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Quasi 3mila video per documentare i 33mila km percorsi a piedi o con altri mezzi ecosostenibili: l’iniziativa promossa da sette università europee fra cui l’Unicusano ha centrato il suo obiettivo, testimoniando che i giovani sono più attenti ad ambiente e clima.

Un successo oltre ogni aspettativa. I giovani universitari di sette Paesi Europei, fra cui l’Italia rappresentata dall’Università Cusano, hanno non solo risposto con entusiasmo all’iniziativa “Athenathon” lanciata lo scorso mese per promuovere una cultura più ecosostenibile, ma anche triplicato l’obiettivo iniziale di percorrere a piedi o con altro mezzo carbon free 11.000 km. Distanza che idealmente collega le università europee del progetto.

Attraverso la condivisione sui social di quasi 3.000 video e foto, hanno coperto oltre 33.000 km a testimonianza di pretendere un futuro più verde, rispettoso di clima e ambiente. Gli sport più praticati per il lancio di messaggi green? Al primo posto il running, seguito dal ciclismo e dalle passeggiate in campagna o città.

“Oggi, con un evento online che ha visto un’impressionante partecipazione di studenti, professori, rettori, politici, abbiamo festeggiato il giorno dell’Europa”, racconta un emozionato Daniele Barettin, responsabile del progetto per conto dell’Unicusano. “Athena è un progetto finanziato dalla Commissione Europea con una grande nuova visione: unire finalmente le culture e il sapere dell’Europa per formare gli studenti che saranno presto cittadini europei, una generazione ecologica e tecnologica allo stesso tempo”.

“In questo contesto – prosegue il responsabile – Athenathon è stata una magnifica iniziativa, una maratona compiuta da centinaia di studenti, professori e amici di Athena nelle loro città. L’obiettivo è stato non solo raggiunto, ma triplicato con più di 33mila chilometri percorsi. Un grandissimo successo, a cui ha contribuito con un grande supporto la nostra università Cusano”.

Athenathon ha coinvolto studenti e professori che hanno condiviso il numero di chilometri percorsi su Twitter, Facebook o Instagram, usando gli hashtag ufficiali dell’evento #move4athena o #athenathon e postando uno screenshot della performance registrata tramite la sua app di tracking preferita come prova.

Una nuova onda verde ha corso dunque attraverso le città e i paesaggi del Vecchio Continente per smobilitare coscienze e sensibilizzare i giovani sull’importanza di adottare stili di vita ecosostenibili e rispettosi del pianeta.

 

L’Università Europea ATHENA:

L’Iniziativa delle Università Europee è un progetto faro dell’Unione Europea nel campo dell’istruzione superiore e della ricerca, volto a rendere le università europee più aperte a livello internazionale, più efficienti e inclusive.

L’Advanced Technology Higher Education Network Alliance (ATHENA) è uno dei progetti pilota di Università Europee selezionati dalla Commissione Europea nel 2020, che riunisce il Politecnico di Porto (Portogallo, coordinatore), le università di Maribor (Slovenia), Orleans (Francia), Siegen (Germania), l’Università ellenica del Mediterraneo (Grecia) l’Università Niccolò Cusano (Italia) e l’Università tecnica Gediminas di Vilnius (Lituania).

Focalizzata sul tema della trasformazione digitale delle società, l’ambizione di ATHENA è quella di creare corsi di formazione decisamente internazionalizzati, di offrire mobilità internazionale al maggior numero di studenti, compresi quelli con disabilità, di promuovere la nascita di progetti di collaborazione nella ricerca e sviluppo e di favorire nuove prospettive europee agli oltre 120.000 studenti e 10.000 collaboratori dell’alleanza, ma anche alle comunità locali e ai partner.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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