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da: organizzatori

Dal 1° al 5 giugno 2016, con anteprima il 31 maggio, la prima rassegna del cinema in Italia “made in Stati Uniti”. In gara 46 film, 3 prime mondiali e tanti eventi. Da vivere con le offerte di Visit Ferrara.

I personaggi di grandi film che hanno fatto la storia sembrano ancora muoversi tra un set e l’altro a Ferrara, città cinematografica per eccellenza. Tra le piazze, i monumenti rinascimentali e le strade di Ferrara e del suo territorio, Luchino Visconti raccontò nel film “Ossessione” l’amore struggente tra Gino e Giovanna, Vittorio De Sica portò al successo “Il Giardino dei Finzi Contini”, che vinse nel 1970 l’Oscar come miglior film straniero, Michelangelo Antonioni, come tanti altri registi, ne fece lo scenario d’autore di tante opere di successo. La storia di Ferrara è legata in modo indissolubile al cinema e adesso il cinema e il suo mondo tornano a rivivere con nuovi set e protagonisti nella città estense, dove dal 1° al 5 giugno 2016, con anteprima il 31 maggio, va in scena la prima edizione del Ferrara Film Festival. La speciale rassegna di film, arte, eventi cinematografici e spettacoli (con attori internazionali, personaggi, workshop a tema con esperti del settore) è stata ideata dal ferrarese Maximilian Law, attore e produttore che vive a Los Angeles e che vuole costruire, con la manifestazione, un ponte culturale tra l’Italia e gli Stati Uniti. Durante i 5 giorni della rassegna si potranno vivere infatti sul grande schermo 46 film, di cui 3 prime mondiali, 9 prime europee e 11 prime italiane. L’apertura sarà il 31 maggio alle 19.00 con la premiere mondiale “Life on the line” con John Travolta, Sharon Stone e Kate Bosworth. Ospite speciale della rassegna sarà invece l’attore e regista Michele Placido.
I film in gara, che saranno valutati per la conquista del Dragone d’Oro – il premio del festival, ispirato al patrono di Ferrara San Giorgio che secondo la leggende uccise un drago – sono suddivisi in 2 sezioni: sezione “Usa” dedicata ai lavori cinematografici prodotti negli Stati Uniti e sezione “World” per quelli prodotti nel resto nel mondo. Ci sono inoltre 2 sottocategorie: “Effetto cinema” per i film con effetti speciali e “Emilia Romagna Filmmakers” dedicata alle produzioni locali. Tutte le proiezioni si terranno nel Cinepark Apollo e tutti i film potranno essere visti in lingua originale con sottotitoli in italiano. La premiazione, con l’assegnazione del Dragone d’Oro ai diversi film in gara a seconda delle differenti categorie, avverrà al Teatro Nuovo il 5 giugno alle 21.30. Durante il Ferrara Film Festival non mancheranno mostre in omaggio a grandi autori di Ferrara come Michelangelo Antonioni e Carlo Rambaldi, ed eventi collaterali speciali.
Per immergersi in questa esperienza da star hollywoodiane, ci sono le proposte e i pacchetti del consorzio Visit Ferrara, che unisce circa 90 operatori turistici di tutta la Provincia ferrarese. Come quelle dell’Agenzia Gulliver’s Island, che propone 1 notte in hotel 4 stelle con prima colazione, 1 cena a base di prodotti tipici, la partecipazione alla prima di “Life on the line” il 31 maggio e un biglietto per uno dei film in concorso il 1° giugno, a 127 euro a persona. Chi vuole vivere tutta la rassegna, può approfittare dell’offerta di 5 notti, con colazione, cena tipica e il pass per tutte le proiezioni in gara, a partire da 352 euro a testa. La proposta di 2 notti con cena tipica e un biglietto giornaliero (5 film in totale) è da 144 euro a persona.
Grazie ad un itinerario appositamente ideato da “Associazione Guide Turistiche di Ferrara e Provincia”, nelle giornate del 2, 3 e 4 giugno dalle ore 17:00 alle 19:00 i visitatori potranno attraversare tutti i principali luoghi di set cinematografici del centro storico, rivivendone storia e vicende attraverso alcuni tra i principali film d’autore girati nella città estense.
E per mangiare come divi del cinema, ci sono i menu a tema “Ciak, si mangia” della Trattoria da Noemi che si trova sulla strada per il Cinepark Apollo dove si tengono le proiezioni. Si può scegliere tra 2 menu a base di piatti tipici ferraresi da 25 o 30 euro a persona.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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