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Da: Cna Ferrara

Idee innovative e voglia di lavorare insieme: è stata un successo la cena Eat to meet organizzata da Cna, che si é svolta ieri sera (martedì 12 dicembre) alla sala ex Borsa

Un centinaio di imprenditori a tavola si raccontano, presentano la propria azienda, le idee e i progetti che intendono sviluppare. Intrecciano relazioni e rapporti che saranno preziosi per il loro futuro aziendale, e quindi per lo sviluppo economico del nostro territorio.

Il successo di Eat to meet si rinnova ogni anno: la cena organizzata dai Giovani imprenditori di Cna Ferrara ieri sera (martedì 12 dicembre) ha riunito a tavola – presso la sala dell’ex Borsa – un centinaio di aziende che intendono scommettere su se stesse, sulle idee innovative e sull’impegno quotidiano. Erano davvero tante e rappresentavano l’ampio ventaglio del mondo imprenditoriale Cna: dalla grafica pubblicitaria al taglio ad acqua di metalli, plastiche e marmi, dagli abiti da cerimonia alle insalate pronte, dalla cosmetica ai box doccia, dalla comunicazione al caffè, alla sicurezza.

“Eat to meet – spiega Matteo Fabbri, vice presidente di Cna provinciale – si conferma come una grande occasione per fare business e incontrare altri imprenditori in un contesto informale, diverso da quello classico delle fiere o dei convegni. E’ un servizio in più che Cna offre ai propri soci, perchè favorisce l’incontro, lo scambio, il confronto”.

“Eat to meet in poco tempo è diventato un appuntamento clou dell’annata Cna – aggiunge Bruno Faccini, presidente dei giovani imprenditori – Ogni anno abbiamo ottimi feedback da parte dei partecipanti, che ci spingono ad andare avanti, ogni volta migliorando la serata per renderla ancora più efficace”.

Alla cena erano presenti Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara, il presidente della Camera di commercio Paolo Govoni, la consigliera regionale Marcella Zappaterra. “Questo territorio ha grande bisogno di idee nuove, e di persone che sperimentino le loro idee mettendosi in gioco – ha spiegato il vicesindaco – Per questo partecipo volentieri a queste serate: qui si incontrano imprenditori di settori anche molto diversi, e dal loro incontro nascono idee nuove da cui può scaturire sviluppo economico”

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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