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da: ufficio stampa Verdi

“Il Sindaco di Comacchio cerca goffamente di smarcarsi dalle sue stesse scelte quando dice che i progetti inseriti nel Contratto di Sviluppo sono diversi da quelli proposti dalle passate amministrazioni comunali. Hanno cambiato i nomi, ma gli imprenditori-costruttori comacchiesi sono sempre gli stessi, così come sono gli stessi i terreni su cui si vuole riversare la solita colata di cemento.”

La consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo replica alle dichiarazioni del primo cittadino Marco Fabbri e del presidente dell’Ente per i parchi e la biodiversità Delta del Po Massimo Medri.

“Un esempio per tutti: il progetto più deprecabile è certamente quello presentato da Immobiliare La Medusa Srl e denominato “Comacchio Camping Village” che ricade nella stessa area “ex Elisea” tra Porto Garibaldi e il Vascello d’Oro (Lido degli Scacchi), intervento che durante la scorsa legislatura proprio gli ambientalisti, e i Verdi in Regione, riuscirono a bloccare perché i terreni erano tutelati dalle norme del Piano Paesistico Regionale.”

“Ma evidentemente il Sindaco Fabbri in questi giorni è distratto – continua l’esponente ecologista – impegnato com’è a chiudere gli accordi politici con PD, Forza Italia e Lega Nord che gli consentono di candidarsi nella lista “Provincia Insieme”, a quanto pare all’insaputa del suo stesso leader Beppe Grillo che proprio ieri sul blog imponeva agli amministratori del Movimento 5 Stelle di non partecipare alle elezioni perché la soppressione delle Province è uno dei cardini del programma grillino.”

“Quanto al triste invito a pensare alle spese pazze della Regione, dovrebbe rivolgerlo al gruppo consiliare dei Cinque Stelle che gli sapranno certamente spiegare i fatti.”

“Mi corre poi l’obbligo di ricordare al presidente Medri che ha ragione quando dice che i vincoli sono rispettati. Si dimentica però di precisare che proprio le pianificazioni di Provincia e Comune degli ultimi mesi hanno reso edificabili, con il Piano di stazione di Comacchio, aree che prima erano protette dal Paesistico. Sono cioè gli stessi soggetti che approvano i progetti ad aver tolto i vincoli posti un tempo dalla Regione.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it