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Da: Ufficio Stampa Fp Cgil Ferrara

Ferrara 18.09.2020

38 nuove assunzioni di personale docente ed ausiliario. A queste implementazioni, si aggiungono aumenti orari per il personale già presente nei servizi. Triage obbligatorio nei nidi e nelle scuole materne. Dispositivi di Protezione Individuale migliori rispetto a quanto previsto dai protocolli nazionali. Sanificazione quotidiana degli spazi e degli oggetti. Stabilità dei gruppi e del personale, compatibilmente con le condizioni delle singole scuole.

Accordi sulle modalità di ripartenza dei servizi educativi sottoscritti in 20 comuni della provincia. Questa è la fotografia, a dieci giorni dall’avvio dell’anno educativo, dei servizi 0/6 anni della provincia di Ferrara. Ma ci sono dei però che derivano soprattutto dal fatto che, oltre alle linee guida nazionali, che sono per così dire “a maglie larghe” (ad esempio: stessi parametri personale/bimbi pre-covid, nessuna indicazione rispetto a DPI da utilizzare e distanze da tenere durante la refezione o il sonno) non abbiamo linee guida regionali chiare e dettagliate per lo 0-6, come avvenuto al contrario per i centri estivi. Questa assenza ha obbligato FP CGIL, CISL FP e UILFPL ad una trattativa comune per comune, servizio per servizio, con il rischio di avere livelli di tutela potenzialmente diversi, cosa inaccettabile per chi chiede protocolli speculari, sia per la gestione pubblica che per quella privata. Esempi concreti ce ne sono: la Cooperativa “Dolce” che dota il personale di mascherine chirurgiche che, come tutti sanno, non proteggono chi le indossa.

Il Responsabile della sicurezza ci comunica che le FFP2 sono impossibili da portare e creano un disagio: in un contesto dove giustamente i bambini si muovo liberi, quello che per la cooperativa è un orpello, per il personale è sicurezza. I sindaci di Poggio Renatico e di Terre del Reno, proprietari e responsabili dei servizi, hanno deciso di non chiedere (pretendere?) nulla. Come se le condizioni di lavoro di quelle dipendenti non fossero importanti. Il sindaco di Bondeno è troppo impegnato nella campagna elettorale per sottoscrivere accordi sindacali. Il sindaco del Comune di Cento – i cui dirigenti stanno avendo atteggiamenti nei confronti del personale educativo che definire “discutibili” rischia di passare per un complimento – non ritiene necessario coinvolgere i sindacati. Tanto va tutto bene. Senza protocolli condivisi. Senza informazioni preventive. Senza Triage. E così capita che alcuni genitori centesi, vengano chiamati durante la mattinata perché il proprio figlio ha la febbre. Ma tanto il triage non serve. Ad oggi i casi sono più di uno. Speriamo di non dover arrivare ad acclarare l’esistenza di un focolaio prima che il sindaco decida di mettere in sicurezza i lavoratori e le lavoratrici, private e pubbliche, che operano in quei servizi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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