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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Paolo Govoni: “L’Europa, l’Italia, la nostra comunità hanno un bisogno disperato di più imprenditori”.
All’attenzione della Giunta dell’Ente di Largo Castello il nuovo Bando start up per la nascita di nuove imprese.

Uomo, diplomato, fra i 35 ed i 45 anni, spinto dal desiderio di realizzazione personale e dalla ricerca del successo. Questo l’identikit del neo imprenditore ferrarese nel 2015, delineato dalla Camera di commercio. La maggior parte delle nuove imprese nate quest’anno – spiega l’Ente di Largo Castello – non ha avuto bisogno di grandi risorse: 3 imprenditori su 4 sono partiti investendo meno di 10.000 euro per la loro start up mentre le maggiori difficoltà per i neo imprenditori sono derivate dalla crisi o da difficoltose procedure amministrative. L’indagine, effettuata sulle imprese iscritte nel Registro della Camera di commercio, indica che oltre il 40% del totale delle iscrizioni riguarda attività create completamente ex novo, mentre la quota restante è rappresentata da cambiamenti di forma giuridica, localizzazione, scorpori o nuove acquisizioni.

A Ferrara, dunque, a fondare una nuova impresa nell’anno appena trascorso sono stati prevalentemente uomini (oltre il 60%), con un diploma (48%) o una laurea (18%) in tasca. Il 43% ha tra i 36 e i 50 anni, ma più del 35% ha meno di 35 anni. Nel mettersi in proprio, i neo imprenditori hanno puntato, in particolare, su una attività dei servizi, prevalentemente nel settore commerciale, nei Servizi alle imprese, nell’agricoltura e nella manifattura. Ma per quanto armati di grandi speranze, spirito di iniziativa e fiducia nelle proprie capacità – prosegue la Camera di commercio – l’avvio dell’impresa è stato difficoltoso in 7 casi su 10. Seppur in lieve miglioramento, gli andamenti congiunturali continuano a essere percepiti come il freno più incisivo alla propria iniziativa, ma seguono a breve distanza le procedure burocratiche. Gli ostacoli legati alla concorrenza e ai meccanismi di posizionamento dei prodotti sul mercato pesano entrambi per oltre il 10%, probabilmente anche perché solo in un terzo dei casi è stata effettuata un’analisi di mercato prima di intraprendere l’iniziativa, così come pesano ancora tanto le difficoltà legate al sistema fiscale. Infine, mentre la carenza di capitale e di risorse economiche (7,1%) che certo rende difficile ottenere credito dalle banche (5,8%).

“L’Europa, l’Italia, la nostra comunità – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – hanno un bisogno disperato di più imprenditori. E’ indispensabile agire nella direzione di uno sforzo di sistema per promuovere la cultura dell’imprenditorialità, specialmente tra le nuove generazioni. Servono maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, maggiori incentivi nei confronti delle imprese innovatrici, servono strumenti finanziari specifici per finanziare nuove startup e giovani talenti. Servono partnership pubblico-privato efficaci, legami tra università e impresa più stabili, attenzione al mercato del lavoro, potenziamento qualitativo dell’istruzione. Sono queste, a mio parere, le chiavi per avviare una nuova fase di crescita”.

Il bando start up della Camera di commercio. Gli aspiranti imprenditori della nostra provincia avranno presto la possibilità di beneficiare dei finanziamenti e dei servizi di accompagnamento previsti dal bando Start up, che la Giunta camerale varerà, a breve, in collaborazione con le associazioni territoriali di categoria ed i Comuni della provincia. Il bando prevederà apposite risorse volte a finanziare, in particolare, le spese sostenute per parcelle notarili e costi relativi alla costituzione d’impresa, la redazione del progetto d’impresa, la consulenza specialistica nelle aree del marketing, della logistica, della produzione, del personale, dell’organizzazione, dei sistemi informativi, economico-finanziaria e della contrattualistica, le analisi di mercato, l’implementazione del sito Internet aziendale, il deposito di Marchi e Brevetti e l’installazione di sistemi di video sorveglianza. Creare insomma un contesto favorevole, dove aspiranti imprenditori con il pallino degli affari possano coltivare le loro idee e metterle in pratica, utilizzando gli strumenti che pubblico e privato mettono a disposizione.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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