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da: ufficio stampa SBArcheo Emilia-Romagna

Il soprintendente Minoja conferma il finanziamento: “Nuovi investimenti, sinergia, coinvolgimento dei cittadini e attenzione al territorio”

“Per il sito archeologico di Santa Maria in Padovetere molto è stato fatto ma molto resta da fare. Ciò sarà possibile grazie al nuovo importante finanziamento di 75mila euro appena stanziato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Questa somma, che si affianca alle risorse già erogate dal Comune di Comacchio, permetterà l’approfondimento dell’indagine avviata circa due mesi fa, gli interventi di restauro su molti dei reperti rinvenuti e le analisi su campioni di terreno e sui legni delle imbarcazioni. Consentirà soprattutto di tenere aperto un cantiere che può diventare un laboratorio di archeologia e un punto di riferimento per studiosi italiani e stranieri.“
Nel confermare il finanziamento del MiBACT dopo la visita al sito del ministro Dario Franceschini, il soprintendente per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna Marco Minoja fa il punto sulle recenti scoperte a Comacchio e sul futuro dell’area di Santa Maria in Padovetere.
Questi ritrovamenti si inseriscono in un ampio progetto messo a punto da Soprintendenza e Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna per valorizzare il patrimonio storico-archeologico del territorio di Comacchio.
Gli scavi procedono di pari passo con un’intensa attività di ricognizione di superficie, con lo studio di documenti d’archivio, l’acquisizione di foto satellitari e l’applicazione di tecnologie sempre più avanzate in grado di fornire elementi utili a pianificare gli interventi.
Ciò ha portato anche alla redazione di una nuova Carta della Potenzialità archeologica dell’area di Comacchio, un importante strumento per la pianificazione del territorio.
Stanno terminando i lavori necessari all’apertura regolare al pubblico dell’area archeologica di Santa Maria in Padovetere, realizzati grazie a una convenzione tra Soprintendenza, Direzione regionale, Comune ed Ente Delta del Po che ha permesso di intercettare fondi erogati all’interno del Programma di Sviluppo Rurale per la Regione Emilia Romagna 2007-2013. Proseguono i lavori per l’apertura del nuovo museo storico-archeologico, che troverà collocazione nell’ex Ospedale degli Infermi a Comacchio, destinato a diventare luogo di sintesi dei valori della comunità locale, momento di aggregazione sociale e ulteriore risorsa per l’economia del territorio.
I nuovi rinvenimenti sono di grande interesse: l’individuazione di un antico ramo del fiume Po, la rara scoperta di un’imbarcazione tardoantica realizzata con assi di legno cucite, il rinvenimento di una piroga scavata in un tronco di quercia e il recupero di sepolture del VI sec. d.C. che si aggiungono alle centinaia già scavate nell’area sono tutti frammenti della storia di chi vive in questo comprensorio.
Ecco perché si è scelto di aprire al pubblico il cantiere di Santa Maria in Padovetere, consentendone la fruizione ai cittadini e soprattutto alle scuole.
“Quella che stiamo realizzando a Comacchio -conclude Minoja- è una proficua sinergia tra Enti pubblici e di ricerca. A fianco dei professionisti operano sullo scavo di Santa Maria in Padovetere studenti delle Università di Ferrara, Bologna, Venezia e Milano che possono così integrare gli studi teorici con l’esperienza pratica, preparandosi all’inserimento nel mondo del lavoro. Abbiamo anche coinvolto numerosi specialisti, dai paleopatologi e antropologi che studiano i resti umani recuperati nelle sepolture, agli archeobotanici, archeozoologi, esperti di mineralogia e archeometria, agli architetti e disegnatori che effettuano i rilievi e la documentazione grafica. La rara scoperta delle imbarcazioni ha reso necessaria anche la presenza di studiosi di archeologia navale, coordinati da Carlo Beltrame e Elisa Costa dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Un valore aggiunto in termini di disponibilità ed entusiasmo è dato dalla partecipazione di volontari, da quelli del Gruppo Archeologico Ferrarese ai tanti abitanti del territorio”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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