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Nata nel 1988 da un piccolo gruppo di iscritti a un corso di catalogazione promosso dalla Provincia di Ferrara, Le Pagine ha festeggiato con tutti i suoi 150 soci e gli oltre 220 lavoratori i suoi primi 30 anni.
Un pomeriggio insieme, quello di sabato scorso, aperto anche a tutta la cittadinanza, tra musica, brindisi e chiacchiere, lungo la riva sinistra del Po di Volano. Si è deciso di trascorrere così, anche in compagnia di amici e conoscenti, rappresentanti delle istituzioni e il magico quartetto ‘Light in Jazz’ un importante traguardo per la cooperativa. 
Un’occasione per ripercorrere le tappe salienti della storia, ricordate dalla presidente Patrizia Luciani, che ha accolto i presenti con una breve carrellata. Dalla gestione delle prime biblioteche di Tresigallo e a Berra all’impresa di catalogazione presso la biblioteca Nava di Reggio Calabria, il timido avviarsi presso l’Archivio del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna del Settore Archivi alla fine degli anni 90 e l’affermarsi, via via sempre più impetuoso, del Settore Educativo, con la gestione del primo nido in appalto, quello di Bando di Argenta nell’anno scolastico 1998-1999. I tanti progetti speciali, che testimoniano lo spirito innovativo e il legame con il territorio che ci ha sempre caratterizzati: la Libreria Ragazzi in via Scienze e la barca La Nena, oggi divenuta una realtà autonoma che continua a solcare il Po e i suoi rami affollata di bambini e turisti e ricca di leggende sul grande fiume, trasmesse con arte e sapienza.
Un momento per rimarcare numeri e dati che fanno di questa società un baluardo della cooperazione su tutto il territorio regionale, a partire dal settore Educativo, con la gestione di 13 nidi, oltre ad attività di sostegno alla genitorialità, prolungamenti orario, animazione, ludobus, attività estive, con 119 dipendenti. Servizi attivi per la maggior parte a Ferrara e nel territorio provinciale, ma anche a Udine e a Novi Ligure in Piemonte, conta un fatturato di 2.373.000 di euro. 
Il settore biblioteche – di cui festeggiamo in questi giorni l’aggiudicazione di una gara per la gestione del Servizio Sistema Bibliotecario del Comune di Parma formato da 4 plessi bibliotecari, per i prossimi 3 anni – ad oggi è operativo in 49 istituzioni, distribuite per la maggior parte in Emilia-Romagna ma anche in Veneto, Puglia, Marche e Lombardia, impegna 72 dipendenti e produce un fatturato di 1.580.000 di euro.
Seguono poi il settore Archivi con i suoi 31 servizi di gestione, 10 dipendenti impiegati, nelle aree di Bologna, Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Modena, Rimini, Verona e Milano, raggiungendo un fatturato di 329mila euro e il settore Catalogazione, che ha 13 dipendenti impegnati in 20 diversi progetti tra Ferrara, Modena Bologna, Ravenna, Rimini e nel Veneto, per un fatturato di 310mila euro.
Nel ricordare che Le Pagine adotta il MOG, ossia il Modella Organizzativo Gestionale previsto dalla legge 231/2001 ed è la prima cooperativa sociale della provincia di Ferrara ad aver ottenuto il rating legalità di tre stelle, non si può, come ha affermato la consigliera regionale Marcella Zappaterra, non sottolineare anche come la cooperativa sia caratterizzata da una prevalenza di personale femminile, impiegato a tutti i livelli, esempio virtuoso di parità di genere.
Alla presenza di Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna, si è voluto inoltre ricordare come Le Pagine si sia da sempre impegnata nel rispetto dei 7 principi della cooperazione: adesione libera e volontaria, controllo democratico da parte dei soci, partecipazione economica dei soci, autonomia ed indipendenza, educazione, formazione e informazione, cooperazione tra cooperative, impegno verso la collettività.
Una montagna di auguri, quella arrivata anche via email e letta ad alta voce ai presenti da Piera Fiorito, responsabile del servizio Biblioteche: decine di messaggi da tutti coloro che non hanno potuto essere presenti ma hanno comunque voluto portare un saluto e un caloroso abbraccio a Le Pagine, in questo bel sabato pomeriggio di luglio. 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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