Casa editrice ferrarese finalista al premio di narrativa ” la Pania”
Da: Faust Edizioni
Nadia Zangirolami, con il romanzo d’esordio Amare voce del verbo morire – Storia di un’estate italiana (Faust Edizioni, collana di narrativa ‘I Nidi’, ufficiostampa@faustedizioni.it), risulta tra i finalisti del Premio letterario “La Pania”, che si assegna a Molazzana (Lucca) con somme in danaro e un diploma d’onore. Il Premio, nel corso di questi anni, si è imposto a evento culturale di prestigio nella Valle del Serchio, ed è completo e trasversale in quanto racchiude poesie edite, inedite, saggistica e narrativa. La cerimonia di premiazione si terrà domenica 7 agosto 2016, con inizio alle ore 10, a Molazzana, presso il Parco della Rimembranza (altrove in caso di maltempo). L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale “La Pania”, è patrocinato dalla Unione Comuni della Garfagnana e dal Comune di Molazzana.
Nadia Zangirolami (Rovigo, 1972). Dopo la maturità scientifica conseguita al liceo Paleocapa del capoluogo polesano, si laurea in Lettere a Padova. Docente di scuola media per cinque anni, nel 2004 si trasferisce in Romagna al liceo Serpieri di Rimini. Attualmente è insegnante di italiano e latino al liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, città in cui vive. Ama i gatti, anche se non ha il posto per tenerli, i Lego di suo figlio, che occupano lo spazio che potrebbero occupare i gatti, fare lunghe passeggiate e viaggiare. Legge di tutto, senza avere un autore prediletto. È però affascinata dalla scrittura di Gianrico Carofiglio e dalle atmosfere avventurose di Marcello Simoni. Amare voce del verbo morire – scritto quasi vent’anni fa e ora pubblicato, per scelta, nella forma pressoché originaria – è la sua opera d’esordio.
Estate 1990, quella dei Mondiali di calcio nelle notti magiche. Sullo sfondo di una città dell’Italia settentrionale, tratteggiata nelle linee essenziali delle sue vie e monumenti, Diana è costretta a sudare sui libri di latino per gli esami di riparazione. Non ingannino il doppio cognome e l’eloquio: lei non può vantare antenati illustri, né è aristocratica.
Chiamata a una lunga meditazione sulla fragilità dell’esistenza, la protagonista di questo romanzo giovanile, forbito ma fresco, recupererà se stessa nella voce universale degli antichi e nella vicenda personale di Elena Maria, la sua insegnante, una ragazza appena laureata. Letteratura e memoria sanno restituire in parte ciò che la fuga del tempo strappa alla vita.