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Da U.T.E.F. – Università per l’Educazione Permanente

Non c’è dubbio che la piaga della droga abbia assunto, ormai, dimensioni ragguardevoli nella società contemporanea, in particolare fra i giovani. E proprio ai nuovi pericoli emersi su questo fronte così complesso, che impone un’analisi approfondita sul piano medico, sociale e legale, è dedicato un interessante convegno che l’Università per l’educazione permanente di Ferrara (UTEF), insieme alla Polizia di Stato e all’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, ha organizzato per martedì 28 febbraio presso la Sala Estense sul tema “Nuove droghe, un vecchio nemico. Aspetti farmaco-tossicologici, sociali e legislativi”.
Oggetto del dibattito, in particolare, saranno le cosiddette “nuove sostanze psicoattive” (NSP), oltremodo pericolose per la presenza, in esse, di proprietà sconosciute che rischiano di arrecare serie conseguenze per la salute di chi le assume. E che la scelta di questo tema sia tutt’altro che banale è dimostrato dalla portata del fenomeno, che dal 2009, in Italia e nel mondo, ha portato all’individuazione di ben 560 sostanze diverse, cento delle quali –peraltro – scoperte nel solo 2015.
L’evento si terrà in due sessioni. Alle ore 10 è prevista quella riservata agli studenti, in questo caso doppiamente significativa visto che la loro fascia d’età è quella più a rischio. Gli interventi, nell’occasione, saranno quattro. Il dott. Matteo Marti (tossicologo dell’Università di Ferrara) si soffermerà sul tema “Diffusione ed effetti farmaco-tossicologici delle nuove sostanze psicoattive”, mentre la dott.ssa Luisa Garofani (direttore dell’Unità operativa Ser. T. dell’azienda USL di Ferrara) parlerà di “Come le droghe cambiano il libero arbitrio”. A seguire, il prof. Stefano Caracciolo (ordinario della sezione di neurologia, psichiatria e psicologia dell’Università di Ferrara) tratterà il tema “Radici psicologiche della dipendenza” e il dott. Andrea Crucianelli (dirigente della Questura di Ferrara) relazionerà su “Gli interventi nelle scuole: l’importanza della prevenzione”.
Sempre il 28 febbraio, ma alle 15,30, il convegno sarà replicato per i soci UTEF e, pubblicamente, per la cittadinanza. Il dott. Marti riproporrà l’intervento del mattino al pari del prof. Caracciolo, mentre la dott.ssa Garofani, alla luce della platea adulta, tratterà il tema “Vivere il ruolo genitoriale ed educativo con gli adolescenti”.
Si annuncia un convegno di elevata valenza sociale. Il focus, del resto, è posto su un argomento nel quale si avverte, forte e chiaro, un triste campanello d’allarme, ancor più pressante se si pensa che i consumatori di NSP, spesso, le abbinano alle droghe più comuni (eroina, cocaina, derivati della cannabis), per un effetto potenzialmente molto grave. Non a caso, ormai, delle nuove sostanze psicoattive si occupano con grande attenzione anche Nazioni Unite e Unione Europea.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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