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Da: Ufficio Stampa Università degli Studi di Ferrara

Venerdì 22 novembre un convegno per gli esperti e sabato 23 i Living Labs per tutti gli interessati.

Coinvolgere attivamente le Pubbliche Amministrazioni di centri storici di valore artistico e culturale e a forte vocazione turistica e fornire strumenti e approcci integrati per gestire le catastrofi naturali che negli ultimi anni hanno messo in ginocchio tanti centri anche in Italia. Mettendo in evidenza la debolezza delle politiche di prevenzione attualmente in vigore.

È lo scopo di CLARA (CLoud plAtform and smart Underground imaging for natural Risk Assessment), progetto cui prende parte Unife e che coinvolge il Comune di Ferrara, il Comune di Matera e la Provincia di Enna.

“L’obiettivo specifico di CLARA per la città di Ferrara è l’applicazione di metodi geologici e geofisici innovativi per la caratterizzazione geofisica del sottosuolo urbano e la valutazione di effetti di amplificazione sismica” – spiega il Professor Riccardo Caputo del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara. Il Prof. Caputo, che insieme al Professor Alberto Pellegrinelli del Dipartimento di Ingegneria di Unife, coordina le ricerche per Ferrara, ha organizzato due importanti incontri: uno con i cittadini e uno con gli esperti.

Nella mattinata di sabato 23 novembre, al Polo Scientifico e Tecnologico di Unife, (Via Saragat, 1), avranno luogo i Living Labs, attività dimostrative, scientificamente rigorose ma a carattere divulgativo, rivolte al grande pubblico, studenti e cittadini. Sono previsti esperimenti di sismica a riflessione, geoelettrica con l’utilizzo del georadar, modellazioni per comprendere l’interazione suolo-struttura e il monitoraggio mediante strumenti topografici ad alta precisione.

La partecipazione ai laboratori è libera ma è necessario pre-iscriversi inviando un messaggio di posta elettronica (alberto.pellegrinelli@unife.it).

Venerdì 22 novembre dalle 9 alle 17, sempre al Polo Scientifico Tecnologico, si svolgerà invece un convegno dedicato agli esperti che vedrà la partecipazione attiva degli Ordini Professionali dei Geologi, Ingegneri, Architetti e Geometri. Saranno presentati i principali risultati metodologici e/o di impatto per la città e il suo territorio, discutendo su studi sperimentali e campi prova su tomografia geoelettrica profonda, indagini sismiche nell’area urbana della città di Ferrara, l’interazione suolo-edificato, monitoraggio strutturale di un edificio, il monitoraggio topografico di un baluardo delle mura di Ferrara, l’implementazione della rete sismica locale e l’introduzione a sistemi informativi Cloud Open per gli Enti Territoriali nella gestione dell’allerta dell’emergenza.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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