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Da: Ufficio Stampa

In questi giorni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto legislativo
102/2004 del Ministero delle Politiche agricole, che riconosce il carattere di eccezionalità per i danni
causati da cimice asiatica e, dunque, consente alle aziende frutticole più colpite di presentare domanda
per ottenere il risarcimento. Ma proprio in queste settimane la cimice asiatica ha ricominciato a colpire la
pericoltura, come sottolinea Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, che ha accolto le segnalazioni delle aziende
agricole nell’area del copparese, anche se il fenomeno caratterizza tutta la provincia.
“Sapevamo che la cimice sarebbe tornata – afferma Antonio Fioravanti, frutticoltore di Copparo – e
osservando le varietà estive, come la Santa Maria, è evidente che ha già provocato dei danni. Peraltro
l’unico principio attivo, il clorpirifos-metile, che riesce a contenerla se usato in determinati momenti, deve
essere fatto 70 giorni prima della raccolta, quindi da qui a quel momento non abbiamo più nessuno
strumento di difesa per cercare di fermare gli insetti che stanno attaccando le pere precoci. Siamo ancora
quasi del tutto disarmati – continua Fioravanti – di fronte a un flagello che continuerà a fare quello che è
nella sua natura: diventare adulto e attaccare le altre varietà di pere, l’Abate in particolare, aiutato dal
fatto che le gelate hanno danneggiato, purtroppo, le altre varietà di frutta e la cimice tenderà a nutrirsi di
quella che è a disposizione”.
Le risorse messe a disposizione dal Mipaaf e la ricerca di antagonisti, come la vespa samurai, appaiono
dunque insufficienti a contenere un fenomeno che anche quest’anno sarà probabilmente aggressivo e
difficile da contenere, come spiega Stefano Calderoni, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara
“La lotta per debellare la cimice asiatica non è una corsa veloce, ma una maratona. Questo è apparso
chiaro anche l’anno scorso a novembre, quando i massimi esperti e ricercatori si sono riuniti a Futurpera,
la fiera dedicata al comparto. Ascoltando i diversi suggerimenti sul come contrastarla, un mix di
monitoraggio, antagonisti naturali e la ricerca di principi attivi specifici, è apparso chiaro che il 2020 non
sarebbe stato l’anno di svolta per cancellare la cimice dai nostri frutteti. Anche liberare la vespa samurai
a ridosso della raccolta delle prime varietà non potrà, certo, fare miracoli. Allora cosa serve? In poche
parole: più fondi per chi ha subito danni. I 40 milioni di euro stanziati quest’anno e gli altri 20 milioni negli
anni 2021 e 2022 non bastano e i criteri per accedere sono quantomeno discutibili. Possono fare
domanda, infatti, le aziende che hanno subito danni superiori al 30% della PLV (Produzione Lorda
Vendibile) aziendale riferita al 2019, rispetto a quella del triennio precedente. Ma questa percentuale è
calcolata sulla superficie di tutta l’azienda, mentre la nostra associazione aveva chiesto di considerare solo
la superficie frutticola. Inoltre l’eventuale ammissione al risarcimento è calcolato considerando gli
eventuali danni da grandine subiti nei tre anni precedenti, così molte aziende potrebbero venire escluse.
Quindi – conclude Calderoni – ribadisco la necessità di considerare la cimice come un evento non
eccezionale ma ricorrente, che sicuramente non sparirà nei prossimi anni, pianificando lo stanziamento
di fondi aggiuntivi a quelli previsti e distribuiti alle aziende che hanno i requisiti in maniera equa”.

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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