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Da: Comune di Comacchio

Il Natale a Comacchio, come consuetudine, entra nel vivo con i concerti gospel, che anche quest’anno accenderanno l’atmosfera delle festività, a partire dalle frazioni. A fare da apripista, giovedì 22 dicembre 2016, alle ore 16, nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe, con la prima anteprima pomeridiana, sarà il gruppo Dennis Reed & Gap. La seconda anteprima si svolgerà alle ore 17 nella chiesa parrocchiale del Lido degli Estensi e, a seguire, dalle ore 18 il gruppo si esibirà nella chiesa parrocchiale di Porto Garibaldi.
Alle ore 21 la sala polivalente ‘San Pietro’ di Palazzo Bellini ospiterà il grande concerto serale degli Earl Thomas Spirituals and Soul Christmas Project . Entrambi i gruppi si riuniranno sul palco per cantare insieme in un finale esplosivo nel capoluogo. L’ingresso è naturalmente gratuito (sia per le anteprime pomeridiane, sia per lo spettacolo serale a Palazzo Bellini).

Dennis Reed & Gap

Esclusiva europea
Formazione: 4 elementi (piano/voce, 3 voci soliste)
Dennis Reed Jr è un giovane artista che sta velocemente scalando la scena americana della musica Gospel contemporanea.
Artista poliedrico e geniale, doato di un talento immenso sia come pianista che soprattutto come vocalist e leader della gruppo da lui creato GAP (God’s Appointed People). Partendo dalla musica sacra della tradizione afroamericana, Dennis introduce e mescola sapientemente le sonorità e gli stili più moderni come r’n’b e hip hop creando uno stile tutto suo, nuovo e accativante. Le sue performance negli USA sono ormai numerosissime e seguitissime, nelle quali oltre a dirigere il suo coro musicalmente è anche coreografo e fine ballerino.
Per la prima volta in Italia in formazione ristretta a 4 elementi piano/voci saprà sicuramente scuotere ed emozionare anche il palato tradizionale della scena Gospel Italiana con uno spettacolo di Gospel tradizionale sapientemente mixato alle sonorità contemporanee in voga nella scena Gospel USA.

EARL THOMAS Spirituals and Soul Christmas Project

Formazione: 6 elementi (batteria, basso, tastiere, voce leader, 2 coriste)
Earl Thomas non aveva mai preso in mano un microfono nella sua vita fino all’età di 22 anni, quando studente universitario nel 1982 dopo un grave incidente, risvegliatosi miracolosamente vivo decide di diventare un cantante. Nove anni più tardi nel 1991 registra il suo promo album ‘Blu… Not Blues’, un lavoro fortemente influenzato dall’amore per il blues, la musica gospel e le sonorità soul degli anni ’60 e ’70 trasmessegli dai suoi genitori. Il suo ‘I Sing the Blues’ divenne un successo per Etta James e gli consente di entrare nel circuito della musica internazionale esibendosi in festival musicali europei con artisti come Elvis Costello e B.B. King. Il suo secondo album, ‘Extra Soul’, è del 1994, per l’etichetta Memphis International, seguito dopo una lunga pausa da ‘Intersection’ del 2005.
Dopo essersi affermato a livello internazionale per le sue doti vocali e di frontman e aver calcato i palchi di tutto il mondo con il suo blues carico di funk e soul,
Earl per la prima volta porta in tour un progetto distintamente di carattere Gospel e Spirituals.
Con una line up a 6 elementi corredata di sezione ritmica e accompagnato da due coriste ci condurrà in un vaggio tra la tradizione degli Spirituals del sud e le contaminazioni blues funk del nord degli states.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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