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Cooperative pronte ad affiancare Protezione civile con spazi in tutta Italia.

Salgono a 170 le cooperative che da nord a sud del Paese si sono messe a disposizione per l’offensiva vaccinale per l’emergenza Covid. Lo rende noto l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento all’annuncio del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio sulla necessità di allestire “hotspot vaccinali” in ogni città per arrivare a immunizzare 500mila persone al giorno contro le 200mila attuali. Nelle cooperative distribuite su tutto il territorio nazionale – sottolinea Uecoop – esistono spazi per organizzare centri vaccinali dove far confluire una parte importante della popolazione da immunizzare con la massima velocità possibile contrastando la diffusione del virus e delle sue varianti.

Dalla Lombardia alla Basilicata, dal Piemonte alla Puglia, dal Friuli alla Sardegna, dalla Calabria al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Sicilia, ma anche in Abruzzo, Toscana, Marche, Molise, Lazio, Campania, Umbria e Liguria – spiega Uecoop – ci sono cooperative pronte ad aprire sedi, magazzini e uffici per la campagna di immunizzazione della popolazione. Una operazione da coordinare con Stato, Regioni e uffici sanitari sui territori in modo da garantire la scelta delle strutture più adatte e l’organizzazione degli afflussi e delle vaccinazioni per permettere una più rapida ripresa sanitaria ed economica del Paese.

Una disponibilità comunicata ufficialmente per iscritto al Presidente del Consiglio Mario Draghi dal Presidente di Uecoop l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo: “Consapevole della necessità di uno sforzo collettivo e comunitario per eradicare il virus le cooperative associate all’Unione europea delle cooperative Uecoop hanno individuato spazi idonei per organizzare punti di vaccinazione ed offrono la piena disponibilità e collaborazione perché questi siano utilizzati  per vaccinare non solo i loro dipendenti, i soci e i loro familiari, ma anche chiunque altro ne avesse bisogno”.

Anche perché se si dovesse continuare con 200mila vaccinazioni al giorno ci vorranno più di 8 mesi fino a novembre per immunizzare almeno con una dose tutta la popolazione con un allungamento dei tempi che frena l’economia e la ripresa occupazionale. Serve uno sforzo corale dell’intera comunità nazionale, dall’amministrazione pubblica ai cittadini, per recuperare i ritardi e velocizzare la distribuzione dei vaccini anche perché – sottolinea Uecoop – la crisi economica e l’emergenza sanitaria stanno condizionando la percezione di famiglie e imprese sulla situazione attuale e sul medio periodo con solo poco più di 1 italiano su 4 (28,9%) che esprime un giudizio positivo sulle prospettive future. Un trend pessimista influenzato dalla lunga guerra contro il Covid che sta logorando il tessuto sociale e imprenditoriale.

Nel 2020 hanno chiuso quasi 100 imprese cooperative ogni mese con quasi tutti i settori colpiti – spiega l’analisi di Uecoop su dati Unioncamere – dalle costruzioni ai servizi, dalle attività professionali allo spettacolo, dalla sicurezza al commercio, dalla logistica all’istruzione per un comparto cooperativo che a livello nazionale impiega oltre un milione di persone.  Fra le imprese cooperative – coontinua Uecoop – 1 su 5 (21%) pensa che nel 2021 non ci sarà alcuna ripresa a causa delle pesanti conseguenze dell’emergenza Covid con bilanci in rosso, tagli del fatturato e crollo dei consumi, mentre per oltre la metà delle aziende (51%) – conclude Uecoop – teme che ci vorrà almeno un anno per vedere la partenza di qualche piano legato alle risorse europee.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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