Skip to main content

Da: Ufficio Stampa Comune di Comacchio

Lo scorso anno il Comune di Comacchio ha siglato un accordo per la valorizzazione e lo studio del territorio deltizio. La sinergia tra Soprintendenza, Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna e le Università di Ferrara, Bologna e Venezia si è concretizzata nell’ambito del progetto VALUE – finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia.

Il progetto VALUE vede dunque realizzate le sue azioni: nell’area di Stazione Foce, nelle Valli di Comacchio, sta nascendo un vero e proprio Parco Open Air, dove turisti, appassionati e cittadini potranno ammirare dal vivo la ricostruzione di uno spaccato dell’antica Spina.

Il progetto, coordinato dal Dipartimento Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, e seguito dal Prof. Antonio Gottarelli già esperto di queste ricostruzioni nell’abitato etrusco di Monte Bibele (Monterenzio, BO), permetterà, per la prima volta, di “apprezzare dal vivo” quello che un tempo doveva essere Spina. Si potrà infatti passeggiare tra due grandi abitazioni, in scala reale, interamente realizzate in legno e canne palustri, edificate seguendo gli indizi offerti dalle indagini archeologiche, mostrando così quello che nell’antica città giace oggi sepolto sotto 4 metri di terra e di storia.

Il punto scelto dagli esperti per ricreare queste installazioni museali non è casuale. Il paesaggio che oggi si apprezza visitando le Valli di Comacchio, si avvicina molto all’ambiente che 2500 anni fa un greco o un etrusco potevano ammirare visitando il grande emporio Spinetico. Inoltre, l’attrattiva delle Valli, con un pubblico annuale che si aggira attorno alle 35.000 presenze, potrà fungere da attrattore per il Museo Delta Antico. Non appena il Parco sarà ultimato il percorso di visita per le Valli inizierà proprio attraversando questa installazione, in un percorso immersivo che trasporterà i turisti in un vero e proprio viaggio nel tempo.

Viste guidate alle abitazioni in costruzione

Nelle pomeriggio di sabato 5 settembre (dalle 15.00 alle 19.00) e nella giornata di domenica 6 settembre (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00) sarà possibile effettuare una visita presso il sito di Stazione Foce, nei pressi dell’imbarco per i tour nelle Valli, dove, grazie al Progetto VALUE, il Comune di Comacchio, in collaborazione con il Dipartimento Storia, Culture e Civiltà dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, sta allestendo una grandiosa installazione museale che intende offrire uno spaccato dell’antica città di Spina.

L’area è in fase di completamento e quindi le strutture non sono ancora terminate. È proprio in questo momento però che sarà possibile osservare particolari strutturali e tecnici che difficilmente saranno visibili in futuro in quanto ricoperti dal tetto in canne e dalle pareti in graticcio. Sarà quindi una bella occasione per vedere da vicino come un progetto di archeologia sperimentale può ricreare quello che oggi non è difficilmente apprezzabile nel vero sito archeologico.

Previa prenotazione telefonica (al centralino del Museo Delta Antico 0533 311316), gli interessati potranno osservare da vicino queste installazioni, interamente realizzate in legno e farsi un’idea di quali erano le abitazioni in cui vivevano gli antichi spineti.

I gruppi, organizzati in un massimo di venti persone, saranno accompagnati dallo stesso progettista, il Prof. Antonio Gottarelli, ideatore del progetto ed etruscologo dell’Università di Bologna. In osservanza dei protocolli anti-contagio i partecipanti dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina e compilare l’apposito modulo per la rintracciabilità che verrà consegnato loro all’ingresso.

Nuove ricerche archeologiche

Il progetto VALUE, dopo la battuta d’arresto imposta dallo stato di emergenza sanitaria, presenta altre significative azioni dedicate all’archeologia.

Con la direzione scientifica della Soprintendenza e della Direzione Regionale Musei le Università di Ferrara, Bologna e Venezia, si intraprenderanno nuove campagne di ricerca per approfondire temi storico-archeologici non ancora del tutto svelati. L’università di Bologna, che vanta una prestigiosa scuola di etruscologia, si concentrerà sull’antica città di Spina. Grazie alle moderne tecnologie di prospezione geofisica l’ateneo bolognese studierà la struttura dell’abitato antico e del territorio che lo circondava. Verranno effettuate, inoltre, sia riprese dall’alto che ricognizioni a terra alla ricerca di nuovi indizi archeologici tra Valle Pega, Trebba e Mezzano.

L’Università di Ferrara, da un lato volgerà la sua attenzione al periodo romano, approfondendo le ricerche nel settore della Villa di Bocca delle Menate, presso Valle Lepri, dall’altro si dedicherà alla formazione sia tramite contatti con gli istituti scolastici del territorio sia attraverso la creazione di un master di II livello che si sta pianificando in queste settimane. Infine, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, da sempre coinvolta negli studi di Comacchio altomedievale, proseguirà le ricerche sia nel centro storico cittadino tramite l’esecuzione di carotaggi geo-archeologici sia presso il sito di Santa Maria in Padovetere dove ancora molto resta da portare alla luce.

Tutte le attività svolte sul campo verranno condivise e raccontate dagli stessi protagonisti in un ciclo di incontri e conferenze promosso dal Comune di Comacchio.

tag:

COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it