Skip to main content

Da: Tper Spa

Ora a Ferrara e provincia il biglietto del bus è acquistabile anche con il telefonino

Sei mesi dopo il debutto a Bologna, ecco la nuova versione dell’applicazione per smartphone Android che consente di acquistare titoli di viaggio TPER, SETA, START e TEP

Dopo alcuni mesi dalla sua entrata in funzione a Bologna per l’acquisto dei biglietti urbani, l’app Muver, sviluppata da TPER, SETA, START e TEP in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, arriva anche a Ferrara e provincia e consente di acquistare una pluralità di titoli di viaggio.

Parte così una piccola rivoluzione per smartphone Android destinata a modificare le abitudini di migliaia di utenti del trasporto pubblico.

Muver consente l’acquisto di biglietti urbani a tempo ed extraurbani, ma anche biglietti speciali o pacchetti multicorse relativi al trasporto pubblico locale di tutte le province dell’Emilia-Romagna. Questa nuova versione di Muver arriva, infatti, a coprire l’intero servizio delle quattro aziende emiliano-romagnole e rappresenta un deciso passo verso un’ulteriore dematerializzazione del titolo di viaggio, sfida importante che è stata affrontata assieme alla Regione Emilia-Romagna anche impiegando fondi europei POR FESR.

Muver rappresenta oggi una best practice a livello europeo per la bigliettazione elettronica integrata su una scala regionale: la piattaforma, frutto di un lungo lavoro congiunto delle aziende di cui Tper è stata capofila, ha il grande vantaggio della totale rispondenza ai sistemi in essere e la sicurezza contro le frodi. Un sistema che coniuga tre fondamentali obiettivi: la facilità e l’immediatezza di utilizzo, la sicurezza dell’utente nella gestione dei propri dati e di fronte al rischio di contraffazioni e, non ultima, la possibilità di effettuare la validazione ad ogni accesso prevista dalla normativa vigente.

Una volta scaricata l’app sul proprio smartphone dal Play Store, con pochi click è facile registrarsi e procedere all’acquisto del titolo di viaggio prescelto pagandolo direttamente ed in modo assolutamente sicuro con la propria carta di credito.

Una volta completato l’acquisto il titolo rimane sul proprio telefonino.

Per validarlo, sul mezzo, è sufficiente appoggiare l’apparecchio alla macchina validatrice, proprio come se fosse una tessera MiMuovo.

Grazie alla tecnologia NFC, per ora solo su sistema Android, è infatti facile ed intuitivo trasformare il proprio cellulare in una tessera di viaggio, acquistando i biglietti direttamente dall’app, conservandoli all’interno dello smartphone e validandoli all’occorrenza semplicemente accostando il proprio telefono alla validatrice a bordo dei mezzi, nel pieno rispetto della normativa sulla validazione obbligatoria.

La validatrice darà luce verde e il titolo comincerà a valere mentre un apposito contatore indicherà la sua durata di validità.

Mai più senza biglietto, quindi, senza l’assillo della ricerca di una rivendita.

La biglietteria virtuale infatti è ora raggiungibile direttamente dal proprio cellulare.

Muver funziona con dispositivi Android dalla versione 4.4 in poi, dotati di tecnologia NFC.

Grazie al nuovo Muver, il numero di utilizzatori è destinato a crescere esponenzialmente, in tutta la regione. Ad oggi sono già 15.000 i titoli venduti nella sola città di Bologna, dove Muver ha debuttato lo scorso aprile per i soli biglietti urbani a tempo.

La nuova versione consente di dare risposta anche agli utenti più occasionali del servizio extraurbano, che specie in orari marginali o in giorni festivi potrebbero incontrare più difficoltà rispetto a chi vive in città nel reperire i biglietti.

La crescita di operatività di Muver non sostituisce ma si affianca ai consueti strumenti a disposizione dell’utenza. Biglietti ed abbonamenti continuano, quindi, ad essere disponibili anche nei consueti canali di vendita dell’azienda di trasporti.

La svolta digitale e la sfida della dematerializzazione dei titoli di viaggio è comunque ancora in corso e presto sono attese ulteriori novità, anche per dare risposta ai possessori di un telefono IOS. Al momento, infatti, per limiti imposti dal costruttore, non è possibile utilizzare Muver in ambiente Apple.

I titoli TPER acquistabili con la nuova app Muver

Per TPER sono disponibili i biglietti urbani ed i titoli extraurbani a zone di Ferrara, oltre ai carnet City Pass di Bologna e ai biglietti per i servizi speciali Aerobus e Ficobus, diretti rispettivamente all’Aeroporto Marconi e al parco agroalimentare FICO Eatalyworld del capoluogo regionale.

tag:

TPER


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it