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Mese: Febbraio 2014

I maggiori esperti di chirurgia ricostruttiva del volto a Ferrara per il congresso “New Horizons in Orthognatiic Surgery”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

New Horizons in Orthognatiic Surgery ( NH14 ). E’ questo il titolo del congresso internazionale che si terrà venerdì 28 febbraio e sabato 1 marzo al Polo Didattico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna a Cona, (via Aldo Moro, 8), organizzato dal Prof. Luigi Clauser, Direttore dell’ U.O. di Chirurgia Cranio Maxillo Facciale, in collaborazione con il Dott. Manlio Galiè ed il Dott. Riccardo Tieghi, che vedrà la presenza dei maggiori esperti in chirurgia ortognatica dei mascellari.

“Questa chirurgia – spiega Clauser – riguarda gli interventi che correggono gravi deformità della faccia come mandibole troppo lunghe, troppo corte, deviate, con gravi disturbi del combaciamento dei denti. Le innovazioni tecniche e cliniche sono state molte negli ultimi anni ed hanno aperto nuovi orizzonti per i chirurghi e gli ortodontisti che si occupano di chirurgia ortognatica. Software di simulazione 3D, navigazione stereo guidata in sala operatoria e distrazione osteogenetica, colle biologiche, sono alcuni esempi degli strumenti fondamentali attualmente disponibili e ancora in via di sviluppo”.
Nel corso della due giorni interverranno speakers ed ospiti internazionali provenienti da Italia, Stati Uniti, Germania, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca, Inghilterra, Francia, Spagna, Taiwan, Cina, Macedonia, Albania, Belgio, Bosnia Erzegovina, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, India, Indonesia, Giappone, Lituania, Malesia, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, che parleranno della loro esperienza e delle innovazioni tecniche.
“Non solo – prosegue Clauser – Sono previste anche sessioni interattive ed un workshop sulla tecnica piezoelettrica in chirurgia che prevede l’utilizzo di strumenti ad ultrasuoni che garantiscono il massimo della precisione e una più rapida ripresa del paziente dopo l’intervento. Invitato d’onore sarà il Prof. Hugo Obwegeser, padre della chirurgia ortognatica e ideatore della prima osteotomia della mandibola per la correzione di anomalie dei mascellari eseguita 60 anni fa a Zurigo, che terrà una lettura magistrale sulla storia della chirurgia ortognatica ed illustrerà la sua visione in merito al futuro”.
“L’ U.O. di chirurgia Cranio Maxillo Facciale del S. Anna di Cona – conclude Clauser – svolge da anni attività didattica in Italia e all’estero per conto della Società Europea e fa parte del Blue Book europeo dell’ International Teaching Centers Network, rete di centri internazionali di riferimento per l’insegnamento della disciplina cranio maxillo facciale e per il trattamento di specifiche patologie. Questo ha portato alla creazione di un importante scambio di conoscenze con la possibilità di curare a Ferrara pazienti provenienti da paesi con ridotte risorse che altrimenti non potrebbero essere trattati”.

A Unife il workshop “Pensare, costruire e gestire un museo”. Appuntamento Venerdì 28 a Palazzo Turchi

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Allestire un Museo, renderlo attraente e fruibile, attrarre risorse e sostenibilità in grado di rispondere alle esigenze di una società moderna, disincantata e critica.
Si parlerà di questo nel corso del workshop “Pensare, costruire e gestire un museo”, che si terrà venerdì 28 febbraio alle ore 9,30 nell’Aula Magna A. Campana di Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I d’Este, 32).
“Nel corso dell’iniziativa – spiegano gli organizzatori – si parlerà di museografia moderna, in linea con i nostri tempi, saranno esaminati particolari e significativi esempi grazie alla partecipazione di protagonisti che hanno lavorato all’ideazione e alla riorganizzazione, talvolta architettonica, di musei storici e di strutture del tutto nuove. Non solo. Saranno confrontate diverse iniziative italiane ed europee con l’obiettivo di comprendere i fattori che coniugano i contenuti scientifici e storici, con quelli della capacità di incidere sul grande pubblico in termini di attrattività; sarà trattato il tema della conservazione e della valorizzazione delle immense collezioni che caratterizzano il nostro patrimonio culturale, attraverso l’analisi del significato dell’oggetto tra espressione autonoma di se stesso e messaggio cronologico, storico e culturale che è in grado di trasmettere; inoltre saranno approfonditi argomenti sulle metodiche espositive, sulle modalità di espressione dei contenuti, sui criteri di gestione e valorizzazione. La discussione, che accompagnerà le esposizioni dei relatori, garantirà un confronto significativo e costruttivo tra tutti i partecipanti”.

Venerdì 28 febbraio a Unife il nuovo seminario “L’utilizzo dell’audiovisivo negli studi urbani”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“L’utilizzo dell’audiovisivo negli studi urbani”. E’ questo il titolo del seminario che si terrà venerdì 28 febbraio alle ore 11 nell’Aula A 9 del Polo Didattico degli Adelardi, (via degli Adelardi, 33), promosso dal Laboratorio di Studi Urbani del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Ferrara.
Nel corso dell’iniziativa introdotta e moderata dall’ antropologo visuale Paolo Barberi, saranno presentati i lavori di un’equipe di ricerca che ha realizzato Concordia Discors, progetto interdisciplinare, comparativo e partecipativo in materia di integrazione tra gruppi di diversa origine nei quartieri europei. Interverranno Pietro Cingolani, antropologo dell’Università di Trento e Rossella Schillaci, regista e antropologa visuale.
“Obiettivo del seminario – affermano Giuseppe Scandurra e Alfredo Alietti, Direttori del Laboratorio di Studi Urbani – è stimolare un dibattito sull’utilizzo dell’audiovisivo nella ricerca urbana e più in generale sulla sperimentazione di linguaggi extra testuali, per restituire una immagine della città nella sua complessità. Una delle prospettive emergenti delle scienze sociali è la riflessione su quella che potrebbe essere definita una ‘etnografia espansa’ che utilizzi il video, il digital storytelling e più in generale l’integrazione di elementi multimediali nella ricerca etnografica”.

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Intesa per combattere la mafia. Nasce sportello per le vittime

di Sirio Tesori

Assistenza alle vittime di mafia e controllo delle aziende sequestrate. Sono gli obiettivi principali dell’intesa firmata nei giorni scorsi da Camere di commercio regionali e associazione antimafia Libera. La collaborazione permetterà a entrambe le realtà di promuovere la cultura delle legalità nelle piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna.

Tra i progetti più rilevanti c’è ‘Sos giustizia’, uno sportello che assiste chi è vittima di mafia. Il servizio è gestito dall’associazione di don Luigi Ciotti, ed entrerà nel menu dei servizi offerti dalle Camere di commercio ai propri iscritti. Unioncamere invece darà una mano a Libera nel mappare e tenere aggionate le informazioni economiche delle aziende e dei beni sequestrati alla criminalità organizzata. Sarà insomma più semplice, da parte dei piccoli e medi imprenditori, ottenere i dati di gestione delle realtà produttive strappate al circuito mafioso. Per conto suo, Unioncamere ha anche elaborato un progetto per mettere a rete il lavoro degli sportelli legalità delle Camere provinciali. «Il rispetto della legalità costituisce un fattore fondamentale per lo sviluppo economico” commenta Alberto Roncarati presidente Unioncamere. «Il sistema camerale -prosegue- crede nella legalità come strumento per contrastare la concorrenza sleale, l’abusivismo, l’irregolarità, i fenomeni mafiosi».

Sebbene non sia considerata ‘terra di mafia’ l’Emilia-Romagna conosce il fenomeno dell’infiltrazione, che passa dal riciclaggio agli stupefacenti, all’estorsione. Secondo gli ultimi rapporti antimafia redatti dalle istituzioni regionali, sono stati oltre cento i beni confiscati in regione.

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Genitori sregolati, figli sgretolati

Mi capita sempre più di frequente di ricevere coppie di genitori che faticano a gestire la relazione con i figli e la loro crescita. Gli adulti, oggi, sembrano essersi smarriti nello stesso mare dove si perdono i figli, senza più alcuna distinzione generazionale.
Prevale il mito della giovinezza perenne, il culto dell’immaturità, che propone una felicità spensierata e priva di responsabilità. La solitudine delle nuove generazioni deriva dalla difficoltà degli adulti nel sostenere il loro ruolo educativo.
Ciò che constato, raccogliendo le storie dei genitori, è che nelle famiglie non c’è più conflitto tra legge e trasgressione, spesso tutto è concesso, senza limite. In casa, le porte delle stanze sono tutte aperte ad indicare, anche simbolicamente, l’assenza di confine, di separazione tra sé e l’altro. In questa mancanza di limite, le nuove generazioni si sentono lasciate cadere, abbandonate.
I genitori dovrebbero essere in grado di sopportare il conflitto e di rappresentare la differenza generazionale. L’omogeneità della famiglia moderna introduce un’omogeneità solo apparentemente priva di conflitti. I bambini sembrano essere equivalenti ai genitori, le madri alle figlie, i padri ai figli. Si assiste ad una confusione di ruoli, e quando uno dei componenti parla non è chiaro da che posizione lo faccia. L’autorità viene meno, si sgretola, portando come risultato quello di crescere giovani fragili, con personalità poco solide e che non sanno a quali punti di riferimento appigliarsi.
Un tempo il figlio faceva parte della famiglia sottomettendosi alla sua organizzazione gerarchica e alle sue leggi. Nel nostro tempo è esattamente il contrario: la famiglia subordina ogni scelta alle esigenze del dio bambino e alla sua volontà resa assoluta. Genitori che fanno decidere ai figli dove andare in vacanza, fine settimana tutti in funzione di ciò che è più piacevole e meglio per i bambini.
In questo modo i bambini e gli adolescenti non sperimentano le frustrazioni e quando poi, per cause di forza maggiore, la vita gliele pone davanti, non hanno gli strumenti giusti per farci i conti. Da qui anche i casi di suicidio, ad esempio in seguito ad una bocciatura scolastica o ad una delusione amorosa.
All’interno delle famiglie tutto si appiattisce in una parola vuota, che è una parola su tutto senza però che vi sia un’implicazione responsabile rispetto a ciò che si dice.
Una mia paziente parla così della madre: “Mi teneva in grembo sognando quali vestiti mettermi, e di che colore, e quali dei suoi sogni darmi in mano da realizzare. Nel suo bisogno di darmi in consegna ciò che le era mancato”. Ciò indica come la figlia possa essere vissuta come prolungamento narcisistico del genitore.
Un’altra paziente ben descrive il ruolo distorto assunto all’interno della propria famiglia e ciò che esso ha comportato per lei: “Io ero al posto di mia madre, per mio padre. Ed ero al posto di mio padre, per mia madre. Io ero quel giocattolo con cui si poteva finalmente raggiungere la soddisfazione. Quei buchi tra loro riempiti da me. Così mi sono trovata là, nel posto sbagliato, in un luogo sconosciuto, inospitale. Una mela a metà: una metà fatta del sogno di mia madre… quello di diventare il suo riscatto… e una metà fatta di lui, del sogno di restare la sua bambina… che lo avrebbe servito, amato, ascoltato, capito… Lo avrebbe soddisfatto, divenendo la donna che non aveva mai avuto. E’ in questo punto doloroso che l’amore ferisce. E’ la potenza devastante del troppo. Il troppo amore di una madre affamata. Il troppo amore di un padre e il suo desiderio. Una figlia in mezzo. Un amore che chiede in cambio una vita. Sono stata al loro gioco, non sono stata capace di liberarmi”.
Se i genitori sono confusivi, se trasmettono messaggi ambigui e contraddittori, i figli risulteranno spaesati e avranno difficoltà a distinguere tra sé e l’altro e ad avere confini definiti.
La famiglia che funziona meglio non è la famiglia che nutre con la pappa giusta, seguendo un manuale del giusto genitore. E’ la famiglia che sa nutrire e sostenere il desiderio dei figli.
Come si nutre il desiderio? Non con le prediche, la pedagogia, i discorsi, ma con la testimonianza, dando il buon esempio. Coltivando le proprie passioni. Mostrando che si può vivere in questo tempo anche senza impazzire, senza volersi suicidare, ma vivendo la propria vita e facendola fruttare.

Chiara Baratelli è psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali.
baratellichiara@gmail.com

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Dal rigassificatore di Porto Tolle acqua sterile in mare. Pesca in calo. Sotto accusa l’impianto che fornisce metano all’Europa

Lo guardano da lontano. Con sospetto e timore. Soprattutto dalle marinerie della costa emiliano romagnola, quelle a sud di Porto Viro, dove 15 chilometri al largo opera il rigassificatore di Adriatic Lng, società formata da Qatar Petroleum, ExxonMobil e Edison, tre colossi dell’energia rispettivamente detentori del 22, 71 e 7 per cento delle azioni.

Un fatturato di oltre 200 milioni annui
L’impianto, operativo dal 2009, impiega 125 persone, il 60 per cento delle quali venete, e copre il 10 per cento del fabbisogno di metano in Italia con una produzione annua di 8 miliardi di metri cubi. E un fatturato superiore ai 200 milioni di euro l’anno. L’attività del terminal rappresenta una fonte di approvvigionamento energetico di importanza strategica per tutto il nord. E il suo insediamento è stato salutato da un fondo di 12 milioni di euro per riscattare le differenti fasi di stress ambientali e contribuire allo sviluppo del Polesine, dove l’azienda ha investito ulteriori 250 milioni di euro attraverso la stipula di contratti con imprese e fornitori locali. L’ammontare della somma del fondo è stata stabilita con un accordo del 2008 tra Adriatic Lng, Provincia di Rovigo e Consorzio di Sviluppo del Polesine (ConSviPo) formato da Comuni, associazioni di categoria e enti.

Un’isola di cemento alta 10 piani in mezzo al mare, al largo del Parco del Delta
Da quattro anni l’isola di cemento armato e acciaio, alta come un palazzo di 10 piani, adagiata sui bassi fondali di un mare semichiuso e particolarmente atrofizzato come quello che incrocia il delta del Po, lavora a pieno ritmo. A pochi chilometri dal parco disteso tra due regioni, in un gioco di lagune, lingue di sabbia e spiagge. L’impianto, forte di un mix di tecnologie di ultima generazione, utilizza un procedimento industriale a ciclo aperto: significa che usa il calore dell’acqua di mare per riscaldare il gas, trasformandolo da liquido in aereo, e poi restituisce l’acqua al mare.
Da quando si pesca meno pesce, cosa comune a gran parte dell’Adriatico stando al rapporto 2012 del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, la domanda che si rincorre lungo le banchine è sempre la stessa. ‘E’ colpa del rigassificatore?’. Ad escluderlo è il piano di monitoraggio dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale approvato dal Ministero dell’Ambiente per testare le reazioni dell’habitat all’attività dell’impianto.

“Un’alterazione dell’ecosistema”
I pescatori dell’Emilia Romagna però vorrebbero un supplemento di indagine. Più a sud e con maggiori elementi di ricerca. Nella speranza di scongiurare quanto sostiene lo studio del comitato scientifico del Wwf di Trieste da qualche tempo al vaglio dell’Europa. ‘L’acqua di mare impiegata nel processo di rigassificazione negli impianti a circuito aperto viene restituita praticamente sterile, inutilizzabile per i servizi ecosistemici che rende all’ambiente’, si legge nello studio curato da Livio Poldini, Marco Costantini, Maurizio Fermeglia, Carlo Franzosini, Fabio Gemiti. Michele Giani e Dario Predonzan. ‘Si ha la perdita quasi totale delle forme di vita veicolate dall’acqua, uova, larve e avannotti, organismi planctonici e si induce artificialmente la selezione di quelle forme batteriche resistenti al processo di clorazione, che formano biofilm sulla superficie dell’acqua’, sostengono nella ricerca.

I pescatori sono in allarme
E’ un campanello d’allarme difficile da ignorare a fronte del trend decrescente di catture e ricavi dei pescatori per i quali le giornate di attività dal 2004 a oggi sono calate del 20 per cento. In Veneto e Emilia-Romagna, che vantano entrambe un giro d’affari annuale attestato sui 53 milioni di euro, la flotta è composta complessivamente da 1.442 imbarcazioni di vario tipo e ognuna ha perso mediamente una tonnellata di pescato passando da una media di 16 a 15. Sul versante Veneto è stata verificata una variazione nella composizione del pescato di cui si è parlato a fine agosto in un incontro tra pescatori organizzato a Chioggia al termine del fermo pesca. I tecnici dell’Ispra, Otello Giovanardi e Sasa Raichevich, hanno illustrato lo stato di salute delle risorse ittiche basandosi sui risultati di due campagne di pesca sperimentale a strascico promosse dal ministero delle Politiche agricole per tracciare la futura gestione della pesca.

Quattro gradi in più sul fondo marino, schiume giallastre e la magistratura indaga
Dalla ricerca è emerso come le catture del 2012 non si discostino di molto da quelle del 2011, almeno per quanto riguarda le specie più frequentemente imprigionate nelle reti. Se la presenza di barbone, seppie e canocchie è più o meno stabile, quella del molo è certamente calata. I due tecnici hanno descritto uno scenario ambientale diverso, con temperature più alte di 4 gradi sul fondo marino e una variazione verso l’alto della salinità. Mutamenti sotto osservazione, che disorientano il mondo della pesca. E mentre aumenta la preoccupazione nelle marinerie, il tribunale di Rovigo si prepara all’udienza filtro del 12 marzo, che vede due dirigenti di Adriatic Lng imputati di danneggiamento ambientale aggravato. Il sostituto procuratore Sabrina Duò contesta più episodi legati alla comparsa di abbondanti schiume giallognole, che nel 2010 hanno galleggiato sull’acqua in periodi differenti.
La schiuma è una spina nel fianco di Adriatic, che nel 2009 ne aveva segnalato a Ispra la formazione in seguito allo scarico delle acque di scambio termico del rigassificatore. Nel 2012 è poi arrivato un esposto di Eddy Boschetti presidente del Wwf di Rovigo relativo alla comparsa di una coltre bianca viscida e ghiacciata sulla spiaggia di Boccasette, nel comune di Porto Tolle, che ha gettato un sospetto sull’impianto. Nell’occasione, la società escluse ogni tipo di responsabilità, posizione tuttora sostenuta.

Il caso finisce in Parlamento
Tutto sta nei giochi per Boschetti, che ha le idee chiare: ‘In casi come questi non esiste un interlocutore diverso dal ministero, dobbiamo poterci appoggiare alla legge – dice – E’ ovvio che se ci sono maglie normative larghe, il privato interessato soprattutto al profitto cerca di sfruttarle nel proprio interesse. Sono le istituzioni a dover mantenere l’equilibrio in tutta la vicenda’. All’indomani dei galleggiamenti di schiuma Maurizio Conte, assessore regionale all’Ambiente del Veneto, scrisse all’ex ministro Corrado Clini per chiedere un tavolo di confronto sul fenomeno e, negli stessi giorni, a Roma, la deputata radicale Elisabetta Zamparuti presentò un’interrogazione a ben tre ministeri: Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura. La richiesta: chiarire la natura del fenomeno, conoscere le analisi di Ispra, valutare la possibilità di approfondirle indagando su cloro derivati organici e aloderivati. E di considerare l’opportunità di cambiare la lavorazione dell’impianto gasiero trasformandola da ciclo aperto in chiuso. Tutte cose importanti, aveva sostenuto la radicale, per scongiurare il rischio di danneggiare l’ecosistema marino creando danni all’economia costiera.

Anche la Commissione europea è allertata
Il tema del rigassificatore è approdato di recente anche in Europa per via delle interrogazioni dell’eurodeputato di Alde (Alliance for liberals and democrats for Europe) Andrea Zannoni membro della commissione Envi Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al parlamento europeo. ‘Il timore è che rappresenti una minaccia per l’ecosistema marino e che sia la causa della recente strana moria di delfini e tartarughe trovati sulle spiagge romagnole – dice – In mancanza di studi comunitari sugli effetti dei rigassificatori, ho fornito alla Commissione europea lo studio del Wwf di Trieste perché possa far luce sull’impatto della lavorazione del ciclo aperto sull’ecosisistema marino. Può essere un modo per evitare eventuali disastri naturali e pericoli per le comunità costiere’. Intanto la Croazia, ricorda il parlamentare, nonostante avesse approvato un impianto con utilizzo di acqua di mare a Velia (Krk) ha fatto marcia indietro autorizzando la lavorazione a ciclo chiuso.

“Danni al turismo”: deciderà il tribunale di Rovigo

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L’avvocato ambientalista Matteo Ceruti

La vicenda è ‘glocal’, tanto locale quanto globale come testimonia il procedimento penale in corso, nel quale le associazioni ambientaliste, ma non sono le uniche, potrebbero chiedere di costituirsi parte civile nel processo Adriatic. ‘Abbiamo tempi molto stretti – dice l’avvocato Matteo Ceruti, conosciuto per l’impegno in difesa dell’ambiente – ma stiamo vagliando la possibilità di intervenire’. Per parte sua il giudice Duò ritiene il processo un’esperienza in divenire. ‘Ho contestato un danneggiamento aggravato anche pensando alla vocazione turistica del territorio’, spiega il magistrato, che si avvale della consulenza del dottor Giuseppe Perin dell’Università di Venezia. ‘Non dimentichiamo che gli episodi sono avvenuti al largo di spiagge frequentate dai bagnanti’. Le schiume, quando arrivano a lambire la costa possono compromettere la balneazione. Ma c’è di più. L’azione meccanica del rigassificatore oltre a scatenare la spuma nella quale, specifica la Duò, ‘non sono presenti inquinanti chimici’ agirebbe sul processo di fotosintesi e modificherebbe le cellule presenti nei microrganismi dell’acqua.

“Un impianto concepito per spazi oceanici”
‘Non credo che Adriatic si aspettasse una tale quantità di schiuma – dice il biologo marino Carlo Franzosini del comitato scientifico del Wwf di Trieste – L’impianto è stato concepito in America, è pensato per spazi oceanici, dove il contenuto organico è maggiormente diluito rispetto alle concentrazioni presenti nel mare Adriatico, che nel subire l’azione meccanica provocano una reazione eccessiva rispetto alle aspettative della società’.

Il terminal ha caratteristiche uniche al mondo
Il terminal, unico in tutto il mondo, lungo 180 metri largo 88 e alto 47, immerso in 29 metri di profondità, è collegato da 40 chilometri di metanodotto alla stazione di misura di Cavarzere da dove il gas, correndo per 84 chilometri lungo una condotta realizzata da Snam Progetti, raggiunge l’impianto di stoccaggio di metano più grande del nord Italia. La gigantesca struttura ha avuto la prima Autorizzazione Integrata Ambientale nel 2009, una certificazione triennale in scadenza nel 2015 per la quale Adriatic ha già avviato la richiesta di rinnovo per continuare un’attività che ha portato ad immettere nella rete nazionale dei gasdotti 26 miliardi di metri cubi di metano. Finora hanno attraccato al terminal 310 navi gasiere provenienti principalmente dal Qatar ma anche da altri Paesi. Ogni singolo carico trasformato dallo stato liquido a gassoso con l’ausilio del calore dell’acqua di mare contribuisce a diversificare le fonti energetiche. Va da sé l’assottigliarsi della dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.

Struttura strategica per l’Italia e l’Europa
‘La struttura è considerata strategica nell’approvvigionamento energetico italiano e comunitario’, spiega il responsabile delle relazioni esterne della società Alessandro Carlesimo. L’impianto, visitato in dicembre dall’ex ministro delle Sviluppo economico Flavio Zanonato, è stato però oggetto di un sollecito al ministero dell’Ambiente da parte dell’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, a cui i pescatori si sono rivolti per avere maggiori ragguagli sugli effetti dell’attività di Adriatic Lng sul mare. E, soprattutto, sugli stock ittici.
Com’è finita? Nessuna risposta per il momento. Né ai pescatori né alle nostre ripetute telefonate. L’unica cosa certa è l’incontro a porte chiuse tra l’assessore e Adriatic Lng di cui nulla si sa di ufficiale. Eppure i tanto attesi dati del monitoraggio Ispra, sui quali si sarebbe dovuto ragionare con l’assessorato, sono pubblicati sul sito della Provincia di Rovigo. ‘Da quelle risultanze si riscontra un ammanco di uova di pesce – dice Franzosini – Manca poi uno studio specifico del comparto dei pelagi comunemente conosciuti come pesce azzurro’.

“La pesca è in calo da quattro anni”
‘Sono quattro anni che le catture dei pesci sono calate – racconta Mario Drudi della cooperativa Casa del Pescatore di Cesenatico – Il dilatarsi del fermo pesca, la diminuzione delle giornate di lavoro, la proibizione di praticare lo strascico sotto le tre miglia non hanno portato alcun miglioramento. La causa non può essere attribuita all’eccessivo sforzo di pesca come si cerca di far credere. Bisogna indagare a 360 gradi, sarebbe opportuno ampliare il monitoraggio’. Il terminal, al pari di molti impianti industriali off shore, ricorda Sergio Caselli, responsabile di Lega Pesca Emilia-Romagna ha tolto miglia di mare ai pescatori di qua e di là dal Po e alle colture di mitili del rodigino. Il restringersi del campo d’azione ha colpito anche le marinerie emiliano-romagnole autorizzate a gettare le reti nei comparti confinanti, ma escluse dal piano di compensazioni del Polesine.

“Vogliamo capire se ci sono fenomeni inquinanti, ma l’osservatorio promesso non c’è”
Dei 12 milioni gestiti da ConSvipo, solo 2 milioni e 450 mila euro sono riservati al cofinanziamento di progetti di pesca professionale. ‘Non ho mai apprezzato l’accordo, avrei preferito negoziazioni più trasparenti che non fossero frutto di trattative private. Le nostre marinerie spendono milioni per il marchio di qualità, se succede qualcosa all’habitat chi le ripaga?’, dice Luigino Pelà di Lega Pesca Veneto. ‘Mi dispiace non sia stata rispettata quella parte del protocollo nella quale era prevista la creazione di un osservatorio della pesca, che ci permettesse una condivisione maggiore dei dati sui quali oggi non abbiamo un controllo diretto – continua – Il monitoraggio Ispra è difficilmente traducibile noi vogliamo capire se ci sono inquinanti, se l’ecosistema è cambiato. Se ci sono specie che oggi prevalgono su altre, sapere se ci sono problemi e quali in modo da pianificare in anticipo le nostre attività e trovare eventuali alternative per diversificarle’. E ancora: ‘A cosa servono le analisi fatte così? Ci costringono a navigare a vista. Avevamo chiesto in sede nazionale un’interazione con i nostri istituti di ricerca, ma non c’è stato seguito. Purtroppo paghiamo scelte politiche e strategiche, che non tengono conto dell’area dove ci troviamo’.

“Le responsabilità del rigassificatore sono tutte da verificare”
‘Negli ultimi 10 anni lo sforzo di pesca è diminuito del 30 per cento, interrogarsi sul motivo del calo quantitativo e qualitativo degli stock ittici è più che lecito e la risposta – dice Sergio Caselli – può venire solo da un maggior approfondimento scientifico con parametri più ampi, che riguardino anche un’estensione a sud dell’area campionata’. Dello stesso parere Vadis Paesanti, presidente emiliano romagnolo di Federcoopesca, che aggiunge altri elementi di riflessione sul diradarsi del pesce: ‘La questione trascende i confini regionali, siamo coinvolti in modo diretto insieme ai nostri 2mila addetti ai lavori. Tutti in difficoltà – spiega -. L’approfondimento è importante, come lo sono anche le valutazioni su esperimenti di salvaguardia messi in atto senza tener conto dell’esperienza dei pescatori. Si è pensato di difendere l’ecosistema vietando lo strascico sotto le tre miglia, in realtà nel delta del Po, l’utilizzo di quel metodo bonificava i fondali da un eccesso di limo. Era utile per la tenuta a regime dell’habitat’.

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Giuliano Zanellato presidente cooperativa Pilamare, specializzata nella pesca del pesce azzurro

Giuliano Zanellato, presidente della cooperativa di Pilamare fondata nel 2009, una flotta di 13 pescherecci specializzata nella pesca del pesce azzurro, non fa mistero della necessità di ottenere un’operazione di maggior chiarezza nell’illustrazione dei dati dei campionamenti. ‘Che ci sia meno pesce è una realtà, ma non abbiamo dati scientifici per imputarne il calo al rigassificatore – dice – Certo mi sentirei più tranquillo se la Regione mi garantisse, attraverso l’impegno della multinazionale, una somma adeguata per formare una squadra di tecnici di fiducia delle cooperative a cui affidarci’. La Regione, a sua detta, ha guadagnato ben poco dell’insediamento del terminal la cui presenza è stata ripagata con il fondo gestito dal ConSviPo. ‘Dodici milioni complessivi sono briciole – conclude – Alla pesca hanno interdetto miglia di mare. Mi chiedo cosa accadrà quando la Provincia, così come la conosciamo, non ci sarà più e decadrà anche il Consorzio di Sviluppo, che si occupa dei rapporti con Adriatic. E’ bene che sia la Regione a gestire l’intera situazione’.

La fragilità del delta del Po, del mare nel quale i suoi rami si tuffano e l’accelerazione dei cambiamenti climatici sui quali si concentra l’attenzione dell’Europa, sono difficili da mantenere in equilibrio. Possono convivere gli interessi energetici con quelli economici di un comparto costiero tradizionale come la pesca e le esigenze ambientali del vicinissimo patrimonio Unesco, il Parco del Delta del Po, separato dal fiume che ne detta i confini amministrativi? In Emilia Romagna l’articolo 3 della legge regionale 24 del 23 dicembre 2011 parla chiaro. ‘L’ente deve inoltrarsi per 10 chilometri in mare nell’interesse della tutela dell’ambiente’, dice Lucilla Previati direttore del versante a sud del Parco. ‘E’ il motivo per il quale sono favorevole a un monitoraggio approfondito’.

1 – CONTINUA

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“Tutto ciò di cui abbiamo bisogno in questa vita sono ignoranza e fiducia; e il successo è assicurato” (Mark Twain)

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IMMAGINARIO
la foto
di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

Il castello visto attraverso le vetrate liberty dell’ex Borsa (foto FeDetails) – clicca sull’immagine per ingrandirla

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Il castello dietro le vetrate liberty dell’ex Borsa (foto FeDetails)

Arriva la banca dati delle aziende agricole pronte ad assumere

da: ufficio stampa Coldiretti

Il progetto, presentato alla assemblea nazionale di Giovani Impresa, ha evidenziato che il 68% dei giovani vorrebbe partecipare alla vendemmia o alla raccolta della frutta.

Arriva la banca dati di aziende agricole che assumono alla quale potrà accedere il 68 per cento dei giovani italiani che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, nel 2014 vorrebbe lavorare in agricoltura, dalla vendemmia alla raccolta della frutta, perché ama la campagna o semplicemente per raggranellare un po’ di soldi, magari nella pausa scolastica. La presentazione è avvenuta nel corso dell’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti durante la quale è stato aperto il portale della Coldiretti “Lavoro in campagna” per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in corso di autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro. Allo scopo è stato predisposto un sistema informatico che – sottolinea la Coldiretti – opera attraverso un apposito sito web nazionale nel quale verranno acquisite, archiviate e rese disponibili in forma pubblica tanto le richieste di manodopera delle imprese che i curricula e le disponibilità dei lavoratori. Il servizio peraltro non si limita comunque all’impresa, ma è rivolto anche al sistema della famiglia che potrà essere assistito nella ricerca di colf o badanti, al giovane che ricerchi la possibilità di effettuare uno stage aziendale, allo studente a caccia di un’occupazione durante il periodo delle vacanze estive o invernali attraverso un’offerta di lavoro occasionale accessorio (voucher) e al pensionato che voglia integrare il proprio reddito da pensione sempre tramite i buoni lavoro. Lo strumento informatico sarà accessibile presso ogni sede e sportello territoriale della struttura Coldiretti con personalequalificato che provvede anche a rendere un vero e proprio servizio di accompagnamento ed assistenza a imprese e lavoratori, sia nel compito di caricamento e aggiornamento dei dati, sia soprattutto nella vera e propria fase di incontro tra domanda ed offerta di lavoro. È infatti previsto che tale fase di incontro tra impresa e lavoratori non sia gestita in automatico dal sistema, ma sia accompagnata e guidata dai servizi Coldiretti che provvederanno a segnalare all’impresa l’esistenza nell’archivio del sistema web di candidature compatibili con le necessità espresse provvedendo, se di interesse dell’impresa, ai necessari contatti con i candidati. “Si tratta di una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani (e non solo) che desidera fare una esperienza di lavoro in campagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “inagricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione lontano dalla città”.

Con l’arrivo della bella stagione saranno almeno duecentomila i giovani impegnati nelle campagne ad iniziare dalla preparazione dei terreni e delle serre per gli ortaggi per continuare con la raccolta difrutta e verdura fino alla vendemmia, secondo una stima della Coldiretti. L’estate coincide – sottolinea la Coldiretti – con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne per le attività di raccolta di verdura e frutta come ciliegie, albicocche o pesche, fino a quella dell’uva che si concentra nel mese di settembre. Per gli studenti – continua la Coldiretti – lavorare nei campi significa, oltre che prendere contatto con il mondo del lavoro, anche fare una esperienza diretta in simbiosi con la natura, i suoi prodotti e una cultura che ha fatto dell’Italia un Paese da primato a livello internazionale nell’offerta di alimenti e vini di qualità. Un’occasione per conoscere la genuinità e le caratteristiche dei veri prodotti del Made in Italy per imparare a distinguerli da quelli importatati spacciati come nazionali anche – precisa la Coldiretti – sugli scaffali dei mercati al momento di fare la spesa. Dal primo giugno i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi – sottolinea la Coldiretti – possono essere remunerati con i voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. I voucher – conclude la Coldiretti – rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.

Maria Letizia Gardoni è il nuovo leader di Giovani Impresa

da: ufficio stampa Coldiretti

La venticinquenne marchigiana Maria Letizia Gardoni eletta dall’assemblea nazionale di Giovani Impresa in rappresentanza di 40mila giovani alla presenza del neo ministro delle risorse agricole, Maurizio Martina

E’ Maria Letizia Gardoni il nuovo leader dei giovani agricoltori italiani. Venticinque anni di Osimo (Ancona) dove coltiva ortaggi con metodo macrobiotico, è stata eletta dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa, composta da rappresentanti provenienti dalle campagne di tutte le Province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 40mila giovani. La neodelegata, che ha ricevuto le congratulazioni “in diretta” dal nuovo ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, presente all’Assemblea, guiderà un esecutivo nazionale composto per il 50 per cento da donne e per il 50 per cento da uomini: Maria Serena Minunni, Erika Pedrini, Valentina Binno, Elena Tortoioli, Ignazio Gibiino, Paolo Giorgi, Daniele Perrone, Andrea Barbetta. Un esempio dei tanti ragazzi che hanno scelto la professione di agricoltori portando nel lavoro quel contributo di innovazione che rappresenta oggi la chiave del successo imprenditoriale. Maria Letizia Gardoni, che ha raccolto il testimone di Vittorio Sangiorgio, chiamato alla guida di Giovani Impresa il 24 marzo 2010 – informa la Coldiretti -, ha iniziato la sua avventura nel 2008. I suoi genitori sono entrambi funzionari pubblici, ma fin da piccola aveva l’idea di fare l’imprenditrice agricola. A 19 anni ha coronato il sogno acquistando un terreno facendo un mutuo e aprendo la sua azienda, nove ettari nelle campagne di Osimo. All’inizio – precisa la Coldiretti – ha provato a coltivare ortaggi per l’industria, ma si è resa conto che non era questa la sua “dimensione”, non tanto produttiva quanto mentale. La svolta è arrivata poco dopo, grazie a un’autentica folgorazione per la “Policoltura ma-pi”, dal nome di Mario Pianesi, l’uomo che ha portato il macrobiotico in Italia. Ha iniziato così a coltivare cavoli, insalata, carote, finocchi coi quali oggi rifornisce i punti macrobiotici della provincia di Ancona. Un mercato in crescita tanto che Maria Letizia sta aumentando la produzione. Nel frattempo si è laureata in Scienze e tecnologie agrarie all’Università Politecnica delle Marche, con una tesi sullo spopolamento degli alveari. Il suo prossimo obiettivo – conclude la Coldiretti – è aprire un centro agricolo di ippoterapia, sviluppando un progetto di agricoltura sociale.

Coldiretti: incontro tra il presidente Gulinelli e il Prefetto della provincia Michele Tortora

da: ufficio stampa Coldiretti

Nell’augurare un buon lavoro al rappresentante di Governo, il presidente di Coldiretti Ferrara ha illustrato le particolarità dell’agricoltura ferrarese ed i progetti di Coldiretti.Territorio e agricoltura “cuore” della provincia.

Un cordiale incontro, voluto da Coldiretti per conoscere il dottor Michele Tortora, triestino, con importanti ruoli nella amministrazione dello Stato, per arrivare alla prefettura di Como e da fine anno 2013, Prefetto della provincia di Ferrara, e far conoscere le particolarità territoriali estensi e della nostra agricoltura in particolare, nel contesto della progettualità dell’organizzazione agricola e nel segno della filiera tutta agricola e tutta italiana, si è svolto oggi ed ha sancito la condivisione di situazioni e prospettive locali, ma non solo.
In particolare il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, ha descritto il progetto Coldiretti e la nuova figura dell’imprenditore agricolo che sta cambiando il vecchio clichè dell’agricoltore: sempre più istruito, spesso laureato, giovane, di frequente con esperienze familiari o di lavoro al di fuori del mondo agricolo e forse anche per questo più propenso a nuove idee, nuovi progetti, alla multifunzionalità aziendale, più aperto al mercato.
Altro punto sul quale si è convenuto è quello della sicurezza: sia la sicurezza ambientale e del territorio, particolarmente critica per le particolari condizioni della rete di canali di bonifica e per i fiumi che delimitano la provincia, messa a dura prova dalla purtroppo ridotta manutenzione agli argini e dai danni provocati dagli animali selvatici, sia la sicurezza rispetto all’incremento di furti in abitazioni e magazzini, in aumento anche nelle campagne, in particolare in alcune aree della provincia.
Evidenziato anche il particolare momento climatico che negli ultimi tre anni ha particolarmente segnato le produzioni ferraresi, dalla grande siccità del 2012, all’eccesso di piovosità del 2013 che si sta ripetendo anche in questo 2014, contribuendo a mettere in discussione la redditività dei nostri produttori.
Oltre ai saluti di rito Gulinelli ha espresso disponibilità e positività per attività comuni in futuro, come è già stato peraltro fatto nel passato.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 25 febbraio

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

INCONTRI NELLE FRAZIONI – Giovedì 27 febbraio alle 18 a Boara. Per dialogare insieme ai cittadini
I giovedì con il Sindaco nel territorio comunale
25-02-2014

E’ previsto per giovedì 27 febbraio alle 18 a Boara (Centro Sociale Ricreativo Polivalente “La Ruota”, via Copparo 276) l’ottavo incontro del Sindaco con i residenti delle frazioni del Comune.

Dal 16 gennaio al 20 marzo il sindaco Tiziano Tagliani ha infatti messo in agenda undici incontri con i cittadini del forese. “Ho programmato con gli assessori e i presidenti delle Circoscrizioni questa serie di appuntamenti – ha affermato il sindaco Tagliani – perchè desidero raccontare personalmente e far conoscere ciò che abbiamo realizzato in questi anni, condividendo le criticità ancora presenti. Sarà anche una preziosa occasione per iniziare a riflettere su come garantire, dopo la chiusura delle Circoscrizioni, l’ascolto e il confronto, riducendo le distanze tra i cittadini che abitano nelle frazioni e l’Amministrazione centrale, promuovendo una partecipazione capace di durare nel tempo”.

Gli incontri si terranno tutti i giovedì dalle 18 alle 20 (uniche eccezioni il 13 febbraio a Ravalle con un secondo incontro della giornata alle 21 e il 18 febbraio a Casaglia nella giornata di martedì) e inizieranno con i residenti delle frazioni più lontane dal centro storico.

IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI

[Centro abitato: data e ora – sede incontro]

>> Circoscrizione 2

Montalbano: 16 gennaio ore 18 Centro di Promozione Sociale “La Scuola” via Bologna, 1054 – Montalbano

Monestirolo, Marrara, Bova di Marrara e Spinazzino: 23 gennaio ore 18 Circolo ACLI, via dei Prati, 18 (ang. v.le della Rimembranza, 24) – Monestirolo

>> Circoscrizione 3

Fondoreno e Borgo Scoline: 30 gennaio ore 18 Circolo ARCI via Civetta, 61/63/65 – Fondoreno

Sabbioni, Pescara e Fossadalbero: 6 febbraio ore 18 Centro Sociale Ricreativo Culturale “Borgo del Passo Vecchio” presso ex Scuole Elementari via Chiorboli, 69/A – Sabbioni

Porporana: 13 febbraio ore 18 Ex Scuole Elementari via Martelli, 300 – Porporana

Ravalle: 13 febbraio ore 21 Teatro Venere via Martelli, 83 – Ravalle

Casaglia: (martedì) 18 febbraio ore 18 Circolo ARCI via Ranuzzi, 65 – Casaglia

>> Circoscrizione 4

Boara: 27 febbraio ore 18 Centro Sociale Ricreativo Polivalente “La Ruota” via Copparo, 276 – Boara

Codrea: 6 marzo ore 18 Canonica della Parrocchia via Carmignana, 38 – Codrea

Viconovo e Albarea: 13 marzo ore 18 Circolo ACLI via Bertolda, 65 – Viconovo

Villanova, Denore e Parasacco: 20 marzo ore 18 Circolo ARCI via Ponte Assa, 85 – Villanova

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BIBLIOTECA ARIOSTEA – Mercoledì 26 febbraio alle 17 incontro con l’autore
Da Maurizio Morselli poesie come ‘petali dell’anima’
25-02-2014

Si intitola ‘I petali dell’anima’ la raccolta di poesie firmate da Maurizio Morselli che mercoledì 26 febbraio alle 17 sarà presentata nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Interverrà all’incontro anche l’artista visivo ferrarese Maurizio Ganzaroli, che leggerà alcune poesie dell’autore con l’ausilio di proprie opere, dalla pop art video ai minimetraggi.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori

‘I petali dell’anima’ é una raccolta di poesie, scritta col cuore, che parla immediatamente al cuore. Con parole comuni, in cui non manca un’attenzione costante alle emozioni vecchie e nuove di una vita che procede, nella consapevolezza dei giorni che passano. La poesia è come rugiada per l’anima: rigenera e ristora, inquieta e accende, accomuna e isola, pone domande, crea assonanze, accarezza lo spirito. Ogni petalo-poesia, piccolo o grande, parla di un’anima viva che ascolta e guarda i propri sentimenti con fiducia e li racconta per condividere la gioia di essere vivi, tra persone amiche, sereni anche quando si è soli. Accettare la vita come viene con le sue sconfitte, le perdite, le gioie, i dolori ma rimanere se stessi, continuando a credere in qualcosa: è questo il messaggio.

Maurizio Morselli (Ferrara, 1962). Nel ’99 si avvicina alla Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Ferrara – come volontario e quindi 2001 viene assunto con la mansione di autista soccorritore. Il suo mondo è tutto nel volontariato: istruttore di primo soccorso; monitore di Croce Rossa (insegna il primo soccorso nelle scuole e alla popolazione); istruttore di Manovre di Disostruzione vie aeree pediatriche (MDVAPED); coordinatore del “Progetto Bimbi”. Nel gennaio 2013 l’esordio editoriale con la silloge poetica ‘Cosa ti aspetti dai sogni’ (Faust Edizioni).

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DARWIN DAY 2014 – Conferenza giovedì 27 febbraio alle 21 in via De Pisis. Alle 16 proiezione gratuita
‘Vivere insieme: la coesistenza fra le specie di grandi mammiferi’
25-02-2014

Sarà dedicata ai meccanismi della convivenza in natura fra le diverse specie di grandi mammiferi la conferenza in programma giovedì 27 febbraio alle 21 al Museo civico di Storia naturale. L’incontro, inserito nel programma delle iniziative ferraresi per il Darwin Day 2014 promosse dalla stesso Museo di via De Pisis e dall’Università di Ferrara, vedrà nelle vesti di relatore Sandro Lovari dell’Università di Siena.

L’incontro sarà anticipato alle 16, nella stessa sala conferenze del Museo, dalla proiezione del film ‘Il grande viaggio di Charles Darwin’ diretto da A. Schuler e K. von Flotow, che, in occasione delle iniziative del Darwin Day 2014, sarà riproposta ogni giovedì fino al 20 marzo, sempre alle 16.

Entrambi gli appuntamenti sono aperti gratuitamente alla partecipazione di tutti gli interessati.

LE SCHEDE a cura degli organizzatori:

Conferenza:

‘Vivere insieme: la coesistenza fra le specie di grandi mammiferi’

Giovedì 27 febbraio, ore 21- Museo di Storia naturale (via De Pisis 21)

Individui della stessa specie che vivono in gruppo devono controllare la propria aggressività e sviluppare modi sofisticati di comunicazione per convivere, ma specie affini che vivono nello stesso ambiente o utilizzano le stesse risorse incontrano difficoltà anche maggiori per trovare formule di coesistenza. Verranno trattati alcuni esempi di meccanismi ecologici e comportamentali, presenti nei grandi mammiferi erbivori e carnivori, che illustreranno la complessità di questi processi di adattamento. Questo tema offrirà inoltre a Sandro Lovari l’occasione per raccontare le sue esplorazioni scientifiche già descritte anche nel suo libro ‘L’enigma delle pecore blu’ che parla di grandi mammiferi poco conosciuti poiché abitanti in zone impervie come l’Himalaya.

Proiezione:

‘Il grande viaggio di Charles Darwin’

Giovedì 20 febbraio, ore 16 – Museo di Storia naturale (via De Pisis 21)

(durata un’ora e trenta minuti)

Un viaggio attorno al mondo lungo quasi cinque anni che cambia la Storia, è quello del giovane e brillante studioso Charles Darwin. Le osservazioni e i reperti raccolti durante le esplorazioni sono alla base di un lavoro interminabile. Il risultato è uno dei testi scientifici più famosi di ogni tempo: ‘L’origine delle specie’.

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DIGITALE TERRESTRE – Si è svolto in Comune un incontro fra amministratori pubblici, dirigenti e tecnici Rai
Il punto della situazione sulla ricezione dei canali digitali Rai
25-02-2014

Su invito del sindaco Tiziano Tagliani e dell’assessore comunale Deanna Marescotti, giovedì scorso (20feb2014) nella residenza comunale Gianluca Tigretti e Corrado Montalti rispettivamente direttore e funzionario tecnico del Settore Reti e Servizi Radiodiffusione dell’Ispettorato Emilia Romagna – Ministero dello Sviluppo Economico, insieme a Eduardo Russo di Rai Way, hanno fatto il punto della situazione sul digitale terrestre e il livello di ricezione dei segnali televisivi Rai in città, illustrando nel dettaglio agli amministratori e ai funzionari comunali il servizio garantito dal gruppo televisivo nazionale nella città.
Ferrara gode di una situazione complessivamente favorevole dato che capta segnali da Barbiano (Bologna), Monte Venda (Pd) e via Aranova (zona ovest di Ferrara; ciò consente ai ferraresi, dotati di un impianto di ricezione tv adeguato, una ottima qualità di ricezione. L’ispettorato diretto dal dott. Tigretti ha effettuato lo scorso 5 febbraio alcune misurazioni da via Bologna, via Carli e via Canapa per verificare il segnale Rai: l’esito è stato positivo in tutti tre i casi, nel totale rispetto della normativa vigente, con specifico riferimento al contratto di servizio con il Ministero.
Interessanti e utili le notizie fornite dai tecnici Rai sulle caratteristiche proprie del digitale terrestre, tecnologia innovativa che offre la possibilità di vedere molti canali con una ricezione di qualità ma che “richiede l’utilizzo di impianti domestici evoluti e più delicati con l’esigenza di manutenzioni periodiche, pena la non corretta ricezione del segnale televisivo”.
L’ing. Russo ha ribadito quanto affermato dall’Ispettorato regionale, confermando che Ferrara è servita in maniera ottimale dal Monte Venda con tutti e 4 i “pacchetti” (in termini tecnici mux o multiplex) Rai 3 TGR Veneto, i classici canali Rai ed i nuovi introdotti con il digitale; altrettanto ottimale da Colle Barbiano, sempre per tutti i 4 mux con Rai 3 TGR Emilia Romagna. Alla luce di quanto affermato, nel territorio comunale si hanno due possibili alternative per la realizzazione di un impianto di ricezione TV, individuando, a seconda della zona, da quale direzione provengano i segnali migliori. Addirittura, prevedendo sia un’antenna di ricezione UHF verso Barbiano e una VHF verso Monte Venda, si ha la doppia possibilità di ricezione del mux 1 (Rai 1 Rai 2, Rai 3, Rai News) e quindi la duplice memorizzazione dei principali programmi Rai nella lista canali del televisore.
Inoltre, accogliendo l’invito del Comune e della Provincia di Ferrara (in fase pre “switch-off”), l’impianto per la diffusione sperimentale del digitale terrestre presente sul tetto del Grattacielo di viale Cavour, è stato mantenuto seppur non strettamente necessario, per offrire comunque una ulteriore possibilità di ricezione per il centro abitato di Ferrara.
La copertura della città e dintorni è garantita, così come confermato dalle campagne effettuate dall’Ispettorato regionale e, data la contenuta distanza dai centri trasmittenti sopra citati (Venda e Barbiano), fenomeni distorsivi (fading) dovuti a condizioni di stratificazione atmosferica risultano abbastanza rari, quindi è da escludere per impianti di ricezione realizzati a regola d’arte il verificarsi di perdite di servizio.
Ciò nonostante, potrebbero comunque verificarsi situazioni di non perfetta ricezione da parte degli utenti televisivi. La captazione dei canali in VHF (in particolare quindi il mux 1 RAI da Venda), nei centri abitati, può evidenziare problematiche dovute ai disturbi elettrici (causati da apparecchiature elettriche ed elettroniche di vario tipo che possono guastarsi o mal funzionare: termostati degli impianti di riscaldamento, lampade a basso consumo, microfoni, luminarie e luci di natale, macchinari elettrici, impianti per telecomunicazione…). Quando in una certa zona della città si verifica uno di questi problemi (l’area disturbata può variare da alcune decine di metri a diverse centinaia di metri), si possono riscontrare disturbi continui o intermittenti, concentrati in alcuni momenti della giornata o distribuiti per tutta la giornata.
Inoltre, la ricezione del mux 1 RAI Ch 05 da Venda, nei pressi del Grattacielo di Ferrara potrebbe essere resa in alcuni casi difficile dalla presenza di un canale assegnato ad altra emittente locale, che trasmettendo da quel sito, è qualche decina di dB (fino a 30 dB) più elevato del segnale RAI e non rispetta i normali rapporti di protezione previsti, provocando interferenze. Questo problema dovrebbe non manifestarsi più nel momento in cui il sito del Grattacielo verrà definitivamente abbandonato dalle emittenti locali.
Altra causa di difficoltà di ricezione è imputabile alla mancanza di verifica del buon funzionamento dell’impianto di antenna, ovvero di una opportuna manutenzione o di adeguamento alla nuova situazione digitale. Questa circostanza è stata rilevata frequentemente nei casi in cui si è intervenuti a supporto degli utenti.
Il rappresentante di Rai Way ricorda che anche nella ricezione dal Monte Venda il TG3 Emilia Romagna può essere ricevuto, richiamando il canale 123 della lista canali memorizzati, sebbene la soluzione da preferire per la ricezione di Rai 3 Emilia Romagna sarebbe quelle che prevede il puntamento delle antenne su Ferrara o su Bologna.
Il direttore dell’Ispettorato Regionale Tigretti ha colto l’occasione per ribadire l’importanza di avere impianti domestici adeguati, ben controllati e posizionati secondo le tre direttrici indicate, installati da antennisti professionali dotati della necessaria e adeguata strumentazione.
L’Ispettorato ha inoltre comunicato di non avere ricevuto segnalazioni di disagi per il servizio Rai da mesi e che il numero verde Call Center Rai Way 800-111555, è a disposizione per le informazioni o le segnalazioni di tipo tecnico.

(A cura dell’Settore Pianificazione Territoriale)

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GRANDI EVENTI – Dal 27 febbraio al 2 marzo iniziative per tutte le età in centro storico
Partito il conto alla rovescia per il Carnevale Rinascimentale a Ferrara
25-02-2014

E’ un Carnevale, quello del 2014 a Ferrara, che si sviluppa su un doppio binario e corre però verso un unico obiettivo: il divertimento. Da una parte la cultura, con iniziative e spettacoli all’insegna del teatro classico, dei concerti e degli spettacoli che rievocano il Rinascimento ferrarese, dall’altra la festa, quest’anno particolarmente ricca di eventi per adulti e bambini.
Il programma delle manifestazioni, che si aprirà giovedì 27 febbraio e vedrà il gran finale nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 marzo, è stato curato dall’Amministrazione comunale, con la collaborazione dell’Ente Palio, di tutte le Contrade, di numerose associazioni culturali e di categoria, oltre che di aziende e istituzioni, tra cui la Provincia, la Camera di Commercio e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna.
Proprio la sinergia tra i principali enti pubblici e privati del territorio ha permesso la programmazione di un calendario quanto mai ricco, che permette di inserire il Carnevale Rinascimentale nell’elenco dei Grandi Eventi della città.
Le quattro giornate carnascialesche saranno incardinate soprattutto sulle figure di celebri personaggi, come il duca Ercole I d’Este e Lucrezia Borgia, eletta a madrina ideale di questa edizione del Carnevale estense.
Momento clou della manifestazione sarà la rievocazione dell’arrivo in città, nel febbraio del 1502, di Lucrezia Borgia, giunta a Ferrara durante i festeggiamenti di Carnevale di quell’anno, che si sarebbero arricchiti delle straordinarie iniziate per festeggiare le nozze tra la chiacchierata figlia del Papa e Alfonso I d’Este. L’avvenimento sarà ricordato nel pomeriggio di sabato 1 marzo con una magnifica sfilata del Corteo Estense, rappresentata da decine di figuranti delle contrade del Palio che, in abiti cinquecenteschi, sfileranno da Palazzo Schifanoia (dalle 16,30) verso piazza del Municipio, dove giungeranno alle 17,15 per dare vita ad una rappresentazione da non perdere.
Le occasioni di divertimento per il pubblico, ferraresi e turisti, che vorrà prendere parte alla festa indossando maschere e costumi non mancheranno di certo. Chiunque potrà, infatti, immergersi nelle atmosfere del Rinascimento partecipando alle feste a tema, ai balli e ai banchetti con menù ispirati alle antiche ricette di corte. Mentre per i più piccoli non mancheranno i giochi, le animazioni, i laboratori didattici e gli spettacoli di intrattenimento, per partecipare da protagonisti alla grande festa rinascimentale.

Il programma completo sul sito: www.carnevalerinascimentale.eu

Per informazioni: IAT Ferrara, tel. 0532 299303; carnevale@comune.fe.it.

LE SCHEDE STORICHE a cura del Responsabile dell’Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara Francesco Scafuri

Carnevale Rinascimentale a Ferrara 2014
Una festa all’insegna del divertimento e della cultura per rivivere l’atmosfera e i fasti della corte al tempo di Ercole I d’Este e di Lucrezia Borgia

Il carnevale, dall’espressione latina carnem levare «toglier la carne», nel calendario liturgico cattolico-romano si colloca tra l’epifania e il mercoledì delle ceneri (primo giorno di Quaresima).
Di questa festa, sinonimo di divertimento e di baldoria, si trovano testimonianze documentarie fin dal Medioevo, ma occorre ricordare che alcune usanze del carnevale sono considerate addirittura sopravvivenze di antichi riti pagani, come i saturnali, festività in onore di Saturno importate dalla Grecia che venivano celebrate tra il 17 e il 23 dicembre nella Roma tardo repubblicana e imperiale. A quei tempi, il primo giorno era riservato agli obblighi religiosi e nell’ultimo ci si scambiavano doni di varia natura e consistenza, ma per il resto della settimana si organizzavano interminabili banchetti, giochi d’azzardo altrimenti proibiti, feste private e divertimenti di vario genere. Ciò che differenziava i saturnali dalle altre festività era lo stravolgimento delle regole sociali, usanza che Orazio (Venosa, 65 a.C. – Roma, 8 a.C.), uno dei maggiori poeti dell’età antica, definì in una sua famosa satira la “libertà di dicembre”; in quei giorni poteva accadere, per esempio, che i padroni servissero a tavola i loro schiavi, ai quali veniva concessa persino la libertà di critica senza essere puniti.
Nel tempo i festeggiamenti legati al carnevale sono sempre stati intesi come metafora di allegra e beffarda trasgressione, di sospensione transitoria dei ruoli sociali ricoperti da ciascuno, durante i quali si dava sfogo alle insoddisfazioni e al malcontento, in una sorta di realtà effimera dove era concessa, entro certi limiti, la soppressione temporanea di alcune norme e dell’ordine costituito. Negli ultimi secoli, poi, il travestimento ha rivestito un ruolo fondamentale e la maschera, che rende tutti irriconoscibili, è diventata lo strumento che ha consentito a ciascuno momenti di libertà altrimenti censurati. Oggi il carnevale, oltre ad essere diventato un momento di festa soprattutto per i bambini, è legato a città come Venezia, Viareggio e Cento (per non parlare di Rio de Janeiro), che per tradizione organizzano feste in maschera, cortei e spettacoli per “grandi e piccini”.

Il carnevale 2014 sotto il segno di Ercole I d’Este e Lucrezia Borgia
Il carnevale di Ferrara rappresenta però un unicum perché, oltre agli aspetti consueti della festa, forse più di altri lega il divertimento ai fasti del Rinascimento, periodo in cui la città, sede della corte estense, divenne una delle più importanti capitali europee della cultura.
Il duca Ercole I d’Este (al potere dal 1471 al 1505), autore insieme all’architetto Biagio Rossetti dell’Addizione Erculea, il celebre piano regolatore ante litteram che fece di Ferrara “la prima città moderna d’Europa”, a partire dal 1473 diede nuova linfa al carnevale. Sotto la sua guida si organizzarono feste da ballo, rappresentazioni teatrali, giostre, giochi di abilità e tornei da far invidia alle corti più importanti dell’epoca. Ercole stabiliva anno per anno la libertà di andare in maschera, di solito dall’epifania (ma a volte anche qualche giorno prima) fino al martedì grasso, perciò anche a Ferrara ognuno poteva permettersi alcune licenze vietate in altri periodi dell’anno; tuttavia, a parte alcuni casi di scherzi di cattivo gusto o addirittura di violenza consumati grazie alla garanzia dell’anonimato offerto dalla maschera, peraltro severamente puniti, il carnevale era una grande festa che coinvolgeva tutta la città, ma ancora di più i gruppi sociali più abbienti e soprattutto la cerchia di gentildonne e gentiluomini vicini al duca. Egli stesso, mascherato, partecipava attivamente a balli, scherzi ed altri divertimenti, percorrendo come consuetudine le vie del centro con la sua “carretta” cercando ” ventura” dal popolo (doni in natura). A questa festa straordinaria parteciperà, a partire dal 1502, anche Lucrezia Borgia, che proprio quell’anno andò in sposa ad Alfonso I d’Este, figlio di Ercole.
Il teatro rinascimentale estense come filo conduttore della festa
La figura di Ercole I d’Este riveste particolare importanza per la storia del Rinascimento italiano, anche perché, in particolare durante il carnevale, egli promosse a Ferrara la ripresa del teatro classico attraverso la messa in scena delle più belle commedie di Plauto e Terenzio, tradotte in volgare dagli umanisti ferraresi e proposte ad un pubblico vasto, non limitato al solo ambito della corte. Si è ormai concordi nel riconoscere in queste manifestazioni artistiche le prime esperienze di teatro moderno, che influenzeranno le successive rappresentazioni in Italia e in Europa. A tal proposito, gli storici ci ricordano che la commedia plautina dei Menaechmi venne apprestata il 25 gennaio 1486 nel “Cortile” del palazzo Ducale di Ferrara, alla presenza di alcune migliaia di persone; nell’occasione si realizzò ad hoc un singolare allestimento scenografico in cui si muovevano attori in costume che recitavano in lingua volgare, con un’accurata e rigorosa traduzione dal latino. Tale evento segnò l’inizio della straordinaria tradizione teatrale estense, che si arricchirà di nuove rappresentazioni promosse da Ercole anche negli anni e nei decenni successivi; basti pensare a quelle organizzate nel febbraio 1502 per celebrare i festeggiamenti delle nozze di Alfonso I d’Este con Lucrezia Borgia, quando furono recitate ben cinque commedie di Plauto. Anche in seguito vennero organizzate nel periodo carnascialesco rappresentazioni plautine, ad alcune delle quali assistette la bella Lucrezia, a cui, in quei momenti di festa, piaceva molto ballare e divertirsi.
C’è chi ha visto nel periodo carnevalesco il vecchio che muore, portandosi via le negatività del passato, perciò siamo certi che questo carnevale offrirà un contributo per affrontare il futuro con rinnovato ottimismo e positivo impegno.

Lucrezia Borgia
La vita movimentata di una donna colta e affascinante
Lucrezia Borgia nacque il 18 aprile 1480 a Subiaco. Era figlia del cardinale spagnolo Rodrigo Borgia e della sua amante Vannozza Cattanei, dalla cui relazione erano nati inoltre Cesare (1475) e Juan (1476), ai quali nel 1481 si aggiunse anche Jofrè.
Rodrigo, salito al soglio pontificio nel 1492 con il nome di Alessandro VI, offrì in sposa la figlia Lucrezia (all’epoca tredicenne) a Giovanni Sforza, detto lo Sforzino, signore di Pesaro e conte di Cotignola. Ma il matrimonio, celebrato in Vaticano nel 1493, fu ben presto in balia delle mutevoli condizioni strategico-militari del periodo, perciò papa Alessandro VI nel 1497 ne ottenne l’annullamento, facendo dichiarare allo sposo la mancata consumazione per propria incapacità.
Secondo alcune fonti, Lucrezia ebbe all’epoca una relazione con Pedro Calderon (detto Perotto), uomo di fiducia del pontefice, che però già nel febbraio del 1498 fu vittima di un atroce delitto, essendo stato ritrovato nel Tevere senza vita, legato mani e piedi. Lo stesso anno il papa Borgia combinò un altro matrimonio per la figlia ormai diciottenne, questa volta con il giovane Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie, figlio del re Alfonso di Napoli. Tuttavia, di nuovo le mutate necessità delle alleanze tra stati portarono questa volta Cesare Borgia, il celebre duca Valentino, a tramare nei confronti del cognato per toglierli la vita; tanto che il principe aragonese prima fu ferito nelle vicinanze di San Pietro, poi venne strangolato nell’agosto del 1500 nella sua stanza presso gli appartamenti pontifici.
In seguito ai nuovi progetti matrimoniali dei Borgia, Alessandro VI cominciò subito a preparare un altro matrimonio per Lucrezia. Questa volta si pensò ad Alfonso I d’Este (1476-1534), primogenito del duca di Ferrara Ercole I, che però inizialmente manifestò una certa esitazione: in effetti, si trattava di una donna chiacchierata, poiché non solo era al suo terzo matrimonio, ma aveva già avuto due figli, uno molto probabilmente dal Perotto e l’altro dal duca di Bisceglie. Per di più, a causa delle voci fatte circolare ad arte, Lucrezia portava con sé la fama, terribile e ingiusta, di essere al tempo stesso “figlia, moglie e nuora” del papa.
Alla fine, però, gli Estensi si convinsero e accettarono la proposta di Alessandro VI, che offrì loro una ricchissima dote comprendente, tra l’altro, 100.000 ducati d’oro, gioielli di grande valore, opere d’arte, le città di Cento e di Pieve, oltre ad una fortissima riduzione del canone annuale che gli Estensi dovevano versare alla Santa Sede per il ducato di Ferrara.
Dopo la celebrazione delle nozze per procura a Roma nel 1501, finalmente Lucrezia il 6 gennaio 1502 lasciò la città eterna alla volta di Ferrara per raggiungere il marito Alfonso I d’Este.

Ferrara accolse Lucrezia nel 1502
Durante il celebre viaggio da Roma verso la città estense, il fastoso e numerosissimo seguito che l’accompagnava attraversò diverse località del Lazio, dell’Umbria, delle Marche e della Romagna; omaggiata ovunque, era forte da parte di tutti il desiderio e la curiosità di conoscere l’ormai celebre figlia del papa.
Ferrara accolse Lucrezia Borgia mercoledì 2 febbraio 1502 e i festeggiamenti per il matrimonio, accentuati dall’euforia del concomitante periodo carnascialesco, furono veramente straordinari.
Le cronache raccontano che quel giorno dopo pranzo Lucrezia partì dal Borgo di San Luca (a sud della città), dove aveva trovato “regale ospitalità” per riposare un po’ dopo il viaggio che l’aveva condotta a Ferrara per unirsi allo sposo. Entrò poi in città da sud-ovest accolta dal suocero (il duca Ercole I d’Este), attraversando il ponte sul Po di Ferrara presso il Castel Tedaldo, ornato per l’occasione con festoni. Insieme al corteo d’onore giunse quindi alla porta di quel fortilizio, che si trovava un tempo nei pressi dell’attuale piazza XXIV Maggio. Lucrezia, elegante e fiera sul suo cavallo bianco coperto di panno d’oro fino a terra con briglie e sella dorati, fu ricevuta in quel luogo sotto un baldacchino. Lungo lo sfarzoso itinerario l’accolse poi un apparato scenografico con putti, ispirato alla mitologia greco-romana, oltre ad una serie di fuochi artificiali. Gli scoppiettii, però, fecero imbizzarrire il cavallo di Lucrezia, la quale, sbalzata di sella, cadde in piedi, dimostrando una certa abilità; ma subito si mise a ridere, tranquillizzando il duca. Questi allora la fece salire su una mula addobbata con ricchi finimenti. Il corteo, preceduto secondo alcune fonti dallo sposo Alfonso I d’Este accompagnato da tre squadre di balestrieri, continuò la sfilata nelle vie della città addobbate a festa, seguendo un tragitto piuttosto lungo e tortuoso, da una parte per dare l’impressione alla sposa che Ferrara fosse più grande del reale, dall’altra per offrire la possibilità alle migliaia di persone assiepate lungo le strade di ammirare la figlia del papa.
Al termine del percorso trionfale, il corteo raggiunse il Cortile Ducale (oggi piazza Municipale). Qui Lucrezia smontò dalla mula e, alla base del monumentale scalone quattrocentesco, trovò ad accoglierla Isabella d’Este, sorella di Alfonso I nonché marchesa di Mantova (avendo sposato Francesco II Gonzaga nel 1490), la quale l’accompagnò insieme ad altre gentildonne lungo la gradinata marmorea, fino alla cosiddetta “Sala Grande” del palazzo Ducale (oggi palazzo Comunale); si trattava di un grande ambiente, oggi distrutto, che era stato abbellito per l’occasione con arazzi, drappi d’oro e d’argento. Successivamente la sposa, che all’epoca aveva quasi ventidue anni, fu accompagnata nelle camere che il duca Ercole aveva fatto preparare appositamente, dove avrebbe poi trascorso la notte con Alfonso I d’Este.
Alla corte estense Lucrezia, che fino a quel momento era stata un formidabile strumento di potere nelle mani del padre e del fratello Cesare, fece dimenticare il suo passato di figlia illegittima del papa e diventò popolarissima tra i ferraresi, che l’amarono subito per le sue indubbie qualità: intelligenza e umanità, unite a fascino e simpatia.
Per quanto riguarda l’aspetto esteriore della giovane Lucrezia, le varie testimonianze non sono tutte concordi, tuttavia si evince che la figlia di Alessandro VI, di mediocre statura, doveva essere una donna bella anche se non bellissima, con un carattere allegro e solare. Dall’aspetto gracile, ma quasi angelico, Lucrezia emanava certamente un fascino particolare; il viso, che lasciava trasparire un certo pallore, appariva leggermente allungato così come il collo, ma il naso risultava ben profilato, i capelli aurei e lunghissimi, gli occhi azzurri, la bocca piuttosto grande e i denti bianchissimi.

Feste e commedie plautine in onore di Lucrezia Borgia e Alfonso I d’Este
A Lucrezia piaceva molto divertirsi, così nel febbraio 1502, per festeggiare le nozze con Alfonso I d’Este, concomitanti con il Carnevale, si organizzarono giochi, tornei, spettacoli e rappresentazioni di commedie plautine.
In quei frangenti, la Sala Grande del palazzo Ducale era destinata alle feste da ballo, perché Lucrezia Borgia amava molto danzare. Tuttavia, assisteva volentieri anche ad alcune rappresentazioni teatrali di commedie di Tito Maccio Plauto (il celebre commediografo latino nato a Sarsina tra il 250 e il 255 a.C. e morto forse a Roma nel 184 a.C.); si pensi che, durante i festeggiamenti del matrimonio, dal 3 fino all’8 febbraio 1502 ne furono messe in scena ben cinque nel salone delle udienze del Palazzo della Ragione di Ferrara; tra queste, venne rappresentata l’8 febbraio 1502 la divertentissima “Casina”, che la Compagnia del Vado riproporrà durante il “Carnevale Rinascimentale a Ferrara 2014”, con l’intento di ricostruire l’atmosfera in cui si svolgevano gli spettacoli plautini al tempo degli Estensi.
La Corte, per spostarsi dal palazzo Ducale al palazzo della Ragione senza scendere in strada, utilizzava un cavalcavia coperto costruito per l’occasione, che oltrepassava l’attuale via Cortevecchia.
E’ noto, inoltre, che durante il carnevale del 1503 furono rappresentate altre tre opere di Plauto (l’Aulularia, la Mustellaria e i Menecmi) e una di Terenzio (Eunuco). Ebbene, ad assistere alle rappresentazioni, questa volta presso la Sala Grande, erano presenti il duca Ercole I d’Este e la nuora Lucrezia Borgia, oltre ad un numeroso pubblico di cortigiani e gentildonne.
Ercole, promotore di tali spettacoli, era gelosissimo dei testi delle commedie, tradotte dal latino in lingua volgare da alcuni tra i migliori umanisti del tempo; perciò aveva dato rigide disposizioni al fine di non divulgare i copioni delle celebri rappresentazioni. Li negava persino alla figlia Isabella, la quale doveva chiederli di nascosto a qualche personaggio fidato presso la corte del padre.

Diciassette anni alla Corte estense (1502-1519)
Inizialmente i rapporti di Lucrezia Borgia con il suocero furono contrassegnati da alcune divergenze, soprattutto a causa delle spese sostenute per il mantenimento del numeroso seguito romano, che perciò fu congedato. Ma quando Alfonso I d’Este divenne duca di Ferrara alla morte del padre (1505), Lucrezia si era già conquistata un posto di rilievo presso la Corte estense. Inoltre, essendo colta, senza tuttavia essere un’intellettuale, aveva intrecciato rapporti di amicizia con scienziati, artisti e umanisti di primo piano, fra cui Ercole e Tito Vespasiano Strozzi, Niccolò da Correggio, Celio Calcagnini e Antonio Tebaldi detto il Tebaldeo.
Durante i diciassette anni trascorsi a Ferrara fu una buona moglie e una fervente religiosa, tuttavia, secondo alcuni studiosi sembrano abbastanza fondate due storie d’amore, anche se non sostenute da prove. Il primo flirt che le viene attribuito fu con uno dei massimi letterati del tempo, Pietro Bembo; egli dedicò proprio a Lucrezia “Gli Asolani” (1505) ed ebbe con lei un rapporto privilegiato, come si evince dal fitto scambio di lettere, tanto da far maturare qualche dubbio sul tipo di relazione che si instaurò tra i due. Il secondo con Francesco II Gonzaga, il quale nutrì per lei una forte passione, ma certamente breve, in quanto Isabella d’Este vigilava attentamente sul marito e sulla cognata; d’altra parte, i pettegolezzi non incrinarono i rapporti (sia pure formali) tra le due “primedonne”, le quali, a volte in competizione tra loro, condividevano l’interesse per la musica, la danza, l’arte e la letteratura.
In realtà, tutti rimanevano abbagliati dal fascino e dalle virtù di Lucrezia, celebrate dallo stesso Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso e nelle Satire.
Alfonso, che amava profondamente la sua sposa, le affidò molti compiti delicati. Lei, nel ruolo di duchessa di Ferrara, dimostrò sempre capacità non comuni di equilibrio e saggezza in varie occasioni, sia quando si trattò di esaminare le istanze dei cittadini, che di reggere lo Stato in nome del marito durante le numerose assenze di questi, impegnato nelle lunghe guerre in cui fu coinvolto il ducato estense.
Lucrezia, altresì, si dimostrò di animo sensibile, disponendo di frequente aiuti concreti in denaro ai poveri, agli ammalati e ai bambini abbandonati, come quelli che fin dal XIII secolo venivano accolti nell’ospedale di San Cristoforo dei Bastardini, a breve distanza dal Castello Estense e dalla Cattedrale.
Da alcuni studi, con particolare riferimento a quelli di Diane Ghirardo, apprendiamo che fu anche un’accorta imprenditrice perché, bonificando alcuni terreni, li fece poi coltivare o adibire a pascolo traendone profitti, favorendo al tempo stesso, grazie ad una serie di investimenti, lo sviluppo dell’economia sia nelle campagne che in città. Attraverso l’acquisto di una mandria di bufale, Lucrezia Borgia incrementò negli ultimi anni della sua vita anche la lavorazione e la produzione del formaggio, in particolare della ricotta e della mozzarella, così come aveva fatto in precedenza la suocera Eleonora d’Aragona.
Fu una madre prolifica poiché, secondo Luciano Chiappini, diede ad Alfonso sette figli di cui quattro viventi, e tra questi l’erede agognato Ercole (1508-1559).
Negli ultimi anni passò lunghi periodi in convento a chiedere perdono “per li peccati de questa nostra etade” e aderì al terz’ordine francescano. Il crescente fervore religioso le aveva fatto promuovere nel 1509 la costruzione del convento di San Bernardino in fondo alla strada della Giovecca, allo scopo di ospitarvi la nipote Camilla (figlia del duca Valentino), la quale vi entrò nel 1510 insieme ad alcune monache clarisse.
Lucrezia morì a Ferrara il 24 giugno 1519 all’età di 39 anni, colpita da una grave infezione post-partum, dopo aver dato alla luce un’altra figlia. Fu sepolta nel monastero del Corpus Domini, dove tuttora si trova la tomba.

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CIRCOSCRIZIONE 3 – Giovedì 27 febbraio alle 19 a Pontelagoscuro
Esame del Regolamento per installazione ed esercizio degli impianti di telefonia mobile
25-02-2014

Per esprimere, in particolare, un parere sulla delibera “Regolamento comunale per l’installazione e l’esercizio degli impianti di telefonia mobile”, il Consiglio della Circoscrizione 3 si riunirà giovedì 27 febbraio alle 19 nella sede di piazza Buozzi 14 a Pontelagoscuro. Al termine l’assemblea sarà chiamata ad approvare impegni di spesa sui fondi a disposizione della Circoscrizione per il 2014.

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ASSESSORATO ALLA SANITA’ – Indagine di carattere europeo sulla popolazione ultrasessantenne italiana e slovena
Con il ‘Progetto Pangea’ le strategie per un invecchiamento di successo
25-02-2014

Quali sono i meccanismi protettivi e insieme gli stili di vita che possono favorire un invecchiamento di qualità? A questo e ad altri quesiti si tenterà di rispondere anche da Ferrara grazie alla partecipazione a ‘Pangea’, progetto co-finanziato del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013 dal fondo Europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali. Nel nostro territorio, a fianco di diversi partner italiani e stranieri, il percorso vede coinvolti sia l’Università sia il Comune di Ferrara. Il progetto, che ha tra l’altro in programma dal 10 al 12 aprile all’interno dell’anello dell’ex ospedale Sant’Anna l’esecuzione di test clinici a un campione volontario di 160 ferraresi ultrasessantenni, è stato illustrato in mattinata dall’assessora Chiara Sapigni, dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Gabriele Rinaldi, dalla responsabile di progetto e medico internista della Clinica Universitaria Ospedaliera Angelina Passaro e da Giovanni Giuliani, direttore dell’Unità operativa di Medicina interna dell’Università di Ferrara.
“L’invecchiamento attivo è la nostra carta per i futuro. Aiutare gli ultrasessantenni a stare bene porta vantaggi per tutti e alleggerisce gli oneri della società nei confronti degli anziani. – ha affermato l’assessora alla Sanità Chiara Sapigni – Un problema questo per il quale l’Europa si sta movendo a grandi passi e che noi cerchiamo da tempo di affrontare aderendo a diversi progetti attivi in città, riguardanti la mobilità e la sana alimentazione dei soggetti anziani.

In quanto partner del progetto ‘Pangea’, inserito in un’ampia rete europea, il Comune di Ferrara attraverso i propri Servizi Giovani e Sport, Servizi sociali e ufficio Relazioni internazionali e in collaborazione con ANCeSCAO, ha svolto fino ad ora un ruolo attivo allo scopo di sollecitare la popolazione anziana ad approfondire le tematiche del benessere e ad usufruire dell’opportunità offerta da questa indagine”.

“La sanità non consiste solo nel preoccuparsi della cura, bensì di prendersi carico delle persone nel loro progetto di vita. – ha aggiunto il direttore Rinaldi – In occasione delle giornate ferraresi dedicate al progetto ‘Pangea’ avremo l’occasione per verificare le caratteristiche della nuova configurazione dell’anello dell’ex ospedale S’Anna, area dove sono stati mantenuti i servizi sanitari e assistenziali e che sarà destinata in futuro ad accogliere le due realtà più fragili, come i bambini e gli anziani. Con questi progetti – ha poi ricordato – non si vogliono aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni.”

(Testo a cura degli organizzatori)

L’età media della popolazione europea sta progressivamente aumentando e questo comporta un incremento dei costi legato all’assistenza socio-sanitaria. Per tale motivo l’Unione Europea investe sempre maggiori risorse per sviluppare progetti di ricerca volti a individuare meccanismi protettivi per favorire un invecchiamento di qualità.
Dalla collaborazione tra le Università degli Studi di Ferrara, Padova, Trieste e Udine e l’Università del Litorale per la Slovenia e i Comuni di Ferrara, Capodistria, Kranj, l’Istituto per la salute della Repubblica Slovena e con il supporto dell’Ospedale Generale di Isola, è nato il progetto Pangea. Gli obiettivi operativi del progetto che si sviluppano a livello congiunto, coordinati dal team di Medicina Interna, Gerontologia e Nutrizione Clinica, sono lo sviluppo di un laboratorio mobile per la salute che permetterà ai partner di standardizzare la metodologia della raccolta dei dati clinici e la creazione di un portale web sia in lingua italiana che slovena per aggiornare costantemente i cittadini sulle nuove strategie per un invecchiamento di successo. Oltre a questi importanti aspetti a Ferrara, grazie alla preziosa collaborazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, si organizzeranno nelle giornate del 10-11-12 aprile 2014 dei test clinici gratuiti e non invasivi volti a studiare la capacità motoria, lo stato nutrizionale e cognitivo, la forza e potenza muscolare e la composizione corporea della popolazione arruolata. Saranno valutati circa 170 soggetti, alcuni dei quali già arruolati grazie alla collaborazione sul nostro territorio del coordinamento dei centri sociali Ancescao. Essendo ancora possibile l’adesione di altri cittadini, i requisiti di accesso sono di avere un’età compresa tra i 60 e gli 80 anni ed essere in grado di camminare senza ausili per 2 km.
Un altro importante obiettivo sarà la realizzazione di un parco per l’attività motoria adattata, a libero accesso per tutta la cittadinanza e posizionato nel sottomura di Ferrara. Verranno inoltre organizzati seminari informativi aperti alla popolazione sia sui risultati dei test clinici sia sulle novità nel campo della rieducazione al movimento e alla nutrizione.
Per i professionisti sono previsti workshop dedicati all’alimentazione per favorire l’invecchiamento di successo della popolazione.

Per informazioni si può contattare il numero 0532/237017 dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 12.30.

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BIBLIOTECA RODARI – Giovedì 27 febbraio alle 17 in viale Krasnodar
‘Belle storie a quattro zampe’ per bambini dai tre ai sette anni
25-02-2014

Saranno gli studenti della classe 3.a B della scuola media ‘Filippo De Pisis’ a fare da ‘cantastorie’ per il nuovo appuntamento – giovedì 27 febbraio alle 17 – con i racconti per bambini dai tre ai sette anni alla biblioteca comunale Rodari di viale Krasnodar 102. In programma i racconti ‘Il lupo che voleva essere una pecora’ di M. Ramos e ‘Chi me l’ha fatta in testa’ di W. Holzwarth.

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CONFERENZA STAMPA – Convocata giovedì 27 febbraio alle 10.30 in via Capo delle Volte
Presentazione del “Carnevale della Circoscrizione ex G.A.D.”
25-02-2014

Giovedì 27 febbraio alle 10.30 nella sede della Circoscrizione 1 in via Capo delle Volte 4/d si terrà la conferenza stampa di presentazione del “Carnevale della Circoscrizione ex G.A.D.”
Per presentare l’iniziativa interverranno il presidente della Circoscrizione 1 Girolamo Calò, rappresentanti delle Contrade S. Giacomo e S. Benedetto e il responsabile dell’oratorio S. Benedetto don Paolo.

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CONFERENZA STAMPA – Giovedì 27 febbraio alle 11.30 nella sala dell’Arengo
Torna “Liberamente / salone del tempo libero, del divertimento e della vita all’aria aperta”
25-02-2014

Per la presentazione della decima edizione di “Liberamente / salone del tempo libero, del divertimento e della vita all’aria aperta” si terrà una conferenza stampa giovedì 27 febbraio alle 11.30 nella sala dell’Arengo della residenza municipale.

Sono previsti gli interventi dell’assessora comunale alle Attività produttive Deanna Marescotti, del presidente di Ferrara Fiere Congressi Nicola Zanardi, del responsabile commerciale di Liberamente Giuseppe Tanesini e di Stefania Zampolli, responsabile Commerciale di Fantafy&Hobby e Pollice Verde.

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CONFERENZA STAMPA – Convocata giovedì 27 febbraio alle 12 in sala di Giunta
Presentazione delle ‘Iscrizioni on-line ai Servizi Educativi comunali (Nidi e Materne)’
25-02-2014

Giovedì 27 febbraio alle 12 nella sala di Giunta della residenza municipale si terrà la conferenza stampa per illustrare le modalità delle ‘Iscrizioni on-line ai Servizi Educativi comunali (Nidi e Materne)’.
Accanto al sindaco Tiziano Tagliani alla presentazione interverranno, tra gli altri, l’assessora ai Sistemi Informativi Chiara Sapigni, il direttore dell’Istituzione Scolastica comunale Mauro Vecchi, il direttore del Servizio Sistemi Informativi Fabio De Luigi e la dirigente pedagogica dell’Istituzione Scolastica Donatella Mauro.

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4.a COMMISSIONE CONSILIARE – Riunione giovedì 27 febbraio alle 15.30 in sala Zanotti
Incontro informativo con il ‘Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale’
25-02-2014

La 4.a Commissione consiliare – presieduta dal consigliere Enzo Durante – si riunirà giovedì 27 febbraio alle 15.30 nella sala Zanotti della residenza municipale per un incontro informativo con il ‘Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale’ Marcello Marighelli. Interverrà l’assessora alla Sanità Chiara Sapigni.

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RESIDENZA MUNICIPALE – Inaugurazione giovedì 27 febbraio alle 11 nel Salone d’Onore
In mostra le calzature che hanno fatto la storia della Manifattura Berluti
25-02-2014

Ripercorre la storia della Manifattura Berluti, attraverso i volti dei suoi protagonisti e le sue calzature simbolo, l’esposizione ‘Berluti’s Heritage Exhibition’ che giovedì 27 febbraio alle 11 sarà inaugurata nel Salone d’Onore della residenza municipale.
L’iniziativa, promossa dalla stessa Manifattura in collaborazione con il Comune di Ferrara, nell’ambito delle manifestazioni del Carnevale Rinascimentale a Ferrara, sarà inaugurata dal sindaco Tiziano Tagliani e dall’amministratore delegato di Manifattura Berluti Jean-Baptiste Barthes.
La mostra rimarrà aperta liberamente al pubblico fino al 27 marzo prossimo, negli orari di apertura del palazzo municipale.

Giornalisti, fotografi e video operatori sono invitati.

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GIUNTA COMUNALE – Le principali delibere approvate nella riunione del 25 febbraio
Telefonia mobile: il Comune adegua il proprio Regolamento alle novità normative
25-02-2014

Queste le principali delibere approvate nella riunione della Giunta comunale di martedì 25 febbraio:

Assessorato Urbanistica, Edilizia Privata ed Edilizia Residenziale Pubblica, assessore Roberta Fusari, e Assessorato all’Ambiente e Relazioni Internazionali, assessore Rossella Zadro:

Aggiornamenti normativi per il Regolamento comunale sugli impianti di telefonia mobile

La nuova formulazione del Regolamento comunale per la telefonia mobile, approvata oggi dalla Giunta comunale, si è resa necessaria alla luce delle importanti novità normative intervenute in questo ambito sin dal 2010. Il testo, che sostituisce quello in vigore dal 2007, è già passato al vaglio delle Commissioni consiliari congiunte Ambiente e Urbanistica e concluderà il suo iter in Consiglio comunale il 3 marzo prossimo.

Attualmente gli impianti di telefonia o stazioni radio base (SRB), in continua innovazione e miglioramento, si configurano come infrastrutture dedicate non solo alla comunicazione via voce, ma soprattutto al trasferimento di dati: con smartphone e tablet si possono infatti inviare e scaricare dati senza limiti. Utilizzi differenti che hanno richiesto un adeguamento importante della rete esistente. Adeguamento ancora in fase di realizzazione e disciplinato dai provvedimenti normativi che sono stati introdotti recentemente e che richiedono un allineamento delle procedure comunali.

La materia è disciplinata dal D.lgs. 1 agosto 2003, n. 259, meglio conosciuto come “Codice delle Comunicazioni Elettroniche”, in particolare dall’art. 87 e oggi soprattutto dall’articolo 87-bis, quest’ultimo introdotto dalla legge 22 maggio 2010, n. 73. Tale disposizione, dal titolo “Procedure semplificate per determinate tipologie di impianti”, ha come obiettivo l’agevolazione delle procedure per realizzare gli impianti di telefonia al fine di incentivare il completamento della rete sull’intero territorio nazionale.

Pertanto, al fine di accelerare il completamento della rete di banda larga mobile, fermo restando il rispetto dei limiti, dei valori e degli obiettivi di tutela della salute della cittadinanza, è sufficiente la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Fondamentale ricordare che la legge definisce

le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione come opere di urbanizzazione primaria pur restando di proprietà dei rispettivi operatori. Alla luce di ciò, l’installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici e la modifica delle caratteristiche emissive viene autorizzata dagli Enti locali, previo accertamento da parte di Arpa della compatibilità del progetto con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, stabiliti uniformemente a livello nazionale.

Questa grande agevolazione introdotta dai recenti dettati normativi fa totalmente decadere, per mancanza di supporti legislativi, molti dei presupposti della precedente versione del Regolamento comunale e gran parte della legge regionale emanata nel 2000. Molte delle disposizioni che vi sono contenute non sono più applicabili e risulta inopportuno introdurre procedure diverse, sistematicamente respinte da tutti i TAR italiani con ingenti risarcimenti sborsati dai Comuni ai gestori danneggiati.

“Partendo dal presupposto che le valutazioni sull’impatto elettromagnetico sono state ‘salvate’ e sono comunque garantite dall’obbligatorio parere di Arpa, – affermano al proposito gli assessori Fusari e Zadro – con il nuovo regolamento abbiamo cercato di mantenere in punta di piedi ed in virtù dei buoni rapporti instaurati con i gestori, la possibilità di presentare un programma annuale in caso di installazioni numerose; di garantire la massima pubblicità delle installazioni per dare informazione alla cittadinanza; e di mantenere principi valutativi di cautela per il nostro centro storico. Di più ci avrebbe portato nella piena illegittimità”.

(a cura del Servizio comunale Pianificazione territoriale e progettazione)

Assessorato Urbanistica, Edilizia Privata ed Edilizia Residenziale Pubblica, assessore Roberta Fusari:

Rischio sismico: dal Comune di Ferrara la collaborazione tecnica per un progetto europeo

Sarà tutta incentrata sul tema della valutazione del rischio sismico, con particolare riferimento agli edifici strategici, la collaborazione tecnico-scientifica che il Comune di Ferrara offrirà all’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po per la partecipazione al progetto europeo ‘Holistic’.

L’azione che il Comune si impegna a svolgere riguarda, in particolare, la definizione di un modello di analisi della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici strategici, considerata necessaria poiché “ogni ente pubblico preposto a svolgere attività di protezione e prevenzione dei rischi naturali (ed in particolare quello sismico) deve possedere un edificio che sia sicuro nei confronti di possibili eventi naturali in grado di mettere a rischio l’incolumità degli stessi addetti, al fine di garantire il proseguimento dei servizi assistenziali alla popolazione”. Il modello di analisi, una volta attuato, potrà essere mutuato ed adottato per qualsiasi edificio pubblico, attraverso una griglia di esame che in base alla sua destinazione fornirà le caratteristiche di vulnerabilità nei confronti del rischio sismico.

La seconda parte del progetto a cura del Comune consisterà invece nell’indicazione di quali interventi strutturali e preventivi gli enti pubblici dovrebbero attuare per limitare la vulnerabilità degli edifici strategici e, in particolare, di quelli sede di funzioni pubbliche essenziali per lo svolgimento delle attività di assistenza alla popolazione e di coordinamento dei soccorsi. L’analisi effettuata per singolo territorio mirerà a far emergere la necessità di sviluppare regolamenti e politiche volte alla tutela ed alla salvaguardia degli edifici strategici e di quelli rilevanti anche dal punto di vista architettonico e monumentale.

Per la propria collaborazione al progetto il Comune riceverà un contributo lordo di 150mila euro.

Il progetto è finanziato con i fondi comunitari per i programmi transfrontalieri adriatici, mirati a migliorare la cooperazione sociale e culturale tra le nazioni della stessa area geografica.

Assessorato alla Sanità, Servizi alla Persona e Immigrazione, assessore Chiara Sapigni:

All’Asp le risorse per le attività di accoglienza 2014

E’ di 300mila euro la quota che sarà trasferita all’ASP – Centro Servizi alla Persona di Ferrara per lo svolgimento, nel corso del 2014, delle attività del Progetto Accoglienza. Intento del progetto è quello di sostenere, rafforzare e coordinare le azioni di accoglienza svolte dalle maggiori organizzazioni locali operanti in questo settore e di promuovere, coordinare e rafforzare le azioni di uscita delle persone accolte dai Centri di accoglienza, attraverso la pianificazione di interventi integrati di formazione, avviamento e inserimento lavorativo.

Alla Cooperativa sociale integrazione lavoro un contributo per l’attività agli sportelli circoscrizionali

Sarà finanziato con risorse del Fondo nazionale per la non autosufficienza il contributo di 9.400 euro destinato dal Comune alla Cooperativa sociale integrazione lavoro per l’attività svolta nel 2013 agli sportelli informativi e di prenotazioni specialistiche nella sede circoscrizionale di Porotto.

L’attività degli sportelli “Ti Informo” svolta all’interno delle Circoscrizioni di Codrea e Porotto, è stata avviata come progetto di integrazione socio sanitaria innovativo a livello regionale nel 2008, con un percorso formativo svolto da tre soci lavoratori della Cooperativa che sono stati preparati sia per l’attività di prenotazione sanitaria sia per l’attività di orientamento dei cittadini alla rete dei

servizi territoriali.

Assessorato alla Mobilità e Lavori Pubblici, assessore Aldo Modonesi:

I locali comunali di via Alfonso D’Este a disposizione dell’associazione Dalla Terra alla Luna onlus

Resteranno a disposizione dell’associazione Dalla Terra alla Luna onlus per sei anni i locali di viale Alfonso d’Este 5 concessi dal Comune a canone agevolato. Gli spazi saranno utilizzati dall’associazione per le proprie attività a favore dei bambini affetti da autismo, ritardo mentale o altro disagio psicologico e per la realizzazione del progetto ‘Dopo la scuola’.

Assessorato all’Ambiente e Relazioni Internazionali, assessore Rossella Zadro:

Rinnovata l’adesione al Coordinamento delle Agende 21 locali italiane
Sarà confermata anche per il 2014 l’adesione del Comune di Ferrara all’associazione del Coordinamento delle Agende 21 locali italiane. La quota di affiliazione annuale è di 1.100 euro.

Assessorato alla Cultura, Turismo, Giovani e Personale, vicesindaco Massimo Maisto:

Tirocini formativi al Museo di Storia naturale

Gli studenti dell’istituto superiore Carducci avranno l’opportunità di svolgere periodi di tirocinio formativo al Museo di Storia naturale di Ferrara. La Giunta ha infatti approvato la convenzione, di durata triennale, da sottoscrivere con l’istituto cittadino per consentire l’avvio di periodi di formazione e orientamento all’interno della struttura museale ferrarese, con l’intento di agevolare le scelte professionali dei giovani studenti attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro.

Musei civici gratis per i visitatori del Salone del Restauro

Per quattro giornate, dal 26 al 29 marzo prossimi, i visitatori del ‘Salone del restauro’ avranno la possibilità di accedere gratuitamente ai musei civici ferraresi. Coinvolti nell’iniziativa saranno in particolare: Palazzo Schifanoia, la Palazzina di Marfisa d’Este, il Museo di Storia naturale, il Museo del Risorgimento e della Resistenza e il Museo della Cattedrale.

La rassegna, giunta alla sua XXI edizione e ospitata a Ferrara Fiere, sarà interamente dedicata al restauro, alla conservazione e alla tutela del patrimonio storico, artistico, architettonico e paesaggistico e proporrà, nelle quattro giornate del suo programma, una serie di eventi e approfondimenti sul tema che porteranno a Ferrara un notevole numero di visitatori ai quali il Comune vuole offrire, come per le passate edizioni, l’opportunità di ammirare gratuitamente le proprie ricchezze storiche e artistiche.

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AGENDA DEL SINDACO
Appuntamenti del 26 febbraio 2014
25-02-2014

Mercoledì 26 febbraio

ore 20.30 – incontro con i comitati di cittadini sul tema dei permessi di ricerche di idrocarburi nel territorio (sede Circolo Arci, Cona – FE)

Il Carnevale Rinascimentale di Ferrara è pronto a partire

da: ufficio stampa Carnevale Rinascimentale di Ferrara

Ormai ci siamo, il Carnevale Rinascimentale di Ferrara prenderà ufficialmente il via giovedì 27 febbraio. Si tratterà di un’edizione ricchissima di iniziative e appuntamenti, con il clou rappresentato dalla sfilata del corteo storico, dedicato a Lucrezia Borgia, che si celebrerà sabato 1 marzo.

Grazie al pieno coinvolgimento dell’Ente Palio di Ferrara oltre al corteo storico sono in programma numerosi eventi a tema, organizzati dalle singole contrade: dalle cene, alle feste, ai concerti, per rivivere le atmosfere cinquecentesche all’interno dei luoghi prediletti dai duchi di Ferrara.

Le tantissime prenotazioni per le cene di contrada oltre che per i pacchetti turistici confermano come questa manifestazione sappia rinnovare nei visitatori il fascino e la magia di una città a forte vocazione culturale e artistica, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

Il Carnevale Rinascimentale sta raccogliendo al contempo l’interesse di numerose famiglie, grazie all’attenzione mirata verso i più piccoli. Ai bambini sono infatti dedicati laboratori ludico-didattici, spettacoli di intrattenimento, giochi in maschera, animazioni, merende, e molte altre iniziative in calendario.

Per tutti gli appassionati di immagini da catturare al volo non va inoltre dimenticato il concorso fotografico su Istagram. Per partecipare basterà condividere le istantanee contraddistinte dall’hastagh #RinasciFE2014. Il regolamento del concorso, oltre al programma completo della manifestazione, sono consultabili all’interno del sito www.carnevalerinascimentale.eu

“Doc in tour”, documentari in Emilia-Romagna: la partenza Sabato 1 Marzo

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Cultura – Ottava edizione di “Doc in Tour”, rassegna di documentari in Emilia Romagna. Dall’1 marzo al 31 maggio 20 film selezionati in 50 sale cinematografiche della regione. Presentazione nella sede della Regione. L’assessore Mezzetti: “Un ottimo risultato, esito di una fruttuosa collaborazione”

Bologna – Venti documentari selezionati, cinquanta sale coinvolte in quarantuno località delle regione, duecentosedici i passaggi in tre mesi di rassegna: sono alcuni numeri della rassegna “Doc in Tour – Documentari in Emilia Romagna”, la cui settima edizione prenderà il via l’1 marzo e si protrarrà fino al 31 maggio.

Anche quest’anno Doc in Tour proporrà documentari selezionati tra opere di autori o case di produzione emiliano romagnoli, o con temi che riguardano la regione. Le sale cinematografiche regionali che ospitano l’iniziativa appartengono al circuito Fice, che riunisce i cinema d’essai, o sono strutture gestite dai Comuni. L’iniziativa è unica in Italia per il rapporto che ha saputo instaurare tra i film documentari (spesso non distribuiti oppure relegati in festival o canali tv tematici) e il pubblico delle sale cinematografiche.

Quattro i promotori di Doc in Tour: Regione Emilia-Romagna, Fice Emilia-Romagna (Federazione italiana cinema d’essai), D.E-R, associazione dei documentaristi emiliano-romagnoli e Progetto Fronte del Pubblico/Fondazione Cineteca di Bologna.
E nella sede della Regione Emilia-Romagna, oggi, si è tenuta la presentazione del festival, presenti tra gli altri l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, Alberto Tagliafichi presidente Fice Emilia-Romagna, Enza Negroni presidente D.e-r, Gianluca Farinelli direttore della Fondazione Cineteca di Bologna.
Mezzetti ha parlato di “un ottimo risultato, esito di una fruttuosa cooperazione tra diversi partner finalizzata a un appuntamento forse unico a livello nazionale, per qualità della proposta, dinamiche e filosofia stessa dell’iniziativa, destinata a produzioni del territorio e sul territorio. Anche con questa rassegna vogliamo confermare la particolare attenzione da parte della Regione verso il genere del documentario e nei confronti delle sale gestite dalla Fice, importante patrimonio permanentemente a rischio di sopravvivenza”, ha concluso l’assessore.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che il documentario è un importante strumento di indagine delle dinamiche sociali e in generale del nostro tempo, mezzo di comunicazione innovativo e attuale che racconta e descrive aspetti peculiari della realtà offrendo spunti per una riflessione più profonda. Il progetto intende in primo luogo valorizzare il lavoro dei documentaristi che operano in Emilia-Romagna, nonché l’impegno sul piano produttivo della Regione, che partecipa in qualità di soggetto finanziatore alla realizzazione di alcune opere.

I film in programma
I 20 documentari di quest’anno offrono spunti di riflessione su differenti tematiche: da immagini di paesi e conflitti lontani (The Human Horses; Like a whisper; Lovebirds – Rebel lovers in India; Lucciole per lanterne) alle storie che arrivano dalle carceri italiane (Loro dentro; Milleunanotte); dalla scoperta di itinerari di viaggio in Emilia Romagna (Alta Via dei Parchi. Viaggio a piedi in Emilia-Romagna; Viaggetto nella pianura), alle memorie dell’Italia di ieri (L’albero tra le trincee; Il coraggio del Boxel; Lisola; Villaggio Eni. Un piacevole soggiorno nel futuro), alle riflessioni sul cinema e i suoi artisti (Anita; Antonioni Point; Tutte le storie di Piera), ai ritratti di artisti del nostro tempo (Fedele alla linea; Nino Migliori, Pascoliana) senza tralasciare spaccati di vita tra cronaca e racconto (1 Mappa per 2; Emilia rossa, cuore nero).

La rassegna è curata da Anna Di Martino e Davide Zanza. Tutte le informazioni relative al programma con schede dettagliate sui documentari e relativi trailers possono essere consultati sul sito http://cultura.regione.emilia-romagna.it/cinema e sulla relativa pagina Facebook.

Ancora pochi giorni per le iscrizioni online e novità dall’Istituto Remo Brindisi

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

In prossimità della scadenza del termine per le iscrizioni al prossimo anno scolastico (28 febbraio 2014), l’Amministrazione Comunale e l’Istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi” del Lido degli Estensi ricordano alle famiglie la disponibilità della segreteria scolastica a fornire informazioni e consulenza per la compilazione del modulo di iscrizione online. Il personale della segreteria dell’Istituto “Remo Brindisi” (Via M. M. Boiardo, 10 -Lido degli Estensi, telef: 0533-327440; fax: 0533327902 e-mail: feis008008@istruzione.it) è disponibile dal lunedì al sabato, dalle ore 8:30 alle ore 14. Ricca è l’offerta formativa proposta dall’Istituto “Remo Brindisi” con i suoi quattro indirizzi di studio: Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, Liceo linguistico, Servizi di manutenzione e assistenza tecnica e l’ultimo indirizzo, nato lo scorso anno e che ha già ottenuto grandi consensi, vale a dire l’Istituto tecnico-economico indirizzo turismo. Molteplici sono le iniziative che vedono coinvolti gli studenti in percorsi di alternanza scuola-lavoro, con esperienze dirette a contatto con numerose realtà professionali, come è avvenuto in occasione della recente partecipazione alla fiera internazionale del turismo all’aria aperta, che si è svolta a Stoccarda in Germania. A periodi scaglionati gli alunni delle classi terze e quarte vengono coinvolti in percorsi lavorativi attinenti al loro indirizzo di studi.
Si ricorda infine che giovedì 27 febbraio la Prof.ssa Elke Anders, Dirigente scolastica dell’Istituto “Remo Brindisi” incontrerà gli operatori turistici del territorio, per definire strategie comuni finalizzate a pianificare tirocini rivolti agli studenti. Lo scopo dell’incontro è anche quello di individuare percorsi mirati per apprendistato e stage, capaci di legare il mondo della scuola al mondo del lavoro in un cammino unitario.

caserma-pozzuolo-friuli

Alla caserma Pozzuolo del Friuli meglio destinare il Museo della città

da: Ranieri Varese

Gentile Assessore Fusari,
in primo luogo le chiedo scusa per la mia uscita anticipata dalla sala ove lei ha avuto la cortesia di illustrare ai soci della sezione ferrarese di Italia Nostra alcune delle valutazioni che l’Amministrazione Comunale ha compiuto circa la possibilità di utilizzo delle Caserme Pozzuolo del Friuli e Bevilacqua. Un familiare veniva quella mattina dimesso da una clinica, ove era ricoverato, e dovevo andarlo a prendere.
Ho ascoltato con grande attenzione la sua relazione e le sono grato per la chiarezza con la quale ha illustrato alcune opzioni.
Nel mio intervento, da privato cittadino quale sono, e ora con questa lettera, le chiedo ne vengano valutate anche altre, possibili e, mi pare, non minori né indegne.
Certo per ristrettezza di tempi lei ha parlato della vicinanza di Schifanoia alla Caserma Pozzuolo del Friuli solo come un dato topografico. Ma, forse, il senso della presenza andava comunque indicato.
Lei sa bene che non esiste a Ferrara un ‘sistema musei’, auspicato dalla legislazione regionale, richiesto dalle associazioni cittadine, presente e funzionante in altre città della regione. Ferrara, la cui eccezionalità è stata riconosciuta dall’Unesco, ha, paradossalmente, poco investito sul proprio patrimonio ed ha preferito scelte diverse.
Credo che valorizzare la città, sia sotto l’aspetto urbanistico che per le testimonianze che sopravvivono dal XIV al XX secolo, sia un impegno che deve essere assunto. Lo penso come atto politico, non per un generico e, se fosse così, futile credere in una funzione salvifica della cultura, con un uso deviante e sterilmente autoconsolatorio del termine.
Trasportato in termini concreti e in tempi credibili sono convinto che la capacità attraente della città sarebbe sicuramente accresciuta se di fianco alle iniziative espositive e musicali e alle altre occasioni vi fosse una rete museale integrata in percorsi cittadini, funzionante ed efficiente.
Oggi così non è, come lei da amministratore sa. Manca collaborazione fra le istituzioni, sono quasi del tutto assenti i servizi, manca, a completare il quadro, il Museo della città.
Faccio alcuni esempi: mancano quasi del tutto le guide ai musei, manca una editoria specifica, non esiste una biblioteca, la fototeca è congelata, il rapporto con l’università è quasi assente, le associazioni stentano a presentare progetti comuni, l’amministrazione fatica a fare discorsi di lungo periodo o, almeno, a renderli noti.
L’area della Caserma Pozzuolo del Friuli potrebbe, a mio parere dovrebbe, essere destinata al Museo della Città: il Museo del vivere quotidiano, nella città attraverso i secoli, che raccolga le testimonianze del lavoro, della religiosità, della organizzazione del governo pubblico, della vita e della morte.
Un concorso di idee, per la sistemazione dell’area, metterebbe Ferrara al centro di un dibattito che coinvolgerebbe non solo i ferraresi.
Un ultimo esempio concreto è l’utilizzo della ‘cavallerizza’. Se vogliamo, come dovremmo, che i visitatori ritornino ai musei bisogna creare occasioni e strutture. Schifanoia come gli altri in città ha nei depositi ricche testimonianze ed opere che non vengono esposte per mancanza di spazi. La cavallerizza potrebbe, dovrebbe a mio parere, essere la sede per mostre temporanee organizzate dal museo, in prevalenza con propri materiali, la sala, polivalente, potrebbe, dovrebbe, essere utilizzata anche per convegni, conferenze.
Mi scusi di nuovo per l’assenza e per il poco di tempo che le ho portato via. Mi aspetto che questi temi vengano, da lei, dal Sindaco, dagli amministratori, considerati e valutati come possibili. Mi aspetto, da cittadino, una risposta e una indicazione.
Posso auspicare che questo possa avvenire ? Non senta come una provocazione il dono degli atti del convegno sui musei, mi creda.
Ranieri Varese
Ferrara 27 gennaio 2014

matteo-renzi

“Cambiare radicalmente la politica economica” con il ministro Guidi: la ‘mission impossible’ di Renzi

Quando Matteo Renzi, neo primo ministro, declama nel suo discorso di investitura che la situazione “richiede un cambio radicale delle politiche economiche”, verrebbe voglia non solo di applaudire, ma di alzarsi in piedi.
Finalmente, caspita! Possibile che nessuno prima abbia ancora avuto il coraggio di dire chiaramente questa verità così palese?
Poi, però, compare nella mente l’immagine della nuova ministra allo Sviluppo economico, Federica Guidi, cioè colei che dovrebbe dare gambe e concretezza a questo cambiamento radicale, nota esponente della parte più retriva del padronato industriale italiano, e l’entusiasmo si affievolisce rapidamente.
Stessa cosa quando viene indicato uno dei pochi impegni chiari e precisi di tutto il discorso: ridurre di 10 punti il cuneo fiscale sul lavoro. Prima reazione: sarebbe bellissimo! Ma, dopo qualche secondo: dove cavolo si prendono i 34 miliardi di euro necessari ad ottenere questo risultato?
Alla fine, prevale la sensazione di aver ascoltato un abile esercizio oratorio, che però risulta difficile catalogare come un vero discorso programmatico, essendo i pochi punti chiari enunciati in proposito (edilizia scolastica, pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, fondo di garanzia per le piccole e medie imprese) già presenti nel programma del governo Letta, appena destituito.
A proposito, continuano a rimanere senza risposta un paio di interrogativi non banali: perché questa repentina sostituzione, dopo averla tanto a lungo negata? Perché, e in base a che cosa il governo Renzi dovrebbe riuscire, pur con la stessa maggioranza che lo sostiene, là dove Letta ha fallito? Chi aveva pensato (sperato) che la risposta stesse in qualche geniale trovata o innovazione programmatica, è rimasto deluso, almeno fino ad ora.
L’unico fatto concreto consiste per il momento in una conquista del governo, avvenuta calpestando il proprio rivale e infischiandosene della coerenza con le proprie dichiarazioni rese appena poche ore prima.
Un fatto non marginale, perché quando, come oggi, ogni forma di rappresentanza, sociale o politica che sia, vive una crisi profonda, la coerenza dei comportamenti e quella tra le dichiarazioni e i fatti diventa assolutamente fondamentale, per la tenuta e la residua credibilità delle istituzioni democratiche.

eccezione

Il sapore di una buona scuola

In questi anni, in cui ho incontrato molte persone ed ho parlato con tanti genitori, mi sono accorto che non è facile far capire cosa sta succedendo alla scuola pubblica italiana.
Nonostante i tagli al personale siano stati macroscopici, nonostante la sottrazione di risorse sia stata smisurata, nonostante lo svilimento del ruolo del personale continui ad essere enorme, risulta comunque complicato spiegare la trasformazione a cui sta andando incontro la nostra scuola.
Per provare a far capire la differenza fra una scuola “essenziale” (così come la vuole chi, dopo aver tagliato, continua a togliere risorse anche al Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa) ed una scuola “arricchita” (così come serve per attuare un Piano serio per l’Offerta Formativa) ho deciso di provarci in un altro modo.
Se siete interessati, potete seguirmi… in cucina.

Per preparare un buon primo piatto, c’è bisogno di una pentola, di un fornello, di acqua, di sale e naturalmente di pasta.
Di solito possiamo averne a disposizione diversi tipi: rigatoni, tagliatelle, spaghetti, fusilli, maccheroni, ravioli, fettuccine, lasagne, agnolotti e molti altri ancora, apparentemente uguali, chiusi nella loro bella confezione, confusi fra il bisogno di star al sicuro e la voglia di uscir fuori nel mondo.
Avete mai notato come è buffo quando si apre una scatola di fusilli e ci si trova dentro un maccherone?
Verrebbe da toglierlo per metterlo da parte ma poi scappa da pensare che sia meglio lasciarlo in mezzo agli altri perché la sua presenza diventi una specie di tesoro che possa rendere speciale quell’insieme.
Sarete d’accordo con me che la pentola dovrà essere grande per poter accogliere nel modo giusto il quantitativo di pasta.
Anche l’intensità del calore diventa importante perché, se non è abbastanza, la pasta non è mai pronta ma se, per velocizzare i tempi, lo si alza troppo si rischia di farle perdere una parte importante dei suoi nutrienti.

Dopo l’opportuno tempo di cottura, che varia a seconda del tipo di pasta, si può ottenere un piatto che per unico sapore avrà quello della pasta stessa.
Per chi ha molta fame può andar bene, ma di certo l’offerta sarà essenziale.
Perché il primo piatto sia un po’ più saporito c’è bisogno di aggiungere almeno un po’ di olio o di burro, magari una grattugiata di formaggio.
Ma anche in questo modo non si otterrà un piatto gustoso; si avrà piuttosto un servizio di caratteristiche simili a quelle di un menu ospedaliero.
Per chi ha bisogno di guarire può andar bene, ma di certo l’offerta sarà simile ad un modesto ricostituente.
Se invece vogliamo che il primo piatto sia davvero appetitoso e desideriamo esaltarne le caratteristiche è necessario abbinare i condimenti adatti.
A chi ha un po’ di esperienza risulta evidente che non tutti i condimenti vanno bene per condire lo stesso tipo di pasta.
Ad esempio si possono mangiare i ravioli aglio, olio e peperoncino o ancora gli spaghetti burro e salvia ma non avranno mai il sapore superlativo che si può ottenere creando il giusto contesto; solo allora gli spaghetti insieme all’aglio, all’olio e al peperoncino troveranno la loro vera dimensione; oppure solo quando i ravioli conosceranno il burro e la salvia riusciranno ad esprimere a pieno il loro carattere.
Occorre quindi impegnarsi per conoscere bene i vari tipi di pasta in modo da assegnare il giusto condimento che riesca ad esaltarla.

Per chi ha voglia di gustare sapori di vario tipo va più che bene, e di certo l’offerta è soddisfacente.
Ma se vogliamo che il sapore della pasta si sviluppi completamente, bisogna anche valutare attentamente sia la qualità dei condimenti che l’eventuale aggiunta di altri ingredienti.
Molte persone che non hanno il tempo (o la voglia) di cucinare, leggono sui ricettari quali sono i condimenti più adatti e poi li vanno a comprare già fatti al supermercato.
Spero siate d’accordo con me se affermo che non è la stessa cosa: quelli comperati non hanno la stessa intensità rispetto a quelli studiati, adattati, amalgamati, preparati appositamente nell’ambiente della cucina.

Ogni condimento infatti richiede molta attenzione nella sua preparazione perché il successivo abbinamento con la pasta diventerà determinante.
Inoltre il modo di unire o di dividere, i mezzi usati ed il clima che imposta il cuoco caratterizzano il modo di intendere la cucina che esso ha: infatti può essere un posto simile ad un fast food, un luogo dove si mangia per sfamarsi, un sito dove si scarta più di quello che si mangia, uno spazio in cui si propongono ricette preconfezionate, un ambiente dove si preparano gli alimenti per una nutrizione bilanciata o ancora un contesto dove si impara insieme che è importante non solo mangiare ma anche cosa, quanto, come, dove e perché ci si nutre.
È necessario perciò che i condimenti e gli abbinamenti siano il più possibile calibrati proprio per quel tipo di pasta in quella determinata stagione.

Di sicuro è molto comodo cucinare usando i condimenti già pronti ma, è del tutto naturale che, il risultato finale non potrà mai essere paragonato alla stessa sinfonia di sapori che si ottiene con un condimento adattato alle caratteristiche specifiche di quel tipo di pasta.
In tutto questo il ruolo del cuoco o della cuoca è fondamentale: potrebbero esserci materie prime di qualità e condimenti saporitissimi ma se il cuoco non è in grado di valorizzare la pasta, di rispettare i tempi, di organizzare la cucina, di fare le giuste proporzioni, di creare un’armonia perfetta, c’è il rischio che buona parte del lavoro sia buttato al vento.
Anche l’ambiente in cui tutto ciò avviene ha una grande importanza: se le cucine accolgono, preparano, nutrono ma poi, nella pratica, sono piccoli locali sistemati nei sotterranei di una grande casa in cui la fretta, la competizione, il risparmio sono i principi fondativi, si creeranno delle contraddizioni fra il modello di vita che vige in casa e quello diverso che si vive quando si cerca di preparare un buon piatto in cucina.

C’è poi un periodo dell’anno in cui le cucine vogliono far conoscere il loro menu all’esterno.
A chi dovesse andare in visita, offro un modesto consiglio: quello di non fidarsi completamente dei locali che promettono nuovi piatti di pasta riccamente adornati con il vostro condimento preferito perché, molto spesso poi, al momento di servire in tavola, il cameriere (quasi mai il gestore) è costretto a presentarsi con aria mesta scusandosi per l’imprevisto esaurimento delle materie prime e chiedendo, a voi, di portarle direttamente da casa vostra.

Purtroppo le cucine in cui è l’utente stesso a portare gli ingredienti da casa si stanno diffondendo sempre più; in tal modo il locale riesce a preparare i suoi piatti ma inevitabilmente concorre a snaturare il suo ruolo e non potrà più presentarsi come un: “Locale pubblico”.
Insomma quello che voglio dire è che ci sono modi diversi di stare in cucina e a tavola: si può ingurgitare, ci si può sfamare, si può mangiare e ci si può nutrire insieme in maniera sana rispettando le singolarità di ciascuno.
Sfortunatamente questo è il momento in cui tutti parlano molto di corretta alimentazione ma, nei fatti, si mettono le cucine in condizione di offrire soltanto un pasto frugale.
È naturale che in molti rimangono con la fame ma solo chi ha le possibilità, appena arriva a casa, si abbuffa a tal punto che corre il rischio che gli venga un bel mal di pancia.

Oltre a non essere sano, ciò non è nemmeno giusto perché tutte le cucine dovrebbero essere locali pubblici attrezzati per offrire a tutti e a ciascuno un servizio di qualità; in più dovrebbero mantenere a loro disposizione un fondo specifico per il miglioramento dell’offerta in modo che, oltre all’essenziale, vi si possa preparare il cibo di cui ognuno ha veramente bisogno per crescere.
Soprattutto in periodo di crisi, io continuo a credere che ci sia bisogno di far fronte alla necessità sociale di “nutrimento” degli esseri umani compiendo tutti gli sforzi possibili per migliorare le cucine, per formare i cuochi, per investire su un programma di alimentazione sana dove ognuno possa maturare imparando a riconoscere “il vero sapore del saperi”.

P.S. In questo mio percorso “gastro-pedagogico” spero di non essere stato frainteso; non ho voluto paragonare la cucina con la scuola, il cuoco con l’insegnante, i vari tipi di pasta con gli studenti, la pentola con l’aula, i condimenti con le proposte di arricchimento dell’offerta formativa.
La mia modesta intenzione rimane la stessa: a partire da una semplice allegoria, riuscire a provocare una reazione alla normalizzazione dilagante ed una riflessione sul modello di scuola che riteniamo più adatto per la società del futuro.
Comunque vi alimentiate, buon appetito.

Carnevale rinascimentale al Palazzo di Ludovico il Moro

da: ufficio stampa SBArcheo Emilia-Romagna

Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara partecipa al Carnevale Rinascimentale che si svolge nel capoluogo estense dal 27 febbraio al 2 marzo con balli, concerti lirico-vocali e visite guidate al museo e allo splendido palazzo cinquecentesco che lo ospita

Opera di Biagio Rossetti, il maggior architetto rinascimentale della corte estense, Palazzo Costabili è detto anche “di Ludovico il Moro” per i possibili legami della sua committenza con il famoso Duca di Milano.
Alla raffinata architettura del Palazzo, la cui costruzione è da datare tra la fine del XV ed i primi anni del XVI secolo, si affiancano le sale affrescate da Benedetto Tisi detto Il Garofalo e da Dosso Dossi che rappresentano un’ambientazione artistica di alto impatto unica nel suo genere. In particolare la Sala del Tesoro, luogo di raccolta di opere d’arte e preziosi del padrone di casa, Antonio Costabili, presenta uno stupendo affresco del Garofalo sullo stile di Andrea Mantegna, enfatizzato da un rosone in legno intagliato e dorato.

Acquisito dallo Stato nel 1920, il Museo fu inaugurato nel 1935 per ospitare i materiali provenienti dalla città etrusca di Spina, uno dei più ricchi e importanti empori del mondo antico, attivo tra la metà del VI e gli inizi del III secolo a.C. La fama di Spina nella storia degli studi è da attribuire in massima parte all’impressionante complesso funerario costituito dalle oltre 4000 tombe della necropoli, da cui proviene una delle maggiori raccolte di vasi greci a figure rosse del mondo.
La secolare storia di Palazzo Costabili detto “di Ludovico il Moro”, riportata all’originario splendore con i restauri degli apparati decorativi e monumentali, si sposa nel nuovo allestimento del Museo con le moderne tecniche di comunicazione, per fornire ai visitatori un percorso di straordinaria suggestione culturale.

Promosso da Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Museo Archeologico Nazionale di Ferrara in collaborazione con Conservatorio Girolamo Frescobaldi di Ferrara, Maria Cristina Osti, Scuola di Canto G. Verdi e Gruppo Archeologico Ferrarese

Sabato 1 marzo

ore 15 – Balli ferraresi nel ‘500. Ensemble di Ottoni “Ballo del Granduca”
ore 16 – Visita guidata al Museo con particolare attenzione alle evidenze di età rinascimentale di Palazzo Costabili

Domenica 2 marzo

ore 11 e 15.30 – Visite guidate al Museo focalizzate sui dettagli di età rinascimentale di Palazzo Costabili, detto di Ludovico il Moro, sede del museo
ore 16 – “trattenimento” musicale “La voce dei colori del Rinascimento”, a cura di Maria Cristina Osti e della Scuola di Canto Giuseppe Verdi

Ingresso gratuito
info su www.archeoferrara.beniculturali.it

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Quattro giorni di feste, appuntamenti in costume e iniziative dedicate a bambini e ragazzi. Questo e molto ancora è il Carnevale Rinascimentale di Ferrara, organizzato dal Comune di Ferrara, in particolare dall’Ufficio Ricerche Storiche, con il patrocinio e la partecipazione di Provincia, Camera di Commercio, Università di Ferrara, Unesco, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, oltre al coinvolgimento di tre partner commerciali quali Cpr System, Carife, Hera e a numerosi altri consorzi, aziende e associazioni

per info http://carnevalerinascimentale.eu/

provincia-ferrara

Progetto Motor, sono 86 i sottoscrittori della Carta degli impegni

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Approvata in giunta la “Carta degli impegni per lo sviluppo del turismo in bicicletta nella provincia di Ferrara”

All’interno del progetto Motor, finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013 e finalizzato alla valorizzazione del territorio, è stata sottoscritta una “Carta degli impegni”, frutto di un dibattito ed un confronto partito alla fine del 2012, che ha coinvolto numerosi operatori turistici appartenenti alla componente pubblica e privata del sistema provinciale ed interprovinciale.
Dopo la condivisione con gli enti, le associazioni e gli imprenditori, la Giunta Provinciale ha approvato formalmente la “Carta”, che vede attualmente la firma di 86 aderenti, tra cui operatori del ricettivo e della ristorazione, agenzie di viaggio e tour operator, servizi turistici e cicloturistici, aziende di trasporto, enti locali, consorzi, pro loco ed associazioni sportive e culturali.
Un’adesione consistente, dunque, a dimostrazione della grande attenzione che sempre più si concentra sul turismo in bicicletta, una “nicchia” di mercato che conta nella sola Europa dieci milioni di utenti e capace di generare un indotto di ben nove miliardi di euro su scala mondiale. Ferrara, indissolubilmente legata alla cultura delle due ruote con un territorio segnato da una formidabile rete di percorsi cicloturistici, da sempre è in prima linea per adottare strategie ed azioni capaci di favorire lo sviluppo del turismo in bicicletta, come dimostra, proprio di recente, la realizzazione di tale carta. Ma la passione che lega i ferraresi alla bicicletta ha portato la provincia estense ad assumere sempre più i connotati di vero e proprio simbolo del mondo a due ruote anche all’esterno. Emblematico, ad esempio, il caso di “Nalini”, marchio “MOA Sport” leader nel settore dell’abbigliamento da ciclista professionistico ed amatoriale, che ha scelto Ferrara come set per il servizio fotografico della nuova collezione di abbigliamento per la stagione autunno-inverno 2014/2015.
Un’ulteriore riconoscimento, dunque, per un territorio che ha saputo, nel corso degli anni, fare della bicicletta una vera vocazione

Sabato 1 marzo prezzi stracciati allo Sbaracco di Cento

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Torna lo Sbaracco a Cento: si svolgerà Sabato 1° marzo a partire dalle ore 16.00 e fino a sera nel centro storico coinvolgendo diffusamente negozi di vicinato ed i pubblici esercizi. La manifestazione – promossa dal Comune di Cento, dalla Pro Loco, da Ascom Confcommercio e dal Consorzio commerciale Cento in Centro – proporrà a prezzi “stracciati” o come recita la locandina “mostruosi” mille occasionissime: dall’abbigliamento, all’accessorio, alle calzature per fare alcuni esempi seconda una collaudata ricetta di successo.
“Con lo Sbaracco diamo il nostro contributo concreto come commercianti a tenere vitale il centro della città collaborando alla serie di manifestazioni legate al Carnevale al quale abbiamo dedicato – ricorda Marco Amelio presidente di Ascom Cento, Bondeno e Sant’Agostino – anche lo slogan “A Carnevale ogni Sbaracco…vale” un modo per tenere viva la tradizione avvicinando i centesi (e non solo) al cuore della città del Guercino proponendo un corretto mix per lo shopping dove si fondono la qualità e la convenienza di un centro commerciale naturale che offre sconti e possibilità che possono bene adattarsi in particolare per le famiglie, a pochi giorni dalla conclusione dei saldi invernali 2014″.
Soddisfatta l’Amministrazione Comunale per l’appuntamento che si inserisce in questo periodo: “E’ un esempio – commenta l’assessore alla Cultura Claudia Tassinari – di ottima collaborazione tra Ente pubblico, Associazione di categoria, Pro Loco e Società Carnevalesche tutte unite nel meritorio scopo di trovare sempre nuovi elementi per dare ulteriore vita al cuore della città di Cento”.
La manifestazione si terrà anche in caso di maltempo approfittando degli storici portici del centro.

Icaro-Palazzo-Diamanti-Ferrara-Dialogo-inventato-con-Matisse-Mustafa-Sabbagh

Ferrara mostra anche l’anti-Matisse: Mustafa Sabbagh

I quadri pieni di gialli, rossi e blu squillanti dominano le sale di Palazzo dei Diamanti, in corso Ercole d’Este 21, e intanto, qualche manciata di numeri civici più in là, va in scena l’anti-Matisse. Nella stessa via rinascimentale di Ferrara, bella e acciottolata, si trova infatti la galleria-abitazione di Maria Livia Brunelli, dove è in mostra il lavoro di Mustafa Sabbagh in contrapposizione con il maestro “fauve” francese. Come ormai consueto la Mlb-home gallery propone un artista assolutamente contemporaneo in abbinamento al protagonista delle grandi mostre di Ferrara Arte.

Nato in Giordania, cresciuto professionalmente a Londra al fianco di Richard Avedon e diventato famoso come fotografo sui set delle griffe più importanti, Sabbagh ha da tempo elaborato una sua personale estetica. Il risultato delle sue riflessioni è nelle fotografie che lo hanno reso famoso, scavando e rivoluzionando quelle immagini stereotipate. La sua arte si contrappone all’ossessione per la bellezza univoca del mondo della moda e alla rigidità dei suoi canoni. Sulle sue stampe fotografiche i corpi vengono esibiti sì, ma nella loro cruda nudità e i tessuti e le stoffe, stringono le carni, le avvolgono e le mascherano, anziché addobbarle e abbellirle.

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La scultura “Nudo seduto” di Matisse a confronto con la stampa fotografica di Mustafa Sabbagh in mostra a Ferrara

Mustafa, che ha fatto di Ferrara la sua città adottiva, spiega: “Dopo anni che lavoravo per riviste di moda, ho voluto cercare la verità fuori dal modello imposto, che è quello di una bellezza che ispira attrazione immediata, ma irraggiungibile, e che quindi crea anche un senso di disagio”. Lui, che è nato e cresciuto in Medio Oriente, osserva che il burka può essere proprio là dove crediamo sia stato strappato via. “Il nudo totale è il burka – dice – un burka moderno, fatto della necessità di essere ricchi, belli, taglia 42”. Il travestimento diventa allora uno strumento per liberare i corpi. Sabbagh racconta: “Ho iniziato a ragionare su questa idea e ho riflettuto sul fatto che oggi una forma di travestimento è il lattice, il reggiseno, la chat, un sito porno. La maschera può diventare uno strumento per liberarsi dalle maschere quotidiane imposte da consumismo, loghi, genere sessuale. La maschera elimina la superficie e può portare all’essenza del genere umano”.

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Il dittico “Lusso con burka” di Mustafa Sabbagh alla Mlb home gallery di Ferrara

Lo stesso tipo di ricerca fatto sulla moda per scardinarne i pilastri, Sabbagh lo applica alle opere di un maestro dell’arte moderna come Henry Matisse. E il risultato è in mostra nella home gallery che si trova all’altro capo della via di Palazzo dei Diamanti, in corso Ercole d’Este 3. Figure e volti completamente coperti di nero su fondo nero o nudi bianchicci su fondo chiaro compongono le installazioni di stampe lambda opache su carta fotografica applicata su alluminio. “Ho tolto il colore che domina le composizioni di Matisse, ho coperto o lasciato nascosti i volti – conclude Mustafa – e poi mi sono accorto che un mio modello aveva la stessa posa di un suo disegno e la modella era distesa come una delle sue sculture”. L’idea di bello, quindi, resta lì, anche quando si cerca di superarla e schiacciarla. E rivela le insospettabili affinità che, un secolo dopo, legano l’artista fauve francese e il fotografo di moda e artista contemporaneo.

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“Icaro” di Matisse in mostra a Palazzo dei Diamanti e un’opera del “Dialogo inventato con Matisse” di Sabbagh

Burka moderni, un dialogo inventato con Matisse. Fino al 4 maggio alla Mlb home gallery di corso Ercole d’Este 3, a Ferrara. Sabato e domenica ore 15-19, gli altri giorni su appuntamento al 346 7953757.

Forum dell’Orientamento 2014: il 27 e il 28 febbraio Unife si presenta agli studenti delle scuole superiori

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Come ogni anno l’Università di Ferrara apre le porte agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia attraverso il Forum dell’orientamento, il tradizionale appuntamento che costituisce la prima “vetrina” dei corsi di studio a cui i futuri studenti potranno iscriversi per il prossimo anno accademico.
L’edizione 2014 si svolgerà giovedì 27 e venerdì 28 febbraio dalle ore 8.30 alle ore 13.30 nella consueta sede del Polo Chimico Bio Medico, (via Luigi Borsari, 46) e sarà caratterizzata, come in passato, da stand allestiti dove docenti, manager didattici e studenti già iscritti saranno a disposizione delle future matricole per fornire informazioni dettagliate sui corsi di studio e sulle opportunità professionali. Non solo. Per gli studenti ancora indecisi, il personale dell’Unità Orientamento e Tutorato sarà a disposizione per fornire un supporto alla scelta del percorso di studio da intraprendere.
Unife per il 2014/2015 propone ai diplomati di scuola secondaria, un’offerta di 35 corsi di laurea triennali e magistrali a ciclo unico, cui si aggiungono 19 corsi di laurea magistrali biennali, a cui accedere dopo il titolo triennale. Rispetto all’anno scorso, sono inoltre aumentate le possibilità di accesso a progetti di doppio titolo con Università straniere, per favorire l’internazionalizzazione dei percorsi universitari.
“Nonostante i vincoli e i tagli sempre più sensibili imposti al sistema universitario italiano – spiega il Prof. Paolo Frignani, Delegato del Rettore all’orientamento e alla didattica a distanza – l’Università di Ferrara propone agli studenti delle scuole superiori per l’anno accademico 2014/2015, un maggior numero di corsi di studio rispetto all’anno precedente, mantenendo elevata l’attenzione nei confronti della qualità delle attività didattiche e dei servizi offerti”.
I corsi di studio verranno presentati dai docenti in aula in entrambe le giornate, tra le ore 9 e le ore 13.30, secondo un programma che verrà fornito agli studenti al loro ingresso al Forum.
Accanto agli stand dedicati ai corsi di studio, saranno presenti anche quelli gestiti da servizi di Ateneo come l’Unità Orientamento e Tutorato, il Job Centre, il Sistema Bibliotecario di Ateneo, Er-Go, Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori (per fornire informazioni sui benefici economici erogati dalla regione Emilia Romagna) e CUS, cui si aggiungeranno i punti di ascolto delle associazioni studentesche, di Informagiovani, di alcuni operatori economici per gli alloggi e degli Enti di servizio civile (CoPrESC).
Obiettivo del Forum, è offrire alle future matricole tutti gli strumenti utili per una scelta consapevole dei propri studi universitari.

Ulteriori informazioni alla pagina: www.unife.it/orientamento

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L’istruzione non è solo un servizio. Senza assessorato Ferrara sconta l’assenza di una politica educativa

Le città invisibili di Calvino sono il racconto di un Marco Polo, viaggiatore visionario, a un malinconico imperatore che ha compreso come il suo sterminato potere conti ben poco, in un mondo che sta andando in rovina. Eppure dal resoconto di Marco Polo prendono corpo le tante cose che tengono insieme le città: le memorie, i desideri, i luoghi di scambio. Gli apprendimenti delle vite vissute dalle persone.

Ecco, quindi, voglio parlare di città che hanno reso visibile ciò che al trasognato Marco Polo di Calvino pareva invisibile. Voglio parlare delle città che hanno preso sul serio l’obiettivo di sviluppo della Comunità Europea come “società avanzata basata sulla conoscenza”.
Sono tante: Derby, Dublino, Newcastle, Glasgow, Gothenburg, Southampton e altre ancora, sparse un po’ ovunque in Europa. Ottimi esempi di città che hanno una chiara visione della centralità che cultura e conoscenza rappresentano per la costruzione del loro futuro. Città che hanno ritenuto necessario dare vita a comitati cittadini per la promozione dell’apprendimento, coinvolgendo, oltre alle scuole e alle università, le istituzioni educative e non educative, e mettendo a disposizione risorse e budget adeguati.

E’ un invito a riflettere che rivolgo alla mia città e ai suoi amministratori. La città di Ferrara che da anni ha rinunciato ad avere un assessorato all’istruzione, quasi che su questo terreno non ci fossero più politiche da realizzare, ma solo servizi da fornire. Un suggerimento in particolare per il sindaco che, a fronte dell’abolizione delle Circoscrizioni, è alla ricerca di idee per tenere viva la rete di partecipazione territoriale.

Apprendimento, l’idea dell’apprendimento permanente: questa è una buona idea per pensare ai cittadini della città, dai piccoli ai grandi, come ad una preziosa risorsa da valorizzare, come capitale umano e sociale su cui investire; l’apprendimento come opportunità per migliorare la qualità della vita di tutti, per la qualità delle relazioni, dei servizi, per fare della responsabilità e della condivisione il valore primo dell’abitare la propria città, dello stare insieme nel riconoscimento di ognuno come risorsa indispensabile agli altri.
La costruzione di una città che apprende attraverso i suoi abitanti, attraverso i cittadini, potrebbe essere la chiave dei piani orientati al futuro della nostra città: dallo sviluppo sostenibile allo sviluppo culturale, dalla sicurezza ai servizi sociali, alla salute, al trasporto, all’economia.
La geografia del glocale ha mutato la direzione dello sviluppo, la direzione della conoscenza, i luoghi delle fonti del sapere e dell’informazione, facendo dell’apprendimento continuo, dell’apprendimento tutt’intero e globale, la base necessaria allo sviluppo del capitale umano e sociale che compone la comunità cittadina. Oggi più che mai, le città costituiscono lo spazio chiave per una crescita che tenga salde le sue radici nei valori umani e sociali.
Facciamo sapere al mondo che la nostra città prende sul serio l’apprendimento, che l’apprendimento crea ricchezza, attiva investimenti e occupazione in una società delle conoscenze.
Alla nostra città non mancano risorse e iniziative culturali, istituzioni educative e non, con le quali tessere una rete organica che qualifichi la città come ambiente di apprendimento permanente per tutti i suoi cittadini. Un logo che tutte le istituzioni, tutte le organizzazioni, comprese le aziende, dovrebbero usare nella loro documentazione e soprattutto in quella di marketing.
Presentare su internet la nostra città come learning city, proprio perché riconosciuta quale patrimonio dell’umanità, promuovendola attivamente come tale, sia nei confronti del mondo esterno, sia nei confronti dei cittadini, attraverso opuscoli, video, poster, presentazioni multimediali, ecc.
Creare sottocomitati per l’apprendimento in ciascun quartiere o ex circoscrizione, mettendo a punto le procedure di consultazione sull’apprendimento e lo sviluppo. Sollecitare i commenti di tutte le componenti della città. Qualora alcuni segmenti di cittadini non siano rappresentati, si tratta di individuare i mezzi che consentano loro di esprimersi, come i consigli di quartiere e i comitati di studenti e di giovani. La preoccupazione maggiore deve essere soprattutto quella di coinvolgere giovani, piccoli e grandi, far sentire che la città crede in loro e che ha bisogno della loro intelligenza, del loro successo formativo, del loro progetto di vita, che è la ricchezza su cui poggia il futuro della città, perché è dalla loro intelligenza e dalle loro competenze che esso dipende. Una città attenta e interessata al successo scolastico delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, che non rimane più solo un fatto privato, ma anche un interesse comune di tutti noi concittadini.
Centrale è far sentire tutta l’attenzione e l’amore della città per le sue scuole, su quello che avviene al loro interno, sulla loro qualificazione. In quelle scuole, ogni giorno, impegnano il proprio tempo migliore quanto abbiamo di più prezioso, i nostri figli, i nostri bambini e ragazzi. Dobbiamo chiedere alle scuole e all’università il massimo di qualità e di professionalità, di utilizzare i talenti, le idee, l’expertise, le conoscenze, le competenze presenti nelle loro comunità per contribuire alla crescita dei processi di apprendimento.

Si tratta di collocare al centro dell’interesse della comunità lo sviluppo delle scuole, avere in ciascuna scuola un referente della mobilitazione delle risorse professionali e materiali, in un’ottica di miglioramento e ampliamento degli apprendimenti.
L’ idea di una città che apprende, un territorio che vive di apprendimenti continui, colti dal tessuto della vita sociale e condivisi, può essere considerato come il raggio di luce che indica alle persone la strada per un’autentica società della conoscenza, di cittadini solidali nell’affrontare le sfide che ci prospetta il futuro.

E come Italo Calvino ci ricorda dalle pagine delle sue città invisibili: «I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi».

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I dati regionali sui rifuti: si diffonde il sistema di raccolta “porta a porta”

Il sistema di raccolta tradizionalmente  più diffuso in Emilia Romagna è ancora quello che utilizza i contenitori stradali, che intercetta il 34% della raccolta differenziata. Ma si sta progressivamente diffondendo anche il “porta a porta” che riceve il 15% dei rifiuti differenziati, mentre il 27% confluisce nei 371 Centri di raccolta. Gli altri sistemi (raccolte dedicate, su chiamata, tramite eco-mobile, etc.) permettono di intercettare il rimanente 24% dell’intera differenziata. Sono alcune delle cifre contenute nel Report Rifiuti 2013, decima edizione del monitoraggio annuale prodotto dalla Regione Emilia-Romagna e da Arpa Emilia-Romagna, presentato un mese fa.

Da tempo sul porta a porta si è sviluppato un interessante dibattito. L’applicazione di questa forma gestionale sta diventando uno dei temi principali di confronto, sia economico che gestionale (ma talvolta, mi sia permesso dirlo, anche politico), e si ritiene dunque utile riproporre alcune considerazioni di merito, che si auspica possano contribuire alla migliore ricerca di una soluzione migliorativa (innegabile infatti è il supporto per ampliare la raccolta differenziata e soprattutto il riciclo).

Provo ad esprimere qualche valutazione, sperando nella benevola attenzione del lettore interessato e ambientalmente sensibile:

  • la soluzione gestionale del porta a porta permette, in determinati contesti, risultati significativinel raggiungimento degli obiettivi, e si ritiene debba avere ancora maggiore spazio; un utilizzo ampio, però, può comportare maggiori disagi e maggiori costi, non si tratta dunque della soluzione migliore, ma di una soluzione utile in certi specifici casi;
  • ogni territorio, avendo la sua specificità, raggiunge obiettivi di raccolta differenziata diversi; la % più significativa del P/P è ottenuta nei comuni tra i 20 e gli 80.000 abitanti, mentre è più difficoltosa per grossi centri;
  • è fondamentale il coinvolgimento di quella larga fascia d’utenza “non domestica” che rappresenta la parte principale quali-quantitativa nelle raccolte differenziate; produttori di oltre il 50% dei rifiuti con qualità del loro rifiuto selezionato: bisogna puntare in particolare a bar, ristoranti, fruttivendoli, uffici, negozi, etc. con specifici servizi dedicati, e sistemi di raccolta porta a porta adattati ai loro bisogni;
  • l’attivazione di circuiti di raccolta a domicilio per la frazione organica (con un’elevata e capillare frequenza), consentirebbe la riduzione della frazione putrescibile nel residuo;
  • il sistema porta a porta è molto utile per la carta e il cartone, un poco meno per la plastica; è sconsigliabile per vetro e indifferenziato, in quanto la raccolta del VPL (Vetro Plastica Lattine) comporta un peggioramento delle caratteristiche del vetro e dei costi di selezione; per il vetro dunque forse sono meglio le campane;
  • si consiglia di mantenere un solo sistema di raccolta multi-materiale in modo da rendere più efficace sia la fase di raccolta sia quella del recupero, in riferimento alle caratteristiche degli impianti di selezione utilizzati dal gestore;
  • il P/P migliora la qualità del materiale raccolto, legato ai concetti di impurità e scarto;
  • il P/P aumenta il coinvolgimento dei cittadini; permette un rapporto (controllo) più personalizzato: la raccolta puntale permette frequenti, metodiche e costanti informazioni sui livelli raggiunti, sul grado di impegno e sui risultati ottenuti per aree (strade, condomini, etc.);
  • il P/P crea però problemi igienici (sversamenti, accumuli, etc.)  e di sicurezza stradale e degli individui;
  • inoltre si è riscontrato talvolta un non gradimento da parte dei cittadini, costretti a tenere il rifiuto in casa per tempi più lunghi, e costretti ad orari di conferimento scomodi e inopportuni;
  • il P/P aiuta a valorizzare la definizione nell’applicazione della Tariffa: il sistema puntuale di raccolta favorisce una migliore conoscenza economica da parte degli utenti coinvolti;
  • un tema importante e spesso difficilmente affrontabile (purtroppo) è la valutazione economica del porta a porta e il confronto sulla convenienza per un presunto elevato costo (basso livello di industrializzazione del servizio); in questo senso si vedono sfavoriti i grandi comuni e le zone ad alta densità urbanistica;
  • sono poi molto importanti i metodi di calcolo utilizzati per stimare i costi delle raccolte, partendo dall’esame delle tipologie di utenze, per arrivare a definire la tipologia di contenitori da utilizzare;
  • nelle valutazioni economiche occorre prestare molta attenzione a come si calcolano gli accordi Anci – Conai (Consorzio nazionale imballaggi), anche per le nuove convenzioni del multi-materiale;
  • infine, occorre fare attenzione al numero degli operatori nelle squadre di raccolta, possono influire sui costi del personale (se si tratta di un autista solo, oppure con un operatore, con due operatori come per la raccolta tradizionale).
Antoine de Saint-Exupéry

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“Essere uomo è precisamente essere responsabile” (Antoine de Saint-Exupéry)