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Da: Organizzatori

Continua il tour live del cantautore Leonardo Veronesi si esibirà in concerto sabato 22 ottobre 2016 alle ore 21.30 alla Pizzeria Spaghetteria IL Bianconiglio Via Marconi 13, Ferrara. ‘Il Bianconiglio’ è un punto di riferimento nella nostra città per ascoltare buona musica dal vivo, uno dei pochi locali rimasti dopo la chiusura di tante realtà cittadine e grazie alla direzione artistica di Michele Marino offre generi musicali diversi con caparbietà e determinazione  in tempi molto difficili per locali e artisti che non hanno molti spazi per esibirsi. Veronesi che sarà accompagnato da Silvia Zaniboni (chitarra) Michele Dallamagnana (basso) Eugenio Cabitta (chitarra) presenterà brani del suo ultimo album ‘Non hai tenuto conto degli zombie’ unitamente al suo repertorio di inediti tratti dai precedenti album e cover selezionate. Leonardo Veronesi ha iniziato la sua carriera come cantante di cover band nel 1997 fino al 2000, anno in cui si stacca dai gruppi per proseguire come solista e autore. Dopo aver pubblicato alcuni singoli e scritto alcune sigle televisive, nel 2008 esce il suo primo album ‘UNO’ prodotto con Paolo Martorana. Nel 2011 è ritornato con ‘Domandario’ prodotto con Paolo Valli e il 9 luglio 2013 è stato presentato il suo terzo album ‘L’Anarchia della Ragione’ prodotto con Nicola Scarpante. Ora è al suo quarto album ‘Non hai tenuto contro degli Zombie’ prodotto con Francesco Cairo (etichetta Jaywork) uscito il 6 novembre 2015. Ha partecipato al 53° Zecchino d’Oro come autore con il brano ‘I suoni delle cose’ ed è arrivato al terzo posto del 55° Zecchino d’Oro come autore del brano ‘Il blues del manichino’ (di questo brano è stata registrata una versione spagnola interpretata da Carmen Gonzalez Aranda). Nel 2014 scrive e realizza 3 brani nel nuovo album di Frenk Nelli. Sempre nel 2014 ha scritto il brano ‘Quel che non c’era’ interpretato da War-K. Lo stesso brano è stato tradotto in spagnolo e cantato al Festival Armonia in Spagna. Nell’estate 2014 viene pubblicato contemporaneamente in Italia ed in Spagna un suo brano intitolato ‘Acqua (Agua)’ cantato da Carmen Gonzalez Aranda. A dicembre 2014 esce ‘Il colore giallo’, brano scritto da Leonardo Veronesi ed interpretato da Enrica Bee, inserito nella colonna sonora dell’ultimo film di Marco Lui ‘John, il segreto per conquistare una ragazza’. Sempre in Dicembre 2014 ha presentato il videoclip ufficiale ‘Segreti’ tratto dal brano omonimo contenuto nell’album ‘L’Anarchia della Ragione’. In Settembre 2015 è uscito il suo nuovo singolo ‘Non hai tenuto conto degli zombie’ e il videoclip ufficiale. Il 6 novembre 2015 è uscito il suo quarto album dall’omonimo titolo ‘Non hai tenuto contro gli Zombie’ insieme ai videoclip ufficiali che accompagneranno la promozione dell’album. E’ uscito il 7 ottobre 2016 il brano ‘Ogni giorno che passa’ da lui composto e interpretato da Silvia Boreale. Cantautore originale Leonardo Veronesi in modo ironico canta un quotidiano che per quanto rientri in uno schema di normalità ha sempre un margine di imprevedibilità, qualcosa che non si riesce a valutare, qualcosa che sfugge al nostro controllo… in questo ultimo album  appunto l’arrivo degli zombie! Prosegue quindi  un percorso stimolante improntato su una ricerca di sonorità e soluzioni musicali originali che lo porterà in giro per live, spettacoli teatrali ed eventi culturali in nome di una forte volontà di creare nuove sinergie da sempre alla base dei suoi progetti che lo vedrà collaborare con musicisti diversi a seconda dei vari contesti. Appuntamento da non perdere quindi per trascorrere qualche ora serena in compagnia di buona musica!

PER INFO E PRENOTAZIONI:
339/7311100

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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