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da: organizzatori

CGIL CISL e UIL di Ferrara, unitamente alle rispettive organizzazioni di categoria FILCTEM FEMCA e UILTEC, esprimono vivo apprezzamento per il documento del 14 gennaio 2016 con il quale le Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto rivolgono al Governo non solo un pressante invito ad occuparsi dell’annunciata cessione da parte di ENI del controllo di Versalis, ma altresì un proposta organica di politica industriale per garantire una prospettiva alla industria chimica italiana alla luce della quale valutare le strategie messe in campo da ENI per Versalis. Le Organizzazioni sindacali sottolineano come fatto nuovo e positivo che, per la prima volta da almeno due decenni, le tre Regioni interessate alla presenza dei 4 siti petrolchimici interconnessi di Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna, esprimano una visione strategica comune volta a difendere ciò che resta delle filiere della petrolchimica italiana sottolineandone il valore strategico di infrastruttura fondamentale ai fini della protezione e dello sviluppo della “competitività delle migliaia di piccole e medie imprese trasformatrici a valle presenti nei territori delle tre regioni”, e che a partire da questa consapevolezza vengano indicate le scelte di investimento necessarie per “sviluppare le potenzialità del mercato, con un’attenzione particolare alla produzione di poliolefine”, e per “garantire una prospettiva di lungo periodo alla petrolchimica del quadrilatero padano”, in grado di accompagnare in una logica di “complementarietà e di sostenibilità reciproca” anche lo sviluppo della cosiddetta “chimica verde”.
Si tratta di un approdo importante di una iniziativa politica e istituzionale pluriennale nella quale le Organizzazioni Sindacali Confederali e di Categoria di Ferrara e dell’Emilia Romagna hanno avuto un ruolo essenziale di stimolo e di proposta, fin dalla chiusura della vertenza Basell del giugno 2013 (istituzione del tavolo regionale per lo sviluppo del petrolchimico di Ferrara) alla piattaforma sindacale per il rinnovo dell’”Accordo di programma del polo industriale e tecnologico di Ferrara” del dicembre 2013 per finire con la costituzione del tavolo regionale per lo sviluppo dei poli industriali petrolchimici di Ferrara e Ravenna, istituito dalla Regione Emilia Romagna in occasione della vertenza ENI del luglio – settembre 2014 e riconvocato più volte dal marzo 2015.
Le OOSS riconoscono alla Giunta Regionale dell’Emilia Romagna e alla Amministrazione Comunale di Ferrara di aver perseguito con tenacia e determinazione il confronto con le altre Regioni per approdare ad un risultato fondamentale per poter incidere su scelte di disimpegno dalla chimica che per troppo tempo sono sembrate “ineluttabili”.
Il documento delle Regioni pone ENI e Governo davanti alla necessità di una risposta chiara che si confronti con le esigenze di fondo dell’apparato industriale del Paese.
In questo contesto, frutto di un lavoro a tavoli ai quali hanno concorso anche le rappresentanze delle Imprese Industriali di Ferrara e Ravenna, sarebbe lecito aspettarsi uno sforzo di coesione territoriale a sostegno del documento delle Regioni. Anche per questo appare incomprensibile, e perciò inquietante, l’accanimento con il quale L.Basell persegue lo scontro con la rappresentanza sindacale con il rifiuto a revocare il provvedimento di licenziamento disciplinare verso il delegato Luca Fiorini, in un contesto sia di isolamento interno vista la compatta adesione dei lavoratori di L.Basell agli scioperi dichiarati dal 30 dicembre, sia esterno, sorda al giudizio delle stesse istituzioni.
Ora tocca ancora ai lavoratori di Versalis, delle società del gruppo Eni e di tutte le imprese che operano nel polo petrolchimico di Ferrara fare la loro parte:
con l’adesione allo sciopero del 20 gennaio e con la partecipazione all’assemblea (14 -16.30 sala mensa Sodexo) possono sostenere con forza l’iniziativa per conquistare gli investimenti e le prospettive di sviluppo necessarie ad avere un lavoro più certo, più dignitoso, più rispettato.

NON SI SVENDE LA CHIMICA ITALIANA
NON SI LICENZIANO I DELEGATI

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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