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Mese: Aprile 2015

Sisma, prosegue lo smontaggio dei Map: svuotati quasi il 45% dei moduli

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Prosegue lo smontaggio dei Map lasciati liberi dai residenti che hanno trovato una soluzione abitativa. Svuotati quasi il 45% dei moduli che passano dai 757 iniziali a 413 di oggi.
A Mirandola smontata l’intera area di via ’29 Maggio’ dove, nei pressi del polo scolastico, sorgerà una nuova stazione delle autocorriere

Proseguono le operazioni di smontaggio dei Pmar (Prefabbricati modulari abitativi rimovibili, comunemente definiti Map, realizzati dopo sisma del 20 e 29 maggio 2012) lasciati liberi dai residenti che hanno trovato una soluzione abitativa alternativa. Ad oggi è stato svuotato oltre il 45% dei Map rispettando la tabella di marcia che prevede la chiusura entro il 2015. Al 27 aprile dei 757 iniziali sono ancora occupati 413 e vi abitano 1.297persone. I numeri calano settimanalmente, grazie al costante impegno degli uffici comunali che ricercano altre soluzioni abitative per questi nuclei.
«Obiettivo è la chiusura dei moduli abitativi provvisori entro il 2015. Questo – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione post-sisma Palma Costi – è l’obiettivo che la Giunta regionale si è posto.
Con lo smontaggio dei 70 moduli abitativi di Mirandola continua in modo preciso e puntuale questo processo realizzato in pieno accordo e collaborazione con i Comuni. Stiamo affinando le ordinanze al fine di ridefinire tutti gli strumenti utilizzabili. Inoltre abbiamo destinato come Giunta ulteriori 500 mila euro proprio per completare questa operazione e permettere alle famiglie di avere una altra soluzione. Le risorse messe a disposizione dalla Regione hanno l’obiettivo preciso di consentire ai nuclei familiari che ancora vivono nei Map di riacquistare progressivamente una propria autonomia e di tornare a una vita normale».
Le risorse, provenienti dal Fondo sociale regionale, sono state ripartite tra sette Comuni del cratere dove sorgono aree con Map: 30.983 euro a Cento (Fe), 49.146 euro a Cavezzo (Mo), 75.855 euro a Concordia (Mo), 142.094 euro a Mirandola (Mo), 92.949 euro a Novi (Mo), 53.419 euro a San Felice sul Panaro (Mo), 55.556 euro a San Possidonio (Mo).
A Mirandola in queste settimane si sta concludendo la rimozione di complessivamente 69 Map, 13 oramai vuoti dell’area di via Mazzone, 6 vuoti dell’area di via Giolitti e una cinquantina dell’area di via 29 Maggio che sarà completamente liberata e dove sorgerà la nuova stazione delle autocorriere, attigua al complesso scolastico e di servizi ricostruito dopo il terremoto.
«Una fase importante della ricostruzione – precisa Maino Benatti, sindaco di Mirandola – è trovare abitazioni e una soluzione abitativa per le persone che sono adesso ospitate nei moduli abitativi provvisori. Contemporaneamente alla ricerca di queste soluzioni, stiamo anche smantellando le aree dove sono situati questi moduli.
Erano 260 all’inizio, con le operazioni di smontaggio di questi giorni scendiamo a 130 moduli abitativi. Questo vuol dire ricostruire anche una comunità con regole precise e con situazioni normali.
In via 29 Maggio abbiamo un area che smonteremo nel giro di qualche mese completamente. Lì realizzeremo la nuova stazione delle corriere, vicina e funzionale alle scuole, ovvero a due passi da coloro che utilizzano prevalentemente i mezzi pubblici».

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Regione, in aula il bilancio di previsione 2015. Manovra da 12 miliardi

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

In aula il bilancio di previsione 2015. Manovra da 12 miliardi. Bonaccini: “Rilanciamo lavoro, occupazione e investimenti pubblici”. Petitti: “Raggiunto un risultato importante anche grazie ad un’ampia consultazione di forze sociali ed economiche”

Cogliere le opportunità della nuova fase di sviluppo e crescita mantenendo lo stato sociale. Questi gli obiettivi di fondo del bilancio previsionale 2015, in discussione oggi dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che conferma gli impegni a lasciare bloccata la pressione fiscale, contenere le spese e accompagnare il processo di riordino istituzionale.

Il Bilancio di previsione 2015 (che ha entrate e uscite pari a 12 miliardi di euro) prevede tra le sue priorità di spesa il cofinanziamento ai fondi strutturali europei e contiene anche le conferme sui fondi per la non autosufficienza e le politiche socio-sanitarie e un’attenzione particolare alla sicurezza dell’ambiente e ai trasporti.

“Rilanciamo lavoro, occupazione e investimenti pubblici, salvaguardiamo welfare e sanità. Con questo bilancio – sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini – manteniamo gli impegni presi e, pur tagliando come nessun altro ha fatto e non aumentando un solo euro di tasse, mettiamo la Regione in condizione di fare ingenti investimenti contro il dissesto idrogeologico e per il rilancio e l’accompagnamento di una crescita vera. La nostra ossessione rimane quella di creare posti di lavoro. Stiamo lavorando sodo perché, a fine maggio, come avevamo promesso, vogliamo sottoscrivere il patto per il lavoro e io mi auguro di poterlo firmare con tutte le parti sociali”.

“In un quadro di finanza pubblica complicata abbiamo definito le priorità in modo chiaro e abbiamo raggiunto un risultato importante – spiega l’assessore regionale al Bilancio Emma Petitti – anche grazie ad un’ampia consultazione delle organizzazioni sociali ed economiche, prima e durante la redazione del progetto di legge sul bilancio, che ci ha consentito di delineare obiettivi comuni e registrare apprezzamenti da parte di organizzazioni sindacali, piccole e medie imprese ed enti locali. Oggi ci sono spiragli positivi che vogliamo radicare con le scelte di sviluppo e crescita compiute nel bilancio preservando e valorizzando politiche del turismo e culturali. Nei prossimi anni, inoltre, lavoreremo per mettere in campo interventi per realizzare politiche di genere, a partire dall’attuazione della legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”.

Le cifre

Queste le linee del bilancio di previsione 2015, una manovra complessiva da 12 miliardi di euro di cui 8 solo per la sanità.
Il primo rilevante elemento di priorità delle spesa riguarda la copertura che con il bilancio di previsione 2015 si fornisce al cofinanziamento regionale dei fondi strutturali europei (Fse, Fesr e Feasr) con riferimento alla nuova programmazione comunitaria 2014-2020.
L’importo annuale di tale impegno ammonta complessivamente a circa 56,1 milioni di euro e consentirà una spesa sul territorio regionale per 368 milioni di euro per 7 anni e di sbloccare risorse totali per 2,5 miliardi di euro destinati a lavoro, ricerca e innovazione.
Per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle aree vaste, il bilancio assicura una quota aggiuntiva pari a 28 milioni di euro (oltre ai 31 milioni ordinariamente previsti) che consentiranno la copertura integrale delle spese inerenti le funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, oltre a garantire il lavoro ai dipendenti delle Province.

Tra i punti prioritari: il mantenimento dei servizi alla persona, con 120 milioni di risorse proprie e aggiuntive per il Fondo regionale per la non autosufficienza (che così arriva a 460 milioni complessivi) e il sostegno a economia e turismo.
In particolare per le politiche di sviluppo economico sono previste più risorse rispetto al 2014: complessivamente 38 milioni di euro per il cofinanziamento dei fondi europei, le leggi d’incentivazione regionale e l’Expo (5 i milioni per quest’anno che si sommano agli altri 2,5 già stanziati nel 2014).
Per quanto riguarda il turismo, l’obiettivo al 2020 è che superi il 10% del Pil regionale. In questa prospettiva, il bilancio conferma 28,3 milioni per Apt e Unioni di prodotto, programmi per favorire il turismo e la commercializzazione e i consorzi fidi.
Per le politiche dell’agricoltura si prevede il raddoppio delle risorse proprie correnti finalizzate al cofinanziamento dei fondi europei che aumentano, tra il 2014 e il 2015, da 15 milioni a 29 milioni di euro. Sostanzialmente confermate le risorse finanziarie per le altre attività (9 milioni).
Per quanto riguarda la formazione e il lavoro, sono previste risorse regionali pari a 17 milioni di euro (connesse ai cofinanziamenti del Fse) e oltre 41 milioni di euro per interventi di natura pubblica a sostegno delle fasce più deboli del mercato del lavoro.
Per le politiche socio-sanitarie, oltre alle risorse per il Fondo per la non autosufficienza regionale, vi sono 46 milioni a integrazione al Fondo sanitario nazionale; 20 milioni al Fondo speciale per il sociale; 2,2 milioni al Fondo regionale degli affitti e 1 milione al Fondo per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
L’Emilia-Romagna è l’unica Regione ad aumentare i fondi per la cultura: 28,4 milioni di euro complessivi, con un incremento di oltre 10 milioni rispetto al 2014.
Per quanto riguarda il diritto allo studio, 20 milioni di risorse regionali vengono assegnate alle borse di studio universitarie, 4 milioni alle borse di studio scuole medie superiori e 3 milioni ad attività per la formazione scolastica. 1,2 milioni vanno alle politiche sportive, 2 milioni sono per gli impianti sportivi.
Per le politiche per l’ambiente e la difesa del territorio si confermano i fondi con particolare attenzione alla protezione civile, al contrasto al dissesto idrogeologico e alla valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali (45 milioni).

Nessun taglio, infine, al trasporto pubblico locale, così da garantire i servizi ai cittadini emiliano-romagnoli: alle risorse proprie regionali (oltre 36 milioni) si aggiungono 363 milioni di euro, che sono la quota destinata all’Emilia-Romagna per il 2015 dal Fondo nazionale per il trasporto pubblico. Le spese d’investimento aggiuntive destinate ai trasporti e alle infrastrutture ammontano a 40 milioni, e riguardano sistemi informativi e telematica (2,3 milioni), riqualificazione urbana (5 milioni), viabilità (10 milioni), manutenzione e sistema di sicurezza della rete ferroviaria (5 milioni) e People mover (17,5 milioni).

Linee generali
Il difficile contesto di finanza pubblica nel quale si è collocata l’approvazione della legge di stabilità 2015 ha richiesto un contributo rilevante da parte delle Regioni e degli enti locali.
Per le sole Regioni, i 4 miliardi previsti per quest’anno si sono aggiunti agli effetti cumulati delle precedenti manovre di rientro che hanno prodotto minori trasferimenti complessivamente pari a 5,7 miliardi.

L’accordo tra Regioni e Governo ha permesso di contenere, attraverso un’importante azione di mediazione e confronto, i tagli diretti sul bilancio dell’Emilia-Romagna a 61 milioni di euro (di cui 20 dal mancato gettito sull’Irap e 41 dalla mancata riduzione dei fondi Fas).
A fronte dei minori tagli, le Regioni si sono impegnate a cedere maggiori spazi finanziari agli Enti locali del proprio territorio attraverso il patto incentivato regionale.
Per l’Emilia-Romagna si tratta di 80 milioni con i quali gli Enti locali potranno accelerare i pagamenti alle imprese per le opere pubbliche già realizzate.

Infine, con i risparmi ottenuti sulle spese collegate al funzionamento (personale), al costo della politica, alla sanità (parte burocratica) e agli oneri finanziari, si è riusciti a recuperare 82 milioni di euro ed evitare così tagli ai servizi.

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Vittime amianto, gli impegni della Regione. Gazzolo e Venturi: “Piano condiviso e Processo Eternit”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Gli assessori Venturi e Gazzolo nella Giornata mondiale per le vittime del lavoro e dell’amianto: “Dalla Regione impegni concreti: un Piano regionale condiviso e affiancamento del Comune di Rubiera nel Processo Eternit di Torino”

“La Regione Emilia-Romagna è vicina ai lavoratori e ai familiari delle vittime dell’amianto, e continuerà il proprio impegno sia in sede giudiziaria nel Processo Eternit a Torino, sia nella produzione di un Piano regionale condiviso per la tutela della salute in ambito lavorativo”.
Così gli assessori regionali alle Politiche per la salute e alle Politiche ambientali, Sergio Venturi e Paola Gazzolo, hanno commentato la celebrazione odierna in occasione della Giornata mondiale dedicata alle vittime del lavoro e dell’amianto.

“La migliore maniera per ricordare le vittime dell’amianto – dicono gli assessori Venturi e Gazzolo – è assumere impegni concreti: come previsto nel programma di legislatura, prosegue l’impegno per un Piano sull’amianto che riguarderà la tutela della salute, dell’ambiente e la prevenzione della salubrità nei luoghi di lavoro. L’approvazione del Piano, in tempi brevi, sarà aperta al contributo di associazioni, organizzazioni sindacali e degli Enti locali, per valorizzare a pieno le esperienze già sviluppate in Emilia-Romagna”.
“La Regione inoltre – annunciano gli assessori – continuerà ad affiancare il Comune di Rubiera e l’associazione dei familiari delle vittime nella nuova richiesta di rinvio a giudizio per omicidio doloso da parte della Procura di Torino nell’ambito del Processo Eternit”.

NOTA A MARGINE
Legge elettorale, ecco di cosa si discute

Nel vortice di polemiche al calor bianco che accompagnano la discussione della legge elettorale alla Camera si ha spesso come l’impressione che molti dimentichino alcuni dati di fatto importanti.
Il primo è una semplice constatazione: in Italia una reale “democrazia dell’alternanza”, cioè una democrazia di tipo occidentale che funziona, non si è mai vista. Per tutta la prima repubblica, in un contesto elettorale di tipo sostanzialmente proporzionale, ha infatti prevalso un regime di democrazia bloccata, che per ragioni di politica estera escludeva a priori la possibilità per i rappresentanti di circa un terzo dell’elettorato di poter partecipare al governo del Paese e che rendeva di conseguenza praticamente obbligatorie coalizioni fra i partiti restanti. Tutte le combinazioni possibili sono state esplorate più volte: tri quadri e penta partiti, appoggi esterni, desistenze, non sfiducie: in una gara grottesca alla creazione di neologismi improbabili. In questa fase l’Italia era già famosa nel resto del mondo per la sua instabilità politica e per i suoi governi lampo, che potevano anche essere “di transizione” e persino “balneari”.
Nella seconda repubblica, nella quale sono state applicate due diverse leggi elettorali (il “mattarellum” e la porcata calderoliana), entrambe di ispirazione maggioritaria, abbiamo visto sia a destra che, soprattutto, a sinistra l’aggregarsi di coalizioni molto composite e poco coese. Al punto che la destra, che pure ha ottenuto dalle urne maggioranze parlamentari imponenti, non è mai riuscita a portare a termine nessuna delle “grandi riforme” che aveva sbandierato durante le campagne elettorali; colpa certamente del populismo che le caratterizzava, ma anche dell’impossibilità di portare a sintesi progetti che nel loro iter dovevano piegarsi alle esigenze delle mille lobby che infestano il Paese.
Detto in altri termini, l’Italia dal dopoguerra ad oggi non è mai stato un Paese “normale” in cui chi governa, grazie alla maggioranza ottenuta dalle urne, realizza il proprio programma elettorale e chi è all’opposizione esercita il ruolo di vigilanza che la Costituzione gli assegna e si prepara, se ci riesce, a diventare maggioranza nel Paese alla tornata elettorale successiva.
Quello a cui abbiamo invece assistito è stato il proliferare di meccanismi consociativi del tutto opachi, sia interni alle coalizioni di governo che trasversali rispetto ad esse, ed all’emergere di centri di potere, anomali in quanto del tutto al di fuori dal quadro istituzionale ed anch’essi spesso trasversali, molto più durevoli delle labili maggioranze di governo, in un contesto in cui in alcune fasi è stato molto difficile capire chi realmente stesse governando ed in base a quale mandato. E’ appena il caso di ricordare che il contesto di corruzione ed illegalità diffuse che opprimono l’Italia è strettamente legato alla mancanza di un meccanismo di alternanza democratica efficace. Gli ultimi 5 anni, poi, hanno visto il trionfo esplicito della trasversalità più totale e, per certi versi, spudorata.
Abbiamo cioè, detto in sintesi, un passato che dal punto di vista della pratica della democrazia è del tutto indifendibile e che occorre superare al più presto. Chiunque vagheggi, da questo punto di vista, una qualsiasi trascorsa età dell’oro o è in malafede o ha evidenti problemi di memoria.
Una seconda questione, che anima anch’essa il dibattito, è quella relativa alle preferenze. Anche qui la memoria dovrebbe venire in soccorso a molti e la sua rievocazione fare riflettere chi non c’era.
Nel sistema proporzionale in vigore alla Camera durante tutta la prima repubblica c’erano le preferenze. Nella sinistra di allora si riteneva abbastanza unanimemente che fossero un elemento fortemente negativo da contrastare, sia per motivi, per così dire, interni, sia per altri di carattere più generale. Rispetto ai primi basta ricordare che in quel periodo era tassativamente vietato ai singoli candidati fare campagne elettorali autonome utilizzando proprie risorse economiche; tutta l’attività di propaganda elettorale era invece interamente svolta dai partiti (il PCI, innanzitutto, ma anche le diverse e molteplici formazioni alla sua sinistra), i quali decidevano a priori chi dovesse essere eletto e davano a tale proposito ai propri militanti indicazioni molto precise sulle preferenze da indicare, in modo che si realizzasse il risultato voluto. In quanto ai secondi, era sotto gli occhi di tutti il “mercato delle preferenze” che si svolgeva negli altri partiti, che consentiva spesso l’elezioni in Parlamento di personaggi legati a specifici gruppi di potere, anche di tipo malavitoso.
Per questi motivi quando nel 1991 si votò un referendum per abolire le preferenze elettorali alla Camera la sinistra si schierò unanimemente per il voto a favore.
La legge elettorale attualmente in discussione prevede un sistema misto, che fa eleggere prioritariamente in ogni collegio i capilista, mentre le preferenze servono per determinare gli altri eventuali eletti di ogni lista. Nella sostanza i partiti minori, che al massimo possono pensare di eleggere un solo rappresentante per collegio, vengono tagliati fuori dal meccanismo delle preferenze. Il partito di maggioranza relativa, invece, che in virtù del premio ottiene il 55% dei seggi, cioè 346 parlamentari, dato che i collegi sono circa 120, ne elegge circa due terzi con le preferenze (in realtà potrebbero essere di più a seconda della scelta o meno dei capilista di presentarsi in più collegi, con un massimo previsto dalla legge di dieci). Se si tiene conto che da sempre i partiti maggiori portano in Parlamento un numero consistente di candidati “nominati”, ad esempio tecnici esperti in diversi settori, ma pressoché sconosciuti all’elettorato, e anche, inutile negarlo, persone in qualche modo da “premiare”, la proporzione definita dalla legge appare essere tutt’altro che scandalosa e, soprattutto, garantisce che la grande maggioranza degli eletti del partito che avrà il governo del Paese sia stata eletta direttamente dai cittadini.
Il problema vero, del quale stranamente si discute molto poco, è però un altro e non tanto le preferenze quanto piuttosto la formazione delle liste di candidati. Vale a dire chi decide chi deve farne parte ed in base a quali criteri. Fra l’altro tale questione è determinante per i sistemi a collegi uninominali, dove ogni partito presenta un unico candidato per collegio e che molti pensano essere i migliori sistemi elettorali possibili. Naturalmente, indipendentemente dalla legge in vigore, nulla vieta ad un partito di definire le proprie liste, capilista inclusi, sulla base del risultato di elezioni primarie o, comunque, strumenti che garantiscano l’espressione democratica del consenso della loro base di militanti ed elettori. Molti vorrebbero che questo meccanismo venisse imposto e regolato per legge, cosa a mio parere non priva di senso, ma che ha come necessario presupposto la piena attuazione dell’art. 49 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”), in base al quale dovrebbero essere definite regole comuni sulla struttura organizzativa e la rappresentanza democratica nei diversi partiti.
La terza ed ultima questione riguarda la natura del premio di maggioranza, che la legge in discussione assegna al partito più votato, mentre c’è chi vorrebbe venisse attribuito alla coalizione di cui, eventualmente, facesse parte. E’ indubbiamente una scelta forte, volta principalmente a ridurre il potere di condizionamento che i piccoli partiti hanno sempre avuto sulle coalizioni e le maggioranze di governo, che ha indubbiamente anche un effetto significativo nel favorire la tendenziale scomparsa delle formazioni politiche, molto spesso negli ultimi anni create ad hoc alla vigilia delle elezioni ed assai poco rappresentative, che, godendo della “protezione” della coalizione di cui facevano parte, hanno garantito seggi a rappresentanti di interessi specifici. D’altra parte l’abbassamento al 3% della soglia per potere eleggere propri rappresentanti in Parlamento garantisce un adeguato “diritto di tribuna” a tutte le forze realmente rappresentative.

renzi

IL VETRIOLO
Esclusivo: la malacopia della lettera di Renzi ai docenti

Grazie ai potenti mezzi messici a disposizione da WikiFantasy, siamo riusciti ad avere in anteprima la malacopia della lettera che Matteo Renzi spedirà agli insegnanti per convincerli a desistere dallo sciopero del 5 maggio prossimo.
Essendo scritta nel solito linguaggio politico fatto di parole difficili, di vocaboli con il naso lungo e di termini con le orecchie d’asino, siamo riusciti a tradurla dalla lingua “Renzusconiana ” grazie al nuovo software “Whistles for Flagons” (Fischi per Fiaschi).
Eccola in anteprima.

Caro corpo dei docenti e delle docentesse,
“nessuno che sia un vero Italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell’avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense”… questo meglio toglierlo… mi è venuto spontaneo cominciare come aveva fatto il nonno Benito nella sua ultima lettera.
Riprovo…
Care gambe delle docentesse,
accidenti, a questo ci aveva già pensato lo zio Silvio.
Ricomincio…
Cara pancia, anzi no, meglio cambiare perché quella la devo lasciare a Salvini per contratto.
Questa è la volta buona…
Cara schiena dei docenti,
che, pur piegandoti, riesci a sopportare il peso delle offese che ti hanno rivolto finora, ti prego non rialzarti perché nella “buona scuola” serve essere servi.
Care ginocchia dei docenti,
so che invidiate quelle della lavandaia per potervi lamentare di qualche cosa ma io vi offro la speranza di un miracolo: la “buona scuola” riuscirà sicuramente a farvi sentire come mamme che nutrono i loro figli, in pratica vi farà venire il latte.
Caro fianco dei docenti,
prestati ancora, con spirito di abnegazione, a tutte le umiliazioni che verranno con la “buona scuola” perché se non diventi un fiancheggiatore come entrerai nelle grazie del superiore?
Cara bocca dei docenti,
continua a tenere acqua dentro per non parlare di tutto ciò che cambierà in peggio. Ti prometto che la “buona scuola” ti farà venire spesso l’acquolina… prima di ingoiare un altro rospo.
Caro occhio dei docenti,
la riforma sta arrivando come un ciclone per distruggere, ma tu puoi sempre vedere “la buona scuola” come una grande bicicletta che ti può portare meritatamente verso traguardi supplicati.
Care orecchie dei docenti,
vi consiglio di assomigliare definitivamente a quelle del mercante perché la “buona scuola” cerca clienti e si vende al miglior offerente.
Caro fegato dei docenti,
rimani tranquillo e riposati; nella “buona scuola” è sufficiente dimostrare il coraggio di essere ruffiani.
Care mani dei docenti,
state al vostro posto, non mettetevi avanti e preparatevi a separarvi per meglio sorprendere i dirigenti; la soluzione che vi propongo è l’eutanasia cioè diventare ciascuna una mano morta.
Caro scheletro dei docenti,
rimani ben chiuso nell’armadio altrimenti lo sai che noi, che ci siamo fatti le ossa imparando a scalare dai tre monti, sappiamo adoperare la “buona scuola” come una medicina per darti il calcio di cui hai bisogno.
Caro cuore dei docenti,
entrando nel merito, non c’è bisogno che la “buona scuola” sia di sana e robusta Costituzione quindi è meglio se ti fai rottamare.
Cara testa dei docenti,
non mi interessa che tu sia d’uovo, di cuoio o di qualcos’altro. Con te non ci parlo più da un pezzo e a te la “buona scuola” non parla proprio.
Cari docenti,
scrivo a voi ma in realtà voglio rivolgermi ai genitori, agli studenti e soprattutto ai nonni per fargli sapere che non siete solo fannulloni ma vi considero delle frattaglie umane, dei pezzi di carne precaria solo cuore, anima e cervello.
Come fate a non credere alle promesse che riesco a raccontare così bene?
Come fate a non accettare di farvi prendere in giro dal sottoscritto?
Come fate a non accogliere il mio disprezzo per la democrazia?
Come fate a non capire che lo faccio per il vostro bene?
Come fate a non condividere la mia autorità dispotica?
Come fate a non esultare per i miei modi fascisti?
Come fate a non vedere che è peggio per voi?
Come fate a non prendermi sul serio?
Come fate a non adorarmi?
Come fate senza selfie?
Come fate?

Matteo@QuelloCheViHaDatoGli80Euro.it

EVENTUALMENTE
La magia dei Giardini estensi

Un evento da presentare in anteprima, per darvi la possibilità di partecipare e di curiosare prima di andare, per meglio selezionare quello che più v’interessa. Un evento cui presenzieremo e di cui parleremo ancora. Perché l’idea ci piace. E il profumo, le tonalità e i colori dei fiori pure, e tanto.
Il 2 e 3 maggio, nella splendida cornice del Castello, ritorna “Giardini Estensi”, con un’edizione dedicata al fiore di peonia (“La peonia, fiore degli Dei”). Come non ricordare che il nome della Peonia deriva da Paeon, il medico greco degli dei e che, secondo la leggenda, Peone utilizzò il fiore per guarire una ferita di Plutone; e che per ringraziarlo il dio gli fece il dono dell’immortalità trasformandolo nel bellissimo fiore della peonia. Un grande privilegio, poiché, per i greci, la peonia era l’unico fiore che meritava l’ammirazione degli dei e per questo era ospitato nell’Olimpo.
Il 2 maggio alle 9.30, verrà, quindi, realizzata, nel loggiato del cortile ducale del Castello Estense, una composizione floreale di peonie recise a cura della Scuola d’arte floreale del Garden Club di Ferrara (peonie fornite dall’azienda agricola La Riniera di Castel S. Pietro Terme).

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La locandina dell’iniziativa ‘Giardini estensi’

Ci sarà poi una bella mostra mercato che presenterà espositori di qualità, con piante rare, attrezzature per il giardinaggio e la cura degli spazi verdi. Per la gioia di espositori, di appassionati del verde e della natura, di esperti e meno esperti, di coloro che vorranno immaginarsi in un giardino fiorito nel bel mezzo della città. Un’atmosfera da favola. In contemporanea, negli imbarcaderi del Castello, si realizzerà la prima edizione della manifestazioneAtmosfere Country”, mostra mercato dedicata al vivere in campagna e all’artigianato di alta qualità; le antiche sale ospiteranno raffinati arredi, accessori e oggettistica di qualità legati a un mondo che rievoca le atmosfere rurali tradizionali.

L’impiego di delicati toni pastello, di materiali naturali come il legno, la prevalenza di forme morbide e la ricercatezza dei particolari sono alcune delle caratteristiche delle creazioni che si potranno ammirare. I materiali utilizzati sono spesso di riciclo oppure sono opportunamente anticati per ottenere oggetti vintage che richiamino atmosfere romantiche e retrò. Tutte le realizzazioni sono prodotte da artigiani e vanno dai mobili agli accessori come biancheria per la casa, accessori e servizi per la cucina. Si potranno trovare anche capi di abbigliamento e oggettistica varia, tutto rigorosamente hand-made.

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Spazio espositivo in piazza Castello

Una serie di eventi collaterali vedrà la partecipazione di ospiti illustri, come la famosa giornalista del verde e blogger Mimma Pallavicini, che terrà una conferenza sull’evoluzione del giardino mediterraneo, sabato 2 Maggio alle 17.00, nella sala Alfonso I del Castello; la presentazione di libri, uno show cooking vegano, a cura della chef Annalisa Malerba (da provare), mostre d’arte e diverse conferenze, tra i cui relatori vi saranno anche il maestro giardiniere Carlo Pagani e il curatore dell’Orto botanico di Ferrara, Fabrizio Negrini.
Saranno previste, inoltre, visite guidate nei giardini storici della città (da non perdere), a cura di Guide estensi Ferrara, comprendono il giardino pensile degli Aranci e quelli del Castello, il giardino delle Duchesse, di Palazzo Massari e il parco della cinta Muraria, con gli antichi orti estensi.
Verranno anche riconfermati alcuni contributi delle scorse edizioni, come il corso di cesteria per principianti tenuto dal maestro cestaio Roberto Bottaini e la realizzazione di architetture in salice, a cura Alberto Rabitti, artigiano e ingegnere.

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Archi in salice
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Tunnel in salice

Queste ultime possono essere particolarmente interessanti, perché permettono di creare bellissime strutture semplicemente piantando e intrecciando talee di salice (solitamente), per farne un gazebo, un’area giochi per bambini, un garage, un arredo urbano o uno spazio confortevole e piacevole di relax. Da essa filtrano luce, fresco ed energia d’estate, i bagliori della neve d’inverno. Ripetendo gesti antichi, si possono realizzare architetture viventi (e vivaci), piccole o grandi, verdi e a impatto zero. Da bambini abbiamo tutti sognato una bella casetta in armonia con la natura, questa è quel sogno, tanto più che cambia aspetto, forma, dimensione e colore, a seconda della stagione. Negli anni cresce, si può modificare, intrecciare, pettinare, accarezzare, cambiare. Basta curarla, mantenerla in forza e in salute con le adeguate potature durante l’anno. Prendersene cura, insomma. Alla manifestazione, Rabitti realizzerà un esempio di recinzione e un tunnel, il 3 maggio, al giardino delle Duchesse, dalle 11.00 al tramonto. I creatori curiosi non possono mancare. Particolarmente originale sarà anche l’esposizione degli hotel per insetti a cura di Paolo Tosco Parlamento (tutta la giornata di domenica 3 maggio, nel giardino delle Duchesse).

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Hotel per gli insetti
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Realizzati a regola d’arte

Spazio all’immaginazione e alla creatività, quindi. D’inverno, quando fa freddo e il lavoro nel giardino è ridotto, quale migliore idea se non quella di costruire un hotel per gli insetti? Una casa di tal tipo serve agli insetti come sito di nidificazione. In particolare, le specie vulnerabili, come le api selvatiche, possono stabilirsi lì per sviluppare e riprodursi in uno spazio tranquillo e protetto. Molti insetti sono impollinatori e si nutrono di parassiti. Essi sono molto importanti per l’ecosistema, ma l’agricoltura moderna e la silvicoltura hanno distrutto molti habitat naturali utili a questi insetti. Attraverso l’installazione di una casa per gli insetti alcune specie possono essere sostenute nella loro esistenza e aiutati nella loro lotta per la sopravvivenza. Ma ci sono delle regole. L’hotel per insetti deve essere orientato a sud o sud-est, in modo da poter essere illuminato dal sole al mattino, deve “voltare le spalle” ai venti dominanti e trovarsi nei pressi di un bel prato di fiori selvatici e/o coltivati (il ristorante dell’hotel) ed essere sollevato da terra di una trentina di centimetri e riparato dalle intemperie. E vi sono materiali adatti. Per i calabroni, ad esempio, serve una scatola con un buco del diametro di 10 mm e una piccola “rampa di lancio”, per alcune specie di api e vespe solitarie, meglio una stuoia di legno o di paglia arrotolata, per le api solitarie, mattoni forati riempiti di argilla e paglia, per gli imenotteri, giunchi, bambù o altri bastoncini vuoti all’interno, per alcune specie di api e vespe solitarie, pezzi di legno secco con dei buchi. Anno dopo anno, l’hotel contribuirà ad arricchire la micro-fauna d’insetti ausiliari e impollinatori del giardino. Qui vi sarà insegnato tutto questo e altro.

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Piazza Castello ‘Giardini estensi’ edizione 2013

L’intento dell’organizzazione è di creare iniziative culturali di alto livello e ben coordinate per potenziare l’opportunità di sviluppo turistico della manifestazione.
La novità: è stata attivata una convenzione tra Atmosfere Country (la sezione dedicata all’artigianato all’interno degli Imbarcaderi) e il museo del Castello Estense. Per i visitatori del museo, l’ingresso ad Atmosfere Country sarà possibile al costo di 2 €.

Per i dettagli della manifestazione, l’elenco degli espositori e il programma degli eventi culturali, visita il sito [vedi].

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
La scuola che venne dal freddo

La vita di ognuno, nuova e vecchia che sia, è sempre una promessa, sempre uno sviluppo verso il futuro. Se la vita è appena nata è piena di speranze e tutti sono lì a spianarne la strada, almeno fino a quando uno non decide che la sua strada se la spiana da solo. La delusione non è di quanti avrebbero voluto aiutarlo, ma che alla fine di tanti sforzi si rischi di trovare solo il nulla.
La conoscenza, il sapere, l’istruzione, la curiosità, la meraviglia sono le nostre libertà. Si nasce che è un tutto darsi da fare per assimilare il mondo che ci sta intorno e che ci deve ospitare. E questo è un imparare, un apprendere incessante, spontaneo, naturale.
La stupenda avventura della crescita, del cammino nel mondo di chi nasce è storicamente imbrigliata, mortificata dalle culture e dai costumi sociali, attraverso un’educazione che è ancora un universo di riti di passaggio, obbligatori per essere accolti nell’alveo degli adulti.
L’amore per i nostri piccoli non è ancora così forte da difenderli dai nostri condizionamenti, dalle nostre aspettative, dalle nostre visioni del mondo.
Eppure il rispetto della libertà di ogni individuo ci dovrebbe indurre a diffidare della parola educazione quando si sostituisce all’istruzione, alla conoscenza, all’esperienza, ai processi di apprendimento. Abbiamo un eccesso di cultura dell’adattamento sociale che distrae dai sentieri che conducono ai veri saperi, alle vere conoscenze.
L’infelicità di una classe, di un banco, di una lavagna nera, di una realtà di nozioni in formule bianche e nere, l’anonima solitudine delle scuole, degli apprendimenti gelidi, dei tradimenti del pensiero, della mente, dell’intelligenza. La noia che precipita le sue nubi sul tempo dei giovani, che ne oscura il sole, che ne anticipa i tramonti.
La mano sinistra a scuola non ha mai avuto cittadinanza, è sempre stata mancina, da ricondurre sulla retta via della destra.
Siamo così abituati a vivere le nostre mancanze di libertà, che tutto ciò ci pare normale o per lo meno riteniamo che è sempre stato così. Qui sì l’obbedienza non è più una virtù, come scriveva Lorenzo Milani. Cosa ci sarebbe di così virtuoso nel sottomettersi alle lunghe pratiche di un’educazione che avrà anche cambiato i propri metodi, la considerazione dell’infanzia e dei giovani, ma che, alla pari di quella più tradizionale, tende ancora prioritariamente a formare cittadini fedeli, emozionalmente legati alla cultura e ai simboli del proprio paese o della propria civiltà?
Sarà bello e rassicurante, ma non è virtuoso, perché posto a monte anziché a valle di un processo volto ad impadronirsi dei saperi e degli strumenti culturali che consentano alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, una volta divenuti adulti, di compiere scelte consapevoli in piena libertà. Le nostre scuole non esercitano la mente e il suo spaziare, le intelligenze e il loro ragionare, se non entro i confini sanciti da quei percorsi di studio che chiamiamo curricoli, ma che del latino ‘currĕre’ hanno mantenuto solo l’etimologia.
Verso dove corrono i giovani che escono dalle nostre scuole? Non certo verso la propria realizzazione, non certo verso ciò che li renda felici, arresi ormai come sono al sistema che li ha educati, o meglio piegati. Fin dall’infanzia a scuola li prepariamo per una società che c’è già stata e per una che, quando anche loro saranno grandi, non ci sarà già più.
Ma nessuno si pone in questa prospettiva, quasi fossimo convinti che meglio del presente e degli insegnamenti tramandati dal passato non ci sia nulla.
Invece il meglio c’è, ed è la cura delle nostre giovani generazioni non per educarli a quello che noi abbiamo deciso di mettergli attorno, ma per fornire loro ambienti ricchi di strumenti e di opportunità d’apprendimento permanente, per imparare ad essere se stessi, a realizzare pienamente la propria personalità, a migliorare per sé e per gli altri il mondo in cui vivono.
Si tratta di un’operazione delicata e difficile che non può essere imbrigliata nello schema di prescrizioni e regolamenti, nella visione angusta di una scuola per classi, corsi, orari, gradi ed esami, inadatta per la sua scarsa flessibilità a forme progettuali e creative di apprendimento condotte dagli studenti stessi.
È tempo per i nostri sistemi di istruzione di evolvere. Di uscire dalla scuola del freddo, delle conoscenze senza calore, incapaci di accendere il fuoco del sapere. Anche gli insegnanti più capaci e impegnati sono in difficoltà a preparare gli studenti per questo tempo nuovo, all’interno di un modello educativo sviluppato per il secolo diciannovesimo. La natura antiquata di questo modello sta causando seri problemi agli studenti, di interesse, di motivazione, di prospettive per il futuro. Oggi, circa un terzo dei bambini di tutto il mondo non accederà mai alle scuole superiori e molti di coloro che giungeranno ad iscriversi abbandonerà prima della fine. Gli altri che ce la faranno ne usciranno senza un’idea di cosa voglia dire istruzione permanente, disimpegnati come saranno ad imparare. Ciò implica una perdita enorme di potenziale umano e un costo economico elevato per la società. Dobbiamo e possiamo fare meglio.
La buona notizia è che in alcuni posti intorno al mondo studenti e insegnanti innovatori stanno effettuando il cambiamento, formando in modo nuovo gli studenti alle competenze che il secolo ventunesimo richiede. Questo sulla spinta delle conclusioni del vertice “Equinox: learning 2030”, tenuto a Waterloo, nell’Ontario, in Canada, ne abbiamo già scritto in questa rubrica. [vedi]

IMMAGINARIO
Diamanti in fuga.
La foto di oggi…

Quinto scatto di Daniela Solaini la igers che sta animando il profilo Instagram del Comune, @comunediferrara, nell’ambito del progetto #MyFerrara realizzato assieme al gruppo Igers Ferrara.
Oggi un punto di vista insolito su un edificio simbolo della città, e non solo della nostra come ci racconta l’autrice nel suo commento.

“Qualcuno è stato a Palazzo Diamanti in questo fine settimana? Sicuramente è uno dei palazzi più noti della città, e attira sempre migliaia di visitatori, non solo per le splendide mostre, come La rosa di fuoco attualmente in corso, ma anche per la particolare struttura geometrica delle facciate, alla quale deve il nome. Fin qui niente di nuovo, direte. Ma è per questo che amo questo palazzo, per la sua unicità…o quasi. Una curiosità: a Marsiglia, proprio dietro il bellissimo Hotel de Ville che si affaccia sulla darsena, c’è un palazzo che si chiama, guarda un po’, Maison Diamantée, e le sue pareti sono decorate con lo stesso motivo. Si dice, ma la fonte non è certa, che il suo costruttore sia di origini italiane… Il punto di vista che preferisco, è proprio questo, diamanti in fuga…”

OGGI – IMMAGINARIO MYFERRARA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

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foto di Daniela Solaini

ACCORDI
Schindler il giusto.
Il brano di oggi…

La copertina della colonna sonora
La copertina della colonna sonora

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta… 

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

John Williams – Schindler’s list theme

Nasceva oggi, nel 1908, Oskar Schindler, il celebre imprenditore tedesco divenuto celebre per aver salvato la vita a circa 1100 ebrei durante la Shoah, impiegandoli in un’azienda di pentolame da lui stesso aperta a Cracovia. Per ricordarlo è d’obbligo la menzione al bellissimo tema tratto dal famoso film del 1993 a lui dedicato, Schindler’s list di Steven Spielberg; quella firmata da John Williams è una delle colonne sonore di maggior successo della storia del cinema, vincitrice di un premio Oscar e di un Grammy.

GERMOGLI
La creatività.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata

arthur_bloch.thumbnail_227_292E, ahinoi, viviamo in un’epoca di chef e cucinieri.

“La creatività è inversamente proporzionale al numero di cuochi che stanno facendo il brodo”. (Arthur Bloch)

Controllo e limitazione delle volpi e dei piccioni domestici: Sospensione

da: ufficio Comunicazione Comune di Copparo

In seguito al ricorso di Animal Liberation e dell’Associazione vittime della caccia presso il Tribunale Amministrativo Regionale di Bologna e dell’accoglimento da parte del Consiglio di Stato dell’istanza cautelare di primo grado, il sindaco ha disposto la sospensione degli effetti del suo decreto n. 24 del 08/10/214, relativo al controllo e alla limitazione delle volpi e dei piccioni domestici.

Giovedì interruzione del servizio idrico nella zona di Pilastri in comune di Bondeno

da: ufficio stampa Hera

Dalle ore 8.30 alle ore 16.30 per permettere l’effettuazione di alcuni lavori alle reti idriche

Giovedì 30 aprile, dalle ore 8.30 alle ore 12.30, in località Pilastri in Comune di Bondeno, sarà interrotta l’erogazione dell’acqua potabile, per permettere la realizzazione di alcuni lavori lungo le reti idriche.

In particolare, saranno interessate dall’interruzione le utenze di via Virgiliana, dal numero civico 242 al 256 e dal numero 241 al 389 e di via Farini dal numero civico 117 al 141 e dal numero 154 al 174.

Inoltre, potrebbero verificarsi cali di pressione nell’erogazione dell’acqua, sempre nella mattinata, anche in altre zone dell’abitato di Pilastri.

Nelle ore successive alla normalizzazione del servizio saranno possibili lievi intorpidimenti dell’acqua, che si risolveranno dopo qualche istante di scorrimento.

In caso di maltempo l’intervento sarà eseguito nei giorni successivi

Presentazione del libro di Marco Piccolino

da: Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Nell’ambito delle celebrazioni del XXV aprile a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea, Mercoledì 29 Aprile 2015, ore 17.00, presso la Sala Arengo del Municipio di Ferrara verrà presentato il libro di Marco Piccolino A Sant’Anna di Stazzema. La storia di Pietro testimone per caso della strage nazifascista (ed. Il Campano, 2014). Sarà presente l’autore, Marco Piccolino studioso di neuroscienze, docente per molti anni all’Università di Ferrara.
Il libro ricostruisce la vicenda della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema con grande intensità umana e narrativa, frutto di una accurata ricerca tra materiali d’archivio inesplorati e testimonianze orali. A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini nazifascisti commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
560 furono le persone uccise: uomini, donne e bambini. La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista.
Quel giorno l’uomo decise di negare se’ stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.

L’iniziativa nell’ambito di Ascom Days: Buy Delta del Po “sbarca” a Comacchio il 29 aprile 2015

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

“Sbarcheranno” nel pomeriggio a partire dalle ore 15 del 29 aprile nella città dei Trepponti una decina di operatori internazionali (4 Russia, 2 Italia, 2 Regno Unito, 1 Germania, 1 Norvegia) per visitare il parco del Delta e la storica città di Comacchio. Stiamo parlando del Buy Delta del Po, organizzato da Ascom Ferrara, l’affermato appuntamento dedicato al mondo dei professionisti del settore.
Un vero e proprio tour per gli operatori – in visita alla Wellness Valley dell’Emilia Romagna – che partiranno dalla Manifattura dei Marinati (Museo del Gusto dell’Emilia Romagna).

“Il Buy Delta del Po è nella giusta direzione di concreta promo valorizzazione del nostro territorio e di un entroterra che sono di ricchezza inestimabile, anche in considerazione della procedura Unesco sul progetto MAB. Il parco del Delta è un richiamo fortissimo per un turismo che coniuga paesaggi, storia ed enogastronomia, e quest’ultima è peraltro un elemento portante, specie in considerazione dall’imminente partenza di Expo. In questo modo si possono incentivare presenze e flussi allargando le opportunità della nostra riviera” commenta Gianfranco Vitali, presidente Ascom Comacchio.
Dopo una prima tappa, quindi, la comitiva dei buyer si sposterà in bici ed in barca nella valli del Delta alla scoperta di una flora e di una fauna (ad esempio i fenicotteri rosa) che ha pochi confronti. Escursioni che poi avranno un gustoso appuntamento enogastronomico con le specialità tipiche del territorio al Bettolino di Foce. Gli operatori poi rientreranno nel centro della città dei Trepponti per una visita a piedi tra ponti, canali e scorci caratteristici.
Il Buy Delta organizzato da Ascom Confcommercio Ferrara fa parte della ventesima edizione della Borsa del turismo regionale “Buy Emilia Romagna”, giunto ormai alla sua ventesima edizione è promosso da Confcommercio-Imprese per l’Italia dell’Emilia Romagna e dalle Federazioni regionali del turismo (Faita, Federalberghi, Fipe, Fiavet) in collaborazione con Apt Servizi e con il patrocinio di Enit.
Nel corso della giornata del 29, altri 12 tour operator internazionali (2 Russia, 1 Lituania, 3 Francia, 2 Stati Uniti, 1 Italia, 1 Spagna, 1 Germania, 1 Portogallo) saranno invece a Ferrara, città Patrimonio dell’umanità Unesco. Il programma prevede, dopo un tour del centro storico con la sosta in un negozio di prodotti tipici e dimostrazione dal vivo di produzione di ceramica graffita estense, la visita al Castello Estense e al Palazzo Ducale; durante questa tappa saranno presentate ai buyer internazionali anche le opportunità cicloturistiche presenti in città e in provincia. E’ prevista pure una visita all’Argenta Golf Club da parte di due tour operator (Svezia e Francia) con target legato al mondo dei golfisti.
“L’iniziativa Buy Delta è inserita – come ricorda il direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara Davide Urban – nell’ambito degli Ascom Days che si svilupperanno tra aprile e maggio (dal 29 aprile al 14 maggio) tra le sedi di Ferrara e Comacchio con iniziative, eventi, seminari sul tema dell’Innovazione, Internazionalizzazione, (e non solo) che coinvolgeranno operatori, istituzioni in un percorso culturale completo. Continua così il nostro impegno concreto per la promo valorizzazione del territorio, degli operatori e delle loro imprese”.

Il sindaco interviene sull’apertura del punto di primo intervento

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

A seguito dell’interpellanza presentata dal consigliere comunale Davide Michetti (capogruppo lista civica L’Onda), in merito alla presunta variazione della data di apertura del Punto di Primo Intervento all’interno dell’ospedale San Camillo, il Sindaco Marco Fabbri rassicura la popolazione locale, dopo aver chiesto ed ottenuto riscontro da parte del Dott. Gianni Serra, Direttore ASL del distretto sud-est. “Non sono state apportate modifiche al periodo ufficiale di apertura del Punto di Primo Intervento – sottolinea il Sindaco -, che resterà operativo dal 1° giugno al 15 settembre prossimo. Il Dott. Serra nel confermare le aperture estive determinate e deliberate dalla seduta della Conferenza territoriale socio-sanitaria del 26 giugno 2013, mi ha segnalato che probabilmente tale notizia è frutto della presenza di un refuso in un documento interno alle aziende sanitarie locali, mai trasmesso al Comune di Comacchio. Ringrazio il Dott. Serra per il tempestivo chiarimento ed il consigliere Davide Michetti per l’interessamento. Il punto di primo intervento pertanto riaprirà il 1° giugno prossimo e non il 15 giugno. La presenza di un presidio ospedaliero nel territorio è fondamentale per gli abitanti e per i turisti. Auspico – conclude il Sindaco- che in futuro ogni comunicazione di interesse generale possa essere veicolata dai canali ufficiali, prima che si creino dannose ed inutili situazioni di allarmismo.”

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Internazionalizzazio​ne: al via il bando della Regione per i Consorzi, contributi fino a 150 mila euro per “conquistare” mercati esteri

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Ammessi progetti speciali da realizzare durante il periodo dell’Expo Milano 2015. Le domande entro il 25 giugno

Al via contributi, fino ad un massimo di 150 mila euro, destinati ai consorzi per l’internazionalizzazione per realizzare eventi e iniziative rivolte ai mercati esteri.
Il bando d’avviso pubblico della Regione, approvato nell’ultima seduta della Giunta, finanzia le azioni messe in campo da Consorzi per l’internazionalizzazione che dovranno essere realizzate entro il 31 dicembre 2015. Il contributo complessivo potrà arrivare al 50% della spesa ammissibile ( e non superare i 150 mila euro).
Prevista anche la possibilità di realizzare progetti speciali per realizzare eventi e iniziative, esclusivamente sul territorio dell’Emilia-Romagna, in concomitanza dell’Esposizione Universale di Milano 2015 (1 maggio al 31 ottobre 2015). Questa tipologia di progetto speciale deve evidenziare le connessione con i temi ed i settori dell’Expo Milano 2015, il target di operatori esteri che si vuole attrarre sul territorio regionale con gli eventi e i Paesi target e motivazione della loro scelta.
Le domande dovranno inviate all’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) sportelloestero@postacert.regione.emilia-romagna.it entro il 25 giugno 2015.
«L’obiettivo del provvedimento – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive e Ricostruzione post sisma Palma Costi – è quello di promuovere i processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese regionali con il sostegno a progetti in forma aggregata. In particolare il bando è rivolto al sostegno di programmi promozionali proposti dai “consorzi per l’internazionalizzazione. Ma non solo. Expo rappresenta una occasione unica e con questo provvedimento cerchiamo di attrarre ulteriori investitori o operatori esteri in Emilia-Romagna tramite progetti speciali».
Possono presentare domanda i consorzi per l’internazionalizzazione (costituiti da almeno otto imprese fra loro indipendenti o almeno cinque imprese se trattasi di imprese artigiane) che hanno sede legale in Emilia-Romagna e costituiti da imprese prevalentemente con sede legale in Emilia-Romagna (le imprese consorziate con sede al di fuori della regione non devono rappresentare più del 25% del totale). Come previsto dalla legge 134/2012 istitutiva dei Consorzi per l’internazionalizzazione, è ammessa la partecipazione di enti pubblici e privati, di banche e di grandi imprese, purché non fruiscano del contributo.
Nella domanda di contributo vanno indicate le imprese consorziate che beneficeranno delle iniziative progettuali, allo scopo di identificare e quantificare i destinatari e l’ammontare dell’aiuto concesso.

I Contenuti del bando
Le spese ammissibili potranno riguardare principalmente: la partecipazioni fieristiche del consorzio a fiere estere con qualifica internazionale ma anche a fiere in Italia riconosciute internazionali in base al calendario pubblicato dalla Conferenza delle Regioni; le spese promozionali del consorzio per l’internazionalizzazione; le spese di incoming relative alla ospitalità di operatori esteri in Italia. A queste spese si aggiungono quelle per personale, consulenze specialistiche, realizzazione sito web, realizzazione marchio consortile eccetera.
L’istruttoria delle domande dal punto di vista dell’ammissibilità formale verrà svolta dal competente Servizio regionale, entro 30 giorni dalla scadenza del presente bando. La valutazione di merito dei progetti che avranno superato con esito positivo le verifiche di cui ai punti precedenti, sarà svolta entro i successivi 60 giorni da un apposito nucleo di valutazione.

A Unife arriva la Start Cup Emilia-Romagna 2015, la competizione per le migliori idee d’impresa promossa da Aster

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Farà tappa all’Università di Ferrara mercoledì 29 aprile presso il Laboratorio Teknehub del Tecnopolo di Ferrara, (via Saragat, 13), la StartCup Emilia-Romagna 2015, business plan competition promossa da ASTER, Consorzio regionale per l’innovazione e la ricerca industriale, in collaborazione con le Università della Regione.

“Trasforma in impresa i risultati della tua ricerca!”. E’ questo il titolo dell’evento che si pone come obiettivo principale la presentazione della competition delle idee di impresa provenienti dalla ricerca e delle start up costituite dopo il primo gennaio 2015. Dopo gli interventi illustrativi della StartCup, seguirà un seminario più specifico che illustrerà come trasformare la propria idea e portarla sul mercato. Non mancherà la presentazione di una neo impresa che ha seguito il percorso StartCup nell’edizione 2014. Nel pomeriggio sarà inoltre fornita assistenza nella presentazione della domanda di partecipazione.

I premi in palio per i primi tre classificati a livello regionale prevedono un riconoscimento in denaro. Non solo. Unife mette anche a disposizione un premio locale a favore della migliore idea di impresa proposta da rappresentanti della comunità accademica, compresi gli studenti, che consiste in un corso in Silicon Valley per un rappresentante del team di impresa. L’aspirante imprenditore sarà assistito nella predisposizione di una presentazione della propria idea di impresa e potrà trascorrere una settimana negli Stati Uniti d’America e seguire lezioni, workshop, testimonianze.

Un ulteriore premio a livello locale è offerto da SIPRO, Agenzia Provinciale per lo Sviluppo di Ferrara, e consiste in un anno di permanenza gratuita del team all’interno degli spazi dei propri incubatori oltre che nell’assistenza all’avvio dell’attività e nell’individuazione e predisposizione di domande di agevolazione.

A livello regionale è prevista anche una sezione speciale della StartCup 2015 promossa da CRIF, società specializzata in sistemi di informazioni creditizie, business information e soluzioni per la gestione del credito, in collaborazione con AlmaCube, che premierà la migliore idea d’impresa in ambito financial technology con un premio del valore complessivo di 30.000 euro, parte come investimento nel capitale di rischio dell’impresa e parte in attività consulenziale di supporto alla fase di prototipazione dell’idea.

Altre opportunità, infine, per i primi tre progetti della graduatoria legati al mondo della ricerca, che rappresenteranno la StartCup Emilia-Romagna al PNI-Premio Nazionale Innovazione 2015.

Il bando e il regolamento della StartCup Emilia-Romagna 2015 sono disponibili sul sito: www.startcupemiliaromagna.it

Per partecipare all’evento del 29 aprile a Ferrara è necessario iscriversi: http://www.startcupemiliaromagna.it/p/iscriviti-29-aprile.html

Città del Ragazzo: 11 under 27 in partenza per la Germania per apprendistato

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

Non sognano l’America, ma la Germania. Sono gli 11 under 27 che stanno per prendere il volo per la Westfalia, dove con iniziale contratto di apprendistato di 6 settimane – che si auspica venga poi convertito in 3 anni – lavoreranno come operai specializzati, cuochi, camerieri, commessi, giardinieri. Figure che qui abbondano e là mancano. I primi partiranno il 6 maggio, una volta terminato il corso intensivo di tedesco – 400 ore – tenuto al Wall Street Institute, ma entro giugno tutti avranno lasciato Ferrara e il Belpaese. «Siamo felici», assicurano, perché dopo tanti lavoretti a tempo si aspettano ora «serietà e opportunità di realizzarci, soprattutto con la prospettiva della stabilità». Ben 600 e provenienti da ogni parte d’Italia i curricula selezionati dalla Città del Ragazzo, partner del progetto annuale Mobi Pro International, interamente finanziato dalla Comunità Europea e promosso dal centro di formazione tedesco Moveo Gmbh (Arnseberg), con cui l’ente diretto da Giuseppe Sarti da tempo collabora. «E’ stata l’occasione – spiega Elena Pavani, docente nonché coordinatrice del progetto – per avviare un percorso di mobilità internazionale». Degli 11 ragazzi, di età compresa tra i 19 e i 26 anni, ben 7 sono ferraresi e hanno frequentato gli istituti professionali del territorio, gli altri provengono da Sicilia, Umbria, Lazio. In comune, hanno una forte motivazione a ‘farcela’ e la volontà di mettersi alla prova lasciando tutto. Soddisfatto Sarti: «Oggi – conferma – i confini per trovare lavoro sono più ampi. Un’esperienza all’estero può essere un valore aggiunto per un giovane, che accettando dà un segnale importante di apertura mentale e disponibilità al cambiamento. Un elemento distintivo – chiude il direttore – molto apprezzato dalle imprese».

Seminario Cna sulle novità fiscali: difficoltà e opportunità

da: ufficio stampa Cna Ferrara

“Novità fiscali, tra difficoltà e opportunità” è il titolo del seminario organizzato dalla Cna di Ferrara, in programma per mercoledì 29 aprile, alle ore 17,30, presso la Sede provinciale dell’Associazione (via Caldirolo, 84).
I lavori saranno aperti da Riccardo Roccati, presidente provinciale di Cna Costruzioni, cui seguirà un intervento di Alessia Frabetti, responsabile provinciale Cna per le Imposte indirette, dedicato a “Iva: lo Split Payment e il Reverse-charge”. In seguito, Rita Tosi, responsabile provinciale Cna dell’Area Fiscale si soffermerà sui bonus fiscali, e in particolare la proroga delle detrazioni e la nuova deduzione per l’acquisto di abitazioni da concedere in affitto, e sulla esenzione Imu delle imprese costruttrici. L’intervento conclusivo sarà di Claudio Carpentieri, responsabile nazionale Cna per le politiche fiscali.

Progetto “Educa”, la vedova di Mandela e la vicepresidente Gualmini insieme a Reggio Emilia

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Minori: oggi la conferenza conclusiva del progetto europeo “Educa” con Graca Machel, vedova di Nelson Mandela, a Reggio Emilia. La vicepresidente Gualmini: “Di fronte a cambiamenti epocali, recuperare un senso profondo di accoglienza e comunità”

La scuola come “seme del cambiamento sociale”, che consente a ogni bambino di “costruirsi il proprio destino e di acquistare la propria libertà” all’interno della comunità di appartenenza. Una comunità che dev’essere in grado di “dialogare e confrontarsi nelle differenze”, e di “recuperare, senza troppe paure, un senso profondo di accoglienza”. Soprattutto di fronte a “cambiamenti epocali come i flussi ininterrotti e sempre più grandi di migranti e profughi, nel nostro Paese e in Europa”. E’ intervenuta oggi a Reggio Emilia, al Centro internazionale Loris Malaguzzi, la vicepresidente della Giunta regionale Elisabetta Gualmini, in occasione della conferenza conclusiva di “Educa” (Education for development upgrade children in action), il progetto europeo che punta a migliorare gli standard di vita e l’inclusione sociale delle comunità di Pemba in Mozambico e Belo Horizonte in Brasile, concentrandosi sull’educazione di bambini e ragazzi (0-18 anni). Ospite d’eccezione della giornata Graca Machel, presidente della Fondazione per lo sviluppo della comunità del Mozambico e vedova di Nelson Mandela, che ha tenuto una lectio magistralis.

“Mai come in questi giorni la visita di Graca Machel, già ministro dell’Istruzione in Mozambico e da sempre impegnata nella difesa dei diritti dei bambini e delle donne, risulta opportuna e di grande rilevanza – ha sottolineato Gualmini – . Il suo esempio ci insegna che la scuola è il seme del cambiamento sociale, perché permette a ogni bambino di costruirsi il proprio destino e di acquistare la propria libertà. Ci insegna poi, insieme all’esempio di un leader mondiale come Nelson Mandela, come il miglioramento della scuola e della società intera non possa che procedere insieme, all’interno di una comunità. Mandela ci parlava dello spirito dell’ubuntu, che ci spinge a condividere, stare insieme, dialogare e confrontarsi nelle differenze”.
“Proprio oggi – ha aggiunto la vicepresidente – in cui la politica sembra quasi impotente di fronte a cambiamenti epocali come i flussi ininterrotti e sempre più grandi di migranti e profughi nel nostro Paese e in Europa, occorre recuperare un senso profondo di accoglienza e comunità senza nascondersi, senza troppe paure, e con la consapevolezza che solo affrontando con razionalità e ragionevolezza i problemi questi possono essere gestiti. Se ognuno fa la propria parte – ha concluso Gualmini – , si procede meglio che non camminando da soli”.

Il progetto “Educa”
Promosso dal Comune di Reggio Emilia insieme a Reggio Children, Gvc, Municipalità di Pemba e Municipalità di Belo Horizonte, con Arci Solidarietà e Boorea, il progetto è stato avviato a giugno 2011. Il presupposto è che la qualità del processo educativo sia legata alla necessità di una migliore formazione degli insegnanti e a maggiori investimenti nelle strutture scolastiche e nelle infrastrutture, ma soprattutto dal riconoscimento dell’istruzione come responsabilità collettiva. Con “Educa”, insegnanti e autorità locali hanno lavorato e lavorano in partnership con le organizzazioni della società civile. Il progetto ha sostenuto quindi le autorità locali nel loro ruolo di governo, specialmente nelle politiche educative, in un’ottica di maggiore responsabilità, favorendo attività di networking internazionale, rafforzando le comunità nel promuovere l’educazione e migliorando l’istruzione di qualità.
Graca Machel
Impegnata a livello internazionale per i diritti delle donne e dei bambini, Gracha Machel è stata combattente per la liberazione del Mozambico e successivamente ministro dell’Istruzione e della Cultura del Paese dal 1975 al 1989. Come ministro prima e come portavoce dell’Organizzazione nazionale dell’infanzia del Mozambico poi ha investito nell’educazione, raddoppiando il numero di bambini iscritti nella scuola primaria. In seguito si è impegnata nella relazione con le famiglie e nella presa in carico dei bambini vittime della guerra civile che ha colpito il suo Paese. Nel 1994 è stata incaricata dall’Onu di redigere un rapporto, noto come “Machel Report”, sui bambini vittime di conflitti. Dall’indagine è emerso come il primo elemento di riabilitazione e integrazione sociale dei bambini vittime del conflitto sia l’opportunità di accesso all’educazione. Nel 1995 ha ricevuto la Nansen Medal dall’Onu per il suo contributo nelle politiche sociali e per il suo impegno per l’infanzia. E’ stata delegata Unicef per la conferenza del 1998, ed è presidente nazionale della commissione Unesco. Nel 1998 ha sposato Nelson Mandela, primo presidente a essere eletto dopo la fine dell’apartheid in Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993; ha vissuto con lui fino alla sua morte, avvenuta nel dicembre 2013.

Black Meal: workshop ispirato alle cene al buio

da: Ri-Generazione Urbana

Sabato 2 maggio a Wunderkammer il primo incontro, per realizzare una performance partecipata

Quanto associamo il gusto alla vista? Quanto è importante l’aspetto dei cibi che mangiamo? Queste saranno le domande che guideranno lo svolgimento di Black Meal, workshop performativo curato dalla coreografa Milka Panayotova per il programma God save the Green – organizzato dall’associazione Basso Profilo.

Il primo incontro, aperto non solo a chi ha già confermato la propria partecipazione ma anche a tutte le persone che vorrebbero maggiori informazioni, si terrà sabato 2 maggio dalle 9 alle 12 presso Wunderkammer, in via Darsena 57 a Ferrara.

«Tatsumi Hikikata, uno dei fondatori della danza butoh, preferiva mangiare al buio – spiega Milka -. Per lui il cibo così diventava più buono. Vale per tutti questa esperienza? I ristoranti al buio negli ultimi anni sono diventati una moda – spiega Milka -. Rappresentano una prospettiva di lavoro per le persone non vedenti e offrono ai loro clienti un’esperienza veramente particolare, quella di apprezzare il proprio pasto solamente mangiandolo e toccandolo, nell’oscurità totale. Black Meal si muoverà a partire da queste riflessioni per realizzare una performance partecipativa».

Il workshop sarà aperto a tutti, non servono esperienze pregresse per partecipare. Comprenderà tre incontri dedicati allo studio e all’esplorazione del rapporto tra sensi e cibo – con momenti di confronto e discussione ma anche allenamento, assaggio e preparazione di ricette al buio. L’obiettivo sarà realizzare assieme una cena/performance – che si terrà sabato 23 maggio, sempre presso Wunderkammer- capace di coinvolgere il pubblico in un’esperienza unica, un viaggio degustativo e percettivo.
L’associazione Basso Profilo – impegnata da anni nel progetto Ri-generazione urbana, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e patrocinato dal Comune di Ferrara – ha deciso di dedicare le attività della primavera 2015 al tema del verde urbano, dell’agricivismo, dell’alimentazione consapevole e sostenibile, proponendo alla città il calendario di iniziative, mostre e corsi intitolato God save the Green.

Trasformazioni ministeriali e spinta all’inovazione: arriva “Restauro 2015”

da: ufficio stampa Culturalia

Lo storico appuntamento con il Salone del Restauro, vetrina internazionale dedicata al Restauro e alla Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali, verrà presentato per la XXII edizione (6-9/5) lunedì 4 maggio, alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella sala stampa della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, al 12° piano di viale Aldo Moro 52, a Bologna. Saranno presenti Palma Costi – Assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma, Sabina Magrini – Segretario Regionale, Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’Emilia Romagna, Carla di Francesco – MiBACT – membro del Comitato Scientifico di RESTAURO, Filippo Parisini – Presidente Ferrara Fiere, Marcello Balzani – Direttore del Centro Dipartimentale D.I.A.P.Re.M. Università di Ferrara e Responsabile scientifico di TekneHub (Tecnopolo Università di Ferrara, Piattaforma costruzioni rete alta tecnologia Emilia-Romagna), Letizia Caselli – responsabile scientifico del progetto internazionale “La città dei musei. La città della ricerca”, Carlo Amadori, capo progetto Restauro – Acropoli.

L’EVENTO
LiberAzione, così Ferrara rivive il 25 aprile

Gli alleati che arrivano, la gioia di liberarsi dalla paura, il senso di comunità, la festa: è la Liberazione. E’ quello che si è davvero riusciti a vivere di nuovo un po’ a Ferrara, per il 70esimo anniversario della liberazione del Paese da parte degli Alleati. Il 25 aprile 2015 la festa è stata rievocata e condivisa da attori, visitatori e cittadini nelle vie del centro. A far rivivere quel momento storico e quei sentimenti l’azione teatrale intitolata – appunto – “LiberAzione”. Un corteo di uomini, donne e bambini che da piazza Verdi è sfilato fino al muro del castello estense. La celebrazione-messa in scena è stata realizzata da Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e Gruppo teatro comunitario di Pontelagoscuro in collaborazione con Arci-Spi Cgil e fondazione l’Approdo. La raccontano per noi le belle immagini scattate da Luca Pasqualini.

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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)
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LiberAzione: l’azione teatrale in scena a Ferrara per il 25 aprile 2015 (foto Luca Pasqualini)

NOTA A MARGINE
Uomini in mare

di Claudio Pisapia

Uomini in mare, nel Mediterraneo, un mare che i Romani chiamavano ‘mare nostrum’ ma che oggi non riusciamo a controllare, nonostante il progresso intervenuto in duemila anni di storia.
Capita oggi di vedere in tv ragazzi nudi che vengono tirati sulle imbarcazioni partite dai porti italiani nella speranza di contenere un’altra tragedia, per salvare delle vite, per portare al sicuro quelle mani che escono dai flutti del mare in cerca di un’altra mano che a volte viene tesa in tempo e a volte no. Non sempre un marinaio, un finanziere, un carabiniere, un volontario avrà la fortuna, tendendo la sua mano, di incontrare quella di un altro essere umano in tempo per tirarlo all’asciutto.
Una massa di essere umani, uomini, donne, bambini. Persone che si mettono in marcia da un villaggio o da una città africana e attraversano un deserto, poi paesi di regimi dittatoriali del Nord Africa e infine il mare, ultima fatica verso il progresso, la civiltà, su imbarcazioni che probabilmente li porteranno solo alla morte.

Un viaggio estenuante, intrapreso non necessariamente perché si fugge da una guerra, e poi perché mai uno dovrebbe poter spostarsi solo se c’è una guerra. Tra i nostri diritti c’è anche quello di prendere un aereo e ‘volare’ da qualche altra parte del mondo. Ma in questo pianeta la dignità umana e i diritti sono riconosciuti in base a criteri specifici tra cui anche la posizione geografica, e capita quindi che queste persone non avendo riconosciuto il diritto alla libera circolazione possano viaggiare verso il sogno di una nuova vita solo in quel modo, pagando alle mafie locali migliaia di dollari per viaggiare in clandestinità, come della merce. E poi, quando scopriranno che non siamo in grado di offrirgli né un lavoro né più dignità del luogo da dove sono partiti, dovranno continuare a restare clandestini perché avranno sempre un debito da estinguere a quelle stesse mafie.
Ma sentono di doverci provare per gli stessi figli che forse perderanno per strada. Cercano disperatamente di raggiungere quella parte del mondo che spreca 1,3 milioni di tonnellate di alimenti, circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Quel mondo in cui lo spreco domestico costa 550 miliardi e ai soli italiani 8,7 miliardi (dati: il Sole24ore). Allora partono verso quel mondo così ricco, immaginando che ci sarà qualcosa per loro, almeno gli scarti, ma che invece non li accoglierà a braccia aperte perché quelle prime mani che li soccorrono al largo della Sicilia e che loro ringraziano sono solo le mani di altri esseri umani, non sono di quel mondo che loro sognano. Lo spreco fa parte del gioco, della società ineguale ma funzionale alla sopravvivenza di un sistema che ha bisogno di ricchi e di poveri, di chi deve chiedere e di chi deve dare. E la regola vale anche se si tratta di sopravvivenza, di bambini che muoiono sotto gli occhi impotenti delle loro madri.

Nel 2011 l’allora ministro Frattini disse che per arginare il problema bisognava sostenere un piano Marshall per l’Africa che includesse aiuti per l’occupazione e la stabilità. Bisognava investire miliardi di euro in cooperazione e abolire le barriere doganali che sbarrano la strada allo sviluppo del Mediterraneo del Sud. Investimenti nell’istruzione superiore, un programma Euro-Mediterraneo che potesse offrire una reale opportunità per quei popoli. Magari si poteva utilizzare una parte di quei 550 miliardi sprecati, magari sarebbe stato un aiuto concreto.
Quindi, politici avvertiti già da tempo. Eppure non si è fatto nulla e ora si propone di bombardare gli scafi prima che partano dai porti nordafricani. Ammesso che si possano bombardare chirurgicamente le navi utilizzate illegalmente, ma dove andranno quelle persone che rimarranno bloccate su quelle coste. Si è forse pensato di istituire dei Consolati con il compito di accettare le domande di ingresso in maniera legale, che possano disbrigare le pratiche di richiesta asilo direttamente in Nord Africa? Un Consolato, un ufficio che abbia la legittimità e condivisione di tutta l’Europa e che permetta a queste persone di non diventare merce, di potere verificare la possibilità di una vita migliore nei nostri Paesi e alla luce del giorno ritornare eventualmente, liberamente alle loro case, se il sogno non si dovesse avverare.

Ma intanto continuano ad arrivare masse di disperati e quando si ragiona su Mafia Capitale si capisce che i centri di accoglienza servono a chi guadagna su queste disgrazie. Se il tanto vituperato Stato si autoesclude dalla gestione di questi centri e li dà in gestione ai privati, abdica dalle sue competenze, diventano come un supermercato che ha bisogno di clienti per poter sopravvivere. I centri di accoglienza hanno bisogno di quelle madri, orfane dei loro figli, per poter lucrare, come un supermercato ha bisogno di clienti, in continuazione perché il mercato non ha pause, deve restare aperto anche di domenica, anche il 1° maggio o il 25 dicembre.

Merce, gli essere umani trattati al pari di una qualsiasi mercanzia. Da affamare nei loro luoghi di provenienza e da sfruttare poi come operai a 5 euro al giorno o come prostitute sulle nostre strade. In questo mondo in cui imperversa la logica dello scambio ineguale e un Paese produttore di cotone come il Burkina Faso che scambia per pochi spiccioli la sua materia prima verso l’occidente che lo trasforma in abiti e moda esportati a caro prezzo in tutto il mondo, Africa compresa.
Un mondo in cui la finanza gioca come al casinò con il destino di interi popoli e si arricchisce con le sue sofferenze. E la finanza è aiutata e sostenuta dagli Stati, quelli più potenti e ricchi.

Chi parlava nella seconda metà degli anni 80 di queste dinamiche attribuiva al debito estero la chiave per estirpare i mali di molti paesi africani. Il debito estero creato ad arte quando il colonialismo, l’intervento armato e il controllo diretto attraverso le guarnigioni sono diventate obsolete e difficili da far digerire alla pur disattenta opinione pubblica. Il debito non si vede, o forse oggi cominciamo a vederlo perché è arrivato anche da noi insieme alla disperazione dei migranti. In Africa il sistema dei prestiti inutili, in progetti inutilizzabili e accettati grazie a governi locali fantoccio o corrotti hanno creato il sapiente gioco degli interessi da restituire, che ha tolto la possibilità di ogni sviluppo, accesso a acqua, cibo, istruzione e dignità.
E la parte del mondo che ha seminato la pianta avvelenata non vuole i suoi frutti, nega il diritto alla libera circolazione, urla indignazione, si divide sul numero di navi da dedicare al pattugliamento del mediterraneo e se far transitare i superstiti verso altri paesi europei. Discute di come far cessare guerre religiose, estremismi, tribalismi con un’altra guerra in nome dell’esportazione della democrazia in luoghi dove non c’è mai stata una rivoluzione francese, ben attenti a lasciare poi tutto come prima. Attenti a che niente cambi, con condimento di aiuti umanitari che non fanno altro che legare all’Occidente le economie povere, impedendone uno sviluppo armonico. L’Africa deve essere lasciata libera di produrre quello di cui ha bisogno, ed utilizzare i suoi prodotti per gli africani. I prestiti portano debito e il debito schiavitù.

E allora, per adesso, non ci resta che sperare che almeno nel Mediterraneo quelle mani di esseri umani che incontrano altre mani tra i flutti del mare, arrivino in tempo per ridare a qualche madre i loro figli. Perché gli Stati, l’Europa, i politici non ci saranno e non arriveranno mai in tempo.

Dieta Kasher, strategie imprenditoriali e musica chiudono la Festa del Libro Ebraico in Italia

da: ufficio Stampa Festa Libro Ebraico

Il lato oscuro della dieta kasher, le regole ereditate dai patriarchi, i rituali della tavola, i rapporti tormentati con il maiale.
Sono all’insegna del cibo, le battute conclusive della VI edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia, che Martedì 28 saluterà la città di Ferrara con un’ultima giornata di lavori non meno densa delle precedenti di convegni, tra incontri con gli autori, itinerari nella città ebraica, musica, danze, degustazioni e soprattutto libri.
Alle 9.15, presso la Sala della Musica (Chiostro di San Paolo, Piazzetta Schiatti), avrà inizio la seconda giornata del convegno internazionale “I paradigmi della mobilità e delle relazioni. Gli ebrei in Italia”, curato dalla Sapienza Università di Roma e dal Comitato Scientifico della Fondazione MEIS in ricordo di Michele Luzzati, tra i più insigni studiosi di storia ebraica contemporanei. Esponenti di atenei, associazioni e Comunità Ebraiche da Gerusalemme a Torino, da Bologna a Londra, da Haifa a Firenze, saranno impegnati ad approfondire alleanze, strategie imprenditoriali e rapporti familiari nel network economico-mercantile delle comunità ebraiche, in un intreccio di capitali e litigi, gioiellieri e banchieri.
Il primo incontro con l’autore è fissato per le 11, al Chiostro di San Paolo, dove lo scrittore e saggista Amos Luzzatto, già Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, approfondirà la figura di “Dante Lattes: l’etica e la pratica”, insieme all’editore Mauro Bonanno e a Saul Meghnagi, Direttore della collana “Ebraismo e Modernità”, nonché membro del Comitato Scientifico della Fondazione MEIS.
Alle 12.30 il pubblico potrà gustare i sapori ebraico-ferraresi, sotto forma di buricche alla ferrarese, sarde in saor, cous cous, hummus, salmone e altre prelibatezze kasher.
Alle 15, sempre al Chiostro (Sala della Musica), la seconda parte del convegno internazionale, che si soffermerà sulle dinamiche del pregiudizio e dedicherà due focus a Michele Luzzati: il primo, a cura di Michele Sarfatti, rappresentante della Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) e responsabile pro-tempore della direzione scientifica della Fondazione MEIS, si concentrerà sulla storiografia di Luzzati e la contemporaneità, mentre il contributo dello studioso al dibattito su emancipazione e integrazione sarà al centro dell’intervento dell’University College of London.
In contemporanea, al Chiostro si terrà l’incontro con Enrico Finzi che, insieme alla scrittrice Anna Vera Sullam, presenterà il proprio “La vita è piena di trucchi”, dove l’Italia dal secondo dopoguerra ai primi anni settanta è narrata attraverso i ricordi di un bambino che cresce in una famiglia di sinistra, ebrea e laica, colta e nevrotica.
Le regole alimentari ebraiche saranno l’argomento del laboratorio didattico rivolto agli studenti di scuola primaria e secondaria di I e II grado che, sempre alle 15 (in replica alle 16.45), Coopculture animerà presso la sede della Fondazione MEIS (Via Piangipane, 81).

Per chi desidera scoprire la Ferrara ebraica, dalle 15 alle 18, partenze dall’Infopoint del Chiostro di San Paolo, da dove prenderà avvio il percorso guidato da Coopculture, e approdo finale alla mostra “Torah fonte di vita”, allestita al MEIS.
Ancora l’alimentazione ebraica protagonista alle 16.30, questa volta al Chiostro di San Paolo, dove Rav Luciano Caro, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Ferrara, Jacqueline Fellus, Consigliere UCEI e responsabile del marchio Kosher.it, Giorgio Mortara, Presidente di AME (Associazione Medica Ebraica), e la chef di Gambero Rosso Channel, Laura Ravaioli, dialogheranno intorno a “La dieta Kasher. Storia, regole e benefici”.
Alle 17, il Museo Civico di Storia Naturale (Via Filippo De Pisis, 24) sarà teatro della conversazione tra Valentina Sereni, Delfina Piu, Massimo Pieri – autori del volume “Il maiale è il nostro maestro. Animali ed ebrei un rapporto lacerato” – ed Emanuela Cariani, del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara.
Un’ora più tardi, la Libreria Sognalibro (Via Saraceno, 43) e il Rav Luciano Caro accoglieranno il pubblico interessato all’argomento “A tavola con i patriarchi. Cibo e rito nella tradizione ebraica”, mentre alle 19, di nuovo al Chiostro, sarà imbandito l’ultimo aperitivo ebraico della Festa 2015.
Il sipario sulla edizione calerà alla fine del concerto “L’allegria della musica ebraica”, previsto per le 21 al Chiostro (in caso di maltempo, alla Sala Estense): le musiche del Progetto DAVKA di Roma (basso, voce, batteria, piano e clarinetto) accompagneranno le performance di danze ebraiche del gruppo ferrarese Danzinsieme.
La Festa del Libro Ebraico in Italia è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Ferrara, dall’Università degli Studi di Ferrara, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Comunità Ebraica di Ferrara.

“Triangle” al Cinema Boldini

da: Arci Ferrara

Martedì 28 aprile alle ore 21.00 in programma al Cinema Boldini il film documentario di Costanza Quatriglio.

TRIANGLE

Barletta, 2011. A cento anni dall’incendio della fabbrica Triangle, quando nel 1911 prese fuoco l’ottavo piano del grattacielo di New York tra Washington Square e Greene Street, le operaie tessili muoiono sotto le macerie di un maglificio fantasma. Estratta viva da quelle macerie, Mariella assume su di sé tutto il peso del mondo. Con lei viviamo il ritorno alla condizione preindustriale e la necessità di un nuovo inizio, ma anche l’irriducibile orgoglio di chi sa che far bene il proprio lavoro è il gesto più compiuto di ogni essere umano.

Il film , prodotto da DocLab e Factory Film con Rai Cinema in associazione con Istituto Luce Cinecittà, ha le musiche di Teho Teardo ed ha già vinto il Premio Cipputi al 32 Torino Film Festival e il Nastro d’argento come miglior documentario.

Interverranno: Marco Corazzari, Filctem CGIL Ferrara,
UDI Ferrara.

Ingresso 5 euro

Per informazioni: www.cinemaboldini.it
T. 0532247050

Il contenitore intelligente incrementa la raccolta dei rifiuti elettronici: con i cassonetti smart gestite oltre 60 tonnellate di RAEE

da: ufficio stampa Hera

Raggiunti gli obiettivi del progetto europeo Identis WEEE promosso da Gruppo Hera, Ecolight ed Ecolum. Dopo la sperimentazione l’iniziativa continua nelle aree commerciali: a Ferrara il contenitore intelligente per la raccolta dei RAEE si trova al Centro Commerciale Le Mura

Sono stati presentati a Milano, all’interno della conferenza “Raccolta RAEE: l’esperienza del cassonetto intelligente”, i risultati raggiunti dal progetto europeo Identis WEEE – Identification DEterminatioN Traceability Integrated System for WEEE – finanziato all’interno del programma europeo Life+ e promosso da Gruppo Hera, Consorzio Ecolight e dalla fondazione spagnola Ecolum.
Grazie ai cassonetti intelligenti sviluppati nell’ambito del progetto, sono state intercettate complessivamente a fine gennaio 56 tonnellate di rifiuti elettronici nelle aree test dell’Emilia Romagna (Bologna, Castenaso, Ravenna, Lugo e Ferrara) e in Spagna. A queste si aggiungono le 7,5 tonnellate di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed elettroniche) raccolte a fine marzo attraverso i nuovi contenitori smart nati da Identis WEEE e posizionati in aree commerciali e zone ad elevata frequentazione. Attraverso questi strumenti innovativi sono state raccolte, quindi, oltre 63 tonnellate di rifiuti.
L’esperienza dei cassonetti intelligenti per la raccolta dei rifiuti elettronici ha dimostrato che strumenti innovativi permettono di migliorare qualitativamente e quantitativamente la gestione dei RAEE, in particolare quelli di piccole dimensioni, garantendo aumento degli indici di raccolta, completa tracciabilità dei rifiuti ed elevata efficienza nel processo.
Sul territorio ferrarese il contenitore intelligente per la raccolta dei RAEE si trova al Centro Commerciale Le Mura Via Copparo, 13253, 44123 Ferrara (FE)

Il progetto
Identis WEEE è nato nel 2011 con gli obiettivi di incrementare la raccolta dei RAEE, assicurare la loro tracciabilità attraverso strumenti tecnologicamente innovativi e favorire il recupero di importanti materie prime seconde. Co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “LIFE+ politica e governance ambientali”, ha visto un investimento di 3,5 milioni di euro, affermandosi come iniziativa unica in Europa per l’elevata tecnologia messa in atto e per l’attenzione all’ambiente su un tema delicato come quello dei rifiuti elettronici. Sono stati studiati e sviluppati quattro diversi prototipi di cassonetti con l’obiettivo di offrire un servizio ai cittadini: i RAEE-point (realizzati in 36 esemplari) dedicati alla raccolta in strada di piccoli RAEE, oltre a lampade e pile, i RAEE-shop (5 esemplari) per la raccolta di piccoli elettrodomestici e pile presso i centri della grande distribuzione, il RAEE-parking (1 esemplare) per la raccolta di piccoli e grandi elettrodomestici in prossimità dei centri di distribuzione e in zone ad alta frequenza, e infine il RAEE-mobile (1 esemplare), stazione itinerante con operatore per la raccolta di prossimità di tutti i tipi di RAEE.
«Il sistema è stato progettato per assicurare la tracciabilità dei conferimenti, seguendo l’intero ciclo di gestione dei rifiuti da dispositivi elettrici ed elettronici, dal loro conferimento fino all’avvio a corretto recupero. Sono così possibili l’identificazione degli utenti e degli oggetti consegnati, per prevenire il traffico illegale di questi rifiuti, e il monitoraggio del riempimento dei contenitori, per una gestione ottimizzata del servizio», ha detto Mirko Regazzi del Gruppo Hera e project manager del progetto Identis WEEE.

I risultati
Da aprile 2013 a gennaio 2015 si è svolta la fase sperimentale del progetto in un’area test dell’Emilia Romagna che ha interessato i comuni di Bologna, Castenaso, Ravenna, Lugo e Ferrara, tutti gestiti dal Gruppo Hera. La sperimentazione ha riguardato anche la zona di Saragozza e Vigo in Spagna.
Per quanto riguarda l’Italia, i risultati sono stati significativi: «Le circa 11.500 persone che hanno portato i loro RAEE nei cassonetti – ha proseguito Mirko Regazzi – hanno permesso di raccogliere oltre 53 tonnellate di rifiuti. Complessivamente sono stati effettuati circa 30 mila conferimenti. In particolare questi cassonetti smart hanno mostrato la loro validità nella capacità di intercettare i piccoli elettrodomestici, identificati con il raggruppamento R4, che rappresentano circa il 76% del totale raccolto. È un risultato molto importante perché i piccoli RAEE sono i più difficili da intercettare: si stima, infatti, che solamente 1 su 5 segua un corretto iter di recupero».
In Spagna la sperimentazione ha utilizzato due modelli di prototipi: il RAEE-shop e il RAEE-parking, che è stato trasferito a Saragozza da marzo 2014 e che ha terminato la sperimentazione a Vigo. I RAEE conferiti sono stati quasi 2.300 pezzi per un peso complessivo di circa 3 tonnellate.

Le prospettive
L’esperienza di Identis WEEE è stata valutata positivamente, tanto che il progetto non è terminato con l’esaurirsi dei tempi e dei fondi a disposizione. «Abbiamo deciso di proseguire con nuovi cassonetti intelligenti dedicati alla raccolta dei piccoli elettrodomestici e delle sorgenti luminose. Già 24 contenitori smart, nati proprio dai prototipi di Identis WEEE, sono stati realizzati e progressivamente posizionati da Hera sul territorio di propria competenza in prossimità di aree commerciali e ad alta frequentazione», ha detto il presidente di Ecolight, Walter Camarda.
L’idea è stata duplice: «Da una parte abbiamo voluto andare incontro al cittadino-consumatore facendo in modo che se il cittadino non va all’isola ecologica sia l’isola ecologica ad andare dal cittadino; dall’altra, abbiamo voluto dare una risposta concreta agli obblighi che la nuova normativa RAEE ha introdotto. In particolare al principio dell’Uno contro Zero, ovvero l’obbligo che è stato previsto per la grande distribuzione di ritirare il piccolo RAEE gratuitamente, anche senza acquisti». I risultati ottenuti sono importanti. Come ha ricordato Camarda: «Dal luglio 2014, quando abbiamo effettuato i primi posizionamenti, alla fine dello scorso marzo sono stati conferite circa 7,5 tonnellate tra piccoli rifiuti elettronici (appartenenti al raggruppamento R4) e sorgenti luminose (R5). Trattandosi di oggetti di piccole dimensioni, più interessante potrebbe essere andare a vedere quanti conferimenti sono stati eseguiti: oltre 15.500 quelli registrati da questi contenitori smart, fatti da circa 7.500 persone diverse». L’iniziativa proseguirà. Come ha anticipato il presidente di Ecolight: «A breve andremo a chiudere la prima fase del progetto arrivando a posizionare altri sei cassonetti intelligenti. Abbiamo già predisposto una “fase due” dell’iniziativa e sono già stati avviati i contatti per individuare nuovi posizionamenti».
Maggiori informazioni sul progetto Identis WEEE sul sito: http://identisweee.net/

Gruppo Hera
E’ una delle maggiori multiutility italiane e opera nei settori Ambiente (raccolta e trattamento rifiuti), Energia (distribuzione e vendita di energia elettrica e gas) e Idrico (acquedotto, fognature e depurazione). Nel Gruppo lavorano oltre 8.500 dipendenti, impegnati ogni giorno nel rispondere ai molteplici bisogni a 4,4 milioni di cittadini. I comuni serviti sono oltre 350 comuni localizzati prevalentemente delle regioni Emilia Romagna, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia. www.gruppohera.it

Consorzio Ecolight
Costituito nel 2004, Ecolight è oggi uno dei maggiori consorzi per la gestione dei RAEE. Con oltre 1.500 imprese associate, è il primo sistema collettivo in Italia per numero di consorziati e il secondo per quantità di immesso. Il consorzio si occupa della raccolta e trattamento dei rifiuti derivanti da tutte le categorie di RAEE, delle pile e degli accumulatori nel corretto adempimento degli obblighi di legge. www.ecolight.it

Fundación Ecolum
Opera in Spagna ed è responsabile della gestione dei RAEE che provengono dagli apparecchi d’illuminazione. L’attività di Ecolum è nata in seguito alle direttive europee volte a ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti che derivano da apparecchiature elettriche ed elettroniche. www.ecolum.es

Accordo Quadro Ascom/Fipe ed UNPLI: mercoledì 29/04 alle ore 12,30 presso sede Ascom Ferrara

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Si svolgerà mercoledì 29 aprile alle ore 12,30 nella sede Ascom Confcommercio di Ferrara (via Baruffaldi, 14/18 al V piano) la conferenza stampa di presentazione dell’accordo quadro “Ambiente, Sagre e Territorio” che verrà siglato tra Ascom Confcommercio e Fipe da un lato e dall’altro dall’Unione delle Pro Loco del territorio (UNPLI)
A fare gli onori di casa saranno Davide Urban direttore generale di Ascom Confcommercio e Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe Confcommercio.
Per UNPLI interverranno Enzo Barboni e Stefano Ferrari rispettivamente presidente provinciale e regionale.