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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Online “Summer of Joy”, un video che racconta il territorio. Il video, visibile su Youtube, racconta le emozioni vissute durante una giornata ai Lidi e nel Parco del Delta, attraverso gli occhi di un bambino

I Lidi di Comacchio e il Parco del Delta del Po come non li avete mai visti!
Da qualche giorno è online il video “Summer of joy” che racconta in modo estremamente emozionante e coinvolgente una giornata vissuta nel nostro territorio, attraverso gli occhi di un bambino.
Il video, mostrato in anteprima durante la fiera del turismo di Monaco, alla quale il territorio di Comacchio è rappresentato in maniera unitaria con un proprio stand “brandizzato”, è stato pubblicato sui canali ufficiali di StoryTravelers : YouTube: http://youtu.be/6cRciOtPVLQ, Vimeo: https://vimeo.com/119862203 e Twitter @StoryTravelers e presto sarà online anche sul portale e sui profili social ufficiali di Visit Comacchio.
Finanziato nell’ambito del progetto di promo-commercializzazione “Vacanze Natura”, (che unisce Comune di Comacchio, Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, Unione di Prodotto Costa ed undici operatori privati della costa) il video è stato realizzato da Caspar Diederik di “Storytravelers”, una società olandese che raggruppa una comunità di artisti visivi con una spiccata passione per i viaggi di matrice ecofriendly. Viaggiatori entusiasti che hanno fatto dello storytelling la propria filosofia di viaggio, ricercando l’autenticità di un territorio nelle esperienze sensoriali che esso offre. Il racconto si sviluppa, infatti, secondo un linguaggio visivo che aggiunge al modello comunicativo tradizionale un intenso slancio emotivo che permette di raccontare il territorio in modo più intimo.
E così è stato anche per “Summer of Joy”, che documenta la molteplice e variegata offerta turistica del territorio, rivolta a tutta la famiglia: dalla vivacità delle spiagge alla serenità della natura del Parco passando attraverso le numerose possibilità di escursione, la suggestione di Comacchio, la bellezza di alcuni dei capolavori architettonici del territorio come Pomposa e Mesola, senza trascurare la prelibata gastronomia della zona.
In questi giorni a dare man forte alla promozione del territorio a Monaco di Baviera, dove è in corso la fiera internazionale del turismo e del tempo libero FREE stanno fattivamente contribuendo il Sindaco Marco Fabbri ed il Dirigente del Settore Cultura, Turismo e Sport Roberto Cantagalli. Il magnifico stand che ha già ben figurato in occasione dei recenti appuntamenti fieristici di Utrecht e di Stoccarda è ormai un punto di grande attrattiva, dove gli ospiti vengono accolti con informazioni sulle numerose opportunità di svago e di vacanza offerte dal nostro territorio, magicamente circondato dalle acque delle valli, del mare e delle oasi naturali del Delta del Po. Non solo! Si è pensato di prendere i visitatori per la gola, offrendo loro assaggi delle tipicità gastronomiche, che hanno reso celebre il nome di Comacchio nel mondo. “Stiamo finalmente registrando una controtendenza – annuncia entusiasta il Sindaco Marco Fabbri -, perché questa strategia di promo-commercializzazione condivisa con gli imprenditori della costa e con il mondo della scuola sta già cominciando a produrre risultati sorprendenti, che gratificano gli sforzi di tutti, proiettati verso il grande rilancio della riviera di Comacchio e del suo entroterra, il quale presenta una varietà di ecosistemi floro-faunistici e paesaggistici unica al mondo. E’ in aumento infatti il numero delle prenotazioni dei turisti tedeschi e del Nord Europa. Continueremo a lavorare intensamente in questa direzione, perchè il turismo ed il suo indotto rappresentano un volano di prim’ordine per l’intera economia del nostro territorio e della provincia di Ferrara.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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