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da: ufficio stampa Coldiretti

Nell’augurare un buon lavoro al rappresentante di Governo, il presidente di Coldiretti Ferrara ha illustrato le particolarità dell’agricoltura ferrarese ed i progetti di Coldiretti.Territorio e agricoltura “cuore” della provincia.

Un cordiale incontro, voluto da Coldiretti per conoscere il dottor Michele Tortora, triestino, con importanti ruoli nella amministrazione dello Stato, per arrivare alla prefettura di Como e da fine anno 2013, Prefetto della provincia di Ferrara, e far conoscere le particolarità territoriali estensi e della nostra agricoltura in particolare, nel contesto della progettualità dell’organizzazione agricola e nel segno della filiera tutta agricola e tutta italiana, si è svolto oggi ed ha sancito la condivisione di situazioni e prospettive locali, ma non solo.
In particolare il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, ha descritto il progetto Coldiretti e la nuova figura dell’imprenditore agricolo che sta cambiando il vecchio clichè dell’agricoltore: sempre più istruito, spesso laureato, giovane, di frequente con esperienze familiari o di lavoro al di fuori del mondo agricolo e forse anche per questo più propenso a nuove idee, nuovi progetti, alla multifunzionalità aziendale, più aperto al mercato.
Altro punto sul quale si è convenuto è quello della sicurezza: sia la sicurezza ambientale e del territorio, particolarmente critica per le particolari condizioni della rete di canali di bonifica e per i fiumi che delimitano la provincia, messa a dura prova dalla purtroppo ridotta manutenzione agli argini e dai danni provocati dagli animali selvatici, sia la sicurezza rispetto all’incremento di furti in abitazioni e magazzini, in aumento anche nelle campagne, in particolare in alcune aree della provincia.
Evidenziato anche il particolare momento climatico che negli ultimi tre anni ha particolarmente segnato le produzioni ferraresi, dalla grande siccità del 2012, all’eccesso di piovosità del 2013 che si sta ripetendo anche in questo 2014, contribuendo a mettere in discussione la redditività dei nostri produttori.
Oltre ai saluti di rito Gulinelli ha espresso disponibilità e positività per attività comuni in futuro, come è già stato peraltro fatto nel passato.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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