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Da: Gruppo Partito Democratico Emilia Romagna.

Nel corso della seduta dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, riunitasi per la prima volta in via telematica in ottemperanza alle misure di contenimento del COVID-19, sono stati eletti i presidenti delle Commissioni assembleari permanenti. Istituita, oltre alle sei già esistenti, anche la Commissione Statuto e regolamento. La maggioranza esprime cinque presidenze, quattro del Partito Democratico e una di Emilia-Romagna Coraggiosa, mentre alla Lega è stata assegnata quella della Commissione Bilancio e al Movimento Cinque Stelle quella della Commissione Statuto.

I Presidenti espressione del Partito Democratico sono: Manuela Rontini, Stefano Caliandro, Ottavia Soncini e Francesca Marchetti.

La faentina Rontini ora guida la II Commissione Politiche Economiche, dopo che nella passata legislatura aveva presieduto la III. Stefano Caliandro, avvocato bolognese e precedentemente Capogruppo dei democratici, è stato eletto alla III Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità. La reggiana Ottavia Soncini, dopo essere stata Vicepresidente dell’Assemblea nel quinquennio passato, è Presidente della IV Commissione, Politiche per la Salute e sociali. Francesca Marchetti, originaria dell’Imolese, adesso presiede la V Commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, dopo esserne stata la capogruppo dem nella passata legislatura.

“Le nomine dei Presidenti di Commissione sono state approvate a larghissima maggioranza dai componenti dell’Assemblea. Penso sia il segno di un forte impegno a collaborare che assume maggiore valore dato il momento storico che per la prima volta viviamo nei 50 anni di storia della nostra Regione. – è il commento della capogruppo Pd Marcella Zappaterra – Oggi più che mai è necessario che gli sforzi della politica siano indirizzati a verso obiettivi condivisi, senza rinunciare alle differenze che distinguono il dibattito e il confronto tra partiti, maggioranza e opposizione. A nome del Gruppo, auguro buon lavoro ai Presidenti scelti tra le fila del Partito Democratico, a Federico Amico, Silvia Piccinini e Massimiliano Pompignoli che chiudono la rosa dei Presidenti. Le consigliere e i consiglieri del Pd sono pronti a iniziare il lavoro nelle Commissioni. A breve definiremo la composizione dei nostri gruppi in ogni commissione e si potrà subito partire”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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