiscono in un precipitare di perle culturali che tolgono il fiato e non lasciano tempo alla riflessione. Non c’è tempo per degustare le mirabilia: sotto un altro. E tra raffinatissimi ‘eventi’ degni di capitali nordiche ecco la sagra della birra acida (chissà cosa vuol dire), le vulandre, i banchetti e i palchetti e l’apertura di un altro segmento del parco dedicato ad Abbado a cui veramente mi è dispiaciuto, causa Ariosto, rinunciare ad assistere.
Una vera joie de vivre.
Arriva in città ospite del Meis e della sua solerte direttrice Simonetta della Seta nonché del presidente Dario Disegni il grande regista israeliano Amos Gitai onusto di premi. Dal suo profilo si apprende che: “Il padre di Amos Gitai era un ebreo tedesco, architetto del Bauhaus, fuggito dalla Germania nazista nel 1934; sua madre era nata nella Palestina britannica da genitori di origine russa immigrati all’inizio del secolo. Gitai partecipa come riservista alla guerra del Kippur del 1973, nel corso della quale sopravvive all’abbattimento dell’elicottero su cui viaggiava. Proprio durante i voli in elicottero perfeziona la qualità delle sue riprese con la Super 8”.

Il suo atteggiamento critico verso la politica israeliana gli procura una dura contestazione che lo induce a trasferirsi a Parigi per poi recentemente far ritorno in Israele. La complessità del suo lavoro, anzi dei suoi molteplici interessi, tra cui spiccano quello di regista e architetto, lo induce a interessarsi a un progetto che gli sottopone la grande attrice Isabelle Huppert: quello che si riferisce alla possibile realizzazione di un film su di una straordinaria personalità quale Doña Gracia Nasi, la donna d’affari rinascimentale che scelse la città estense per tornare alla propria cultura madre, l’ebraismo. Sarebbe troppo lungo ripercorrerne la vita. Basti qui ricordare come la sua qualità di banchiere del duca Ercole venne ricompensata con il dono di palazzo Magnanini ora Roverella, ultima opera di Biagio Rossetti. Poi la potenza della signora si estese all’area mediterranea fino a diventare banchiere di Solimano il magnifico a Istanbul e concludersi con il suo trasferimento finale sul Lago di Tiberiade nella terra promessa. Il caso e le pieghe della storia hanno voluto che la vita di Gracia Nasi venisse raccontata in un libro fondamentale pubblicato da Olschki, ‘La nazione ebraica spagnola e portoghese di Ferrara’ di Aron di Leone Leoni, a cui demmo rilievo e pubblicità l’amico carissimo Paolo Ravenna e chi scrive, allora presidente dell’Istituto di Studi Rinascimentali, L’incontro con il regista e la possibilità che, attraverso l’illustrazione dei luoghi deputati di Ferrara, possa concludersi in molte riprese nella città e non solo nello studio di Cinecittà si è concluso con la proiezione di un magnifico film di Gitai, ‘Tsili’, tratto da un racconto di Appenfeld, il grandissimo scrittore israeliano a cui si riferiscono i protagonisti di questa storia ebrea e ferrarese, Amos Gitai e il suo amico Alain Elkann.

Non passano 24 ore ed ecco che sono chiamato a testimoniare sulla conoscenza del nostro Leopoldo Cicognara del filosofo Kant e della sua idea di sublime. Dici niente! Approdo a Venezia in una giornata a dir poco memorabile e lì incontro all’Accademia amici e colleghi tra cui Sergio Givone il grande estetologo che tiene una conferenza sul concetto d’infinito in Leopardi e nel pittore Friederich. Appare in luce nuova la qualità di conoscitore del conte ferrarese Cicognara negli anni neoclassici primo presidente dell’Accademia di Venezia.

Grande attesa poi per la rappresentazione teatrale di uno dei capolavori della musica barocca al Tetro comunale, ‘Esther’ di Georg Friederich Haendel. Una lotta con un gigante e con uno dei testi più difficili da eseguire. Eppure la sfida è stata vinta in quanto dopo un primo tempo un po’ deboluccio nella seconda parte si è assistito a una straordinaria performance attribuibile soprattutto a Marco Bellussi – regista – e al coro dell’Accademia dello Spirito Santo di Ferrara diretto da Francesco Pinamonti. Ancora una battaglia vinta e dalla politica del Teatro comunale Abbado e dalle nostre forze culturali

Infine ieri l’apertura della mostra dei cimeli ariosteschi alla Biblioteca Ariostea alla presenza della presidente delle celebrazioni per il centenario Lina Bolzoni della Scuola Normale di Pisa, organizzata dal valentissimo direttore (purtroppo ancora per poco) Spinelli e dalla sua bravissima collaboratrice Mirna Bonazza. La sala era al completo e non a caso il titolo della mostra dava ragione all’eternità nella storia, direbbe Foscolo! Quel che mi ha impressionato era la gente, tanta, e una bambina, Anna, di 5 anni, figlia di un relatore a suo agio con l’Ariosto, che ha resistito per due ore ai discorsi dei relatori. Alla fine le ho fatto un sacco di ‘facce’ per premiarla della sua costanza. E Ariosto+bimba è stato un mix meraviglioso.
Così il titolo della mostra ‘Ariosto per sempre Ariosto’ era ed è indicatissimo soprattutto nell’asserzione mediana: per sempre.

Il grande cinema del grandissimo Bernie Gripplestone

Ci sono giorni in cui mi ritrovo a pensare: ma che magia è il cinema?
Se non fosse per il cinema ora non sarei dove sono: seduto, in un luogo segreto, mezzo morto dopo aver mangiato mezzo chilo di spaghetti al pomodoro in una sola botta, direttamente dalla pentola.
Adesso capisco a cosa si è ispirato l’Albertone Nazionale quella volta.
Ma adesso basta divagare, torniamo alla grande magia della settima arte, lì, del cinema.
In questi giorni ho finalmente capito come funziona, questa cosa, il cinema.
Non mi addentrerò troppo nei dettagli di questo mio aver visto il cinema da molto vicino, mi limiterò a dire: il cinema – come sospettavo – è una roba bella faticosa.
Come disse il protagonista di un grande pezzo di grande cinema: ci sono un sacco di input e di output.
E adesso non sarò mai più in grado di guardare un film con la leggerezza che avevo un tempo.
Ora come ora ci riuscirei – forse – solo con ‘Quarto Potere’, il film che più di tutti, per me, è – da sempre – sinonimo di leggerezza e gusto.
Ma il cinema, purtroppo, troppo spesso, non è sinonimo di leggerezza e gusto.
Dirò una cosa per alcuni forse dolorosa ma: il più delle volte il cinema somiglia ad Arrigo Sacchi.
Altre volte somiglia più a Corrado Mantoni.
Altre volte volte ancora invece, somiglia più a Carlo Ponzi.
Ma per fortuna, certe volte, somiglia solo a una persona: il grandissimo Bernie Gripplestone.
E a questo punto non posso fare a meno di chiudere questa mia riflessione con un pezzo che cade davvero a fagiolo.

The Rise And Fall Of Bernie Gripplestone (The Rats, 1967)

Tracce d’arte sui muri della città

di Francesca Ambrosecchia

Arte o scarabocchi che rovinano l’assetto urbano?
Due visioni in netta contrapposizione, entrambe riguardanti i graffiti. Dal disegno o scritta più o meno grande e complessa, alla semplice firma dell’artista, diffusa e riconoscibile come un vero e proprio marchio distintivo.
Sono i murales ovvero i “disegni su muro” che invadono le città: palazzi abbandonati e non, muretti, vagoni dei treni, interni delle metropolitane e così via. Ma gli spazi urbani occupati da queste espressioni hanno un particolare significato o è tutto lasciato al caso?
Sicuramente il graffitismo non nasce per caso. Questo movimento si sviluppa rapidamente negli anni ’70 a New York: i giovani vogliono dare una scossa a un sistema economico e sociale sempre più veloce e complesso che sembra lasciarli indietro. Vogliono farsi riconoscere, diventare parte integrante anche della conformazione fisica della città.
Ancora oggi si sente questa esigenza di emergere e di lasciare una traccia indelebile?

Il potere dell’arte

di Francesca Ambrosecchia

L’arte comprende diverse modalità di realizzazione, con le quali può operare in diversi contesti. Non troviamo arte solamente all’interno dei musei e dei teatri ma anche in luoghi che ne sono meno rappresentativi, come le strade, le stazioni e altri contesti socio-urbani.
Anche l’arte può contribuire al cambiamento di un luogo, alla sua evoluzione, alla sua rimessa in discussione. L’arte è trasmissione di messaggi: può aprire le menti, suscitare sentimenti ed emozioni più o meno intense e anche portare alla partecipazione di intere comunità a seconda dei progetti che vengono realizzati.

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”
Paul Klee

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

MEMORABILE
Antonio Sturla pioniere del cinema italiano

E fanno 100! La casa editrice Tiemme Edizioni Digitali (www.tiemme.onweb.it) taglia l’ambito traguardo del centesimo ebook pubblicato. E il titolo è davvero di quelli da non perdere: ‘Antonio Sturla. Pioniere del cinema italiano’, scritto da Paolo Micalizzi con il contributo di Paolo Sturla Avogadri nel cinquantenario della scomparsa del celebre Ferrarese. L’operatore cinematografico e regista ferrarese Antonio Sturla (1894-1968) è stato direttore della fotografia in oltre un centinaio di documentari: perno di una produzione cinematografica che ha anche favorito la formazione di alcuni registi, distintisi poi nel cinema e nella televisione, fra i quali Florestano Vancini, Damiano Damiani, Adolfo Baruffi, Renzo Ragazzi, Fabio Pittorru e, sebbene non regista ma creatore di effetti speciali, il “tre premi Oscar” Carlo Rambaldi. L’ebook è disponibile in tutte le librerie del web.

“Compleanno d’autore 2018” a Tresigallo

Da ufficio stampa Biblioteca del Comune di Tresigallo

La Biblioteca di Tresigallo festeggia l’undicesimo compleanno nella Casa della Cultura con la rassegna “Compleanno d’Autore”. Quest’anno sono previsti tre appuntamenti, si inizia con un romanzo fantasy di Manlio Castagna, “Petrademone” pubblicato da Mondadori, poi Grazia Verasani in “La vita com’è”, La Nave di Teseo 2017 ci racconta una storia un po’ autobiografica di una scrittrice e di un aspirante scrittore e infine Emanuela Canepa, scrittrice esordiente vincitrice del Premio Calvino 2017 con il romanzo “L’animale femmina” Einaudi 2018, mette a nudo non solo le contraddizioni delle donne, ma anche la fragilità degli uomini. E scrive un’educazione sentimentale in cui le dinamiche di potere si ribaltano, rivelando quanto siamo inermi, tutti, di fronte a chi amiamo. Al temine della rassegna si festeggia al ristorante la Lanterna di Tresigallo con un menù di pesce a 20 euro. Prenotazioni entro il 23 maggio presso la biblioteca al 0533 607761