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Mercoledì 10 gennaio
Ore 18:00
In collaborazione con Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara
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Chiara Francini presenta
Non parlare con la bocca piena
Rizzoli
Dialoga con l’autrice Manuela Macario

Una storia di lacrime e risate, dentisti e caramelle, nonne, zie e amiche tatuate, cuori e nostalgia.

“Al terzo giro dell’isolato Chiara si rende conto di aver scelto probabilmente il momento peggiore, con la luce più bella di Roma, per lasciare. Del resto non esiste un’ora perfetta per la fuga perfetta. Da bambina le bastava il tempo di una mela – i bocconi piccoli – per raggiungere la sua cameretta partendo da scuola. Quanto sarebbe stato più facile adesso arrivare in quella casa a piedi, a undici anni, con le bucce verdi ancora tra i denti…”

Bello sapere che si può tornare. Che a ogni passo falso, nella vita, i genitori sono pronti a riabbracciarti con un calore che gli anni non hanno mai attutito né tanto meno spento. Per Chiara, questo calore profuma di caffè e canta sulle note della Vedova allegra. Perché i suoi genitori sono così, loro che l’hanno tirata su in amorosa allegria, le hanno costruito attorno un mondo da fiaba e hanno trattato la vita come una partita a tombola a Natale: leggera. Chiara ha appena lasciato Federico, il loro nido e i gatti. Il suo essere una donna fallica le ha impedito di portare avanti pure questa storia. E sì che stavolta si era impegnata. Ora il dolore le morde il cuore. Anche le donne come lei soffrono. Ma niente, non ce la fa, ed eccola a suonare il citofono a papà, a trascinarsi su per le scale i due trolley, ad addolcire la vita masticando Galatine per consolarsi un po’. Come le hanno insegnato fin da piccola. Meno male che, a casa dei suoi, Chiara ritrova tutto com’era, la cameretta rosa da principessa, l’albero di Natale acceso a ogni stagione, le riviste anni Novanta, gli amici di famiglia chiassosi e colorati. E naturalmente la matura armonia d’amore fra i suoi genitori. Un amore che ha superato tante prove, un amore coraggioso e per nulla convenzionale, un amore disinteressato e forte che ha sconfitto i pregiudizi, spesso con il fendente di una risata. Ma anche un amore buffo e capace di curare le ferite della vita (pure quelle che non si rimarginano perfettamente e lasciano la cicatrice). Una vera scuola d’amore, da cui Chiara avrà ancora molto da imparare.

Chiara Francini è nata a Firenze e cresciuta a Campi Bisenzio. È un’attrice. Ha sempre amato scrivere. Questo è il suo primo romanzo. La protagonista si chiama Chiara. Come lei.
Giovedì 11 gennaio
Ore 16:00
Presso Le case Cavallini Sgarbi di Rina Cavallini – via Giuoco del Pallone 31, Ferrara
L’ERRORE E L’ERRARE NELL’ORLANDO FURIOSO
Nuccio Ordine in L’errore nell’Orlando furioso
Vittorio Sgarbi in Il giardino degli inganni
Paola Bassani legge una poesia inedita di Giorgio Bassani
In concerto: Giovanni Puddu, Roberto Giordano
Introduzione al concerto Francesco Micheli
Introducono: Tiziano Tagliani, Elisabetta Sgarbi e Marco Bertozzi
In collaborazione con Accademia Pianistica di Imola

Venerdì 12 gennaio
Ore 20:00
Club di lettura “Due pagine prima di dormire”
Eraldo Baldini presenta il libro
Stirpe selvaggia – Einaudi
Libro in lettura condivisa “Ovunque, proteggici” di Elisa Ruotolo

Una storia d’amore e d’amicizia lunga una vita, sullo sfondo dei grandi eventi che hanno segnato la storia del secolo scorso.

Amerigo è cresciuto in una nostrana Macondo abitata da braccianti, boscaioli e personaggi fiabeschi. È un ribelle, e dicono sia figlio di Buffalo Bill. Forse è destinato a compiere grandi imprese, forse è solo incapace di salvarsi.

San Sebastiano in Alpe, paese dell’Appennino romagnolo, 1906. Amerigo ha nove anni e sua madre l’ha chiamato cosi perché l’ha concepito in America. Quando il Wild West Show fa tappa a Ravenna, lei decide di portare il figlio a conoscere suo padre. Buffalo Bill però non accetta di incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto Amerigo a schierarsi per sempre “dalla parte degli indiani”. Con Mariano e Rachele si dipinge il viso, e scorrazzando per i boschi sogna di fare la rivoluzione. Ma la Storia divide le strade di questi amici inseparabili, travolti dalle burrasche del Novecento: le lotte di classe, il fascismo, le guerre mondiali. Con grande potenza evocativa, “Stirpe selvaggia” mette in scena un protagonista struggente come un eroe romantico, eppure modernissimo. Diviso, come ognuno di noi, tra l’affermazione di sé e la rinuncia, tra la solitudine e il bisogno d’amore.

Eraldo Baldini, scrittore noir, si specializza in Antropologia culturale ed Etnografia, nei suoi romanzi ha saputo coniugare “gotico rurale”, noir e horror in una vena originale. Inizia a scrivere saggi in questo settore e approda alla narrativa negli anni ’90. Nel 1991 vince il Myfest di Cattolica con il racconto Re carnevale. Scrive una lunga serie di romanzi, tra cui due per ragazzi: L’estate strana (edizioni EL, 1997) e Le porte del tempo (Disney Avventura, 2001).
La notorietà arriva con il romanzo Mal’aria (Frassinelli 1998, 2003), pubblicato anche in Francia, con cui vince il prestigioso premio “Fregene”. Tra i suoi libri ricordiamo Come il lupo (Einaudi, 2006) con cui ha vinto il premio “Predazzo” 2006; Melma (Edizioni Ambiente, 2007), Quell’estate di sangue e di luna (Einaudi 2008), L’uomo nero e la bicicletta blu (Einaudi 2011), Gotico rurale (Einaudi 2012), Nevicava sangue (Einaudi 2013), Stirpe selvaggio (Einaudi 2016). Per Fernandel nel 2015 ha pubblicato la raccolta di racconti umoristici Fra l’Adriatico e il West.

Martedì 16 gennaio
Ore 17:30
Mauro Malaguti presenta
Spal 110 (1907-2017)
Gianni Marchesini Editore
Dialogano con l’autore Gigi Del Neri e Gianni De Biasi
Modera l’incontro Alessandro Sovrani
Per celebrare i 110 anni della Spal e il ritorno in serie A dopo 49 anni, il libro più completo sulla storia dei biancazzurri ferraresi pubblicato dalla Gianni Marchesini Editore, casa editrice specializzata in pubblicazioni sportive. Si tratta di una ulteriore tappa di un “percorso della memoria”, dopo I prodotti analoghi dedicati con grande successo al Bologna, al Napoli, alla Fiorentina, al Modena.
L’autore è Mauro Malaguti, autentica memoria storica della squadra ferrarese, da oltre trent’anni impegnato a raccontare le vicende della Spal prima sulle radio e televisioni ferraresi e poi sulle pagine de Il Resto del Carlino.

Giovedì 18 gennaio
Ore 18:00
Per il ciclo Uno sguardo al cielo
Serena Querzoli presenta
Scienza giuridica e cultura retorica in Ulpio Marcello
Loffredo Editore
Dialoga con l’autrice Paola Bastianoni

Venerdì 19 gennaio
Ore 16:45
Amo leggere attivamente
Guida teorico-pratica per sviluppare e consolidare il piacere di leggere
A cura di Flavia Franco
Per motivi organizzativi è gradita conferma della partecipazione a Edizioni Didattiche PAVLIN : pavlin@tiscalinet.it – eventife@libraccio.it

L’incontro affronta lo sviluppo delle competenze di lettura – i metodi, la tecnica, l’analisi del testo – e l’utilizzo della narrativa (dei lapbook in particolare) come strumento didattico per sviluppare nel bambino il desiderio di leggere.

Flavia Franco, insegnante di Scuola Primaria e coordinatore di Tirocinio presso il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Torino, conduce laboratori di lettura per bambini e corsi di formazione per docenti e genitori. È autrice di testi di narrativa per bambini e di didattica per Erickson e Raffaello, tra cui “Amo leggere”, guida teorico-pratica per sviluppare e consolidare il piacere di leggere.

Sabato 20 gennaio
Ore 18:00
Per il ciclo Declinazioni del femminile
Giada Sundas presenta
Le mamme ribelli non hanno paura
Garzanti
Dialoga con l’autrice Chiara Baratelli
La rassegna è sponsorizzata da Circolo Lions Diamanti Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea

Giada Sundas è la mamma più famosa del web. I suoi post sulla sua esperienza di madre hanno avuto migliaia di condivisioni. Le mamme ribelli non hanno paura è il suo primo romanzo. Un debutto che partendo dalla vita parla al cuore di tutti. Un piccolo regalo a una bimba di due anni perché possa scoprire un giorno come è venuta al mondo, da quale amore, da quali errori, da quali scelte. Una storia sulla maternità, quella vera che si fa passo dopo passo, fatica dopo fatica, felicità dopo felicità.

«Giada Sundas è una narratrice naturale, ha la rara capacità di farti passare dal riso al pianto in poche righe. Un libro che parla di quanto diventare responsabili per un’altra vita significhi diventare responsabili anche della nostra.» – Matteo Bussola

Tutti mi dicono come fare. Ma solo una madre conosce le sfide di ogni giorno. Poi, un tuo sorriso e dimentico tutto.

Appena ha sentito un piccolo cuore battere dentro il suo, Giada ha cominciato a essere madre. Ma solo quando l’ha stretta tra le braccia quella vita è esistita davvero. Un attimo prima Giada era una persona, un attimo dopo un’altra e per sempre. Perché quando nasce un figlio si rinasce di nuovo. Si rinasce madri. Da quel giorno ha studiato tutti i manuali esistenti in commercio e ha ascoltato ogni consiglio. Affinché Mya, il suo dono più prezioso, fosse al sicuro, protetta, amata. Eppure non sempre tutto le veniva come era scritto in quei libri o come le avevano detto di fare. Ed è stato allora che ha capito una grande verità: che non esistono regole, leggi, dogmi imprescindibili. Il mestiere di madre si fa ogni giorno, si impara sul campo tra una ninnananna ricca di parole dolci e un rigurgito che rimane su una maglia per giorni. Tra un abbraccio che arriva inaspettato e cambia la giornata e un cartone animato che si odia perché lo si conosce ormai a memoria. Non c’è una ricetta, nessuno la conosce. Le risposte sono dentro ogni madre, sono lì, nel profondo dove risiede l’istinto. Dove vive e cresce l’amore più incondizionato che si possa provare. Dove non c’è bisogno di consultare nessuna enciclopedia per sapere cosa è giusto fare. È l’imperfezione l’unica verità. La morbidezza di un bacio sbavato, la tenerezza di un gioco improvvisato con una mollica di pane, la bellezza di un codino che non riesce a star dritto. Sono queste le magie che scaldano il cuore e fanno un figlio felice. Perché sono loro a insegnare che anche sbagliando si può volare, anzi, si vola ancora più in alto.

Martedì 23 gennaio
Ore 17:30
Gloria Spessotto e Stefania Acquesta presentano
Gli animali della via Jula
Luciana Tufani Editrice
Dialoga con le autrici Giulia Ciarpaglini
Ho capito che se sei ignorante non vai da nessuna parte, mentre l’istruzione è il regalo più grande che possano farti per aiutarti a diventare un animale come si deve. Certo sono ancora Totò, un cane bastardo, ma sono anche un cane istruito e molto, molto perbene.
Gloria Spessotto e Stefania Acquesta raccontano dieci storie di animali per grandi e per piccini, nate da un incrocio favorevole del caso, ma soprattutto alimentate dalla vivace fantasia di un nonno e una nipotina. Animali parlanti, naturalmente, come d’obbligo, ma privi di intento moralistico. Sono animali veri, che raccontano in prima persona, o attraverso la voce di una narratrice, le loro spesso pesanti fatiche, le loro stravaganti avventure e gli imprevedibili successi. E non è detto che dalla lettura alla fine non si riesce a cavarne qualche briciola di saggezza e conoscenza in più.
Gloria Spessotto è nata a Portogruaro (VE) e vive ai piedi dei Colli Euganei. Ha fatto l’interprete, l’albergatrice, l’insegnante di inglese. Da anni collabora come operatrice culturale con il Centro contro le Dipendenze di Trento, un’esperienza raccolta nel libro-testimonianza Ciò che gli angeli non sanno (Comunità di Camparta 1998) scritto con Sandro Travaglia. Ha pubblicato i racconti Cinque ciliegie di marzapane (Medusa 1994) e i romanzi Questa è la terra non ancora il cielo (Tufani, 1998, con Gabriella Imperatori), Chi è colui che ti cammina a fianco (Mobydick 2005, con Sandro Travaglia), Una storia di disamore (Mobydick, 2009), Missing:Scomparso (Mobydick, 20012, con Sandro Travaglia), Non era l’usignolo (Mobydick 2013).

Mercoledì 24 gennaio
Ore 17:30
Graziano Ferraccioli presenta
L’immobilità intrisa di vita
Panda edizioni
Dialogano con l’autore Roberto Pazzi e Anna Chiara Venturini

E se le foglie di una magnolia parlassero? Chi sarebbe così infantile e folle da poterlo credere?
Mattia, settantaseienne violoncellista in pensione, morso dalla noia delle sue giornate avvolte dalla quasi totale solitudine, scopre per caso che una foglia gli parla. E, nonostante lo scetticismo, inizia ad avere con lei dialoghi regolari, apprendendo dalle sue stesse parole che la voce è quella di una ragazza defunta. Intraprende un rapporto che lo assorbe completamente, al punto da considerarlo indispensabile. Conversazioni prive di filtri dirette al profondo di ciascun interlocutore: solo pochi minuti prima che il filo che unisce le due dimensioni venga spezzato per poi riannodarsi al successivo incontro, riaprendone la strada.
«Prima non è stato possibile, ma ora ci è stata regalata questa opportunità. E senza il lusso di giocare con la musica. Siamo in grado solo di conversare» dissi io per voler ribadire quanto considerassi importante la nostra amicizia, quanto mi ritenessi privilegiato per averla conosciuta.
«Pensi che sia un limite questo?» «No, se solo fossimo capaci di dare una vera importanza alle parole. Quelle, da sole, potrebbero anche bastare.»

Graziano Ferracioli, classe 1976, è nato e vive in provincia di Rovigo. Dopo anni di
passione per la musica, sente la necessità di esprimersi in modo diverso, applicandosi
costantemente alla scrittura, altro interesse che ha sempre curato in privato fin dall’età
adolescenziale. Uscendo dall’intimità dei suoi scritti, inizia a frequentare corsi di scrittura creativa giungendo alla pubblicazione del racconto Cara Incoerenza inserito nell’antologia Oltre Itaca (Faust Edizioni, 2015). L’immobilità intrisa di vita è il suo primo romanzo.

Venerdì 26 gennaio
Ore 18:00
Paolo Schianchi presenta
Paolo Schianchi non esiste: Tempo, Immagine, Identità, Verità e Parola in Rete
Dario Flaccovio Editore
Dialoga con l’autore Cecilia Mattioli

Il libro “Paolo Schianchi non esiste” è un intreccio narrativo in cui nulla è come appare e dove ogni parte, come su internet, può essere letta con l’ordine del libro o in piena libertà, saltando da una all’al¬tra, per poi tornare indietro e arrivare all’inizio. Questo non è un saggio tradizionale, ma un romanzo, in grado di trascinare il lettore in un susseguirsi di parole che diventa¬no immagini, per esplorare, in modo facile e diretto, i principi della creatività sul web e dello storytelling. Si tratta infatti di un nuovo genere letterario dove i vocaboli chia¬ve della comunicazione contemporanea, tempo, immagine, identità, verità e parola diventano i protagonisti di un romanzo.

Paolo Schianchi è riconosciuto fra i principali teorici italiani del Visual Marketing. È docente di Visual communication e interaction design e Creatività e problem solving presso l’Università IUSVE – Venezia e Verona. Dal 2010 dirige i contenuti editoriali del portale internazionale Floornature.com. Si occupa di saggistica sulla cultura visiva contemporanea. I testi redatti, le curatele di mostre e gli allestimenti da lui disegnati sono pubblicati sui principali magazine, quotidiani e volumi di architettura, design e critica del progetto. Tra le sue pubblicazioni recenti: L’immagine è un oggetto. Fondamenti di visual marketing con storytelling (2013); Architecture on the Web, a critical approch to Communication (2014).

Sabato 27 gennaio
Ore 15:00
La Tartaruga Maria – Luciana Tufani Editrice
Laboratorio creativo ispirato al libro di Silvia Mori con Elisa Galeati
Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria. Max 15 bambini
Età consigliata: dai 5 ai 10 anni
Per informazioni e prenotazioni: 0532241604; eventife@libraccio.it

Animali terrestri, uccelli e pesci sono protagonisti di 4 storie fantastiche, scritte per aiutare i bambini a riconoscerli e rispettare il loro e nostro habitat, l’ambiente intorno al Mediterraneo, il piccolo mare sulle cui coste abitiamo, sempre più fragile e bisognoso di protezione..

Ore 18:00
In collaborazione con Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara
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Monica Cirinnà presenta
L’ Italia che non c’era. Unioni civili: la dura battaglia per una legge storica
Fandango

Accordi, tradimenti, voltafaccia, prove di forza e insulti. L’11 maggio 2016 con 372 sì, 51 no, 99 astenuti, viene approvata una delle leggi più discusse (e più attese) degli ultimi anni, la legge 76/2016 che introduce in Italia le Unioni civili per le persone dello stesso sesso e la regolamentazione delle coppie di fatto. A raccontare dettagli e retroscena è la senatrice Monica Cirinnà, prima firmataria e relatrice della legge, che è diventata il volto e il cuore di questa lunga lotta, durata due anni e mezzo, salutata da gran parte della società civile italiana come una conquista storica che allinea il nostro Paese alle grandi democrazie europee e occidentali. Dalla sua viva voce scopriremo i dietro le quinte del percorso legislativo, le pressioni dei conservatori, la posizione ambigua con il tradimento finale dei 5stelle e l’andamento altalenante della stampa italiana sul tema. A completare il quadro, le lettere degli italiani a Monica. Lettere che sono, nel bene e nel male, lo specchio di un Paese. C’è chi la ringrazia per la pazienza con cui sta portando avanti la battaglia e chi le augura di fallire miseramente. Un dibattito che ha caratterizzato e infuocato il clima politico e che non si è ancora esaurito, visto che sono rimasti aperti i nodi dell’adozione coparentale e del matrimonio egualitario. Un viaggio dentro il Parlamento, un racconto senza veli su come la politica realizza le sue espressioni migliori.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
direttore responsabile


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