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Da: Ufficio Stampa Comune di Comacchio

Tutti gli appuntamenti si svolgeranno a Palazzo Bellini alle ore 17.00 e saranno, come sempre, ad ingresso libero e gratuito!

Sei nuovi incontri letterari per confrontarsi e scambiare idee con gli autori, la biblioteca Muratori di Comacchio apre le porte alla nuova edizione della rassegna, sempre molto apprezzata e ricca di firme d’alto profilo, che anche quest’anno non mancherà di sorprendere.

Il primo appuntamento sarà giovedì 7 novembre. La rassegna sarà aperta dall’autore modenese Enrico Silvestri, che presenterà il libro Tsunami cerebrale…Ma che strana cosa. Nel libro l’autore racconta in prima persona la sua esperienza dopo essere stato colpito da ictus cerebrale e come conseguenza da afasia. Sarà accompagnato dalla lettrice ed attrice Elena Manfredi e dalla logopedista Carla Budriesi dell’Ospedale Civile di Baggiovara, che lo ha seguito nel suo percorso di riabilitazione. L’incontro infatti non sarà soltanto la testimonianza diretta del Sig. Silvestri, ma grazie agli interventi della Dr.ssa Budriesi sarà occasione per approfondire il tema dell’ictus, come riconoscerlo e come affrontarlo, nonchè delle afasie.

La rassegna prosegue giovedì 28 novembre con la scrittrice ferrarese Anna Chiara Venturini, che dialogando con Lucia Felletti, presenterà il suo ultimo romanzo Qin Shi Huang Ding: imperatore per sempre, che narra del primo imperatore cinese, personaggio storico divenuto famoso nel mondo per la sua straordinaria sepoltura, con migliaia e migliaia di statue in terracotta riproducenti aurighi e cavalli, arcieri, fanti, cavalieri e ufficiali che ancora lo vegliano.

Prima della pausa natalizia, giovedì 19 dicembre, Marcello Simoni dialogando con Maria Gloria Panizza, terrà una conferenza dal titolo Tra romanzo storico e fiaba cavalleresca, illustrando anche le ultime novità della sua vasta produzione letteraria.

Giovedì 23 gennaio ospiteremo la giovane autrice ferrarese Micol Osti, che con Lara Bonetti parlerà del suo romanzo d’esordio I disertori: in bocca al lupo.
Dalla Grande guerra alla Grande mela per fuggire da un incubo e realizzare un sogno: Peter e Atlas combattono giovanissimi in trincee opposte, ma condividono il desiderio di tornare a imbracciare i loro strumenti musicali invece dei fucili. Il tedesco e l’inglese colgono perciò al volo l’occasione che il destino presenta loro per oltrepassare le frontiere e iniziare una nuova vita nella frizzante New York degli anni Venti. Per l’occasione l’incontro sarà vedrà un accompagnamento musicale d’eccezione, a cura della Civica Scuola di Musica di Comacchio.

Giovedì 6 febbraio Alessandro Gallo presenterà Era mio padre, dialogando con Ignazia Di Liberto. È la storia di un padre, camorrista latitante ma con il potere ben saldo nelle mani, e dei suoi tre figli, anche loro chiamati a fare una scelta che li segnerà per tutta la vita: essere parte o meno dell’impero criminale del padre Giosuè e Alberto hanno le idee ben chiare: proseguire nella scalata verso il potere, difendere gli affari del clan, i loro beni, le loro aziende, il giro del gioco d’azzardo, ma soprattutto nascondere quanto più possibile la verità alla sorella Camilla.

La rassegna volgerà al termine giovedì 27 febbraio, con uno degli autori che ha riscosso più successo all’ultima edizione del Nero Laguna. E’ infatti un piacere potere ospitare nuovamente Eraldo Baldini, che presenterà, accompagnato da Silvia Cavicchi, il nuovo romanzo appena pubblicato: La palude dei fuochi erranti. Nel 1630 a Lancimago, villaggio perso tra campi e acquitrini, gli abitanti aspettano con angoscia la peste che si avvicina. Per prepararsi al peggio, i monaci della vicina abbazia decidono di preparare una fossa comune. Ma durante i lavori di scavo trovano numerosi scheletri sepolti in modo strano, con legacci intorno agli arti e crani fracassati. «È opera del Demonio» dicono i paesani, e subito cercano streghe e fantasmi da combattere; ma c’è anche chi a Satana si rifiuta di credere, e in nome della scienza perlustra i terreni a caccia di risposte.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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