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da: Portavoce de Forum del Terzo Settore Ferrara

Questa mia in risposta alla lettera del Sig. Anselmi, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, comparsa sulla stampa locale.
Non è mia intenzione entrare in una polemica nella quale intravedo il pericolo di strumentalizzazioni; saranno gli atti formali a rendere ragione sulla questione.
Mi soffermo invece sulla dichiarazione di Anselmi “e fa bene ad aprire un ombrello protettivo per la sua preziosa collaboratrice, perché la Sapigni gli garantisce il controllo su quel mondo del terzo settore che il Comune ha artatamente e arbitrariamente alimentato e fatto crescere fuori dalle regole”.
Ricordo al Sig. Anselmi, che esiste una specifica legislazione, che dovrebbe conoscere, che regolamenta i rapporti tra Amministrazione Pubblica e Terzo Settore riconoscendone un ruolo importante nel concorso alla realizzazione delle attività e dei servizi di pubblico interesse.
La legge quadro 328/2000 cita testualmente “Alla gestione ed all’offerta dei servizi provvedono soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, organismi non lucrativi di utilità sociale, organismi della cooperazione, organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni, enti di patronato e altri soggetti privati.”
Il mondo del Terzo Settore è un mondo ricco e variegato, che impiega diverse persone a titolo volontario e professionale. Rappresenta una ricchezza, la cui spinta innovatrice viene sempre più riconosciuta e che produce un valore aggiunto poiché valorizza le relazioni ed il capitale sociale di un territorio.
Quindi il Comune ed il suo Assessore non hanno “artatamente e arbitrariamente alimentato e fatto crescere fuori dalle regole” il Terzo Settore, ma hanno applicato la normativa nazionale e regionale.
Ricordo che le stesse organizzazioni di rappresentanza del Terzo Settore, non hanno alcun interesse ad alimentare al proprio interno “pratiche” che stanno al di fuori delle regole poiché vivono di reputazione, base per la fiducia necessaria ad avvicinare le molte persone alle quali oggi offrono aiuto.Se il Sig. Anselmi sa di eventuali pratiche che vanno al di fuori delle regole, lo invito fin da ora e senza indugi a rivolgersi alla Procura della Repubblica.
Chiedo, infine, al Sig. Anselmi uno sforzo: quello di immaginarsi come sarebbe, domani 27 agosto, la giornata di anziani, disabili, bambini ed in generale dei cittadini se le più di 2.000 organizzazioni della Provincia di Ferrara e l’esercito di circa 35.000 volontari e professionisti che vi aderiscono,decidessero di non esserci più.

Chiara Bertolasi
Portavoce de Forum del Terzo Settore
della Provincia di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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