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Serviranno veterinari e la Regione guarda avanti: investimento di oltre 655mila euro per garantire l’ingresso di nuovi specialisti nel servizio pubblico. Intesa con l’Ateneo di Bologna per riaprire la scuola di specializzazione in Sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche, ferma dal 2009. Finanziate 30 borse di studio

Per garantire una adeguata copertura del turnover di fronte alle uscite previste nel prossimo decennio. Approvato dalla Giunta lo schema di convenzione con l’Alma Mater. L’assessore Venturi: “Risorse consistenti per un settore importante in un territorio fortemente vocato all’agroalimentare come il nostro, per la sicurezza sanitaria e la salute dei cittadini”. Il rettore Ubertini: “Quella del veterinario una figura sempre più importante e specializzata”

Bologna – La Regione guarda avanti, e per soddisfare il bisogno di nuovi veterinari previsto in Emilia-Romagna nei prossimi dieci anni – nell’ambito del servizio sanitario pubblico – rilancia la scuola di specializzazione dell’Università di Bologna che era ferma dal 2009.
Mettendo a disposizione più di 655mila euro per finanziare la formazione specialistica triennale in Sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche. Sono 30 le borse di studio che saranno garantite, del valore di 7.285 euro annuali ciascuna, rivolte a laureati in Medicina veterinaria per accedere ai ruoli della dirigenza del Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica – Igiene degli Alimenti e Sanità pubblica veterinaria.

Lo prevede la proposta di convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e l’Università di Bologna approvata dalla Giunta regionale nell’ultima seduta, che riattiva, al Dipartimento di Scienze mediche veterinarie, la scuola di specializzazione dell’area veterinaria, intesa che verrà ratificata dalle parti.

Le risorse stanziate (655.650 euro) saranno suddivise annualmente in 72.850 euro per il primo anno accademico (2018-2019); 145.700 euro nel secondo anno; 218.550 euro nel terzo; 145.700 euro nel quarto e 72.850 euro nel quinto anno.

“Dopo molti anni, già dal 2018 si riavvia, in collaborazione con l’Ateneo di Bologna, la formazione specialistica in ambito veterinario- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Risorse consistenti, quelle che la Regione ha deciso di investire, con il preciso obiettivo di aumentare il numero di medici veterinari da ammettere ai concorsi e garantire anche nei prossimi anni un adeguato turnover di specialisti. Quello della sanità animale, dell’allevamento e delle produzioni zootecniche- chiude Venturi- è un settore importante in un territorio, come il nostro, fortemente vocato all’agroalimentare, ma lo è al tempo stesso per la sicurezza sanitaria e la salute dei cittadini”.

“La figura del veterinario generalista- aggiunge il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini-, capace di occuparsi di più aspetti della professione, si è evoluta verso un profilo più specializzato che spazia tra la clinica dell’animale da compagnia, la ricerca in campo biotecnologico e farmaceutico, la sicurezza alimentare, la sanità pubblica e le produzioni animali. Anche per questo, oggi si parla di ‘one world one health’, una visione che accomuna medici e medici veterinari in una funzione sociale indiscutibile di tutela della salute dell’uomo. La disponibilità di veterinari specializzati in grado di partecipare a concorsi delle tre aree del Servizio già a partire dal 2021- conclude il rettore- risponde quindi alla necessità di ricambio generazionale dei veterinari di sanità pubblica della Regione”.

Con l’avvio della scuola e il supporto delle nuove borse di studio, già a partire dall’anno accademico 2018-2019 la Regione potrà infatti garantire nei prossimi anni un maggior numero di veterinari specializzati, in grado di partecipare a concorsi pubblici specifici nell’ambito della sanità pubblica veterinaria nei settori previsti dalla scuola di specializzazione.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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