di Federica Mammina
Le luci, i colori, gli abiti da sogno e le modelle algide e perfette, una gara a colpi di stranezze per stupire o di eleganza estrema per incantare. È il mondo della moda. Ed è corretto definirlo come tale per la sua varietà e ricchezza di aspetti, settori e persone. È un mondo che, concentrato sull’esteriorità e l’apparenza, spesso fa parlare di sé per aspetti molto negativi che lo caratterizzano, come la magrezza delle modelle o la poca eticità con cui il lavoro viene svolto.
Ma in un mondo così vasto per fortuna c’è spazio per tutti, e nella moda c’è anche altro: la capacità di lavorare nel rispetto delle persone, l’attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie e materiali, la salvaguardia dell’ambiente e tanta creatività. E quando questi ultimi due aspetti si coniugano possono nascere progetti davvero audaci. Come quello di alcuni studenti di un college in Cambogia che, con lo scopo di ridurre sprechi e inquinamento, realizzano abiti meravigliosi solo con la spazzatura. Bottiglie, tappi, cd e qualsiasi altro materiale possa essere riutilizzato è ciò che compone le loro creazioni. Un esempio è l’abito tipico nazionale che hanno realizzato per Miss Mondo Cambogia 2017.
Si potrebbe definire “trash fashion”: apparentemente un ossimoro, ma che hanno dimostrato come possa diventare realtà. E il loro messaggio è tanto semplice quanto dirompente: la moda può educare le persone.
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Redazione di Periscopio
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