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da: Arci Ferrara

Mercoledì 6 aprile alle ore 21.00 presso la Sala Boldini (Via Previati, 18 – Ferrara) prenderà il via la rassegna cinematografica organizzata dal Festival dei Diritti di Ferrara.

Il primo film della rassegna sarà mercoledì 6 marzo: MUSTANG di Denis Gamze Erguven – INGRESSO LIBERO

Mustang narra la storia di cinque sorelle orfane cresciute da una donna anziana in un villaggio turco dove il ruolo femminile è ancora fortemente limitato all’ambito domestico, alla cura della casa e all’educazione dei figli. Aspirando a uno stile di vita più aperto e meno costrittivo, le giovani amano vestirsi secondo le abitudini occidentali e la più grande di loro inizia a sentire l’esigenza di vivere liberamente la propria sessualità. Per questi motivi, le ragazze si trovano a dover affrontare le forti diffidenze della piccola comunità conservatrice in cui vivono e, soprattutto, la dura reazione dello zio, che decide di rinchiuderle dentro casa fino a quando non arriverà il momento, per ognuna di loro, del matrimonio combinato. Alternando con sapienza i registri della commedia e della tragedia, lo script scritto a quattro mani della stessa Ergüven insieme alla sceneggiatrice e regista francese Alice Winocour propone una stimolante riflessione sulla difficile condizione femminile nella Turchia contemporanea, che non cade mai nella retorica o nel pietismo, né tantomeno in facili edulcorazioni. Mustang esibisce così un equilibrio drammaturgico impeccabile e, all’interno di una struttura narrativa molto solida, restituisce in maniera vibrante gli stati d’animo delle giovani protagoniste, le cui spontaneità e vitalità vengono progressivamente messe in crisi a mano a mano che gli spazi domestici si trasformano sempre più in una prigione, materiale ma al contempo metaforica.

Con Mustang, la turca Deniz Gamze Erguven, firma il suo primo lungometraggio e si inserisce nel panorama di registe donne capaci di destare interesse su scala internazionale. Transitato per l’importante vetrina della Quinzaine des Relisateur dell’ultimo festival di Cannes e candidato all’ Oscar 2016 come miglior film straniero (per la Francia), Mustang è un di quei piccoli film che sanno volare alto, che ci parlano delle contraddizioni del nostro mondo cavalcando un’atmosfera a metà tra il realismo magico e la fiaba, restituendo dei ritratti societari genuini, puri e nel contempo assai logoranti. Registe donne che parlano di contesti femminili difficili, ostili, dove la via della salvezza è spesso associata alla capacità di reinventarsi forti, determinate, incrollabili, spesso mascoline. Donne scrutate dal punto di vista di un occhio femminile, raccontate per intero nei loro compromessi, nelle loro forze e (specialmente) nelle loro debolezze.
Mustang è una dura e splendida parabola di lotta al femminile e alimentata dalla forza di una storia divisa tra orrori “educativi” e amore, quell’amore grande capace di legare assieme cinque sorelle nel profondo e per sempre, realmente nella buona e nella cattiva sorte. Un’opera che punta (quasi) tutto sull’energia vitale e sulle dirompenza visiva ed emotiva di cinque splendide protagoniste, con doverosa speciale menzione per Lale – interpretata dalla bravissima Günes
Sensoy, una vera piccola eroina moderna, armata solo di grandi occhi sinceri e del suo indomabile coraggio, o che dir si voglia amore per la vita.

Programma completo della rassegna: www.festivaldeidiritti.it

Il Festival dei Diritti di Ferrara, nato nel 2002, ha l’obiettivo di promuovere e difendere i diritti umani, il diritto al lavoro, alla casa, alla salute, all’alimentazione, all’acqua, all’informazione, alla cultura per tutte le popolazioni del mondo. È finanziato da Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Ferrara, CGIL e NEXUS. Il Comitato promotore è formato da ARCI Regione Emilia Romagna (capofila), ARCI Ferrara, CGIL, NEXUS, Associazione Luogo Comune, Cittadini del mondo, IBO Italia, Oltreconfine, Teatro Nucleo, UDI Ferrara.

Info: www.festivaldeidiritti.itwww.arciferrara.org

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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