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Innovazione tecnologica, attrezzature moderne, e-commerce e vendita diretta: le cantine dell’Emilia-Romagna si rinnovano per migliorare la qualità dei vini. Dalla Regione incentivi finanziari per 5,4 milioni di euro

Via libera dalla Giunta regionale al bando per gli investimenti in azienda. Domande entro il 13 settembre 2018. L’assessore Caselli: “La vitivinicoltura emiliano-romagnola sta facendo passi significativi, aiutiamo le imprese a diventare più competitive”

Bologna – Arrivano dalla Regione oltre 5,4 milioni di euro per dare ancora più qualità ai vini dell’Emilia-Romagna, favorire l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento delle attrezzature in cantina. E’ la dotazione finanziaria di un bando approvato dalla Giunta di viale Aldo Moro; a disposizione delle imprese che svolgono attività di produzione e commercializzazione di prodotti vitivinicoli (vino e mosto d’uva), contributi in conto capitale fino al 40% delle spese per la realizzazione di progetti di intervento, in attuazione della misura “Investimenti” dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del settore vitivinicolo per il 2019.
Gli aiuti sono finalizzati ad accrescere la competitività delle imprese che operano in un contesto di filiera e spaziano dalla costruzione e ristrutturazione di immobili, all’acquisto di impianti e macchinari specifici, fino all’allestimento di negozi per vendita diretta al consumatore finale dei prodotti aziendali e alla creazione di siti internet per l’e-commerce.

Un’opportunità, quest’ultima, che può rivelarsi decisiva per consentire anche ai piccoli viticoltori che fanno della qualità la loro bandiera di far conoscere le proprie produzioni nei mercati nazionali e internazionali. Le domande vanno presentate entro il 13 settembre prossimo, secondo le modalità stabilite da Agrea, Agenzia regionale per i pagamenti in agricoltura.

“La vitivinicoltura emiliano-romagnola- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- sta facendo passi significativi sul piano della qualità e dell’immagine presso i consumatori, grazie all’impegno degli imprenditori e alle politiche messe in campo dalla Regione. Un salto di qualità che trova riscontro anche nel trend positivo dell’export regionale, che nel 2017 ha superato i 320 milioni di euro, con un balzo in avanti del 10,7% sull’anno precedente. Con questo bando sosteniamo gli investimenti che puntano a valorizzare i vini di qualità, favorire l’introduzione di tecnologie innovative in cantina anche nell’ottica di incentivare il risparmio energetico, la riduzione dell’impatto negativo dell’attività produttiva e il miglioramento della sicurezza sul lavoro”.

Contributi fino al 40% dell’investimento

Il budget disponibile è suddiviso in due tranche: il 40% delle risorse è destinato a finanziare i progetti di investimento presentati da imprese agricole che producono vino con le proprie uve e lo vendono direttamente come attività connessa; il restante 60% è invece riservato alle aziende agroindustriali che commercializzano il vino prodotto con materia prima in prevalenza acquistata da terzi o conferita da soci. Saranno pertanto due le graduatorie finali. Escluse dai contributi le imprese che effettuano la sola commercializzazione dei prodotti.

Circa la dimensione economica dei progetti di investimento, devono essere compresi tra un minimo di 40mila e un massimo di un milione di euro. La percentuale di aiuto è fissata al 40% delle spese ammissibili per le micro, piccole e medie imprese, scende al 20% nel caso di aziende fino a 750 dipendenti e fatturato annuo inferiore ai 200 milioni di euro e al 19% per le imprese ancora più grandi.

Tra i criteri di priorità adottati per la formazione delle graduatorie figurano le produzioni bio e certificate, le etichette Dop ed Igp, l’appartenenza a forme aggregative di filiera, il risparmio energetico. In caso di parità di punteggio la precedenza andrà ai progetti che riguardano i maggiori quantitativi di uva e gli investimenti più onerosi.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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