Skip to main content

Crisi aziendali, il presidente Bonaccini scrive al ministro Di Maio: “Importanti vertenze in corso, chiuderle positivamente per garantire il rilancio produttivo e la salvaguardia dei livelli occupazionali”

Mercatone Uno, Industria Italiana Autobus (ex Bredamenarini), DEMM di Alto Reno (Bo) e Tecno di Gualtieri (Re) i casi segnalati e sui quali la Regione è già impegnata nella ricerca di una soluzione: “Alcuni di rilevanza nazionale, fondamentale l’intervento dei ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro”. Nella lettera anche la richiesta di convocazione di un incontro con parti sociali e Regioni su FCA dopo il Piano di sviluppo: “Positivo, ma in Emilia-Romagna servono conferme sulla produzione di modelli di alta gamma nello stabilimento Maserati di Modena e capire il futuro dello stabilimento VM di Cento”

Bologna – Il Gruppo Mercatone Uno, con diversi punti vendita in Emilia-Romagna, e le aziende DEMM di Alto Reno, nell’appennino bolognese, Industria Italiana Autobus (l’ex Bredamenarini), con lo storico stabilimento di Bologna, e la Tecno di Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia.

Situazioni di crisi tuttora aperte, alcune di rilevanza nazionale e con centinaia di posti di lavoro a rischio, sulle quali la Regione Emilia-Romagna è impegnata da tempo nella ricerca di una soluzione e al centro della lettera inviata oggi dal presidente Stefano Bonaccini al ministro Luigi Di Maio per chiedere l’impegno dei dicasteri dello Sviluppo economico e del Lavoro, ora guidati dal vicepresidente del Consiglio, affinché si riescano a chiudere positivamente le vertenze in corso, mettendo in campo interventi che “garantiscano il rilancio produttivo e la garanzia occupazionale”. Uno sforzo condiviso, con la Regione che ovviamente conferma la massima “attenzione e disponibilità, anche attraverso gli assessorati competenti”, per riuscire a centrare l’obiettivo.

E dopo la presentazione da parte di FCA del Piano sul futuro del Gruppo che prevede la piena funzionalità degli stabilimenti italiani e attenzione all’occupazione, con la scelta di investimenti per veicoli elettrici e ibridi, Bonaccini coglie l’occasione per chiedere al ministro Di Maio la convocazione di un incontro nazionale tra le parti sociali con la presenza delle Regioni, “al fine di comprendere in modo puntuale le ricadute sui singoli territori”. In Emilia-Romagna c’è infatti la necessità di avere la conferma della produzione di modelli di alta gamma nello stabilimento Maserati di Modena, oltre a capire il futuro dello stabilimento VM di Cento, in provincia di Ferrara, dove si producono motori diesel.

Nella missiva, il presidente della Giunta ricorda come “con il Patto per il Lavoro, firmato da tutte le parti sociali economiche e istituzionali della Regione Emilia-Romagna, abbiamo provveduto a istituire strumenti idonei ad affrontare sia il rilancio delle imprese, per aumentare competitività e occupazione, sia per salvaguardare i lavoratori delle aziende in crisi durante il processo di riorganizzazione e/o di rilancio”. Situazioni di crisi che riguardano anche imprese con “una rilevanza nazionale” e comunque che “necessitano di un forte e indispensabile impegno da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro”.

Da qui la segnalazione al ministro Di Maio di “alcune situazioni prioritarie visto lo stato delle vertenze in corso”.

Il gruppo Mercatone Uno, con diversi punti vendita anche in Emilia-Romagna, e l’azienda DEMM di Alto Reno Terme (Bo), entrambe in regime di amministrazione straordinaria con provvedimento ministeriale, “che devono essere seguite durante la fase di cessione di ramo d’azienda e relativo passaggio dei lavoratori in modo da garantirne la continuità e i livelli occupazionali, assicurando l’utilizzo degli eventuali ammortizzatori sociali necessari”.

Altrettanto importante il caso di Industria Italiana Autobus, la ex Bredamenarini, con lo storico stabilimento di Bologna, che “dopo l’assegnazione di diverse commesse per la realizzazione di autobus- si legge nella lettera- non ha ancora presentato le necessarie garanzie finanziarie per permettere di realizzare la piena produzione nei propri stabilimenti in Italia a scapito dei lavoratori presenti, con il rischio di crescenti tensioni dovute alla precarietà del piano industriale”.

Altra situazione da affrontare è quella della Tecno di Gualtieri, nel reggiano, che dopo il subentro dal fallimento Merloni e il licenziamento di oltre 100 lavoratori si trova attualmente in un difficile situazione finanziaria “tale da poter compromettere la continuità produttiva e che necessita di strumenti straordinari” per “superare questo momento di difficoltà che coinvolge oltre ai 300 dipendenti ancora in forza anche un importante rete di imprese indotte del territorio”, sottolinea Bonaccini.

In merito a FCA, dopo le rassicurazioni del Gruppo rispetto agli stabilimenti italiani, i livelli occupazionali e la scelta di investire in veicoli elettrici e ibridi, il presidente della Regione chiede al ministro Di Maio la convocazione di un incontro nazionale tra le parti sociali con la presenza delle Regioni, “al fine di comprendere in modo puntuale le ricadute sui singoli territori”. Per l’Emilia-Romagna, infatti, “appare molto positiva la scelta di utilizzare i motori Ferrari ma rimane fondamentale la produzione di modelli di alta gamma nello stabilimento Maserati di Modena, così come è fondamentale- prosegue Bonaccini- capire il futuro dello stabilimento V M di Cento dove si producono motori diesel”, che nel piano presentato dai vertici di FCA risultano superati (almeno per le piccole e medie cilindrate mentre pare rimanere la parte relativa al mercato americano). “Per noi, tutto il settore dell’automotive rimane strategico sia sul versante della ricerca e innovazione, sia per la parte produttiva. Per questo riteniamo che la presenza produttiva di FCA debba essere ulteriormente rafforzata, forte delle competenze presenti nei siti dell’Emilia-Romagna composte da lavoratori altamente specializzati, da un tessuto di sub-fornitura unico, da laboratori di ricerca pubblici e privati di livello internazionale e di Università leader nella motoristica”.

“Confidando nella Sua attenzione e nell’impegno dei Ministeri da Lei diretti a seguire e intervenire per la migliore riuscita delle vertenze segnalate, sono ad anticiparLe la nostra attenzione e disponibilità- chiude il presidente Bonaccini- anche attraverso gli assessorati competenti, per garantirne il rilancio produttivo e la garanzia occupazionale”.

Tutte le notizie su www.regione.emilia-romagna.it, i comunicati nella sezione ‘Agenzia di informazione e comunicazione’.
Seguici su Twitter (@RegioneER), Facebook (@RegioneEmiliaRomagna) e Telegram (@ERnotizie, @ERcomunicati, @PresidenteER)
Segreteria di redazione tel. 051 5275490

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it