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Da Arci Ferrara

Dall’1 al 4 Giugno si svolgerà la quinta edizione di Totem Arti Festival, un festival di teatro, danza contemporanea, musica e community art nato nel 2013 per riattivare un’area di Pontelagoscuro che affaccia direttamente sul Po.
Un programma articolato e pieno di sorprese. Il veliero di Totem arti porta con sé a Ferrara artisti e gruppi di caratura internazionale accanto a esperienze nate o coltivate in Emilia Romagna, non solo a Ferrara. Un festival che propone un mix tra linguaggi contemporanei, teatro e laboratori per bambini e ragazzi, indie rock, arte “popolare”, buon cibo, sempre in un’ottica di rispetto dell’ambiente e di sensibilizzazione rispetto a tematiche sociali .
Ad inaugurare la prima serata del Festival giovedì 1 giugno sarà il concerto della Banda Rulli Frulli alle 21.00. Già conosciuti nel territorio ferrarese, il loro è un progetto sperimentale di musica, integrazione e riutilizzo creativo dei materiali di recupero, nato da un’idea di Federico Alberghini all’interno della Fondazione Scuola di musica C. e G. Andreoli di Mirandola.
Rulli Frulli è un percorso di crescita nei confronti dell’altro, nel rispetto delle diverse capacità. “La banda è la banda”: non ci sono solisti, nè elementi che spiccano rispetto ad altri, si è tutti uguali e ognuno dà il proprio contributo col massimo dell’ impegno. Il numero dei suoi musicisti è sempre in costante crescita, arrivando oggi a contare ben 70 membri tra bambine, bambini, adolescenti e giovani, abili e diversamente abili. A dirigere questo gruppo eterogeneo è Federico Alberghini insieme a tre collaboratori: Marco Golinelli, Sara Setti e Federico Bocchi.
Nato come progetto sperimentale legato all’integrazione e al riutilizzo, la Banda Rulli Frulli si è definita come realtà capace di superare le differenze facendo musica d’insieme. Suonando e costruendo insieme i propri strumenti diventa possibile esaltare l’unicità di ciascuno e andare oltre qualsiasi distinzione.
La manifestazione è promossa dal Festival dei Diritti e I.T.A.C.A. migranti e viaggiatori: Festival del turismo responsabile, in collaborazione con Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Ferrara.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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