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Da: Relazioni con i media, area Ferrara-Modena

All’impianto della città estense è stata assegnata la nuova certificazione sull’impronta climatica. Secondo quanto determinato dall’Università di Pisa e attestato dall’organismo di certificazione SGS, il teleriscaldamento gestito da Hera ha prodotto nel 2018 appena 122 grammi di CO2 per ogni Kilowattora termico erogato. Un impatto ambientale bassissimo, inferiore del 56% rispetto a forme di riscaldamento tradizionali

La rete di teleriscaldamento gestita dal Gruppo Hera a Ferrara fa ampio ricorso alla geotermia, una fonte totalmente rinnovabile che, associata al recupero del calore prodotto dal termovalorizzatore di Via Diana, fa sì che quasi il 90% del calore distribuito nelle case della città estense sia green.

Uno studio congiunto di Hera e di Ergo, uno spin-off dell’Università Sant’Anna di Pisa specializzato in attività di consulenza sulla gestione ambientale e sul management della sostenibilità, ha permesso di certificare la riduzione dell’impatto ambientale sulla città di Ferrara. I risultati, validati dall’organismo di certificazione accreditato SGS che ha assegnato la nuova certificazione Carbon Footprint relativa all’impronta di carbonio, evidenziano che la fornitura “a domicilio” di 1 Kilowattora termico grazie al teleriscaldamento ferrarese ha un peso, in termini di CO2 prodotta, letteralmente “piuma”: appena 122 grammi.

Oltre 22 mila tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno nel ferrarese grazie al teleriscaldamento
Questo dato, certificato secondo la norma ISO 14067:2018, è di assoluto rilievo. Per un corretto termine di paragone, infatti, Ergo ha successivamente stimato che il “peso” in CO2 di un Kilowattora termico tradizionale (prodotto dalle caldaie domestiche) è pari a 270 grammi, quindi più che doppio rispetto a quello del teleriscaldamento ferrarese. Se si considera che sono circa 25 mila le “unità abitative equivalenti”, e ciascuna di esse assorbe in media 6.000 Kilowattora termici ogni anno, il risparmio garantito dal teleriscaldamento di Hera alla città di Ferrara è pari a circa oltre 22 mila tonnellate di CO2 emessa all’anno.

La metodologia di calcolo
La metodologia di calcolo utilizzata nello studio è stata quella prevista dalla normativa europea “from cradle to grave” (dalla culla alla tomba), che considera tutti i fattori emissivi coinvolti, dalla realizzazione delle infrastrutture al loro smaltimento a fine vita, dalle emissioni connesse all’utilizzo di macchine a quelle prodotte dalle caldaie a metano che, seppure in modo residuale, supportano la produzione dell’energia termica convogliata dal teleriscaldamento. A questo proposito, lo studio ha anche messo in evidenza quanta parte dei 122 grammi derivi proprio da carburanti fossili. Infatti, nonostante le caldaie contribuiscano solo per il 16% dell’energia prodotta totale, esse impattano per il 50% sull’impronta emissiva in CO2.

Proseguono nel ferrarese gli investimenti della multiutility per il teleriscaldamento
Importanti sono gli investimenti del Gruppo Hera per lo sviluppo del teleriscaldamento nel ferrarese: oltre a un investimento di 2,5 milioni di euro per estendere la rete al quartiere Barco, lo scorso anno ha completato l’iter per rilevare la centrale geotermica di Casaglia, dopo aver ottenuto nel 2017 la concessione per la coltivazione del giacimento geotermico presente nel sottosuolo ferrarese. Il controllo della fase estrattiva dell’energia geotermica – il cosiddetto upstream energetico – consentirà alla multiutility di dare ulteriore impulso al servizio del teleriscaldamento in città, a vantaggio sia dei clienti sia dell’ambiente.

“La certificazione Carbon Footprint che il teleriscaldamento ferrarese ha ottenuto nei giorni scorsi è la conferma della correttezza delle nostre scelte in questo settore – ha detto Cristian Fabbri Direttore Mercato del Gruppo Hera. Scelte che hanno reso questa forma di riscaldamento di abitazioni e attività commerciali, rispetto a quelle tradizionali, estremamente più sostenibile sotto il profilo ambientale. Un aspetto anche i nostri clienti, attuali e futuri, sapranno certamente cogliere e apprezzare”.

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HERA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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