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Tredici ferraresi riceveranno, martedì 14 dicembre, l’ambitissima onorificenza della STELLA AL MERITO DEL LAVORO e potranno fregiarsi del titolo di MAESTRI DEL LAVORO.
Si tratta della massima onorificenza che la Repubblica Italiana riconosce ai lavoratori dipendenti che si sono distinti per particolari doti di perizia laboriosità ed iniziativa.
Questa onorificenza è anche un riconoscimento pubblico ed importante per le aziende e per la loro capacità, di valorizzare i talenti personali, lo spirito innovativo e l’inventiva dei dipendenti.
La cerimonia pubblica, improntata alla massima solennità, si svolgerà presso il ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, dalle ore 10,30 del 14 dicembre alla presenza di S.E. il Prefetto Rinaldo Argentieri e delle massime autorità cittadine.
Gli insigniti sono quelli che, causa Covid, non hanno potuto ricevere l’onorificenza il primo Maggio (Festa dei Lavoratori) negli anni 2020 e 2021. Nella stessa cerimonia verranno consegnate anche le onorificenze OMRI degli stessi anni.
I 13 ferraresi che riceveranno la Stella al Merito sono:
1. Marco Bottazzi – di Ferrara – Quadro tecnico presso Datalogic IP Tech srl di Calderara di
Reno (BO)
2. Tiziano Dall’Occo – di Ferrara – Pensionato, ex impiegato presso lo stabilimento
Lyondellbasell di Ferrara
3. Roberto Giacometti .– di Ferrara – Pensionato, ex quadro tecnico presso il Consorzio di
bonifica pianura di Ferra.
4. Daniela Nannini – di Cento – Pensionata, ex impiegata presso Cento Gru srl di
Cento(FE).
5. Luca Pierini – di Ferrara – Pensionato ex dirigente presso Soc. Benvic Europa srl
stabilimento di Ferrara
6. Gianni Vitale – di Ferrara – Dirigente presso lo stabilimento Lyondellbasell di Ferrara.
7. Alba Balboni – di Cento – Impiegata presso Elektrosistem srl di Cento (FE)
8. Simonetta Borghi – di Cento – Impiegata presso Elektrosistem srl di Cento (FE)
9. Maleno Cervi – di Argenta – Quadro tecnico presso Energy Technology srl di Crespellano
(BO)
10. Roberto Forlani – di Pieve di Cento – Amministratore Delegato della Beautyge Italy spa
di Sala Bolognese (BO)
11. Lorenza Malaguti – di Cento – Quadro amministrativo presso GI.MA srl di Cento (FE)
12. Claudio Montanari – di Ferrara – Pensionato ex impiegato presso Benvic Europe srl di
Ferrara
13. Alessandro Parmeggiani – di Ferrara – Ricercatore Senior presso lo stabilimento
Lyondellbasell di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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