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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Aperto un confronto per prevenzione e controllo. Presenti i presidenti di tutte le federazioni Coldiretti della nostra regione all’incontro con l’assessore Simona Caselli, per lanciare l’allarme sui danni alle colture ed all’ambiente da parte di migliaia di nutrie, cinghiali, storni, corvi ed altri animali. Ferrara tra le provincie con maggiori danni alle imprese agricole.

È Sos nelle campagne dell’Emilia Romagna, dove non se ne può più di animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali degli allevamenti, provocano numerosi incidenti stradali e in alcuni casi mettono anche in pericolo la vita delle persone. In regione, Coldiretti stima che i danni si aggirano sui 3 milioni di euro, di cui solo 2 milioni risarciti agli agricoltori.

E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Emilia Romagna che ha incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Simona Caselli, per aprire un confronto con l’amministrazione regionale con l’obiettivo di discutere l’utilità dei provvedimenti di prevenzione e controllo e gli effetti dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura.

Di fatto – denuncia Coldiretti Emilia Romagna – migliaia di cinghiali, nutrie e milioni di storni e corvi, senza contare i danni agli allevamenti dai predatori, vivono sule spalle degli agricoltori, scorrazzando più o meno indisturbati nei campi coltivati, dove provocano veri e propri disastri, mangiando insieme ai raccolti anche il reddito degli agricoltori, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende soprattutto nelle aree interne.
È come se l’imprenditore agricolo – commenta Coldiretti Emilia Romagna – coltivasse campi a sue spese e poi al momento del raccolto arrivasse qualcun altro portandogli via il grano la frutta, gli ortaggi prima di raccoglierlo. Ai danni diretti – denuncia Coldiretti Emilia Romagna –si aggiungono anche i rischi sanitari che possono derivare per gli animali allevati e per l’uomo stesso.

Coldiretti ha anche elaborato un documento di base, sul quale si è avviato un proficuo confronto con Legambiente, che costituisce una prima proposta da approfondire e che rappresenta l’avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare ad una più efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati ad organizzare forme di programmazione di lungo periodo.

Le tipologie di danni alle colture agrarie e agli allevamenti sono ormai di proporzione così rilevante – conclude Coldiretti Emilia Romagna – da rendere insufficiente l’accantonamento delle risorse finanziarie regionali, così che occorre rivedere le modalità di distribuzione delle risorse nazionali e regionali al fine di garantire i fondi necessari per coprire i danni stimati.

In Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – i danni accertati e risarciti ammontano a 2 milioni i euro, 1,4 milioni dei quali pagati dall’ente pubblico e 600 mila euro dagli Ambiti territoriali di Caccia (Atc), ma si tratta – spiega Coldiretti Emilia Romagna – solo di una parte dei danni realmente subiti che, secondo stime Coldiretti regionale, ammontano ad oltre 3 milioni.

“Nel novero dei danni la nostra provincia – evidenzia il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – è tra quelle più interessate e nello stesso tempo più in difficoltà dal momento che per quanto riguarda le nutrie i danni da esse provocati non sono più risarcibili agli agricoltori. Ma danni consistenti derivano anche da gazze e corvidi, per non parlare del problema dei cormorani, un vero flagello per gli allevamenti di acquacoltura estensiva ed anche peraltre specie di avifauna.
E’ insomma a rischio sia il reddito di molti imprenditori agricoli, sia l’equilibrio ecologico, messo a dura prova dal proliferare di talune specie che si stanno affermando a danno di altre, conconseguente impoverimento della biodiversità e forte impatto sul territorio, comprese le infrastrutture idrauliche e viarie. Occorre sicuramente ripensare alla pianificazione ed alla gestione di questa problematica, che come Organizzazione sentiamo particolarmente pressante da parte di molti soci”.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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