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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Nel corso della consueta Giornata Provinciale dei Pensionati Coldiretti all’Ottocento di San Vito, consegnati gli Attestati di Riconoscenza ai familiari di due figure storiche per l’organizzazione dei coltivatori ferraresi. Ma i pensionati guardano avanti e mettono in campo progetti per il futuro, per lasciare ai giovani una eredità vera per il domani.

Grande partecipazione alla Giornata Provinciale del Pensionato, organizzata dall’Associazione Pensionati di Coldiretti Ferrara presso il ristorante Ottocento a San Vito di Ostellato lo scorso venerdì 26 febbraio.
Di rilievo il tavolo dei relatori con il presidente di Coldiretti Ferrara Sergio Gulinelli, il presidente dei Pensionati di Ferrara Alberto Sartori, il presidente di Coldiretti Emilia-Romagna e vice presidente nazionale dell’organizzazione agricola Mauro Tonello, il presidente nazionale di Federpensionati Giorgio Grenzi oltre al direttore della federazione ferrarese, Claudio Bressanutti.
Ospiti speciali i funzionari della questura di Ferrara, Mario Barbato e Marco Coralli.
La Giornata si è aperta con la celebrazione della Santa Messa officiata dall’assistente ecclesiastico della federazione, Don Gino Boattin e dal parroco di San Vito, Don Isaia, per proseguire con i saluti di apertura di Sartori e di Gulinelli, che hanno evidenziato lo stretto legame ed il filo che collega l’esperienza e la maturità degli anziani coltivatori, molti dei quali peraltro ancora titolari e attivi nella propria azienda agricola, ed i giovani che nella scelta di dedicarsi all’attività agricola possono ricevere non solo il bene materiale del fondo agricolo, ma anche l’eredità delle conoscenze e dell’esperienza di chi li ha preceduti. Un concetto ripreso dalla parabola evangelica e che ben si è prestato ad essere il filo conduttore della giornata.
Interesse per gli interventi di Barbato e Corallo, l’uno sul tema della sicurezza per quanto riguarda furti, raggiri e truffe (distribuito a riguardo un semplice vademecum, particolarmente adatto proprio per le persone più anziane e per chi risiede in aree isolate tra i campi), l’altro sui corretti comportamenti sulla strada per assicurare sicurezza per se e per gli altri viaggiatori, con l’obiettivo primario di arrivare a prevenire tutti gli incidenti, che purtroppo sulle strade del nostro territorio sono ancora numerosi e spesso con esiti fatali.
Ma “l’eredità” è stata anche la chiave di lettura per la consegna degli Attestati di Riconoscenza a due figure di particolare impatto sulla Coldiretti ferrarese., che sono stati attribuiti dopo il saluto di Monia Dalla Libera, nella sua veste di responsabile provinciale di Donne Impresa Coldiretti, che ha esordito ringraziando gli suoceri per quanto ricevuto ed evidenziato quanto sia importante l’impegno nel formare e presentare il mondo agricolo e la visione di Coldiretti ai cittadini, a partire dalle attività nelle scuole, poi con le altre iniziative che avvicinano e fanno conoscere l’agricoltura ed i nostri prodotti ai consumatori sotto ogni punto di vista.
Ad Antonio Camerani, ex presidente provinciale dell’organizzazione il compito di tratteggiare i profili e la storia di Vilmer Faccini e di Nino Cristofori, che ciascuno nel proprio ruolo, con passione e dedizione, contribuirono a radicare Coldiretti e soprattutto ad operare per dare dignità sociale e riconoscimento ai coltivatori diretti.
Nel ricordare per esperienza personale quegli anni e la collaborazione con loro, sia Camerani che Sartori e più tardi anche Tonello, hanno sottolineato gli aspetti umani, la dedizione e la capacità di ascoltare e di decidere, ma anche di suggerire e consigliare che hanno caratterizzato la misura della loro “eredità” alla Coldiretti di oggi.
Particolarmente intenso il momento della consegna ai figli di Faccini e di Cristofori delle targhe a ricordo, con la riconoscenza dell’organizzazione e la vicinanza umana e personale alle loro famiglie.
E di eredità non materiale, ma soprattutto di ideali, di progetti e di stile di azione hanno poi ragionato sia Giorgio Grenzi, da alcuni mesi presidente nazionale di Federpensionati, sia Mauro Tonello, prendendo spunto dai temi propri della condizione dei pensionati (con la precisa richiesta di rivedere l’importo minimo pensionistico per i coltivatori diretti), dal progetto di incontro con tutti i governatori delle regioni, per affermare la necessità di un diverso welfare dove si riconosca l’assistenza familiare con un nuovo quadro legislativo di favore, con un progetto europeo volto alla ricerca dei fattori di benessere per la qualità della vita, nel quale la buona e corretta alimentazione è una delle voci più rilevanti.
E tuttavia non sono mancati gli accenni alle difficoltà del momento ed alla difficoltà di fare fino in fondo il proprio ruolo di rappresentanza per i soci, in un quadro nazionale (e non solo) in crisi, non solo economica, ma anche di spessore politico e di affidabilità e coerenza, con tempi di risposta non adeguati alle necessità delle imprese e dei cittadini. E se qualcosa per il settore si è riusciti a fare è per come Coldiretti ha costruito il proprio percorso, con progetti concreti, con la ricerca della condivisione sociale, con i grandi impegni e gli sforzi che lo hanno fatto uscire dall’ambito della rivendicazione corporativa, per divenire forza sociale e coniugare gli interessi degli agricoltori con quelli dei consumatori. Il che richiede certamente capacità, ma anche coerenza, trasparenza e organizzazione, in un sistema che a livello nazionale condivide obiettivi e modalità di azione e che dunque non deve essere letto come un “semplice soggetto erogatore di servizi per i soci”, ma come un complesso organismo che giorno per giorno lavora e pur nella difficoltà del sistema italiano genera obiettivi e percorsi per le imprese agricole italiane.

A chiusura dell’incontro il pranzo conviviale che ha suggellato la buona riuscita della Giornata.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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