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Da: Organizzatori

Quanto sappiamo di denaro, banche e risparmio? I nostri risparmi sono al sicuro? A giudicare dai recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto e travolto primari istituti di credito e, con essi, migliaia di risparmiatori forse molto poco, Probabilmente prima di certi accadimenti quasi nessuno si è soffermato a riflettere sulla differenza tra obbligazioni e obbligazioni subordinate, ma la differenza c’è e, col senno di poi, ha fatto davvero la differenza.

Acquisizioni, fusioni, gruppi bancari, bail-in e bail-out. Il fatto è che il mondo delle banche in Italia sta cambiando velocemente fisionomia e, parallelamente a questi rivolgimenti vistosi nell’assetto societario delle aziende di credito, con meno clamore ma con altrettanta velocità, sta cambiando anche il rapporto delle banche con i risparmiatori.

Grazie ai personal computer e agli smartphone, oggi molte operazioni di sportello possono essere effettuate da casa o dall’ufficio. Così, con i servizi di electronic banking, dall’ormai consolidato Pos fino all’home banking, il rapporto tra banca e cliente avviene sempre più a distanza, tanto da rendere addirittura possibile l’esistenza di banche prive di sportelli, fruibili solo on line, che hanno sostituito il rapporto personale col funzionario bancario con la connessione web.

Anche i prodotti bancari hanno subìto un profondo processo evolutivo, volto a soddisfare la molteplicità delle esigenze sia degli operatori economici sia delle famiglie.

Tuttavia la recente casistica di fallimenti di primarie società o il caso di un intero Paese in default a causa del proprio debito pubblico rendono sempre più difficoltoso, per un risparmiatore, scegliere dove e come collocare in sicurezza il proprio denaro.

Certo, il problema della trasparenza della sicurezza sono oggi al centro dell’attenzione delle autorità che vigilano e regolamentano il settore, tuttavia, di fronte ai recenti fatti di cronaca in cui alcuni hanno visto volatilizzarsi gran parte dei propri risparmi, come non ammettere che oggi la trasparenza e la sicurezza in materia economico-finanziaria sono una grande fonte di preoccupazioni per le famiglie, i privati, le imprese e tutti coloro che cercano soluzioni per impiegare al meglio le proprie disponibilità.

Dunque attività sempre più specializzate e diversificate, per grado di sofisticazione tecnologica o finanziaria, ci pongono, come risparmiatori, di fronte alla doverosa esigenza di conoscere, conoscere per capire, valutare e scegliere a ragion veduta fra diverse alternative.

Economicando si propone di essere un prontuario di primo soccorso, un vademecum per dare una prima risposta al bisogno di conoscenza, un valido ausilio per spiegare in modo sintetico, chiaro ed esauriente molti di quei termini che ricorrono spesso nell’esercizio quotidiano dell’attività bancaria o che, purtroppo, negli ultimi tempi hanno trovato largo spazio sulle pagine dei quotidiani.

Nello stile di Festina Lente Edizioni, la giovane casa editrice che ha fatto dell’umorismo uno dei suoi tratti distintivi, l’opera non rinuncia a parlare di temi così importanti con un po’ di garbata ironia e lo fa accompagnando le voci di questo agile dizionario economico-finanziario con le vignette dell’autore.

Alfio Leotta, infatti, oltre che apprezzato vignettista, è stato fino a un passato relativamente recente anche un bancario.

Corroborano il tutto le piacevoli e pungenti incursioni aforistiche a tema di Sergio Angeli (già autore per Festina Lente Edizoni del volume Varie ed eventuali), che compaiono a più riprese nel libro.

La prefazione al volume è di Roberto Romiti, noto formatore specializzato nella formazione del personale bancario, che in un suo passaggio scrive: “Tornando dunque al mondo della finanza, bail in e bail out, Mifid, default… provate a chiedere al vostro vicino di casa di che si tratta: il vostro divertimento è assicurato, quello dell’interessato – in relazione alla salute delle sue finanze – molto meno! In pratica, date retta a me, se volete proprio ingraziarvelo perché la prossima estate si incarichi lui di innaffiarvi le piante di casa quando sarete assenti in vacanza, regalategli una copia di questo libro, ve ne sarà sicuramente grato!”.

Gli autori

Alfio Leotta (Fleo), oltre che apprezzato disegnatore dall’inconfondibile tratto e dall’altrettanto riconoscibile disincantata vena satirica, è stato, fino a un passato relativamente recente, anche un bancario. Non ci si stupisca dunque se una delle sue ultime pubblicazioni umoristiche si chiama appunto Una vita da bancario.

Sergio Angeli, già bancario anomalo, in quanto eclettico e pericolosamente incline all’umorismo, vive fra Bologna e l’amato Appennino, dedicandosi alla castanicoltura e alla scrittura, dove sorprendentemente l’attività manuale dell’una stimola l’inventiva per l’altra. Da tempo si dedica con particolare passione alla scrittura breve, che reputa più coerente con gli attuali, assillanti, stili di vita e che gli consente di dare la stura al suo effervescente humour, ricco di sfumature e di toni che vanno dall’ironia più bonaria fino al feroce sarcasmo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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