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L’atteso verdetto della città che per il 2018 guiderà il Paese in veste di capitale della cultura italiana è giunto alle 15.30 di oggi dalla Sala Spadolini del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo. La sfida affrontata dal Comune di Comacchio con entusiasmo, passione ed una ricca progettualità, scaturita dal coinvolgimento e dalla collaborazione con il mondo delle associazioni culturali, dei giovani, delle scuole e di tanti cittadini, costituisce uno stimolo forte a proseguire il percorso intrapreso, verso la valorizzazione e la promozione del territorio.

“A Palermo – dichiara il Sindaco Marco Fabbri -, non possono che andare le nostre congratulazioni. Per Comacchio è stata una bellissima avventura, un’esperienza che noi amministratori non dimenticheremo, ma che spero non dimentichino nemmeno i comacchiesi. Il percorso intrapreso da questo territorio è, infatti, ormai irreversibile e di certo non si conclude oggi. La maturità e la consapevolezza acquisita in questi mesi – prosegue il Primo Cittadino – , sono diventati un bagaglio importante che ci dà ancora più entusiasmo per le prossime sfide che ci attendono, dalla co-progettazione della Casa delle Arti, che dalla prossima settimana coinvolgerà tutta la cittadinanza, all’ormai sempre più vicina inaugurazione del Museo Delta Antico”.

“Non possiamo che ringraziare tutto coloro che in questo percorso ci hanno sostenuti, dalla Regione Emilia-Romagna, alla Provincia di Ferrara, dall’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio, alla Camera di Commercio, dal Parco del Delta del Po a tutti i Comuni, istituti ed associazioni che ci hanno fatto sentire la propria vicinanza. Un ringraziamento particolare va ovviamente a Marcello Simoni, autore della prefazione del dossier e a tutti i cittadini di Comacchio che hanno creduto con noi in questo progetto. Bisogna continuare a credere nel lavoro fatto insieme in questi mesi, perché il grande progetto culturale descritto nel dossier di candidatura, come abbiamo sempre detto, verrà comunque portato avanti”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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