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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il presidente Bonaccini: “Un passo concreto per la ripresa delle attività produttive nell’area colpita dall’alluvione, ma la vera strada è la prevenzione”. In via di approvazione l’ordinanza che assegna 10 milioni del Governo

Un milione di euro per garantire la necessaria liquidità alle imprese colpite dalle precipitazioni del settembre scorso nelle provincie di Parma e Piacenza.
La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso lo stanziamento di un fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito. Tale fondo (200 mila euro sul 2015 e 800 mila sul 2016) è finalizzato a favorire il ripristino delle attività produttive colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche del 13 e 14 settembre 2015.
“Come avevamo annunciato durante il sopralluogo nel territorio piacentino – ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini –, variamo questa misura per andare incontro al ripristino delle attività economiche danneggiate dagli eccezionali eventi alluvionali”.
“La Giunta regionale – ha aggiunto il presidente – ribadisce che il vero obiettivo è quello di continuare a lavorare sulla prevenzione, perché solo da lì passa una vera tutela del nostro territorio: su questi temi infatti abbiamo messo a disposizione 100 milioni per il 2015 per interventi di contrasto al dissesto idrogeologico, e confermiamo di puntare a un piano decennale di interventi”.
Regione e Aipo hanno già assegnato a Comuni, Province e servizi tecnici di bacino oltre 5 milioni di euro per interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio, quale concorso finanziario urgente per l’avvio di lavori come il ripristino della viabilità e opere di riduzione del rischio idraulico a difesa di centri abitati.
E’ ora in via di approvazione inoltre l’Ordinanza del Capo dipartimento nazionale della Protezione civile, che assegna alla Regione 10 milioni di euro stanziati dal Governo con la dichiarazione di stato di emergenza nazionale dello scorso 25 settembre. I fondi statali saranno impiegati per far fronte alle situazioni più critiche.
Intanto domani, a seguito del Comitato istituzionale dello scorso 1 ottobre a Farini (Pc), si terrà una riunione dedicata ai Piani di emergenza di Protezione civile, alle ore 9,30 presso l’Auditorium Casa del Popolo di Rivergaro (Pc), in via Don Veneziani 64. Saranno presenti tecnici di Anci Emilia-Romagna, dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, dell’Arpa, del Servizio Tecnico di Bacino e dell’Aipo al fine di verificare le necessità di miglioramento/redazione dei piani di ciascun Comune.
Il 22 ottobre si terrà a Piacenza il secondo Comitato istituzionale con i Comuni coinvolti.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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