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da: ufficio stampa Coldiretti
Il Governo più giovane della storia italiana atteso alla prova dei provvedimenti concreti dopo la “promozione” del sottosegretario Martina alla guida delle Politiche Agricole. Agricoltura e cibo tra i settori prioritari del “job act” del neo premier Renzi.

Il Governo di Matteo Renzi che puo’ contare sul premier piu’ giovane dell’Unione Europea (39 anni) nasce con una età’ media di 48 anni, inferiore di 5 a quello del Governo Letta nel quale l’età anagrafica media al momento della nomina era di 53 anni rispetto ai 64 del Governo Monti che lo aveva preceduto. E’ quanto emerge da una analisi dei giovani della Coldiretti dal quale si evidenzia che il Governo che è nato è piu’ giovane e con la maggiore presenza di donne che alla guida dei Dicasteri rappresentano il 50 per cento. Il nuovo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi (nato l’11 gennaio 1975) è di circa 9 anni più giovane del suo predecessore Enrico Letta (nato il 20 agosto 1966) ed ha – informa la Coldiretti – trentadue anni in meno di Mario Monti (19 marzo1943) e trentanove anni in meno di Silvio Berlusconi (29 settembre 1936) che lo hanno preceduto alla guida del Governo, ma soprattutto – rileva la Coldiretti – è l’unico degli attuali leader dei 27 Paesi dell’Unione europea a non aver ancora compiuto i 40 anni. Il nuovo Governo è in sintonia – continua la Coldiretti – con il Parlamento piu’ giovane della storia repubblicana con una età media dei parlamentari di 48 anni al momento del suo insediamento, con una differenza tra deputati (45 anni) e senatori (53 anni). Nel Governo Renzi il Ministro più giovane – conclude la Coldiretti – è ilministro delle Riforme: Maria Elena Boschi che ha compiuto 33 anni lo scorso 24 gennaio mentre il più anziano è il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan di 65 anni.

L’ETA’ DEI COMPONENTI DEL GOVERNO AL MOMENTODELL’INSEDIAMENTO

Monti Letta Renzi
Premier 71 46 39
Compagine ministeriale 64 53 48
Ministro più giovane 57 37 33
Ministro più anziano 76 70 65

Elaborazioni Coldiretti Giovani Impresa

BUON LAVORO A MARTINA ED INTERO ESECUTIVO: AGRICOLTURA IN JOB ACT E’ BUONA PREMESSA

I migliori auguri di buon lavoro all’intero esecutivo guidato da Matteo Renzi ed in particolare al neoministro delle Politiche Agricole Martina di cui abbiamo avuto già modo di apprezzare passione, capacità ed impegno nel suo ruolo di sottosegretario. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “una buona premessa è stata la scelta di individuare anchel’agricoltura e il cibo tra i sette settori prioritari di intervento del Job Act elaborato dal premier Matteo Renzi”. Un importante riconoscimento del fatto che l’agricoltura e l’alimentazione italiana possiedono quegli elementi di distintività e di valore aggiunto per far tornare a crescere l’Italia nella competizione globale. Su questo obiettivo siamo disponibili – ha concluso Moncalvo – ad offrire tutto il nostro contributo di idee ed esperienze in un momento di cambiamento epocale.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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