Skip to main content

Da: Organizzatori
Le leggi razziali a Ferrara e le persecuzioni nazifasciste della comunità ebraica.
L’incontro, nell’ambito di ApertaMente, è ad ingresso libero.

Era l’autunno del 1938 quando il governo di Benito Mussolini, stretto nel suo abbraccio mortale a Hitler, promulgava le “Leggi per la difesa della razza”, come annunciarono all’indomani dell’approvazione, in prima pagina, tutti gli organi di informazione nazionali, elencando, accanto al titolo a otto colonne, le dure limitazioni e cancellazioni dei diritti degli ebrei, che avrebbero repentinamente stravolto la loro vita quotidiana. Molti di loro poi, con l’occupazione nazista della penisola seguita all’8 settembre del 1943, avrebbero conosciuto l’orrore e il non ritorno dai Lager.
Ferrara da secoli ospitava una vasta comunità ebraica, bene integrata nel tessuto economico e sociale con il resto della popolazione. Cosa accadde agli ebrei ferraresi dopo la promulgazione delle leggi razziali? E quale fu il loro destino dopo l’occupazione nazista? Queste dolorose vicende, note peraltro anche attraverso l’opera letteraria di Giorgio Bassani, non possono essere taciute alle giovani generazioni: la memoria del sacrificio di tanti uomini e donne innocenti deve penetrare la coscienza dei nostri giovani, per rafforzare la loro riflessione e accettazione dei principi di inclusione, eguaglianza, pace e rispetto dei pluralismi, che sono alla base delle moderne società democratiche.
Delle leggi razziali a Ferrara e delle persecuzioni nazifasciste della comunità ebraica parlerà agli studenti dell’Istituto di Istruzione superiore Luigi Einaudi, per il penultimo incontro di ‘Apertamente’ (martedì 16 Aprile, ore 10,10-12,10 nell’Aula magna di via Savonarola n. 32), la dott.ssa Sharon Reichel, docente di Storia dell’ebraismo italiano e curatrice del Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara; MEIS che venerdì 12 aprile ha inaugurato la mostra, “Il Rinascimento parla ebraico”, testimonianza del vivace apporto culturale che nei secoli la comunità ebraica nazionale ha saputo garantire alla maggioritaria popolazione cristiana.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it