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Cristallo di neve

Cristallo di neve

Ecco il sole “a macinare neve”
come dicevano i nostri vecchi,
di un sulacìn che già s’interpretava ingannatore
nell’accento e nel suono a rasoio del dialetto.
Avevano il naso a sniffare le nuvole, i vecchi
gli occhi a vedetta all’orizzonte
le mani affondate nella terra dei campi e della vita cruda,
quando il cuculo e il pipistrello non erano impagliati
c’era il fucile per il tedesco e la volpe
le trappole per la pantegana
la miseria a cottimo.
Era una schiena spaccata
da mettere sui materassi, spagliati ogni tanto,
quando la neve filtrava dai coppi
ed era ospite sulla trapunta – a volte, sulle ciglia –
dei bimbi che crescevano prima delle loro scarpe.
Era la sedia davanti al camino per l’uomo
e le donne, che venivano prese e zitte,
intorno a ricamare di mestolo e santi in terra
con nervi d’acciaio e rughe
anche nel cuore e nel ventre freddo
quando si moriva per un tiro di dadi sbagliato
e c’era il bene dove non c’era il male.
Ride il sulacìn da nev
fuori dalla mia finestra calda e ordinata
qua e là affaccendato a colpire i ragionieri
in riverbero su un grande fiume ormai domato
come il tempo passato in bianco e nero
– favola per chi non ne ha bevuto il fiele
o lo vuol dimenticare nelle pieghe dell’illusione –
come una rena che si sfalda a morsi
come i nuovi sorrisi che guardano avanti

oltre

oltre la chiusa e il mare
ancorati ad un’isola troppo dentro
che non si accorge più, senza un post adeguato sui social,
dell’impegno per una trina di ghiaccio sui vetri,
della geometria arcana di un cristallo di neve.

(Carla Sautto Malfatto – tutti i diritti riservati)

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Carla Sautto Malfatto

Ha conseguito quasi duecento premi e riconoscimenti per la poesia, la narrativa, la pittura e la grafica in Concorsi Nazionali e Internazionali, tra cui la Targa d’Argento della Presidenza della Camera dei Deputati, la Medaglia del Senato, la Medaglia del Pontefice Francesco I, il Premio Consiglio dei Ministri, il Premio Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Premio UNESCO, il Premio Ministero per l’Attuazione del Programma del Governo, il Premio Provincia di Salerno, il Premio Città di Napoli, Premi alla Cultura, della Critica, della Giuria; il Premio Terme di Salsomaggiore 2002 per la pittura. Collabora con varie riviste di cultura; i suoi testi sono pubblicati in numerose antologie di Concorsi Letterari e ha recensito le opere di diversi Autori. È membro di Giuria in vari Concorsi Letterari. In campo artistico è apprezzata per la pittura (tipici i suoi “simbolismo-surrealismo” e “reale personalizzato e comparato”, così definiti dal critico Antonio Caggiano) e per la grafica. È stata membro di Giuria in Concorsi Artistici. Diverse sue opere d’arte fanno parte di collezioni pubbliche e private e sono riprodotte su copertina e all’interno di riviste culturali e libri. Per molti anni ha compiuto volontariato fornendo materiale e insegnamento artistico in scuole materne e primarie pubbliche e private, in pediatria oncologica a Bologna, in corsi per disabili psichici. Ha pubblicato la raccolta di racconti “Farfalle e Scorpioni” (Este Edition, 2015) e la silloge di poesie “Troppe nebbie” (Edizioni Il Saggio, 2019), entrambe pluripremiate. www.carlasautto.it


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)