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Da: Cia Ferrara

Un progetto italiano che da otto anni porta i giovani agricoltori a fare un’esperienza all’estero e potrebbe essere un’occasione anche per gli imprenditori ferraresi

Il Progetto Erasmus porta da moti anni gli studenti universitari all’estero per studiare in un istituto europeo ed accrescere così esperienza formativa, conoscenza della lingua ed allargare i propri orizzonti culturali. Un’iniziativa di successo che, ormai da otto anni, riguarda anche i giovani agricoltori italiani. Gli imprenditori agricoli, infatti, possono partecipare a un Erasmus completamente dedicato a loro, un progetto che dà loro la possibilità di essere ospitati in aziende agricole di tutta Europa o di ospitare giovani agricoltori provenienti da tutta Europa. Uno scambio di idee, esperienze, imprenditorialità importante che può aprire davvero nuovi orizzonti agli agricoltori ferraresi. «Il progetto “Erasmus per giovani imprenditori” – spiega Ugo Bonazza del coordinamento di Agia Ferrara – è un progetto unico in Italia che Cia – Agricoltori Italiani ha deciso di promuovere e sostenere, mettendo in connessione gli aspiranti candidati – peraltro è l’unica organizzazione agricola italiana accreditata dall’Ue a svolgere la mediazione – per contribuire a diffondere la conoscenza del settore agricolo e un’imprenditorialità che superi i confini nazionali. Nel dettaglio ad ospitare possono essere agricoltori affermati con esperienza che vogliono condividere la loro realtà imprenditoriale con un giovane che abbia meno di tre anni di attività alle spalle e voglia, appunto, fare esperienza in un’azienda straniera, per un periodo da uno a sei mesi. In questi otto anni il programma ha già raggiunto ottimi risultati: circa 7.400 imprenditori, tra senior e junior, coinvolti in 3.700 scambi. La formula – continua Bonazza – è indubbiamente vincente, in particolare per i giovani imprenditori che possono rafforzare la loro attività, attraverso lo scambio di idee e know-how con i colleghi stranieri. Inoltre, i partecipanti, entrano in diretta connessione con un network europeo di imprese agroalimentari, vengono in contatto diretto con nuovi mercati potenziali e possono stabilire interessanti partnership con aziende commerciali europee. Un nuovo mondo che può rappresentare una svolta per il futuro lavorativo o imprenditoriale in un progetto di Europa sempre più unita e connessa.»

Anche i giovani imprenditori ferraresi possono partecipare al progetto inviando una mail a erasmus-impresa@cia.it per un primo contatto. I requisiti verranno vagliati e l’imprenditore verrà indirizzato all’azienda europea che meglio si addice alle sue esigenze.

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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